Tra gli schieramenti politici, sigle sindacali e associazioni imprenditoriali c'è un continuo scambio di vedute, che denota le più profonde diversità ideologiche.
Per alcuni vicini a Confindustria l'imprenditore è quasi un santo che è costretto a pagare tante tasse, e non ce la fa ad andare avanti.
Per l'estrema sinistra e alcuni sindacati, l'imprenditore è il padrone sfruttatore e il sottoposto è un santo.
La verità sta nel mezzo: ci sono imprenditori eroici che addirittura si indebitano perchè hanno a cuore il posto di lavoro dei loro dipendenti e non vogliono mandarli su una strada. Ci sono anche dei beceri sfruttatori, e sono tanti, che non pagano i contributi ai sottoposti, li maltrattano, li fanno lavorare per quattro lire, oppure si inventano la parolina magica "stage" e li fanno lavorare gratis.
Ci sono poi operai che scioperano negli orari in cui c'è la partita di calcio, dipendenti statali che non fanno nulla perchè sanno che è difficile che li caccino.
Non è valida la teoria del santo imprenditore, come quella del santo lavoratore.
Il problema è che non vengono puniti sufficientemente a pedate gli imprenditori che fanno i furbi e i dipendenti che scaldano la sedia tutto il giorno.
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