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giovedì 7 dicembre 2023

Stasera 7 Dicembre 2023 Senza Riguardo, alle 21:15

 

Visione tv sospesa per una settimana, la mia solidarietà a tutto il team

Visione Tv, nota per fare una informazione contraria ai grandi gruppi di potere, è stata sospesa da youtube per sette giorni. Il motivo? 

-Disinformazione su temi sanitari -

In più è stato rimosso un video sulla importanza dei valori natalizi ad opera di un noto porporato.

Ancora una volta qualcuno crede di essere dententore della verità e di poter decidere cosa gli altri debbano pensare.

A volte questa tentazione può sembrare giustificata su alcuni temi, ma in realtà questa è la porta per la censura e per una seria limitazione della libertà di opinione. Perdipiù l`argomento oggetto della censura ìnon aveva affatto verità ampiamente condivise, visto che c`è una forte divergenza di vedute sia in ambito scientifico sia tra la popolazione. 

Il punto non è condividere o meno un punto di vista, quanto sostenere una libertà di base del genere umano, ovvero l'espressione del proprio pensiero senza coercizioni e senza censura.

Vi lascio con la rassegna stampa di oggi sul canale di recupero Visione - un altro sguardo sul mondo, che sarà attivo al posto di Visione Tv fin quando non ci sarà il ripristino della facoltà da parte degli autori di postare video.

Buona visione.



lunedì 4 dicembre 2023

Alessandro Meluzzi, ti aspettiamo!

Il professor Meluzzi ha avuto una ischemia poche decine di ore fa ed è stato operato d'urgenza. Le sue condizioni sono al momento stabili. Ho imparato ad apprezzare negli ultimi anni lo psichiatra forense e vescovo ortodosso negli ultimi anni. Mentre in tanti avevano paura di parlare, perfino tra i partiti politici, riconosco a lui, a Diego Fusaro, a Vittorio Sgarbi, a RadioRadio, a Massimo Mazzucco, Red Ronnie e pochi altri il merito di aver fornito una visione dissenziente nei confronti del regime sanitario degli ultimi anni. Qui sotto c`è un mio breve video con alcune riflessioni.

giovedì 30 novembre 2023

La mia partecipazione a Senza Riguardo, 30 Novembre 2023, ore 22:00

Vi aspetto numerosi per trattare di energia, di Expo 2030 e altro ancora. Il video della diretta streaming resterà a disposizione di chi vorrà guardarlo in  un secondo momento


sabato 25 novembre 2023

Ridicola criminalizzazione dell'uomo, del maschio e del padre da parte dei media

I network e i gruppi editoriali più importanti (tutti o quasi tutti più o meno) si stanno spendendo in maniera idiota per dire che "tutti i maschi sono colpevoli", in seguito all'omicidio di Giulia Cecchettin.

Non è chiaro perchè la stragrande maggioranza degli uomini che si comporta correttamente debba essere criminalizzata in seguito ad un fatto di cronaca, messo in risalto più di altri molto simili che avvengono ogni giorno e dovuto più che altro alla fragilità di un giovane, Filippo Turetta. 

Di quest'ultimo  si sono già appurati alcuni problemi psicologici. Alle prime difficoltà vere che la vita gli oppone, alcuni giovani naufragano, perdendo la bussola, forse anche a causa di alcune caratteristiche della vita e della società odierna, che li confonde, li riempie di finte priorità e li rende ipersensibili.


Doppio standard, mistificazione e strumentalizzazione

Non c'è nessun Ku Klux Klan dei maschilisti che si è riunito e  ha dichiarato guerra alle donne.

Secondo questo sondaggio  pubblicato da Openpolis, nel 2019, quando già questo vento folle di caccia alle streghe (o meglio, agli stregoni) spirava forte, l'Italia sarebbe stata al ventesimo posto su ventiquattro paesi europei presi in esame nella classifica degli omicidi di donne

E' giusto incrementare misure per prevenire il crimine e per difendere le vittime.

Le vittime però sono anche quelle decine di uomini uccisi da mogli, compagne e fidanzate ogni anno. Basta fare qualche ricerca su internet tra i siti di notizie, oppure leggere le pagine di cronaca nera dei giornali.

Ecco alcuni esempi (due articoli e un video)

https://www.corriereadriatico.it/ancona/delitto_fabriano_ucciso_casa_compagna_lampada_cellulari_raggi_x_ultime_notizie-7451096.html?refresh_ce

https://www.milanotoday.it/cronaca/omicidio/luigi-buccino-vita-di-bono.html


 

Non mi sembra che nei noti casi di Sonia Bracciale e della Mantide di Casandrino si disse che tutte le donne erano assassine e femministe.

Numerosi sono stati i casi dopo l'omicidio di Cogne in cui una madre uccide uno o più figli, ma non mi risulta altrettanto che si sia mai detto che tutte le donne siano come la Franzoni.


Claudia Gerini e Nancy Brilli: due interviste significative

Qualche tempo fa sono state pubblicate due interviste: una di Nancy Brilli e una di Claudia Gerini.

La Brilli nazionale dichiarò di aver tirato un calcione a Ivano Fossati, tanto forte che quasi gli ruppe una gamba.



Nonostante tutto, si tratta di un episodio da contestualizzare e non penso che Nancy Brilli sia una brutta persona, anzi.

La Gerini ha detto: 

Mia figlia Rosa rifletteva sul fatto che gli uomini non prendono più l’ascensore per paura di venire denunciati. Io dico: meglio che gli uomini abbiano paura piuttosto che mi infilino le mani dove vogliono. Ci sono debiti che i maschi, tra virgolette, devono pagare, colpe reiterate nei secoli.

Cosa sarebbe successo se a parti invertite, Ivano Fossati, uomo ed ex compagno di Nancy, avesse detto: tirai un calcione alla Brilli?

Ve lo dico io: lo avrebbero distrutto.

Certo, anche il discorso della Gerini, come quello della Brilli, era più ampio, ma quante volte sono state estrapolate frasi da una intervista per distruggere la reputazione di qualcuno? 


Non credo che Claudia Gerini abbia mai augurato di avere paura, senza avere colpe, agli uomini importanti della sua vita.

Tra questi abbiamo il fu Gianni Boncompagni che l'ha diretta nel programma "Non è la Rai", Carlo Verdone che l'ha valorizzata dandole un ruolo da protagonista in "Sono pazzo di Iris Blond", Federico Zampaglione che è stato per anni il suo compagno.

Nessuno ha messo la Gerini all'indice ed è giusto che la nota attrice non venga messa alla gogna.

Tuttavia ha detto una idiozia. Se noi uomini ragionassimo come lei e come le femministe, scenderemmo in piazza, fonderemmo un movimento stile Me too e urleremmo come ossessi al sessismo e alla tirannia del matriarcato.

Origini della strumentalizzazione

Stiamo trattando due facce dello stesso crimine: i femminicidi da una parte, mogli e compagne che uccidono gli uomini dall'altra.

Probabilmente la prima tipologia è più frequente ed è giusto che si prendano provvedimenti per questo come per ogni tipo di violenza. Quello che non va bene è la evidente strumentalizzazione del tema.

Dire che oggi c'è più maschilismo rispetto a trenta o quarant'anni fa è falso. Semmai è vero il contrario.
Quaranta o cinquant'anni fa non c'erano per nulla o quasi, statistiche sul femminicidio e sulle violenze di genere ma è facile dimostrare che il fenomeno era più frequente allora di oggi.

E allora perchè si soffia sul fuoco?

Io due idee in merito le avrei. 

Potremmo approfondire le pubblicazioni di certe elite internazionali che cercano di influenzare il modo di vivere di intere nazioni, servendosi anche e non solo dei media.

Potremmo citare le parole di George Soros sulla famiglia patriarcale. Potremmo approfondire il discorso su come distruggendo la figura dell'uomo e del padre si tenti di svilire uno dei valori fondanti dell'occidente come la famiglia. In parte lo abbiamo già fatto e per ora vi invito a leggere quest'altro articolo da me scritto.

venerdì 24 novembre 2023

Considerazioni sul Pescara dopo tredici partite


Qualche tempo fa, quando il tempo era ancora caldo e le granite abbondavano sui tavoli all'aperto delle terrazze Italiane, abbozzai qualche considerazione sull'organico del Pescara e sulle previsioni per questo campionato.

Purtroppo devo constatare come finora tali aspettative sono state pienamente confermate. Dopo un avvio incoraggiante dovuto alla buona condizione atletica e alla chiarezza delle idee di gioco, fatte di pochi e semplici dettami, la squadra si era attestata tra i primi tre posti della classifica.

