Ultimamente, con movimenti di protesta sorti in mezzo mondo, tra cui il Movimento 5 Stelle in Italia, si torna a parlare di democrazia diretta o partecipata.
Il cittadino, secondo queste formazioni politiche, può prendere delle decisioni schiacciando un pulsante dal computer di casa sua.
La forma di democrazia diretta nella storia è sicuramente quella ateniese. Chiunque godesse dello stato di cittadino poteva votate in un parlamento chiamato Eliea, che aveva come sede un anfiteatro.
Nella Atene all'epoca di Socrate i cittadini erano 30 000 e gli schiavi 170 000. Ogni cittadino aveva diritto ad un modesto assegno di cittadinanza, altro cavallo di battaglia del popolo di Grillo che è presente anche in tanti stati moderni.
I cittadini Ateniesi però, potevano permettersi di occuparsi degli affari di stato e di oziare, sostanzialmente, perchè tanto c'era chi lavorava per loro.
E' riproponibile una organizzazione del potere simile nel mondo moderno?
E poi, avrebbero tutti la competenza per legiferare su tematiche complesse?
Ogni società ha bisogno di una gerarchia, fatti salvi i principi di democrazia e di interesse comune. La cultura però non è democratica: c'è chi la possiede e chi no.
Se i nostri politici non sono sempre preparati come ci aspetteremmo, essi comunque si avvalgono di esperti e di consulenti.
Certo, ogni sistema ha delle crepe nel suo interno, ma non esiste uno stato perfetto in un mondo perfetto.
Come si potrebbe poi far funzionare in maniera ordinata il voto di milioni di persone ogni giorno?
Chi garantirebbe la trasparenza di tutte queste persone che voterebbero online? Chi dice che la persona dietro lo schermo è proprio quella che dice di essere? Chi sorveglia la efficienza del meccanismo di voto elettronico, visto che nelle votazioni interne svoltesi online sul blog di Beppe Grillo vi sono stati degli hackers che sono riusciti a votare più volte?
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