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domenica 31 dicembre 2023

Ho saltato il discorso di Mattarella e ne ho goduto


Anche quest'anno, come da tradizione, ho boicottato il discorso di fine anno pieno di retorica di Sergio Mattarella. Lo stesso ho fatto con quelli di Napolitano.

Nel farlo ne ho tratto un godimento pari solo a quello di aver saltato alcune delle ultime edizioni del Festival di Sanremo, che si è trasformato in un ipocrita tributo al politicamente corretto e a finte battaglie per i diritti civili, che nulla hanno da spartire con la nobile tradizione della melodia italiana.

Già so cosa Mattarella pensa, già conosco la sua storia.

La sua carriera è stata corollata da risultati politici impalpabili.

E' stata proprio questa sua sobrietà non incisiva che lo ha fatto scegliere dai maggiori partiti di centrodestra e centrosinistra come inquilino del Quirinale, riconfermato dopo i primi sette anni per altri sette lunghissimi anni.

A lui stanno bene le angherie subite dal nostro paese negli ultimi anni. Lui vede il nostro asservimento supino a Nato e UE come una opportunità, io no.

Lui vede nell'euro una grande fonte di benessere.

Io da cittadino molto meno privilegiato di lui, ho visto nel 2002, con questa moneta, raddoppiarsi, o quasi,  il prezzo di molti beni di largo consumo.  Mentre i nostri salari valevano la metà di prima e i prezzi diventavano due volte più grandi, gente come lui continuava a decantarci le lodi del club europeo a dodici stelle.

Mattarella ha avallato le politiche dei vari Monti Renzi, Letta, Draghi e ora di Giorgia Meloni, che hanno visto l'Italia contare sempre di meno nel contesto internazionale, con qualche pacca sulla spalla di coloro che ne hanno tratto vantaggio a nostro danno.

Non ho bisogno di ascoltare le stupidaggini di fine anno di Mattarella. Ho di meglio da fare e senza di lui, mi godo meglio il cenone e i festeggiamenti.

Ho altre fonti da cui trarre spunti, suggerimenti, ispirazioni.

Altre persone hanno fatto grande l'Italia, lui no.

Buon 2024 e tanta positività per tutti voi.

Facciamo il botto, ma in un altro senso

 



Ad ogni Capodanno ci troviamo a leggere su giornali e siti web quello che è un vero e proprio bollettino di guerra, fatto di gente deceduta, arti saltati, animali spaventati a morte, gente che ha sparato con la carabina per aria col proiettile che ricadendo ha colpito persone o cose.

Lo sappiamo benissimo che succede ogni anno eppure c'è chi non può proprio rinunciare a tutto questo.

Io nel frattempo vi auguro un buon Anno 2024 e di fare il botto realizzandovi nel lavoro e nello studio.

Il Mes, il PNRR e affini servono solo a renderci ancora più asserviti


Questi pseudofondi, che vengono nient'altro da istituzioni finanziarie che appartengono a noi stessi e ci vengono spacciati come un regalo dalla generosa ed efficiente Europa nordica e bionda a paesi come il nostro mediterranei, spendaccioni e poco propensi al lavoro.

Io in sintesi rammento a tutti che l'Italia è il paese in cui la laboriosità e l'estro hanno creato l'alta moda, la Ferrari, la Lamborghini, il buon cibo, fino a rammentare a ritroso ogni forma di civiltà e di vetta dell'intelletto, dall'Impero Romano alle realtà comunali del Medioevo, all'Umanesimo, al Rinascimento e così via.

La nostra industria ha funzionato a meraviglia fino a condurci al rango di quarta potenza industriale del mondo fino a quando non abbiamo seguito i dettami della cosiddetta Unione Europea.

Da allora ci hanno sempre ripetuto che come paese eravamo inadeguati da tutti i punti di vista, che dovevamo chiedere i soldi col cappello in mano, che non ce la potevamo fare da soli.