In seguito è sprofondata non tanto nella posizione ma piuttosto nella distanza in punti con le compagini più forti.

Gli avversari hanno preso le misure ai giovanissimi biancazzurri, bloccando il loro gioco e al tempo stesso qualcosa si è appannato nella mente dei ragazzi nel seguire i dettami del tecnico di Praga.

Confermiamo alcuni punti.

Lasciar partire il bomber Lescano per un piatto di lenticchie è stato un errore.

Non voler prendere qualche rinforzo di qualità ed esperienza oltre a mantenere Lescano non ha consentito e difficilmente consentirà alla squadra di primeggiare. In C la promozione è difficile. Ci sono 4 posti a disposizione per 60 squadre e un minimo di investimento in più, pur tenendo conto di costi e ricavi, va tentato.

La dirigenza esprime pauperismo, afferma che le casse sono vuote e che il piatto piange. E' normale però che le casse si svuotino non solo per i costi di gestione, ma per i dividendi, che trasferiscono i surplus di bilancio dalle finanze societarie ai conti correnti degli azionisti.

Non si può fare la radiografia delle risorse economiche altrui. Ci sono imprenditori che hanno investito e che hanno saputo fare calcio, ripianando i debiti ma anche guadagnando da vendite importanti come quelle di Lapadula, Torreira, Quintero, Verratti, Bjarnason, Davide Zugaro De Matteis et cetera.

Ci sono stati investimenti poco felici come quelli di Nzita e Vukusic anche. Tutto sommato però i guadagni ci sono stati. Presto arriveranno anche i soldini della rivalutazione di Verratti, frutto di particolari regole sul calcio giovanile.

Potrò sbagliarmi, ma questa dirigenza, intesa come i suoi azionisti di maggioranza, ha i mezzi per investire denaro fresco e portare la squadra in B o almeno provarci sul serio. Sicuramente gli introiti in cadetteria sarebbero maggiori: più entusiasmo verso la squadra, più pubblico allo stadio, diritti televisivi meglio retribuiti, sponsor più grandi per caratura e budget, merchandising.

Zeman ha 76 anni, può allenare ancora per poco e non basterà a far vincere con pochi soldi. I miracoli non accadono spesso.

Soprattutto non si parli di progetti sportivi incentrati sui giovani, se molti di essi vengono venduti l'anno successivo e il Pescara non fa in tempo a vedere i frutti di un gruppo affiatato sul campo.

Io penso di condividere le speranze di tutti a Pescara: quello di tornare nel posto che ci compete, ovvero in un calcio fatto di grandi stadi e grandi società sportive, visto che, in seguito a un referendum, la città del Vate accorperà in pochi anni due centri urbani limitrofi (Montesilvano e Spoltore) fino a contare ben 200 000 abitanti.

domenica 3 settembre 2023

Il Grande Lebowski: considerazioni a distanza di 25 anni




La percezione dell'arte a volte cambia con gli anni, con gli umori del momento e con le fasi della vita.

Era il 1998 quando questo film uscì nelle sale. Ricordo che andai a vederlo al cinema. Sarà stato il mio stato d'animo del momento poco ben predisposto, sarà stata la mia stanchezza verso la cinematografia americana sempre pronta ad esagerare e ad andare fuori dalle righe, ma il film mi infastidì un poco. 

Lo liquidai come una storia strana e con il gusto dello strambo e del macabro, tra dita mozzate, persone grezze e scapestrate, fricchettoni mezzo punk e mezzo nazisti, John Turturro in versione maniaco che lecca la palla da bowling e così via.

Qualche mese fa mi è tornato in mente questo film che tanto piaceva ai miei compagni di comitiva di allora, che come me avevano diciannove anni.

Ho voluto rivederlo dopo tanto tempo, giusto per confermare le mie vecchie impressioni.

Stavolta però l'Andrea del 2023 ha avuto un impatto diverso col lungometraggio in questione.

Il film è simpatico, leggero, sebbene succeda un po' di tutto e ci siano episodi abbastanza spiacevoli.

Jeff Bridges all'epoca aveva già 48 anni, ma da attore tipico di Hollywood era sempre in grande forma e sembrava più giovane. Inoltre era di bell'aspetto e curato, col visetto pulito delle classi medio alte. Forse fu per questo che i fratelli Coen ci si misero d'impegno, non riuscendoci nemmeno tanto, nel renderlo sgradevole alla vista. 

Aveva i capelli lunghi, la barba folta, era sporco, trangugiava latte in maniera scomposta, sciorinava parolacce a destra e a manca.

Tutto sommato il Lebowski di Jeff Bridges è un pacifista ed ex figlio dei fiori che cerca di appianare ogni tipo di contrasto.

Non si sa come viva e sopravviva nella costosa Los Angeles, visto che non lavora. 

Lebowski si trova suo malgrado invischiato nei guai provocati da altri. Un boss della mala (il sempre ottimo Ben Gazzara), un suo ricco omonimo con una giovane convivente spilla soldi e la sua giovane figlia creano una dinamica di inganni e di estorsioni.

Il Lebowski povero, detto Drugo, viene messo in mezzo ad una storia più grande di lui, mentre lui vorrebbe solo giocare a bowling e bighellonare con i suoi due amici.

Tra questi c'è un Ben Goodman versione scemo di guerra pericoloso. E' un deviato violento provato dalla guerra del Viet Nam con un senso della giustizia tutto suo. Tuttavia non manca di momenti di tenerezza e di debolezza. 

E' una bella trovata: il veterano del Viet nam e il capellone pacifista, più il terzo della comitiva, un giovane biondo e semplicione, sono tutti e tre amici sinceri e inseparabili.

I Lebowski padre e figlia  usano il loro omonimo povero per i loro scopi.

Il proletario straccione e anche un po' fesso è quello che tutto sommato rischia di lasciarci le penne.

La Lebowskina è interpretata da una giovane Julianne Moore, come al solito all'altezza della situazione e molto attraente.

Ella non mancherà di offrirsi al Lebowski straccione, approfittando della sua non  ostentata prestanza fisica, ma per mero tornaconto personale.

I fratelli Coen a tratti creano delle scene oniriche di grande potenza visionaria, con trasvolate all'inseguimento di un tappeto volante sopra Los Angeles e i viaggi tra i birilli animati in cui appare anche Saddam Hussein (gli autori fanno risalire i fatti a qualche anno prima del film, ai tempi della prima guerra del golfo).

Notevole è anche la scena, non frutto di un sogno, della festa nel giardino del boss, in cui dei ragazzi estasiati e belli fanno volare su un improvvisato trampolino per salti una altrettanto splendida ragazza in topless. L'azione si svolge al rallenty con una musica molto particolare e azzeccata.

In quel momento il cinema di Fellini riecheggia in qualche modo tra gli sfarzi edonistici.

E' una storia di cialtroni, sfruttatori e ipocriti, di ricchi e di poveri a confronto, di gente più o meno onesta che viene a contatto con dei delinquenti.

E' un mondo precario in cui poche amicizie e frequentazioni reggono e che viene alleggerito dalla verve comica delle situazioni surreali che via via si creano.

Il film nel finale lascia in bocca un sapore agrodolce e un senso di divertimento. 

Tuttavia, in una storia come questa e nel suo mondo di squinternati c'è poco da stare allegri.

Quanto al sottoscritto, mi sono trovato a rivalutare il film.

Sotto la scorza del prodotto americano pazzoide, il progetto dei fratelli Joel ed Ethan Coen ha una sua coerenza, una sua cifra stilistica e a tratti anche qualche squarcio di raffinatezza. 

Mentre nelle solite "americanate su pellicola" il gusto per la stranezza è fine a sè stesso, ne "Il Grande Lebowski" la bizzarria trova la sua ragione di essere e dà personalità all'opera.





Stucchevole dibattito su poche parole di buon senso pronunciate da Andrea Gianbruno

Da alcuni giorni si è aperto un feroce dibattito su poche parole che Andrea Giambruno avrebbe pronunciato, in merito al recente stupro di gruppo di Caivano. Le parole imputate a Giambruno erano all'incirca queste: "se non ti ubriachi, riduci i rischi di venire stuprata".

Già da come era stata raccontata la vicenda, era chiaro già il messaggio. Giambruno non ha certo giustificando lo stupro, ma ha detto solo poche parole di buon senso.

RadioRadio ha postato il video del dibattito oggi ed è venuto fuori che il discorso era stato affrontato non da Giambruno, ma dal giornalista Senaldi e dall'avvocatessa Bernardini De Pace, argomentando in maniera ben più complessa. 

Giambruno aveva solo integrato, con pochissime parole, quello che avevano detto gli ospiti della trasmissione, quasi facendo un riassunto di quanto detto e completandolo.

E Giambruno ha anche lui precisato, come si sente nel video, che non c'è giustificazione allo stupro.

Basta ascoltare il video e se si è minimamente obiettivi, si ci rende conto di quanto sia stucchevole questo dibattito.



sabato 2 settembre 2023

Chi è veramente Alexei Navalny

Lo scomodo recente passato nazista di Navalny di cui i "professionisti dell'informazione" nostrani non parlano



Da attivista filonazista a pupillo delle leadership occidentali, tratteggiamo un ritratto in chiaroscuro di un attivista coraggioso ma controverso


Alexey Navalny viene descritto come un eroe dai media nostrani e anche da parecchie leaderships filo occidentali.

Di certo è stato coraggioso ad opporsi al dittatore Putin, è stato avvelenato sicuramente per motivi politici. Il punto è: sarebbe un leader valido? Putin è un autocrate feroce, ma è anche un politico abile, in grado di rimettere in piedi un paese in pezzi, di far crescere la sua economia in maniera rilevante e di tessere alleanze solide e strategiche.

Navalny è un attivista che brindava all'olocausto, che difendeva i violenti che assaltavano gli immigrati in Russia e che chiamava i Caucasici "roditori" e i musulmani "scarafaggi".

Di chiare simpatie neonaziste, il suo seguito in piazza era pieno di facinorosi di quella ideologia, che è molto presente in Russia. Basta il fatto che sia in galera per farne un martire e un grande leader?


Ecco come viene descritto e come viene insignito da noti leaders e capi di stato Alexey Navalny. Si tratta di un articolo sul sito della Rai.

"Alexei Navalny, attivista dell'opposizione russa che sta scontando la sua pena in una colonia penale dallo scorso febbraio, è stato insignito del premio Cavaliere della Libertà durante l'evento organizzato dal Forum di sicurezza di Varsavia. A nome del detenuto Navalny, il premio è stato ritirato dai suoi collaboratori - Vladimir Milov e Leonid Volkov. Il Premio Cavaliere della Libertà viene assegnato ogni anno dagli organizzatori del Forum di sicurezza di Varsavia - la Fondazione Kazimierz Pułaski. 

Il premio consiste nella consegna al vincitore di una sciabola, una copia fatta a mano della sciabola del generale polacco Kazimierz Pułaski, “eroe dei due mondi”, distintosi nella lotta per l’indipendenza della Polonia e nella guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti. In precedenza, tra i vincitori del premio c’erano il magnate dissidente russo Mikhail Khodorkovskij, ex leader polacco Lech Wałęsa, Javier Solana, l'ex presidente lituana Dalia Grybauskaite e l'ex presidente lettone Vaira Vīķe- Freiberga".


Per la cronaca, Khodorkovskij, sebbene punito da Putin per averlo affrontato, è un ex oligarca che cercava di condizionare la politica nazionale e che aveva chiare ambizioni di potere. La sua categoria degli imprenditori rapaci arricchitisi enormemente, approfittandosi delle spoglie della defunta Unione Sovietica non è proprio un esempio di futuro della democrazia. 

Abbiamo visto in che condizioni era ridotta la Russia di Eltsin quando costoro comandavano dietro le quinte e come versa e versava la stessa Ucraina odierna e pre-bellica.

In contrapposizione all'articolo della Rai,

un sito pro-israeliano riporta informazioni un tantinello differenti su Navalny, che dopo qualche anno avrebbe avuto dei "ripensamenti" in merito.


Ecco un simpatico video dove il buon Alexei esaltava il diritto alle armi in Russia e apostrofava simpaticamente i Musulmani. Un vero messaggio democratico e di pace.


Volere un leader diverso da Putin può sembrare un auspicio comprensibile, anche se a questo dovrebbero pensare principalmente i Russi e non la Nato. Alexei Navalny ha coraggio. Non merita la lunga prigionia a cui è stato condannato (19 anni).  Non versa in buone condizioni di salute, Ha subito un avvelenamento molto grave pochi anni fa.

Tuttavia non è un democratico (checchè se ne dica della sua redenzione). Non merita la glorificazione e la mistificazione che se ne è fatta (vedi il premio Sacharov del 2021).

Personalmente non lo vedo come un abile politico in grado di condurre una enorme  nazione complessa e sfaccettata come la Russia verso la democrazia, conservando la sua unità politica e territoriale.