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venerdì 11 novembre 2022

Quando un paese fa i propri interessi, lo scontro talvolta è necessario




La Francia ha una percezione abnorme di sè. Pensa, di essere una grande potenza geopolitica, al pari di Stati Uniti, Russia e Cina.

Questa dissociazione dalla realtà e da una equilibrata valutazione di sè stessi ce l'ha da secoli. Basti ricordare di quando, il 22 aprile 1849, marciando  verso la Repubblica Romana,  arrogantemente i loro generali dichiararono: - Gli Italiani non si batteranno perchè sono dei codardi -  Furono sconfitti e rincorsi dai Garibaldini. 

Potremmo fare menzione di quando inopinatamente Napoleone tentò la sua ben nota campagna di Russia.

L'Italia di inizio duemila, invece, è prona e servile anche nei confronti di realtà modeste come Egitto, Francia, Germania ed altre.

Verità e giustizia per Giulio Regeni non le abbiamo avute, Cesare Battisti (il terrorista) ha goduto per molti anni di protezione politica da Francia e Brasile con tutti gli onori (scrittore di romanzi noir addirittura).

Gli accordi internazionali sui migranti in parte sono stati scritti male anche grazie a Renzi e alla mentalità  del centrosinistra.

C'è stata mollezza nel farsi rispettare oltralpe, lasciando che la barbarie della polizia gallica inviasse indietro i migranti a suon di manganellate.

Per non parlare poi della acquisizione dei nostri marchi industriali o del tratto di mare donato ai nostri cugini transalpini.

Una vergognosa calata di braghe ha caratterizzato i nostri rapporti recenti coi Francesi, corollati dalle risatine di Sarkozy con la Merkel.

Ora la musica è cambiata. Dopo la solidarietà praticamente nulla della circense Europa, che esiste come entità politica solo quando deve autolesionisticamente prendere sciagurate decisioni che danneggiano i suoi cittadini, 

la Francia ha deciso di far sbarcare una nave di migranti a Tolone ma preannunciando fulmini e saette. Ha detto che straccerà gli accordi sui migranti e invita gli altri stati europei a fare lo stesso, contro l'Italia.

Il bello è che quando qualcosa anche di piccolo non va bene ai governanti francesi loro mica usano il linguaggio della diplomazia e della politica. No, loro urlano in faccia ai nostri rappresentanti.

Atteggiamento arrogante e presuntuoso. Alcuni ci accusano di essere disumani. Loro che ancora oggi sfruttano l'Africa in mille modi diversi, più di tutti gli altri paesi occidentali. Ci vuole una certa faccia di bronzo.

Ma se bronzea è la loro faccia, d'acciaio saranno le nostre braccia.

La pacchia è finita. Che sia per mano della Meloni o di un altro, che sia finita per davvero. Il governo attuale, a cui pure non risparmio alcune critiche, si fa rispettare.  Quelli precedenti mandavano i Sandro Gozi di turno a prestare servizio per il governo di Parigi.

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