Le deboli argomentazioni di chi denigra un paese in piena crescita sociale ed economica
Ci sono ancora oggi delle persone poco dotate mentalmente che si ostinano a definire l'Ungheria una dittatura, contro ogni logica ed evidenza.
Il loro scopo è criticare l'attuale leader, in sella e rieletto da parecchi anni, Viktor Orban.
Io personalmente sospendo ogni giudizio politico su tale persona. Si può criticare il suddetto politico e su tanti temi, ma con raziocinio e realismo.
Non mi interessa. Trovo ridicolo però che per denigrare un singolo si cerchi di procurare danno indirettamente ad una intera nazione.
Perchè, se si sosteneva che c'era un regime a Budapest, nelle ultime elezioni di un anno e mezzo fa non si è detto da prima che esse erano fasulle e di facciata?
Invece no, furbescamente questi disonesti minidotati hanno aspettato l'esito delle elezioni per ritornare ai loro strali. Se avesse vinto la sinistra a loro cara (per me non è una questione di questo o quel partito) la terra Magiara sarebbe tornata magicamente un faro di democrazia.
A Settembre 2021 e ad Aprile del 2023 il Papa si è recato a Budapest ad incontrare Orban e i fedeli Ungheresi. Ad Aprile 2022 lo aveva ricevuto invece a Roma, fresco di rielezione. Papa Bergoglio ha ripetutamente ringraziato il Premier Ungherese per il suo impegno a difesa dei valori Cristiani e della famiglia e per la sua accoglienza di centinaia di migliaia di profughi Ucraini.
Il bello è che mentre il Papa lo elogiava il Presidente Ucraino Zelensky lo attaccava duramente per il mancato invio di armi, come se l'accoglienza fosse un atto dovuto di fronte al quale non bisogna nemmeno dire grazie.
Negli ultimi anni Budapest e l'Ungheria hanno ospitato, in ordine sparso: Gran Premi di Formula Uno, alcune tappe del Giro d'Italia, i Mondiali di nuoto, gli Europei di pallamano, la finale di Europa League, alcune partite degli Europei di calcio, i Mondiali di atletica.
Nessuno ha avuto il coraggio di andare oltre nel ridicolo e di denunciare che non è giusto tenere tali manifestazioni internazionali in un paese non democratico.
La verità è che quelli che lo dicono non ci credono essi stessi e solo chi non ha il minimo strumento critico può credere a queste scemenze diffuse dai "professionisti dell'informazione" e da qualche minorato politicante o attivista.
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