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mercoledì 9 gennaio 2008

Andrej Tarkovskij : Solaris


Nella notte tra il 6 e il 7 Gennaio Rai 3 ha proposto, nel lungo spazio notturno che gestisce Enrico Ghezzi, un film di grande valore artistico: Solaris, di Andrej Tarkovskij (1972).
Sono pochi i film di fantascienza che gli possono stare al pari, sebbene non appartenga esattamente a questo genere.

Solaris è un film sui sentimenti, sulla comprensione reciproca tra gli uomini.

Una stazione orbitante russa si è avventurata su un nuovo pianeta, denominato Solaris, ricoperto da un enorme oceano. Vi sono solo tre astronauti a bordo, che fanno una scoperta sconcertante: il pianeta è un unico organismo vivente, in grado di entrare in empatia con loro.

Il suo modo di comunicare è quello di materializzare i loro ricordi: persone a loro care, che vivono nella loro memoria, diventano reali, creando dei replicanti.


Uno degli astronauti, turbato, si uccide. Viene dunque inviato sull'astronave uno psicologo, Kris Kelvin, che dovrà stabilire se i fatti riportati dall'equipaggio corrispondano al vero, o se le loro siano semplici allucinazioni. Egli stesso però cade nella trappola del pianeta: sua moglie Hari, morta suicida sette anni prima perchè convinta di non essere amata da lui, gli riappare, proprio come era in vita.
Si tratta solo di un androide, e Kris lo sa.

Lo sa anche l'aliena, che però mostra comprensione per gli esseri umani a bordo, e cerca di umanizzarsi , con risultati anche positivi.

Kris rischia quindi di farsi coinvolgere in un tunnel di morbosità, portando i suoi nervi all'esasperazione: il turbamento derivante dalla nuova relazione, non solo platonica, con la moglie ritrovata, lo induce quasi a restare sul pianeta, schiavo dei suoi ricordi che si materializzano, giorno dopo giorno, acquisendo altre nuove sembianze.

E' il pianeta vivente che lo imbriglia a se, con il suo amore compassionevole, ma anche con la sua seduzione sinistra, e gli provoca uno stato depressivo.

La moglie aliena lo costringe ad esperienze drammatiche, ripetendo, ciclicamente, ciò che aveva fatto sette anni prima la moglie umana: si suicida.

Poi, come se non bastasse, riprende vita, contorcendosi tra mille sofferenze, per poi continuare a vivere e a morire senza che nulla spezzi questa sorta d'incantesimo.

Ma l'androide imperfetto ha pietà per lui, e chiede spontaneamente di essere disintegrato.
L'incantesimo, da allora in poi, viene spezzato.
Gli astronauti potranno fare così ritorno a casa, e Kelvin si recherà dal padre, con cui aveva litigato, come un figliuol prodigo.

Il film usa la fantascienza solo come pretesto: il pianeta è la nostra fantasia, la nostra introspezione, i ricordi in cui ci rifugiamo per fuggire dalla realtà. Tornando a casa, il protagonista decide di chiudere i conti con il passato, di affrontare la vita, senza vivere di ricordi.

La vicenda, dunque, ha un lieto fine.
Dissento dall'interpretazione di Wikipedia: il protagonista torna "realmente" a casa, come preannunciato dal suo collega nella penultima scena.
L'isola avvolta dall'Oceano di Solaris, in cui Kris Kelvin si trova nella scena finale, è solo una simbologia.

Il paesaggio della terra torna ad essere per l'ultima volta quello di Solaris.
Ma questa volta è solo un artifizio scenico: sta ad indicare che quella casa, in cui padre e figlio si ritrovano, è un'oasi di comprensione per loro, mentre il mondo circostante crea distanze oceaniche fatte di indifferenza e di solitudine.

La censura
Nelle opere di Tarkovski, in generale, c'è un elemento di critica al sistema politico del suo paese.
Trovandosi a vivere in Russia, dove persino svolgere riprese all'estero richiede faticosi sforzi per ottenere i permessi, egli ha dovuto aggirare con eleganza l'ostacolo della censura, sublimando anche aspetti materiali.

Quando Kelvin afferma: "Ha senso esplorare nuovi mondi, quando non ci comprendiamo tra di noi?" esprime una grande contraddizione del governo russo di allora e di oggi. Mentre esso persegue una politica di conquista, facendo guerre, destabilizzando gli equilibri interni di altri stati e minandone la sovranità, e va nello spazio per dimostrare di essere una grande potenza geopolitica,la gente vive nell'indigenza e soffre.
I Russi muoiono per sacrifici inutili, mentre gli sforzi necessari al miglioramento rimangono inattuati. La censura fa in modo che Tarkovskij sublimi le difficoltà materiali, comprimendole e mostrando solo quelle interiori.

La versione italiana scellerata
Solaris è un grandissimo film. In Italia venne letteralmente "violentato" dalla produzione di De Laurentis. In primo luogo il film fu tagliato, e ridotto di 50 minuti.

La sceneggiatura, invece, venne affidata a Dacia Maraini che ne ricavò una versione arbitraria, partendo dal testo originale. Le voci dei doppiatori avevano, secondo i dettami della scuola pasoliniana, delle inflessioni dialettali.

Tarkovskij, a ragione, si indignò profondamente di ciò.

Per fortuna, due giorni fa, Rai Tre ha trasmesso la versione originale, con i sottotitoli in lingua italiana, Tale versione sottotitolata, risalente al 2002, è in circolazione in versione home video.
Il film è tratto dall'omonimo libro del polacco Stanislaw Lem, risalente al 1961.

Tarkovski cambia un po' il senso del suo testo, virando su temi che sente propri.

Il film viene accostato al contemporaneo 2001 Odissea dello spazio, e venne presentato, da alcuni produttori, come la risposta russa al film dell'angloamericano Stanley Kubrick.

Sebbene le due opere abbiano qualcosa in comune, non esito ad affermare che, secondo me, Solaris è nettamente superiore.



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