Tutta la nostra storia precedente, anche recente, dimostra il contrario.

La malattia è stata scambiata per la cura.

Noi non abbiamo dei soldi concessi a strozzo dall'Europa, che in realtà altro non sono che soldi anche nostri.

Abbiamo foraggiato finanziariamente la Ue per tanti anni

La Banca Centrale Europea è il frutto delle banche centrali di ogni paese e il loro lavoro dovrebbe essere quello di emettere moneta in maniera funzionale all'economia del loro paese di appartenenza. 

La loro privatizzazione è stato un gesto arbitrario che confligge col loro vero ruolo di istituzioni.

L'Unione Europea ha talmente tutelato i nostri interessi che le fabbriche chiudono o migrano da decenni, i giovani cercano lavoro in altri paesi, i migranti sbarcano in maniera incontrollata senza che ci siano reali possibilità di una solida integrazione.

Nel contempo le ONG fanno affari d'oro, foraggiate da noti "filantropi" come George Soros.

Piuttosto che prendere i soldi dalla Ue  in cambio di vincoli e perdita di libertà, dobbiamo riappropriarci delle nostre decisioni, del nostro benessere, del nostro diritto di pianificare il futuro senza prevaricarci nè essere prevaricati.

Diffidate su ciò che i media Italiani vi dicono sull'Ungheria


In un Belpaese dove siamo reduci da annate condite da durissimi lockdown, dove si vota con le liste bloccate senza poter indicare il nome del candidato alle elezioni politiche, dove dopo aver votato si creano decennali alleanze destra-sinistra e diventano presidenti del consiglio personaggi che poco hanno a che fare con la politica e molto con le banche e con la svendita dei beni chiave del paese,

si pensa di poter fare la morale agli altri.

Una nazione come l'Ungheria invece, dove ci sono tasse più basse non è più efficiente e performante, nonchè più giusto verso i suoi cittadini, ma è uno Stato canaglia che fa "dumping fiscale", secondo quelli che parlano bene.

Un leader che difende i confini da una immigrazione incontrollata e senza criterio, a differenza del nostro dove le Ong e i loro business annessi e connessi vengono benedette anche dai vertici ecclesiastici, è definito un dittatore.

Un paese con una popolazione sei volte inferiore al nostro e un territorio molto più piccolo, ma che mantiene la propria moneta, la propria politica economica e ha la schiena dritta e non si piega facilmente ai diktat dei paesi più potenti, facendo il proprio interesse, è definito "poco collaborativo".

Io so solo che in Ungheria da decenni si vive una continua crescita, che in sette anni ho visto a Budapest restaurare interi palazzi, rifare piazze e strade, costruire grattacieli.

Ho visto parecchi servizi pubblici efficienti, dai trasporti alla burocrazia. Non è che tutto funzioni alla grande, ma il bilancio è più che positivo.

Ho visto aziende multinazionali giungere sul territorio ogni mese e dare lavoro a centinaia di persone ognuna. Parliamo di posti di lavoro che prima non esistevano e che consentono ad un ragazzo che ha appena finito la scuola di trovare un lavoro più che dignitoso a diciotto anni.

Noi Italiani però facciamo parte del club buono dell'Europa, aderiamo a tutti i trattati che ci danneggiano maggiormente in termini di libertà, democrazia e benessere economico e ci sentiamo molto intelligenti e democratici.

Andate a scavare meglio su questi argomenti e il castello di menzogne di questi media sciatti con cui abbiamo a che fare ogni giorno cadrà con un semplice soffio, come la casa di paglia nella fiaba dei tre porcellini.

La politica di oggi non dà risposte, ne' ai giovani, ne' a tutti gli altri


Viviamo in un periodo storico in cui la classe dirigente ha rinunciato a trattare i veri temi universali che interessano alla popolazione. 

Il cittadino comune ha bisogni semplici: sentirsi utile alla comunità, fare parte di un contesto che lo protegga con le leggi, con l'atteggiamento di spontaneo senso civico degli altri e che gli consenta di sviluppare un contesto di affetti solido e corollato dal benessere.

Il diritto alla felicità sembrerebbe un concetto astratto o al massimo complesso. In realtà si tratta di alcuni principi semplici che il governante dovrebbe osservare in segno di rispetto per chi lo ha votato.

Chi spinge i bottoni si prende tutti gli onori e i vantaggi economici, ma non ha coraggio, non difende la sovranità e l'indipendenza del proprio paese, non tutela il diritto al lavoro e ad un ragionevole livello di benessere.

Non si può cambiare tutto per legge, ma si possono dare esempio, indicazioni e lievi restrizioni che indichino la strada.

Nel contempo non è difficile fare ciò che renderebbe la società un posto migliore: portare cultura e lavoro nei posti disagiati, portare lo stato in ogni posto dove occorre per non lasciare soli i cittadini.

Dare ai giovani un lavoro che gli dia motivo di alzarsi la mattina e avere uno scopo.

Ridurre le tasse e dimostrare che lo Stato non è un nemico che ruba i frutti legittimi di quello che ti sei guadagnato col sudore. Quando le tasse sono alte, è lo stato che ruba a te, non viceversa. Se quelle tasse sono utilizzate per arricchire le pensioni d'oro dei politici, che le acquisiscono dopo circa due anni di legislatura, questo conferma quanto ho appena scritto.

In Italia cose semplici diventano difficili. 

A Milano ogni giorno i borseggiatori agiscono indisturbati nelle metro. Quando vengono presi e portati in commissariato un'ora dopo sono liberi di fare quello che vogliono.

Stesso discorso vale per le prostitute sfruttate dal racket e messe per strada.

Non ci vuole molto a garantire strade pulite e sicure, trasporti efficienti, un lavoro dignitoso per tutti o quasi tutti.

Ci viene detto che c'è il debito pubblico, che ci sono difficoltà relative alla congiuntura, alle dinamiche internazionali, alla produttività et cetera et cetera.

Sono tutte scuse. Quando si tratta di spendere soldi inutili in costosissime armi, in opere pubbliche incompiute, in favori agli amici degli amici, in soldi che vengono sottratti alla comunità per arricchire i soliti ingordi i soldi si trovano sempre. 

Viviamo nel mito dello Stato che deve ritrarsi perchè il pubblico è sporco e cattivo, il privato è efficiente e porta ricchezza.

Lo Stato deve fare lo Stato, far rispettare le leggi con vigore, ridurre le disparità, non fare il forte con i deboli e il debole con i forti. Deve lasciare libera l'iniziativa quando serve ma intervenire quando il più forte si prevarica.

Se lo Stato non funziona, bisogna migliorarlo e dare un contributo costruttivo che venga da tutti. La soluzione non è certo "buttare anche il bambino insieme all'acqua sporca".

Il miglior modo per interrompere un conflitto è un gesto di affetto


Quando due persone incominciano a litigare spesso segue una spirale di dispetti, di incomprensioni e di sospetti. Spesso partendo da un diverbio insignificante il conflitto si ingigantisce, alimentato da voci, chiacchiere e piccole cattiverie. Il risentimento cresce e si solidifica.

In un rapporto tra parenti o tra coniugi stratificato e lungo anni e anni,  anche quando c'è una prevalente armonia ci sono dei punti scoperti. Alcuni atteggiamenti feriscono nel vivo, oppure sono reiterati talmente tanto che alla prima avvisaglia scatenano reazioni apparantemente spropositate.

L'unico modo per uscirne, quando le persone si vogliono bene ma soffrono per il distacco è interrompere la spirale. Al dispetto, alla parola sgarbata, al tono di voce aggressivo bisogna rispondere con un gesto di gentilezza e di affetto.

Bisogna imparare a schivare il colpo e coltivare la gentilezza, dimenticare e andare oltre, anche quando si pensa di avere ragione.

E' molto più importante recuperare un rapporto che avere ragione.

Lo stesso discorso in qualche modo è applicabile alle guerre e alle tensioni di lungo corso tra Stati, etnie, gruppi religiosi.

Chi alimenta la violenza dovrebbe cercare la pace, evitando che intere popolazioni subiscano le conseguenze dell'avidità di pochi.

Questo blog compie 16 anni

Il 31 Dicembre del 2007 decisi di aprire questo blog. Avevo tanto da scrivere e da dire. La mia attività di blogger si è abbinata a quella di giornalista in questi anni molto interessanti. Penso di aver dato il mio contributo, ma il meglio per questo mio spazio online deve ancora venire.

All'interesse verso temi giornalistici e di politica aggiungerò sempre di più spunti letterari.

Oltre ad essi, vi aggiornerò sui miei nuovi interessi in maniera di consulenza per la comunicazione, al fine di consentire a chi vuole di veicolare un messaggio e di interagire in maniera più assertiva ed efficace. 

Questo discorso vale anche per le aziende che vogliono valorizzare la propria immagine.

E' un fine di anno strano e anestetizzato, dopo 14 mesi in cui il nuovo governo ha latitato in tutti i temi più importanti per la vita pubblica e in cui i problemi degli Italiani sono rimasti esattamente gli stessi.

L'indignazione dei grandi media, che era stata grande nei confronti di Putin, si è stranamente divisa quando Gaza è stata letteralmente rasa al suolo in una risposta spropositata ad un bieco attacco terroristico.

Nessuno ha pensato di dire qualcosa ai vertici del Qatar che ospitano i capi dei terroristi Palestinesi con tutti gli agi e il massimo del benessere.

Pace in Palestina, in Ucraina, nel Nagorno Karabakh, nel corno d'Africa, in Sudan e in tutti i posti del mondo dove si combattono guerre di vario genere.

venerdì 22 dicembre 2023

Senzariguardo.it. Puntata del 14 Dicembre 2023


Tra gli ospiti un simpatico leader di Ultima Generazione che ha a sorpresa criticato le auto elettriche e gli stessi metodi del suo movimento e un Rabbino molto colto che ha spiegato alcune sfaccettature dell`Ebraismo, ha "canonizzato" Soros e fatto una apologia delle lobby Ebraiche che per lui praticamente non esistono.


martedì 12 dicembre 2023

La classifica della qualità della vita non ha senso


Ogni anno Il Sole 24 Ore, quotidiano politico-economico finanziario dal titolo immaginifico, pubblica la fantastica classifica sulla qualità della vita, con riferimento alle province.

Io fatico francamente a concepire come una mostruosità del genere possa avere credito.

Certo, a qualcuno sembra avere senso, se si riduce il concetto di qualità della vita a servizi, scuole, livello di criminalità, ambiente e/o altro.

Per chi ama la complessità però appaiono abbastanza facilmente le lacune a base di un concetto del genere, ovvero quello di mettere in fila delle città e dire: qui la gente vive meglio, qui la gente vive peggio.

Una massa di milioni di persone non interpellata, subisce un giudizio sulla qualità della propria vivere, pur essendo composta da persone di vari strati sociali, con vissuti e idee diverse, con esigenze diverse.

Lo sappiamo: ad Udine, provincia prima in classifica di quest'anno, gli ospedali sono mediamente efficienti e puliti, i servizi sono tendenzialmente buoni, così come a Bolzano che è stata in testa alla classifica in altre annate.

C'è da dire che anche sui punti più oggettivabili negli anni questo reportage ha mostrato risultati controversi. Con tutto il rispetto per Milano, è ridicolo che nel 2020 sia risultata prima come provincia per ambiente e servizi.

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/siringhe-a8871e44

https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/19_ottobre_24/siringhe-parco-giochi-bambini-maestre-dell-asilo-basta-date-l-area-noi-5e3e561e-f621-11e9-852d-8d5c113e41ca.shtml

Milano non è ne' una città verde ne' con parchi tenuti granchè bene e non mi sembra che tenendo conto della provincia possa cambiare la percezione.

Altro criterio discutibile: le situazioni variano da zona a zona, da quartiere a quartiere, quindi parlare di territorio provinciale è un altro nonsense, giacchè una città grande e il suo hinterland hanno realtà ed esigenze molto diverse.

Si parla sempre di maggiore corruzione al sud rispetto al Nord, ma ricordiamoci che Milano è la città di Tangentopoli e dello scandalo Formigoni, mentre Bolzano ha avuto un disgustoso caso di "Rimborsopoli" pochi anni fa.

https://www.lastampa.it/politica/2014/03/11/news/rimborsopoli-a-bolzano-la-procura-1.35776388/

Il punto principale che rende più evanescente questa compilazione statistica è il dato soggettivo:

Chi ama il mare, il caldo mediterraneo, con relativa cultura, stile di vita ed altro, preferirà sempre vivere a Siracusa, pur con tanti difetti e limitazioni, piuttosto che risiedere a Bolzano.

Un giovane in cerca di affermazione e di carriera preferirà una grande città o quantomeno un territorio dove le opportunità di guadagno siano maggiori e la priorità prevarrà su altri bisogni.

Un pensionato con una discreta pensione preferirà una piccola città povera ma con bellezze naturali, con buon cibo e poco costosa rispetto a una grande città.

Se è vero poi che gli ospedali di buon livello sono importanti, c'è anche chi pensa a prevenire i malesseri scegliendo uno stile di vita rilassante e che lo aggrada e può essere anche un posto relativamente povero e non particolarmente ricco di servizi e svaghi.

Le emozioni non sono misurabili, non sono oggettivabili. Certi criteri possono essere individuali ed essere determinanti molto di più di aspetti materiali calcolabili dal solerte Sole 24 Ore, testata su cui avrei molto da dire e da scrivere al di là dell'argomento corrente, ma su cui mi asterrò per il momento.

domenica 10 dicembre 2023

Youtube e libertà di espressione



Pubblico in calce alla mia riflessione l'accorata invettiva di Francesco Toscano, che si è vista proibire la pubblicazione dei video per una settimana sul suo canale Visione TV.

Per una settimana gli streaming avverranno su un canale di recupero: "Visione - Un altro sguardo sul mondo.

Youtube è come un luogo pubblico virtuale. E' un posto di condivisione di informazioni, è una piattaforma che supporta media, arte, giornalismo, espressione artistica e del pensiero. 

Non può fare come gli pare perchè è una azienda privata. 

Anche i negozi che negavano l'ingresso agli Ebrei erano attività private.

Anche coloro che scrivevano negli annunci: "Non si affitta ai meridionali" erano privati.

Non esiste il diritto alla discriminazione su basi di mera opinione.

Sono innumerevoli gli episodi di censura arbitrari e molto discutibili. Un intervento dell'ex ministro della Difesa da poco tempo deceduto Antonio Martino per la Fondazione Einaudi non ne è stato esente:

https://www.fondazioneluigieinaudi.it/la-censura-di-youtube-a-martino-e-alla-fle-e-inquietante-siamo-alla-dittatura-dellalgoritmo/.

In altri casi è bastato un algoritmo per censurare toponimi:

https://studiolegaledgs.it/dalla-censura-odonomastica-alla-censura-sui-social-network/.

Poi ci pensano ancora i fact checkers, che a loro volta gestiscono siti di cosiddetta informazione che spesso le sparano grosse (ci siamo già espressi in merito su questo blog nel Novembre del 2021). 





Quando costoro imponemente hanno propinato fake news su guerre e pandemie, quando la "stampa ufficiale" ha fatto passare per bombardamenti reali immagini di videogiochi, o la copertina di un gioco da tavolo per la pianta dell'Azovstal, tali siti non si sono spesi più di tanto per la lotta contro le fake news. 

Non hanno minimamente specificato che anche i media ufficiali e mainstream prendono granchi enormi, da sfamare interi reggimenti.

Youtube non può censurare canali e privati per opinioni condivise da milioni di persone solo in Italia, viste le quaranta settimane di proteste sulla gestione pandemica, vista la stessa ammissione della signora Janine Small sui test ai vaccini. 

Anche sulle guerre in Ucraina e in Palestina vi sono milioni di Italiani che non la pensano come il mainstream, in merito.

Lo stesso distacco e menefreghismo lo vediamo sulle decine di migliaia di morti in poche settimane avuti a Gaza, spropositata reazione sulla popolazione civile ad un gesto criminale dei gruppi terroristici Palestinesi.

Non si tratta di come la si pensi su questo o su quell'argomento. Potete pensare anche che Putin sia un pacifista Zen oppure il nuovo Hitler, che Zelensky sia  un abile stratega, che Nethanyau sia un santo. 

Il punto è che nessuno si può sentire depositario della verità, nemmeno in campo scientifico, perchè altrimenti si creerebbe una dittatura tecnocratica che nulla ha che fare la democrazia.

In democrazia non prevalgono le ragioni teoriche, ma le decisioni di una guida possibilmente capace di interpretare le esigenze e le sensibilità di una popolazione.

La scienza non è un blocco monolitico e dogmatico. Le opinioni tra scienziati possono essere discordanti e opposte, per cui zittire chi non è specializzato non ha senso. 

La scienza poi è spesso al servizio dei potenti e delle grandi aziende, per cui persegue verità parziali, in alcuni casi, se non finte verità modulate sugli interessi del capo e firmatario degli assegni.

E' per questo che anche l'ignorante o la persona media hanno non solo il diritto, ma anche il dovere di farsi una idea, per non subire passivamente le decisioni delle elite e dei politici. 

E' troppo comodo dire: stai zitto e pensa a te stesso, noi decidiamo per te perchè siamo più bravi e ne sappiamo di più. Ciò può portare solo alla prevaricazione di interessi lobbistici di pochi a svantaggio di molti.

Un contadino, un impiegato, le persone che vivono sulla propria pelle le difficoltà della maggior parte della popolazione e hanno una percezione più chiara dei processi sociali di molti politici e teorici.

Da quella esperienza scaturiscono le loro opinioni e il loro voto. Dal loro vissuto si crea una visione politica. Poi arriva youtube e pensa di insegnare a loro cosa sia giusto pensare e cosa abbiano il diritto di dire. Non funziona esattamente così.

venerdì 8 dicembre 2023

Toh che sorpresa. Vlad ha gli stessi amici nostri




Vladimir Putin è stato accolto negli Emirati e in Arabia con tutti gli onori

Le cose non cambiano, anche se si vuol far credere che siano l'opposto. Avevano tentato di far credere in tutti i modi che Vladimir Putin fosse alle corde politicamente, che avesse il cancro, che avesse avuto un infarto (Notizia data da La 7 il 23 Ottobre, vedi foto in basso) eppure è lì. 

Sta tessendo nuove alleanze, implementando la cooperazione tra i paesi Brics, che probabilmente si arricchiranno di nuovi ingressi.

E chi verrà a cena al tavolo dei Brics?  Forse qualcuno degli alleati arabi dell'Occidente, che si ritrovano amici dello "Zar" cattivone quanto delle "immacolate" leaderships Euroatlantiste.

