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mercoledì 14 agosto 2013
La conferenza stampa non è un dettato
Mi capita ultimamente di vedere, in alcuni politici che intervisto in sede di conferenza stampa, dei volti contrariati. L'accoglienza è sempre più fredda, la tolleranza della mia presenza è sempre più malcelata. Mi convinco allora che sono sulla buona strada. Non che io abbia criticato costoro con particolare vigore, negli articoli.
La mia idea di giornalismo non è quella di denigrare qualcuno, di fare invettive contro persone, associazioni, partiti, categorie, corporazioni. Mi limito semplicemente a mostrare i fatti nella maniera più schietta possibile, e quando faccio delle considerazioni personali, esse sono ben scisse dalla narrazione degli eventi.
Le persone si fanno un'idea da sole delle cose. Non c'è bisogno che un giornalista o un blogger cerchi di fare loro un lavaggio del cervello. Spesso pensiamo di saperne più degli altri, e in questo c'è una certa boria che si nasconde in molti di noi; avviene in maniera spesso inconscia.
Miei cari membri delle amministrazioni locali, volete fare carriera in questo mestiere e non sapete nemmeno relazionarvi alla stampa. Lo so che qualche mio collega presta il fianco, si genuflette e vi fa l'occhiolino.
Vi grida: "Feudatario, o mio feudatario!" e fa un remake dell'attimo fuggente in chiave ruffiana.
Non aspettatevi questo da me. Anche se voi mi guardate in cagnesco, mi insultate (alle spalle semmai, perchè in faccia certa borghesia pescarese le cose non sa dirle) io proseguirò con il mio solito atteggiamento distaccato: vi elogierò se fate qualcosa di buono, vi criticherò più o meno aspramente se fate idiozie ( e purtroppo ne fate tante, ultimamente).
Questo discorso non riguarda solo Pescara e vale anche per altri ambienti. Si fanno le conferenze stampa, si chiamano i giornalisti per pubblicizzare quello che si fa, e in quel caso tv , giornali e siti web fanno comodo. In alcune circostanze (per fortuna non nella maggior parte) quando si arriva alla fine dell'incontro, c'è chi tira dritto e non accetta che si facciano domande.
Ad ogni caso c'è chi pensa che la stampa debba essere accomodante, e non accetta una critica anche se garbata e costruttiva. Francamente, da parte mia non c'è un atteggiamento avverso a nessuno.
Cari politici, cari artisti, sindacalisti o quant'altro: la conferenza stampa non è un dettato. Se veniamo lì, vi fa gioco perchè riportiamo quanto fate. Ascoltiamo quanto avete da dire, che talvolta è di una banalità sconcertante, e ci facciamo una idea.
Ci chiamate spesso perchè avete riparato un tombino o avete messo tre mattonelle su un marciapiede. Non fa niente, veniamo lo stesso, perchè è il nostro lavoro, non perchè siete importanti, con le vostre cariche amministrative di una città di provincia.
Per quello che mi riguarda riporto quanto dite sul quadernino, faccio domande, se dissento ve lo dico apertamente, tento anche di immedesimarmi negli alterchi di alto livello che fate con l'opposizione per un cassonetto da mettere dieci metri più in là. Faccio tutto questo però, come è giusto che sia, non vi prendo troppo sul serio.
Forse anche voi non vi dovreste prendere troppo sul serio e valutare le cose per quello che sono.
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