Angelo Branduardi è un nome che sta, degnamente, nell'olimpo del cantautorato italiano.
In Lui la preparazione strumentistica e la qualità dei testi formano quello stile inconfondibile, che si richiama al medioevo a a sonorità lontane.
In Lui la preparazione strumentistica e la qualità dei testi formano quello stile inconfondibile, che si richiama al medioevo a a sonorità lontane.
Nato in provincia di Milano, a Cuggiono, ma poi trasferitosi da ragazzo a Genova, si fece conoscere verso la metà degli anni '70, specialmente con il disco "Confessioni di un malandrino" (1974).
Fu allora che iniziò il periodo magico della carriera di Branduardi, quello che ci ha regalato le canzoni più bellee quello, per lui, di maggior successo.
Incontro importante, per lui, fu quello con il produttore inglese Paul Buckmaster. Branduardi gli spedì una lettera, un po' ingenuamente, vista la sua giovanissima età, e quello che allora era un "mago" della musica dell'epoca rimase fortemente colpito dalla personalità espressa dalle parole del giovane cantautore. Dopo un periodo di apprendistato, Buckmaster fece uscire il suo primo disco ("Confessioni di un malandrino, appunto), che si rivelò subito un successo, grazie anche ad una accorta campagna di marketing e ad una produzione di qualità che affiancava ai cantautori valenti musicisti.
Da ricordare, che, dietro a capolavori come "Figli delle stelle" di Alan Sorrenti c'è anche lo zampino di Buckmaster, che fornì al cantante anglo-napoletano un gruppo di musicisti di grande rilievo.
Un altro incontro importante per Angelo Branduardi fu il suo incontro con il polistrumentista Maurizio Fabrizio.
Testi grandiosi, talvolta scritti di suo pugno, talvolta saccheggiati da poeti di fama internazionale, hanno contribuito ad abbellire melodie dal sapore arcaico che costituirono una vera novità all'epoca.
Branduardi divenne, verso la metà degli anni '70, una star di rilievo internazionale, che suonava anche negli stadi, come in una famosa rassegna a Parigi dove il buon Angelo si ritrovò di fronte a 400 000 persone.
Gli anni '80 e i decenni successivi sono ricchi di perle di sua composizione, ma non eguagliano la grandezza delle sue prime composizioni.
I pezzi forti, per il pubblico, rimangono canzoni come: La pulce d'acqua, Confessioni di un malandrino, "Cogli la prima mela", "Sotto il Tiglio", che utilizza i versi del tirolese Walter Von der Vogelweide o la bellissima "La serie dei numeri, che vi viene proposta su questo blog in alto a destra.
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