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venerdì 31 gennaio 2014

Scontro Boldrini-Movimento 5 Stelle: alcune considerazioni


L'altro ieri si è votato per il decreto Imu-Bankitalia, che è stato approvato dalla Camera dei Deputati. In virtù di un regolamento poco chiaro, il presidente della Camera Laura Boldrini ha chiuso la seduta in anticipo non consentendo ai Grillini di esporre le loro rimostranze.

Sono scoppiati tumulti in aula e c'è stato qualche spintone e qualche schiaffo. La gazzarra è continuata ieri con l'occupazione da parte degli stessi deputati del Movimento che hanno occupato le sale delle commissioni parlamentari.

L'abolizione dell'Imu è stata associata al provvedimento che sancisce una spartizione degli utili tra gli azionisti di Bankitalia pari a 7 miliardi e mezzo di euro.

Inoltre lo stesso decreto prevede che vengano vendute tutte le porzioni di quota eccedenti il 3% del totale e altre disposizioni che riguardano i soci e le attività dell'istituto.

I Grillini gridano allo scandalo e qualcuno ha detto di essere contrario alla privatizzazione della Banca d'Italia.

La Boldrini, inoltre, ha detto che è stata costretta a chiudere in fretta la seduta, altrimenti i Pentastellati, col loro ostruzionismo, avrebbero evitato l'abolizione dell'Imu.

Al di là della protesta un po' inappropriata dei giovani seguaci di Grillo, vi sono alcune considerazioni da fare.

Laura Boldrini, da quando si è insediata allo scranno della terza carica dello stato,  ha troppo spesso esulato dalla sua funzione di semplice funzionario addetto a dirigere i lavori parlamentari.

Si è espressa su tematiche sociali, è andata in Sudafrica col compagno ai funerali di Mandela a spese della collettività e ora si pronuncia su questioni che non la riguardano.

Il presidente della Camera dovrebbe essere super partes e non può fare il tifo per l'approvazione o la bocciatura di una legge.

Alcuni giornalisti oltretutto, nel commentare la notizia, hanno detto cose errate.

Innanzitutto col decreto Imu-Bankitalia non si privatizza la Banca d'Italia, che è già di proprietà privata dal 1981.

Non è vero, inoltre, che  la ricapitalizzazione verrà fatta coi soldi dei cittadini. La distribuzione delle quote verrà infatti effettuata con i guadagni pregressi della Banca d'Italia, ovvero i redditi che derivano dalla creazione della moneta.

Visto che la Banca d'Italia è privata da molti anni, anche i soldi in questione sono comunque di proprietà degli azionisti.

Qual è il senso di tale mossa dunque? Bankitalia vuole vendere le quote dei suoi soci, ridistribuirle e fare cassa. Per farlo, trasferisce i guadagni ai suoi azionisti prima di privarli di quote che appartengono a loro.

Non c'è niente di così criminale e non vi saranno costi per i cittadini.

La privatizzazione della Banca Centrale Italiana e il modo in cui è stata gestita la politica monetaria in questi ultimi trent'anni hanno dei risvolti delinquenziali, ma questa ormai è una vecchia questione che i più smaliziati conoscono bene.

I Grillini, in materia di sovranità e politica monetaria hanno ragioni da vendere. Lascia però perplessi la loro immaturità politica. Non si può fare attività parlamentare ed eventualmente di governo con le urla, con continui insulti e coi tumulti.

Il Belpaese ha bisogno di una scossa nel modo di pensare del suo popolo e dei suoi rappresentanti e i ragazzi del M5S sono una delle realtà politiche più interessanti d'Europa. 

Speriamo però che Giuseppe Grillo da Genova e soci capiscano che le urla e il rifiuto del dialogo svolto in maniera pacata sfociano nella violenza e nella prevaricazione, vanificando tutto il lavoro svolto. 
Andrea Russo


"Ghigliottina" alla Camera e al Senato, non esiste una regola certa

Ecco cosa scrive Quotidiano Nazionale sull'interruzione del dibattito parlamentare.

"Roma 29 gennaio 2014 - Ghigliottina all’esame del decreto Imu-Bankitalia. E' stata applicata su decisione del presidente della Camera Laura Boldrini. E’ la prima volta che accade nella storia repubblicana. Ecco di cosa si tratta. 

LA STORIA - La ghigliottina è una misura che non esiste nei regolamenti parlamentari, e che finora è stata solo “minacciata”, tre volte: nella XIII legislatura da Luciano Violante nella seduta dell’11 maggio 2000; nella XIV legislatura da Pier Ferdinando Casini, nella seduta del 23 luglio 2003; nella XVI legislatura da Gianfranco Fini nella seduta del 30 settembre 2009. 

COME FUNZIONA - Con il termine “ghigliottina” s’intende la scadenza oltre la quale il presidente dell’Assemblea mette comunque ai voti l’oggetto della discussione. A prescindere da dove si sia arrivati con l’esame. Nel Parlamento italiano non c’è una norma che preveda espressamente questa minura o attribuisca alle presidenze delle Camere i poteri per farla scattare. E’ previsto, invece, il contingentamento dei tempi d’esame di un provvedimento. Il che significa che esauriti i tempi prefissati si passa direttamente ai voti rimanenti senza più discussione. Ma mentre al Senato la regola del contingentamento è generalizzata e quindi, sostanzialmente, include la possibilità di “ghigliottinare” il dibattito, alla Camera, la vicenda è più complessa. Durante la presidenza Violante si pose il tema se - sui decreti-legge - potesse configurarsi o meno il tema della “ghigliottina” distinto dal “contingentamento”. Ci si domandò, insomma, se, all’approssimarsi della scadenza dei 60 giorni (entro cui da Costituzione il decreto dovrebbe essere convertito) la Presidenza, a prescindere dal previo contingentamento della discussione, potesse mettere ai voti il disegno di legge di conversione. E la risposta che venne data, sia durante la presidenza Violante, sia durante quella di Casini, fu affermativa. Ma nessuno fino ad oggi aveva applicato la regola".



giovedì 30 gennaio 2014

Fazio ospita Adriano Sofri: terroristi alla ribalta

In Italia non smettiamo di assistere a spettacoli penosi: un terrorista come Adriano Sofri, che ha finito di scontare la sua pena poco tempo fa per l'omicidio del Commissario Calabresi, viene ospitato in prima serata sulla tv pubblica.

Con la complicità dell'intervistatore Fabio Fazio, dapprima svolge una autodifesa sottile, scomodando Machiavelli per giustificare sè stesso.

Poi parla addirittura di Siria, di pace, di diritti umani, di Palestinesi.

Complimenti alla Rai che ormai non ha più un principio da difendere, se non quello dell'audience. Complimenti a Fabio Fazio, strapagato milioni e milioni di euro per propagandare idee politiche distorte.

domenica 26 gennaio 2014

Juve Stabia-Pescara 2-1



Nella foto: Fulvio Pea, Mister della Juve Stabia

Biancazzurri spenti, i campani ne approfittano

La sosta invernale di un mese era temuta dalle squadre di serie B e la tenuta atletica ha rischiato di essere compromessa. 

Il Pescara era giunto a Castellammare per confermare il suo ruolo tra le squadre leaders del campionato. Ne è uscito ridimensionato, complice una Juve Stabia rivitalizzata dai numerosi nuovi arrivi del mercato invernale. 

Finalmente i campani possono sperare, benchè restino ultimi in classifica: gli ultimi acquisti effettuati sono all'altezza e dal modo in cui la squadra lotta in campo sembra che abbia ritrovato un po' di vigore psicofisico.

La vittoria sulla corazzata Pescara è giunta in modo rocambolesco: il primo tempo è stato bruttissimo e noioso, ma nel secondo tempo all'autorete di Ghiringhelli hanno replicato i bravi Lanzaro e Di Carmine.

Schieramenti
I biancazzurri sono scesi in campo con un 3-4-3 e il loro tecnico Marino ha spostato Ragusa nelle retrovie per fare posto a Caprari, tornato in squadra dopo essere stato ceduto sei mesi fa. La scelta si è rivelata sbagliata: Ragusa stava attraversando una buona vena realizzativa, e allontanarlo dalla porta non l'ha aiutato.

Inoltre Caprari non è mai entrato in partita, sbagliando molti passaggi.

Dal canto suo la Juve Stabia si è presentata con un 3-5-2, con la ben assortita coppia De Carmine-Falco e l'ex pescarese De Falco dietro come suggeritore.

Il terzino Zampano si è segnalato per varie incursioni piratesche nell'area avversaria. Il neoacquisto Liviero non ha convinto nella fascia sinistra della difesa, per via di due o tre incertezze in fase di disimpegno, ma è presto per giudicarlo.

Le Azioni
Il primo tempo farebbe addormentare molti dei 2300 presenti allo stadio, se non fosse per l'aria fresca di Gennaio. Si segnalano infatti solo una incursione di Lanzaro e due conclusioni insidiose dalla distanza di Ragusa.

Nella seconda frazione il risultato si sblocca: lancio innocuo di Brugman e deviazione di petto di Ghiringhelli, che spiazza il portiere e manda la palla in rete.

Al 64' Maniero getta da pochi passi l'opportunità del raddoppio, con un tiro sbilenco.

Pochi minuti dopo Caserta appoggia di piatto per Di Carmine che di testa scaglia il pallone contro il palo destro.

Il Pescara cala fisicamente negli ultimi venti minuti mentre le Vespe prendono coraggio.

All'84' De Falco batte una punizione dal limite dell'area: pallonetto morbido a sinistra, Di Carmine raccoglie e lasciato colpevolmente da solo, appoggia al centro per Lanzaro che in tuffo calcia a rete da pochi metri.

Questo bel goal dà coraggio alla squadra locale, che corre sulle ali dell'entusiasmo, mentre il Pescara poco dignitosamente non reagisce e sembra aver finito le energie.

Al 90' c'è un pallone spiovente in area: sia il difensore pescarese Cosic che il suo avversario Sowe saltano alzando la gamba in maniera scomposta, chiaramente intervenendo sul pallone; urtano busto contro busto e l'arbitro Merchiori inspiegabilmente decreta il rigore.

Di Carmine realizza dal dischetto, Zuparic si fa espellere per proteste.

La Juve Stabia potrebbe fare terno con un tiro dalla distanza di De Falco, che termina però di poco fuori dallo specchio della porta.


Considerazioni finali
Al di là della svista arbitrale sul rigore, la Juve Stabia ha meritato la vittoria: ci ha creduto di più, mentre il Pescara negli ultimi venti minuti ha tirato i remi in barca.

E' una costante dei biancazzurri in questo campionato, quella di farsi rimontare nel finale. La squadra, nonostante abbia ottime individualità, risulta molle e arrendevole. Bisognerà lavorare sulla determinazione e sulla tenuta atletica.

A Castellammare, invece, si respira un'aria nuova: sei nuovi giocatori e una bella vittoria che interrompe una serie negativa, con due punti in sei gare. La diretta avversaria Reggina intanto ha vinto 1 a 0 a Bari. Si preannuncia un girone di ritorno molto combattuto, dunque, in cui nulla è da dare per scontato.

Andrea Russo

venerdì 24 gennaio 2014

Sara Errani e Roberta Vinci trionfano agli Australian Open 2014


Nella foto: Roberta Vinci (a sinistra) e Sara Errani con la coppa

Sara Errani e Roberta Vinci confermano di essere le migliori tenniste nel doppio anche in Australia: con un 6-2 3-6 7-5 hanno superato le russe Ekaterina Makarova ed Elena Vesnina. L'ultimo set ha dato molte emozioni, visto che le Italiane erano sotto per un parziale di 2 a 5; hanno poi rimontato inanellando sette games consecutivi riscuotendo gli applausi dei 20 000 spettatori della Rod Laver Arena di Melbourne.

E' la quarta vittoria nei tornei del grande slam per il duo Italiano, dopo i trionfi a Parigi e negli Us Open, nel 2012 e nella stessa Melbourne nel 2013. E' un evento che ha portato grande gioia nella comunità Italiana a Melbourne, la seconda per numero della città Australiana.

mercoledì 22 gennaio 2014

Centenario dei moti Carbonari snobbato dal governo


Nella foto: Lorenzo Valloreja, leader di Innovazione Europea

Pubblicato sul quotidiano online Pescara Oggi

Il pescarese Lorenzo Valloreja, leader del partito Innovazione Europea, ha coinvolto decine di amministrazioni locali dell’appennino per inoltrare al Ministero dello Sviluppo Economico un messaggio di protesta. La sua proposta di dedicare un francobollo al primo moto carbonaro in Italia, risalente al 1814 e compiutosi in Abruzzo, non è stata accolta. Tra i francobolli ammessi, invece, ce n’è uno che commemora l’invenzione della Nutella. Così si è espresso in merito Valloreja: 

“L’attuale Governo disconosce il risorgimento italiano! Al posto dei Carbonari, dei moti, della Storia, il Governo Letta preferisce la “Nutella”… e si perché circa due anni or sono il Comitato da me presieduto, seguendo pedissequamente le direttive di Legge, ha presentato presso il Ministero dello Sviluppo Economicouna richiesta formale per l’emissione, nella primavera 2014, di un Francobollo Commemorativoche ricordasse le gesta della Prima Rivolta Carbonara d’Italia, moto che si è svolto in Abruzzo nel Marzo del 1814″.  

Valloreja aggiunge ancora: 

“Sembra tra l’altro che ci sia una ulteriore revisione delle ricorrenze scelte per i francobolli. Ciò vuol dire che i termini per cambiare le decisioni non sono ancora scaduti, come ci hanno fatto sapere i funzionari ministeriali”. 

Per il governo Letta, dunque, stando alle parole di Valloreja è meglio ricordare la Nutella che i moti Carbonari. Staremo a vedere se vi saranno dei ripensamenti per poter celebrare una ricorrenza che vede l’Abruzzo in primo piano.
  
Andrea Russo

martedì 21 gennaio 2014

Quando la banca non fa la banca


Vi sto per raccontare un episodio che esemplifica molto bene perchè le cose vanno male in Italia e come riusciamo a complicarci la vita. 

In Italia chi cerca di produrre benessere e posti di lavoro viene vessato e chi invece non fa niente a volte ottiene di più. E' strano rilevare che in paesi come Stati Uniti e Inghilterra, dove le banche contano molto di più, esse collaborino alla prosperità dell'economia reale. Lehmann Brothers e titoli tossici a parte, infatti, le  banche centrali, lì,  aiutano lo Stato con l'emissione a iosa di moneta tramite il "quantitative easing". Le banche normali, invece, finanziano più facilmente progetti imprenditoriali ben congegnati. In alcuni casi, gli istituti bancari finanziano gli studi agli universitari promettenti. Sono cose inimmaginabili da noi.

"Start che?"
Qualche giorno fa ho sentito parlare dei Fondi di Garanzia messi a disposizione dal Governo. In estrema sintesi, il governo garantisce per te fino all'80% dell'importo se chiedi un prestito alla banca e presenti un progetto imprenditoriale valido. Bisogna dunque andare in qualche istituto di credito e se i funzionari che decidono sui prestiti credono in te, inoltrano la domanda allo Stato.

Vado dunque in una banca, una delle più note e delle più ricche presenti in Italia.

 Chiedo: - Mi scusi, con chi posso parlare dei progetti di start-up?

E l'impiegata fa: - Start che? Di che si tratta?

- Vorrei aprire una piccola attività imprenditoriale e sono qui per un prestito, faccio io.

Mi dice di andare da una sua collega, che mi spiega subito la situazione: I fondi di garanzia statali  non li accettiamo, se il cliente non offre garanzie patrimoniali più che ampie.

(E allora a cosa servono? - mi chiedo, mentre la ascolto)

- Se poi dobbiamo rientrare della somma, prima facciamo causa a chi l'ha richiesta, poi, se non possiamo ricavarne niente, chiediamo i soldi allo stato- 

(Ah!)

Ma questo è solo l'inizio. Sentite cosa dice l'impiegata: 

-Bisogna andare ad un'associazione di categoria che riguarda gli imprenditori, presentare a loro un business plan e pagare per farselo valutare. Dopodichè loro dovrebbero sponsorizzare il progetto presso la Banca, che lo valuterà a sua volta-

- Ma perchè, la banca non ha i mezzi per valutarlo? - Chiedo.

- No- fa lei - In più lei deve aprire partita iva.

- Ma come faccio ad aprire partita iva se non ho ancora ottenuto i fondi? E poi non sarebbe più una start up. I fondi start-up si chiedono proprio per le aziende che devono aprire, non per quelle già esistenti- .

- No, noi non operiamo così- insiste la dipendente dell'istituto.

Ma ecco il gran colpo finale, un uno-due verbale degno del miglior Primo Carnera o del miglior comico, a vostro piacimento: 

- Inoltre, se le concediamo il prestito, glielo diamo a rate e solo per il 20% della somma totale"-

Sorrido platealmente e non mi trattengo, poichè voglio volontariamente schernire l'impiegata. La ringrazio, le stringo la mano e faccio capire che non voglio proseguire il discorso, a questo punto. 

Sapete poi che ho fatto? Non sono uscito dalla banca, sono andato da un altro impiegato e gli ho detto:

-Senta, vorrei un prestito- e gli ho mostrato i documenti con le mie garanzie per la restituzione. 

- Qual è il motivo del prestito? - fa lui

- Una lunga vacanza di meditazione in India! - faccio io

- Il tizio della banca dà un'occhiata ulteriore alle carte, se le studia qualche minuto ed esclama:

- Bene, dobbiamo valutare la situazione ancora qualche giorno, ma non dovrebbe esserci nessun problema: in dieci giorni lei avrà il prestito. 

In realtà, almeno per ora, non chiederò niente a nessuno. Volevo solo informarmi, e valutare il tutto. Le risposte che ho avuto, però, mi hanno confermato che per ora è molto rischioso avviare qualsiasi attività in questo paese, almeno per i prossimi anni.

Se però niente vi scoraggia, volete  avviare una attività e avete redditi o beni sufficienti come garanzia, non fatene menzione: dite semplicemente alla banca che vi servono per una vacanza, per iscrivervi a un corso di immersioni alle Antille o qualcosa del genere.

Oppure potete andare ad una finanziaria, di quelle famose, che non vi chiedono nemmeno la ragione del prestito e a cui basta il rientro dei soldi prestati.

domenica 19 gennaio 2014

Nuova legge elettorale: si aprono spiragli


L'incontro Renzi-Berlusconi di ieri nella sede romana del Pd ha creato i presupposti per una svolta importante: finalmente avremo una legge elettorale che permetterà di governare con tranquillità.

Fino ad oggi abbiamo assistito ad una degenerazione del parlamentarismo. La volontà di dare rappresentanza, tramite le varie forme di sistema proporzionale, ha consegnato l'Italia storicamente nelle mani dei partiti più piccoli, che come la piccola Toscana di Lorenzo De' Medici hanno fatto l'ago della bilancia e hanno costantemente minacciato intere maggioranze di far cadere il governo ad ogni piè sospinto.

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno deciso di ovviare al problema con sbarramenti (soglie minime percentuali per entrare in parlamento) e con grandi premi di maggioranza. Un partito che arriva primo alle elezioni col 35% dei voti, se la nuova legge passasse, sarebbe messo in condizione di avere la maggioranza dei seggi.

La frammentazione dei poteri che caratterizza il nostro paese è frutto di una serie di contrappesi istituzionali. Essi furono previsti perchè c'era stato il fascismo fino a poco tempo prima, e quindi i padri costituenti decisero di dare un'ampia rappresentanza alle varie forze politiche e sociali. Fu dunque creata la figura del Presidente della Repubblica come arbitro teoricamente super partes e venne istituito un parlamento bicamerale a cui fu dato molto potere a scapito dell'esecutivo. Si crearono poi vari strumenti di magistratura, svariate forze di polizia e più tardi ancora vennero perfezionate le autonomie locali.

In un sistema così frammentato tanti furbi hanno avuto gioco facile e abbiamo assistito a spartizioni  e alla fondazione di piccoli feudi elettorali di questo o quel politicante di seconda o terza fascia.

Renzi e Berlusconi avrebbero raggiunto un accordo di massima anche per l'abolizione del senato e la sua commutazione in Camera delle Autonomie.

Staremo a vedere. Di certo il Belpaese ha bisogno di molte altre riforme, ma questo sarebbe un buon inizio.

Andrea Russo