Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

venerdì 8 dicembre 2023

Toh che sorpresa. Vlad ha gli stessi amici nostri




Vladimir Putin è stato accolto negli Emirati e in Arabia con tutti gli onori

Le cose non cambiano, anche se si vuol far credere che siano l'opposto. Avevano tentato di far credere in tutti i modi che Vladimir Putin fosse alle corde politicamente, che avesse il cancro, che avesse avuto un infarto (Notizia data da La 7 il 23 Ottobre, vedi foto in basso) eppure è lì. 

Sta tessendo nuove alleanze, implementando la cooperazione tra i paesi Brics, che probabilmente si arricchiranno di nuovi ingressi.

E chi verrà a cena al tavolo dei Brics?  Forse qualcuno degli alleati arabi dell'Occidente, che si ritrovano amici dello "Zar" cattivone quanto delle "immacolate" leaderships Euroatlantiste.

Due giorni fa lo Zio Vlad era ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi,  accolto con tutti gli onori dal leader Zayed al-Nayan, per poi nello stesso giorno recarsi in Arabia Saudita a ricevere il caloroso abbraccio di Mohammad bin Salman.

Per quanto non democratici, si tratta di due paesi ricchi con cui l'occidente ha forti rapporti politici, diplomatici e commerciali.

La capitale Arabica Ryad è fresca di nomina per l'Expo 2030, surclassando Busan in Corea del Sud e Roma. Questo è segno di un riconoscimento ampio da parte dei partner di più continenti.

Diventa difficile ora portare avanti la narrazione di "Europa giardino del mondo" promossa da Josep Borrell, vicepresidente della Ue. Non è più possibile fare la morale ai cosiddetti paesi arabi e non democratici da parte dell'occidente. 

Altro vecchio comune amico è il Qatar, che oltre a corrompere alcuni parlamentari europei è anche stato paese ospitante degli ultimi Mondiali, con corredo aggiuntivo di scandali legati alla FIFA. Nel contempo all'ombra delle torri di Doha villeggiano i capi di Hamas, circondati dal lusso più sfrenato.

L'Arabia è lo stesso paese che ha ucciso e fatto sparire nella sua ambasciata a Istanbul il giornalista Jamal Khassoggi.

Non vedo tutto il clamore delle nostre femministe inveire contro questi paesi antidemocratici in cui la donna è fortemente limitata nelle sue libertà, almeno come le concepiamo in occidente.

La Ue, gli Stati Uniti e le cancellerie occidentali vogliono avere rapporti con costoro. Ma questi ultimi sono proprio coloro che riconoscono un ruolo di prestigio a Putin e gli stendono tappeti rossi, facendo volare aerei militari che spargono fumo colorato come la bandiera Russa.

Gli amici residenti nel Golfo Persico che i nostri capi di Stato si tengono cari  sono gli stessi che accolgono a braccia aperte il nostro presunto nemico numero uno Vladimir Putin.

E mentre da dieci anni c'è silenzio nei nostri media verso quello che è successo in Donbass in cui c'era un aggressore (i carri armati Ucraini) e un aggredito (tutto il popolo di Donetsk e Luhansk, i cui capi chiedevano inizialmente solo più autonomia) non notiamo lo stesso sdegno della stampa mainstream

verso il massacro in corso a Gaza, dove la concentrazione dei bombardamenti e delle vittime è stata enormemente più forte della offensiva Russa.

Ai bambini di Donetsk cadono i denti per via della mancanza di luce, sole e vitamina D, costretti a vivere negli scantinati. I sopravvissuti di Gaza sono in esodo in cerca di salvezza, senza più una casa.

Tuttavia una buona fetta della stampa del Belpaese giustifica questo nel nome della lotta al terrorismo. Nethanyau è il leader di un paese democratico e agisce normalmente per loro, mentre il cattivo rimane solo Putin che, per carità, non vincerà mai il Nobel per la pace, ma intanto fa parte del nostro stesso giro di amicizie.

In pratica, ci troveremo a giocare a calcetto il giovedì con lui e farà il galante con le stesse ragazze, tra un cinema, un pop corn e qualche accompagnamento a casa alla guida della sua Volga fresca di autolavaggio.

E gira che ti rigira, finirà che per non guastarci i nostri burgers al pub ci toccherà parlare anche con lui, il vecchio Zio Vlad di San Pietroburgo, che conosciamo dai tempi del Judo.

A quel punto forse capiremo che se due amici bulli come Vlad e Volodymir litigano non dobbiamo parteggiare per il secondo solo perchè è più piccolo, dotandolo di una fionda.

La prossima volta magari ci attiveremo per prevenire il peggio, per fargli fare pace, prima che se le diano di santa ragione, avendo il coraggio di disobbedire anche al Ras del quartiere (il buon vecchio Sleepy Joe) e facendo attenzione piuttosto che non cada dalla bici.



Nessun commento: