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lunedì 7 novembre 2011
Pescara: alcuni riflessioni per uno sviluppo economico
Se consultiamo l'enciclopedia Rizzoli del 1978, scopriamo che Pescara all'epoca contava 133 683 abitanti . Oggi ne conta, secondo dati Istat risalenti a Maggio del 2011, 123.047. Emerge chiaro un dato: a Pescara la popolazione, nonostante l'enorme flusso immigratorio, non cresce da decenni, ed anzi, negli ultimi 33 anni è diminuita di oltre diecimila unità. Parallelamente a questo dato, è importante sottolineare come la quantità degli immobili di nuova costruzione in città sia stata enorme, da allora, e la volumetria complessiva delle costruzioni nella città del Vate è quasi raddoppiata, nel frattempo.
Emerge dunque un dato di fatto: l'interesse a cementificare il nostro territorio è stato quasi puramente speculativo, ovvero non corrispondente a una vera esigenza abitativa: ne ha fatto le spese l'ambiente, nonchè la qualità della vita dei residenti.
Un terreno come l'enorme spiazzo antistante il tribunale nuovo, ad esempio, sarebbe stato rivalutato da un parco con molti alberi, fontane, spazi per i bambini e per gli anziani, anzichè aggiungere ulteriore cemento ad un posto già abbastanza squallido, fatto di cavalcavia, pompe di benzina, case popolari, caseggiati di nuova costruzione di dubbio gusto.
In questo momento si dovrebbe pensare a migliorare l'economia dei cittadini comuni, non a cementificare inutilmente.Siamo di fronte ad una delle più grandi crisi economiche della storia d'Italia, e tanti sono gli interventi che si possono e si devono compiere in ambito comunale:
-Corsi di formazione gratuiti che possano servire al collocamento dei dissoccupati in settori che hanno ancora mercato: corsi da operaio specializzato (in partnership con aziende del settore), corsi da elettricista, idraulico, caldaista, piastrellista, di informatica, di lingue straniere.
- Assunzione di un centinaio di disoccupati tramite cooperative finanziate dal comune, per la manutenzione del territorio, per l'assistenza ai disabili, per il doposcuola ai ragazzi, per le attività sportive e ricreative. Se a Palazzo di Città si pagano centomila euro per il servizio di sicurezza, a maggior ragione si possono trovare fondi per strappare alla disoccupazione molti giovani residenti nel suo territorio.
-Creazione di impianti sportivi nelle zone periferiche: lo sport ha tolto dalla strada ed ha addirittura dato lavoro a molti ragazzi disagiati.
-Creazione di pompe di benzina comunali con prezzo ribassato: come è avvenuto già a Pizzoferrato, un distributore comunale potrebbe garantire un risparmio di venti-trenta centesimi al litro sul carburante, e potrebbe essere fonte di introiti per il Comune. La presenza delle pompe di benzina comunali costringerebbe anche gli altri gestori della zona ad abbassare i prezzi, per reggere la concorrenza.
I soldi si possono trovare tagliando piccoli importi sulle innumerevoli voci che compongono il bilancio cittadino, dal surplus che sta giungendo sul recupero dei crediti ici e Tarsu, dalle multe e dalle rendite per l'occupazione del suolo pubblico.
Andrea Russo
per la testata Abruzzoblog.it
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