Tecniche di comunicazione Rai:screditamento della controparte e informazione filogovernativa; si analizzano le opinioni ma "casualmente" l'ultima parola spetta a chi dà ragione alle istituzioni
Premesse
Incominciata con un paio di domande retoriche, quasi a mantenere la "giusta distanza" prescritta dall'ABC dei giornalisti, la trasmissione di Franco Di Mare "Frontiere" è sembrato un correttivo d'ufficio alla botta di verità e di coraggio del giornalismo di Sigfrido Ranucci.
Il conduttore è andato in onda in replica subito dopo Frontiere con "Report", programma col quale ha rovesciato un vaso di incongruenze sui vaccini Pfizer e sulla gestione pandemica, dimostrando di non avere paura dei colossi farmaceutici.
Coraggio, è questa la parola chiave. Franco Di Mare è stato perfino canonizzato da una fiction Rai. Lui, l'impavido giornalista che narrava la guerra nei Balcani, tra uno sparo di cecchino e un campo minato.
Ieri il buon Franco non ha avuto il coraggio di cercare la verità con un po' più di pervicacia, appiattendosi alla visione che solo per combinazione, non sia mai detto il contrario, è quella del governo.
Del resto il Nostro lavora alla Rai, dove il dissenso su certi argomenti negli ultimi due anni è stato di fatto cosa rara.
Non stupiamoci se poi i giornali non si vendono più e si reggono sui fondi pubblici e se la sede della tv nazionale vede raccogliersi sotto i propri uffici centinaia di manifestanti.
Nella trasmissione si dà spazio prima alle ragioni di chi esprime critiche e dubbi sul green pass e sui vaccini, per poi convocare ospiti in studio che hanno il compito di riortopedizzare il pubblico alla verità di cui essi sono i depositari, che guarda caso (ma è solo un caso, per carità), è quella del governo.
Alfonso Celotto: "Il Green pass non discrimina"
L'avvocato e costituzionalista Alfonso Celotto giudica il cartellino verde legittimo e contemperante degli interessi di tutti:
"Il Green Pass è inclusivo, giacchè racchiude tutte le categorie" - asserisce il docente di Castellamare di Stabia -: "i vaccinati, coloro che hanno recuperato dal virus e coloro che vogliono fare il tampone. Non vuoi fare il tampone? E' affare tuo, è come uno che non vuole prendere l'autobus. Io sono un "no autobus", sono libero di non prenderlo, ma poi vado a piedi. Non posso pretendere che lo stato mi paghi la benzina".
A ciò però si può ribattere che il tampone costa almeno 15 euro ogni 48 ore e che deve spendere sulle 200 euro almeno circa per lavorare, ragion per cui la misura non è affatto inclusiva, come il cattedratico sostiene, ma è discriminatoria.
Rilievi giuridici sulle affermazioni di Celotto
Non c'è bisogno di una laurea in legge per sapere che l'articolo 4 del testo costituzionale recita: La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto"
Tutti poi conoscono l'articolo 1. L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.
L'articolo 3 invece, non si concilia con la coesistenza di due categorie in regime di apartheid: vaccinati e non vaccinati. Esso infatti recita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Per quanto riguarda la salute, l'ultima riga dell'articolo 32, che riporto in grassetto pone una pietra tombale sulle aspirazioni sadiche di qualcuno:
"La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".
Ebbene io ritengo che forzare anche indirettamente al vaccinarsi con un siero di cui in maniera inoppugnabile non si conoscono effetti a medio e lungo termine sia non rispettoso della persona umana.
La legge UE 2021/953 sul Green Pass, nata per regolare gli spostamenti in ambito comunitario, fa riferimento ai punti 6-7-11-14-20-26-33-36-42-44-48-62 precedenti all'articolo 1 a principi di non discriminatorietà e di proporzionalità.
Occhio per occhio, dente per dente. Non ti vaccini? Ti paghi le cure mediche. Il viaggio involutivo dalla Costituzione Italiana del 1946 al Codice di Hammurabi.
La rozzezza del discorso del professor Celotto non mi ha più stupito quando ho appreso quanto da lui scritto sull'Huffington Post:
“Si potrebbe pensare di introdurre la sanzione di far pagare le cure a chi non si vaccina e si ammala di Covid”.
https://www.huffingtonpost.it/entry/la-sanzione-per-chi-non-si-vaccina_it_6128f391e4b06e5d80cca7d7
Il rispetto alla persona del signor Celotto su queste pagine e da parte mia ci sarà sempre. Ciò non mi può tuttavia esimere dal definire tali parole una "bestialità" indegna di uno stato di diritto moderno e dell'anno di grazia 2021.
Non difformi dal mio pensiero in merito sono le parole di un costituzionalista ben più illustre di Alfonso Celotto, Michele Ainis: Mi ha fatto saltare sulla sedia leggere Ilaria Capua che ha detto 'il no vax si paga le cure ospedaliere se si ammala'. Questo è abnorme, c'è bisogno di attestarsi su una linea mediana per bilanciare diritti e sensibilità in gioco"
Paradossi della discriminazione verso i non vaccinati
Se tale principio dovesse passare, chi fuma e poi si ammala di cancro dovrebbe pagarsi le cure.
A questo punto lo stesso principio si dovrebbe applicare a chi da ubriaco provoca un incidente stradale e finisce in coma lui stesso.
Lo si potrebbe estendere a qualsiasi forma di criminale, giacchè egli danneggia gli altri e spesso anche sè stesso.
Il non vaccinato che non rinuncia alla salute ma vuole decidere sulla sua integrità fisica e sulla sua prevenzione (come conseguenza la tesi Celotto-Capua) sarebbe trattato peggio di un delinquente, perchè per il secondo il diritto alle cure c'è e per il primo no.
I cittadini Italiani pagano imposte dirette e indirette altissime che finanziano anche il sistema sanitario. Le pagano praticamente tutti, visto che quando compriamo qualcosa paghiamo l'Iva o imposizioni simili come le accise su tabacco e benzina.
Facciamo un esempio: un non vaccinato che lavora e paga una percentuale del suo reddito allo stato ha diritto alle cure alla pari di un vaccinato che non lavora, dato che oltre a pagare le tasse ha anche un diritto sancito dalla costituzione.
Il discorso del professore, di una rozzezza sconcertante, ricorda il codice di Hammurabi. Nato in Mesopotamia, nella terra dei Babilonesi, è il primo testo normativo della storia dell'uomo a quasi 4000 anni fa. Leggiamone alcuni passi:
14. "Qualora qualcuno rubi il figlio minorenne di un altro, sia messo a morte. 15. Qualora qualcuno prenda uno schiavo della corte maschio o femmina o uno schiavo maschio o femmina di un uomo liberato fuori dalle porte della città, sia messo a morte. 195. Qualora un figlio colpisca suo padre, gli siano troncate le mani. 196. Qualora un uomo cavi un occhio ad un altro, gli sia cavato un occhio. 197. Qualora un uomo rompa un osso ad un altro, gli sia rotto un osso. 198. Qualora cavi l'occhio di un uomo liberato o rompa l'osso di un uomo liberato, pagherà una mina.
Occhio per occhio, dente per dente dunque. Non ti vaccini col siero sperimentale? Devi soffrire l'imposizione di una pena e pagare.
Evidentemente il signor Celotto ha studiato talmente bene le leggi da aver assimilato alla grande anche lo spirito del Codice di Hammurabi. Congratulazioni.
Il dibattito tra i Costituzionalisti
"dato che è evidente che il cosiddetto Green Pass non è in grado di escludere il contagio e la trasmissione dell'agente Sars-Cov 2 viene meno il mezzo rispetto al fine" e fa riferimento all'articolo 3 della Costituzione in merito ai principi di "ragionevolezza" e di proporzionalità"
Lo screditamento della oncologa Patrizia Gentilini. Prima le chiedono la sua opinione e poi la fanno a pezzi verbalmente
"C'è chi resiste, impermeabile ad ogni ragionamento e a ogni sollecitazione": già dalla presentazione si comprende quale sia la opinione di Franco di Mare.
La oncologa Patrizia Gentilini dice la sua: ho 72 anni, sto bene, non ho nessuna malattia, non mi sono vaccinata perchè ho più paura degli effetti del vaccino rispetto al Covid. Se avessi paura delle malattie non avrei fatto il medico.
Uso le precauzioni che tutti devono usare (mascherine et cetera) ma sono tranquilla perchè so che ci sono cure efficaci. Non mi sento una egoista perchè se contraggo la malattia sviluppo una immunità più duratura e più ampia di chi è vaccinato, contribuendo efficientemente ad un processo di immunizzazione collettiva
-"Il danno che crea una persona del genere laureata oncologa nella popolazione confusa è enorme"-
getta così la maschera Franco di Mare. Gli fa eco la sua ospite immunologa Stefania Salmaso: "Sembra che questa persona non abbia vissuto su questa terra nel 2020".
La oncologa ha dubbi sulla vaccinazione per i bambini, che sono poco esposti, dati alla mano, ai danni da Covid, ma anche qui il duo Salmaso-Di Mare dissente.
Si arriva poi a delle risatine ironiche nel commentare le cure elencate da Patrizia Gentilini, tra cui il farmaco Ivermectina.
"E' un antiparassitario, è un farmaco per mucche e cavalli" sostiene la Salmaso". Costei sa benissimo che è usato da decenni anche in ambito umano, al di là della efficienza sul Covid o meno.
https://reference.medscape.com/drug/stromectol-ivermectin-342657
(in quest'ultimo si specificano le dosi in ambito adulto e pediatrico).
Una cosa è certa. Una trasmissione tv come questa strapperebbe gli applausi di: management di case farmaceutiche produttrici di sieri-vaccini Covid; governo italiano e partiti di destra e sinistra che vi partecipano; re Hammurabi, che offrirebbe un posto da consulente ad Alfredo Celotto, che già lo è stato per vari ministri della Repubblica Italiana.
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