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lunedì 9 dicembre 2019

Brevi considerazioni sul Pescara di quest'anno

Siamo giunti ormai alla quindicesima giornata dell' avvincente campionato di serie B 2019\2020. Con compiacimento, rileviamo che quest'anno il livello medio delle compagini in lizza sembra da un lato come sempre, molto livellato, ma dall'altro c'è più qualità .

Non sono poche le dirigenze che hanno fatto sforzi notevoli per portare alle loro dipendenze elementi di spicco, anche se con compensi spropositati.

In tutto questo contesto, c'é un Pescara tutt'altro che dimesso che ha in rosa gente come Fiorillo, Memushaj, Palmiero, Galano, Machin, piú altri grandi nomi non in forma o infortunati (vedi Maniero, Tumminello, Čočev e Melegoni ).

All'avvio del torneo gli Adriatici hanno disposto un collettivo affiatato e competitivo e il presidente Sebastiani é stato attento a trovare due, se non tre giocatori per ogni ruolo, con una rosa che a tratti ha sfiorato i 40 elementi, prima di una ultima sfoltita in sede di mercato (adesso siamo attorno ai 34).

Sebastiani l'anno scorso aveva criticato più volte l'ex tecnico Pillon l'anno scorso, nonostante i buoni risultati del baffo d'oro di Preganziol.

Ha voluto sponsorizzare a tutti i costi Luciano Zauri, un ex giocatore biancazzurro, giovane, pacato, educato, flessibile nelle scelte tecniche.

Il punto é che talvolta questo approccio un po' distaccato sembra riflettersi sul gioco espresso dai suoi ragazzi.

Questa squadra innanzitutto ha pochi schemi riconoscibili. Vive spesso di individualismi e il trucchetto funziona perché dei moduli robusti permettono ai talentuosi Galano e Machin di esaltarsi senza compiti di copertura (col centrocampo a 5 c'é giá chi pensa a recuperare palloni e a costruire il gioco).

La mia modesta opinione, dall'inizio dell'anno immutata, é che questo team potrebbe fare di piú. Il gioco non é brillante ed anzi un po' noioso. Lultiima in casa col Venezia (2 a 0 per i biancazzurri nella prima frazione e 2-2 alla fine con i Lagunari in rimonta) é esemplificativa di questa mancanza di carattere. 
Sul 2 a 0 i Delfini hanno smesso di giocare, hanno pensato a risparmiare energie e si sono chiusi dietro.

Mancavano una trentina di minuti alla fine più recupero alla fine ed il tecnico non ha saputo dare una scossa.

Di certo Zauri qualcosa di buono l'ha fatto (4-0 contro il sontuoso Benevento, 3-0 al Pisa) e il suo lavoro non é tutto da buttare. Piacciono la sua flessibilitá, la capacitá di far ruotare i giocatori dando chances a chi sta meglio senza farsi troppi scrupoli, la sua disponibilitá a cambiare modulo e il modo di giocare. Piacciono un po' meno lo scarso coraggio, l'abulicitá dei giocatori, troppo spesso riscontrata in campo, la struttura del gioco non certo avvincente.

L'impegno e la serietá del tecnico nato in Abruzzo, nella stessa regione dove allena, non si mettono in discussione. 

Speriamo di vedere nel prosieguo di campionato le qualitá che questa rosa di giocatori puó esprimere, considerando che questo ovviamente non dipende solo dal tecnico.