Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

sabato 2 novembre 2024

Come la stampa trasforma Mikhail Khodorkovsky in un nobile esule


L'intervista di Monica Maggioni a K. Al minuto 16:16 la spontanea ammissione del magnate dei suoi trascorsi violenti

In un clima di stampa ostile alla Russia in occidente, tornano utili anche stratagemmi poco corretti, soprattutto nei confronti dei cittadini.

E' così che la stampa Italiana e occidentale in genere sta rispolverando, ammantandolo di una nuova identità, un personaggio come Mikhail  Khodorkovsky.

Si tratta di un uomo non estraneo alla violenza fisica, accentratore di risorse pubbliche, protagonista di frodi, evasioni fiscali, pratiche poco trasparenti, monopolismo.

Era un oligarca che ricorreva ai paradisi fiscali per consolidare e difendere enormi capitali, mentre il suo paese era in ginocchio moralmente e materialmente.

Oggi viene descritto come un nobile esule e in molte trasmissioni tv, incontri e podcast, si evita di fargli domande scomode. Alludo anche a Monica Maggioni, membro importantissimo dei vertici Rai, che si è ben guardata di chiedergli conto delle sue responsabilità, fino a quando a sorpresa lui stesso ha menzionato due suoi scontri armati per le strade di Mosca nel 1991 e nel 1993.

Chi è Khodorkovsky

Mikhail Khodorkovsky è un ex oligarca Russo, ex uomo più ricco del paese, proprietario della Yukos, colosso degli idrocarburi e seconda azienda nazionale del settore a quei tempi.

Uomo vicino a Boris Eltsin, si fece largo grazie alle sue aderenze politiche e al suo senso degli affari, in una situazione di debolezza delle istituzioni quale quella dei primi anni '90.

In quegli anni la Federazione Russa era in ginocchio. La disgregazione dell'Unione Sovietica, il fallimento di parte del suo apparato produttivo, la povertà notevolmente incrementata, anni di iperinflazione avevano generato, nel caos, l'emergere di monopolisti disinvolti che acquisirono a basso costo le aziende che poco prima appartenevano alla collettività.

Il petrolio per la Russia è un bene strategico e da esso dipende la sussistenza dell'intera nazione. Khodorkovsky rilevò la Yukos a prezzi stracciati. La prese indebitata e la lasciò tale.  Influenzò pericolosamente numerosi esponenti politici grazie al suo strapotere finanziario.

Poi arrivò Putin e convocò i monopolisti che si stavano partendo il paese. Chiese a loro di stare dalla sua parte, cooperando con le direttive del governo e non finanziando le forze di opposizione.

Chi non si sarebbe adeguato sarebbe stato messo fuori gioco, con metodi che andavano dai più blandi a quelli più brutali.

Khodorkovski non si adeguò, sfidò Putin e finì in carcere, con sentenze distanziate nel tempo e con accuse varie tra cui figuravano appropriazione indebita, frode fiscale, riciclaggio di denaro.

Fu dunque una vittima? Non propriamente.

Sul fatto che Putin sia un dittatore e che in Russia non ci sia una democrazia almeno nella misura in cui la intendiamo in occidente, non ci piove.

Tuttavia, ci sono dei distinguo da compiere.

La lotta contro Putin fu sicuramente determinante per la incarcerazione di Khodorkovsky. Tuttavia in larghissima parte le accuse erano vere. 

Rese la Yukos una società offshore, distraendo risorse enormi dal controllo statale di provenienza, con l'aggravante di trattare come un bene proprio qualcosa che dovrebbe essere al massimo sotto licenza di sfruttamento economico, ma di proprietà pubblica: gli idrocarburi.

Creò la sedicente European Union Bank ad Antigua, mezzo di numerose truffe, che portò al fallimento.

Condusse altre operazioni discutibili dal punto di vista della trasparenza, con procedure dubbie adottate dalla sua banca Menatep per esempio.

Dopo dieci anni di carcere e dopo aver perso buona parte dei suoi averi e delle sue attività, pur rimanendo ricco e con proprietà prestigiose in giro per il mondo, fu oggetto di un provvedimento di grazia firmato da Putin.

Fu dunque una vittima della vendetta del dittatore originario di San Pietroburgo?

Sì, perchè in altre condizioni, soprattutto con Eltsin al comando, su molte vicende si sarebbe sorvolato.

Meritava la galera?

Decisamente sì.

Se i monopolisti come Khodorkovsky avessero preso il sopravvento sul potere politico, come già era avvenuto, lo Stato si sarebbe reso mero esecutore della loro ingordigia. La situazione in Russia sarebbe stata nettamente peggiore di quella attuale (gli anni '90 lo dimostrano).

Ora in Russia c'è un potere statale forte, illiberale, ma che ha riportato ordine e che ha generato una crescita economica di cui hanno fruito in molti. Ancora oggi il Prodotto Interno Lordo Russo cresce nonostante la guerra e le sanzioni.

Su Putin, sulla guerra in Ucraina, su ciò che avviene nei paesi eurasiatici si possono fare lunghe discussioni ed esprimere critiche.

Gettare fumo negli occhi facendo passare rapaci oligarchi per nobili imprenditori che "volevano portare in Russia democrazia e trasparenza", come in molti hanno detto e scritto, equivale a ignoranza nel migliore dei casi e a cattiva fede nel peggiore.


Nella foto: una sfilza di video beatifica l'ex magnate Russo

Nessun commento: