Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

martedì 21 gennaio 2014

Quando la banca non fa la banca


Vi sto per raccontare un episodio che esemplifica molto bene perchè le cose vanno male in Italia e come riusciamo a complicarci la vita. 

In Italia chi cerca di produrre benessere e posti di lavoro viene vessato e chi invece non fa niente a volte ottiene di più. E' strano rilevare che in paesi come Stati Uniti e Inghilterra, dove le banche contano molto di più, esse collaborino alla prosperità dell'economia reale. Lehmann Brothers e titoli tossici a parte, infatti, le  banche centrali, lì,  aiutano lo Stato con l'emissione a iosa di moneta tramite il "quantitative easing". Le banche normali, invece, finanziano più facilmente progetti imprenditoriali ben congegnati. In alcuni casi, gli istituti bancari finanziano gli studi agli universitari promettenti. Sono cose inimmaginabili da noi.

"Start che?"
Qualche giorno fa ho sentito parlare dei Fondi di Garanzia messi a disposizione dal Governo. In estrema sintesi, il governo garantisce per te fino all'80% dell'importo se chiedi un prestito alla banca e presenti un progetto imprenditoriale valido. Bisogna dunque andare in qualche istituto di credito e se i funzionari che decidono sui prestiti credono in te, inoltrano la domanda allo Stato.

Vado dunque in una banca, una delle più note e delle più ricche presenti in Italia.

 Chiedo: - Mi scusi, con chi posso parlare dei progetti di start-up?

E l'impiegata fa: - Start che? Di che si tratta?

- Vorrei aprire una piccola attività imprenditoriale e sono qui per un prestito, faccio io.

Mi dice di andare da una sua collega, che mi spiega subito la situazione: I fondi di garanzia statali  non li accettiamo, se il cliente non offre garanzie patrimoniali più che ampie.

(E allora a cosa servono? - mi chiedo, mentre la ascolto)

- Se poi dobbiamo rientrare della somma, prima facciamo causa a chi l'ha richiesta, poi, se non possiamo ricavarne niente, chiediamo i soldi allo stato- 

(Ah!)

Ma questo è solo l'inizio. Sentite cosa dice l'impiegata: 

-Bisogna andare ad un'associazione di categoria che riguarda gli imprenditori, presentare a loro un business plan e pagare per farselo valutare. Dopodichè loro dovrebbero sponsorizzare il progetto presso la Banca, che lo valuterà a sua volta-

- Ma perchè, la banca non ha i mezzi per valutarlo? - Chiedo.

- No- fa lei - In più lei deve aprire partita iva.

- Ma come faccio ad aprire partita iva se non ho ancora ottenuto i fondi? E poi non sarebbe più una start up. I fondi start-up si chiedono proprio per le aziende che devono aprire, non per quelle già esistenti- .

- No, noi non operiamo così- insiste la dipendente dell'istituto.

Ma ecco il gran colpo finale, un uno-due verbale degno del miglior Primo Carnera o del miglior comico, a vostro piacimento: 

- Inoltre, se le concediamo il prestito, glielo diamo a rate e solo per il 20% della somma totale"-

Sorrido platealmente e non mi trattengo, poichè voglio volontariamente schernire l'impiegata. La ringrazio, le stringo la mano e faccio capire che non voglio proseguire il discorso, a questo punto. 

Sapete poi che ho fatto? Non sono uscito dalla banca, sono andato da un altro impiegato e gli ho detto:

-Senta, vorrei un prestito- e gli ho mostrato i documenti con le mie garanzie per la restituzione. 

- Qual è il motivo del prestito? - fa lui

- Una lunga vacanza di meditazione in India! - faccio io

- Il tizio della banca dà un'occhiata ulteriore alle carte, se le studia qualche minuto ed esclama:

- Bene, dobbiamo valutare la situazione ancora qualche giorno, ma non dovrebbe esserci nessun problema: in dieci giorni lei avrà il prestito. 

In realtà, almeno per ora, non chiederò niente a nessuno. Volevo solo informarmi, e valutare il tutto. Le risposte che ho avuto, però, mi hanno confermato che per ora è molto rischioso avviare qualsiasi attività in questo paese, almeno per i prossimi anni.

Se però niente vi scoraggia, volete  avviare una attività e avete redditi o beni sufficienti come garanzia, non fatene menzione: dite semplicemente alla banca che vi servono per una vacanza, per iscrivervi a un corso di immersioni alle Antille o qualcosa del genere.

Oppure potete andare ad una finanziaria, di quelle famose, che non vi chiedono nemmeno la ragione del prestito e a cui basta il rientro dei soldi prestati.

Nessun commento: