Il dibattito sui media in questo come su altri temi è spinto più sulla rissa e sulla semplificazione che su una seria analisi.
Si parla di auto elettriche ela Ue le propone come la panacea di tutti i mali per l'inquinamento globale. Peccato che queste auto con pochi centimetri di pioggia possono rompersi. Peccato anche che la loro autonomia sia limitata a poche centinaia di chilometri e ci vogliano ore per ricaricarle.
Se si va da Roma a Milano con una auto elettrica potremmo rimanere a piedi.
L'energia elettrica necessaria viene prodotta anche con metodi che non sono green. Inoltre le batterie necessitano di uno stoccaggio molto ben organizzato, giacchè sono radioattive.
Per produrre alcune componenti occorrono le terre rare. Siccome, come dice il nome stesso, queste terre sono rare, va da sè che le auto elettriche, così come sono prodotte adesso, non hanno un grande futuro.
Inoltre sono molto costose e non sono per tutte le tasche.
Ed è inutile che l'Unione Europea tenti di bandire auto seminuove euro 5 del 2014 per costringere i comuni mortali a comprare una auto nuova, magari elettrica. Non può funzionare.
Immaginate se i soccorsi nella recente alluvione in Romagna fossero stati svolti con mezzi elettrici. Si sarebbero fermati a metà strada.
Si parla di auto a idrogeno, ma sia la produzione di idrogeno che la creazione di auto che usano questo mezzo non è ne' green ne' sicuro. L'idrogeno compresso può essere fonte di esplosioni. Fughe di idrogeno possono causare avvelenamento e ustioni alla pelle. In più occorrerebbe un adeguato metodo di approvvigionamento di idrogeno, che non esiste in natura da solo ma è sempre legato ad altri elementi. Bisognerebbe produrlo in larga scala e non conviene farlo fin quando tale tecnologia non sarà sicura.
Nella foto: il sottoscritto Gretizzato
I Tedeschi sono molto avanti nella produzione dell'energia a biomasse, ma non è certo quella la fonte prevalente del loro approvvigionamento, segno che questa non può essere la via maestra.
Stessa cosa dicasi per l'energia solare, la cui produzione in Italia presso le abitazioni dei singoli cittadini potrebbe essere semplificata e coadiuvata con maggiore organizzazione. Si potrebbero costruire più centrali ad energia solare, ma non è la soluzione. Il sole va e viene, quindi la produzione non è continua. I pannelli necessitano di manutenzione, sono danneggiabili dalla grandine. Surriscaldano il terreno attorno. Danneggiano il paesaggio in zone di rilevanza artistico-paesaggistico.
Sottraggono spazio alle colture.
L'olio di colza non può sostituire la benzina, perchè le colture necessarie sarebbero troppo estese rispetto alla disponibilità di terra esistente. Pare che si possa utilizzare anche la Marijuana per produrre combustibile, ma quello può andare bene per un road party Jamaicano al massimo.
In Giappone addirittura utilizzano l'olio di frittura residua, di sera, dei ristoranti, per alimentare i mezzi pubblici. Questo però non risolve certo i loro problemi di approvvigionamento di idrocarburi.
L'implementazione dei servizi pubblici e dei parcheggi di scambio nelle città medie e grandi potrebbero essere d'aiuto, ma non se ne parla nei media in maniera rilevante.
Il maggior controllo sugli incendi estivi, che sono quasi sempre di origine dolosa, aiuterebbe a preservare il territorio a livello ambientale, produrrebbe una qualità dell'aria maggiore e un ecosistema più forte e sano.
Nella foto: Sara Falzone, la bambina della pasta Barilla, che ha ispirato Greta Thunberg e meE' per questo che affidarsi a guru come la ragazzina Svedese che con la scusa della ecologia fa pippa a scuola prima ogni venerdì e poi per un anno sabbatico non porta a nulla. La soluzione non sono i ragazzini estremisti che bloccano il traffico e imbrattano i monumenti della nostra bella e invidiata nazione.
Parliamone seriamente, non come fanno nella Ue, dove poi si scopre che alcuni parlamentari si sono fatti corrompere dagli sceicchi Qatarioti.
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