Due giorni fa lo Zio Vlad era ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi,  accolto con tutti gli onori dal leader Zayed al-Nayan, per poi nello stesso giorno recarsi in Arabia Saudita a ricevere il caloroso abbraccio di Mohammad bin Salman.

Per quanto non democratici, si tratta di due paesi ricchi con cui l'occidente ha forti rapporti politici, diplomatici e commerciali.

La capitale Arabica Ryad è fresca di nomina per l'Expo 2030, surclassando Busan in Corea del Sud e Roma. Questo è segno di un riconoscimento ampio da parte dei partner di più continenti.

Diventa difficile ora portare avanti la narrazione di "Europa giardino del mondo" promossa da Josep Borrell, vicepresidente della Ue. Non è più possibile fare la morale ai cosiddetti paesi arabi e non democratici da parte dell'occidente. 

Altro vecchio comune amico è il Qatar, che oltre a corrompere alcuni parlamentari europei è anche stato paese ospitante degli ultimi Mondiali, con corredo aggiuntivo di scandali legati alla FIFA. Nel contempo all'ombra delle torri di Doha villeggiano i capi di Hamas, circondati dal lusso più sfrenato.

L'Arabia è lo stesso paese che ha ucciso e fatto sparire nella sua ambasciata a Istanbul il giornalista Jamal Khassoggi.

Non vedo tutto il clamore delle nostre femministe inveire contro questi paesi antidemocratici in cui la donna è fortemente limitata nelle sue libertà, almeno come le concepiamo in occidente.

La Ue, gli Stati Uniti e le cancellerie occidentali vogliono avere rapporti con costoro. Ma questi ultimi sono proprio coloro che riconoscono un ruolo di prestigio a Putin e gli stendono tappeti rossi, facendo volare aerei militari che spargono fumo colorato come la bandiera Russa.

Gli amici residenti nel Golfo Persico che i nostri capi di Stato si tengono cari  sono gli stessi che accolgono a braccia aperte il nostro presunto nemico numero uno Vladimir Putin.

E mentre da dieci anni c'è silenzio nei nostri media verso quello che è successo in Donbass in cui c'era un aggressore (i carri armati Ucraini) e un aggredito (tutto il popolo di Donetsk e Luhansk, i cui capi chiedevano inizialmente solo più autonomia) non notiamo lo stesso sdegno della stampa mainstream

verso il massacro in corso a Gaza, dove la concentrazione dei bombardamenti e delle vittime è stata enormemente più forte della offensiva Russa.

Ai bambini di Donetsk cadono i denti per via della mancanza di luce, sole e vitamina D, costretti a vivere negli scantinati. I sopravvissuti di Gaza sono in esodo in cerca di salvezza, senza più una casa.

Tuttavia una buona fetta della stampa del Belpaese giustifica questo nel nome della lotta al terrorismo. Nethanyau è il leader di un paese democratico e agisce normalmente per loro, mentre il cattivo rimane solo Putin che, per carità, non vincerà mai il Nobel per la pace, ma intanto fa parte del nostro stesso giro di amicizie.

In pratica, ci troveremo a giocare a calcetto il giovedì con lui e farà il galante con le stesse ragazze, tra un cinema, un pop corn e qualche accompagnamento a casa alla guida della sua Volga fresca di autolavaggio.

E gira che ti rigira, finirà che per non guastarci i nostri burgers al pub ci toccherà parlare anche con lui, il vecchio Zio Vlad di San Pietroburgo, che conosciamo dai tempi del Judo.

A quel punto forse capiremo che se due amici bulli come Vlad e Volodymir litigano non dobbiamo parteggiare per il secondo solo perchè è più piccolo, dotandolo di una fionda.

La prossima volta magari ci attiveremo per prevenire il peggio, per fargli fare pace, prima che se le diano di santa ragione, avendo il coraggio di disobbedire anche al Ras del quartiere (il buon vecchio Sleepy Joe) e facendo attenzione piuttosto che non cada dalla bici.



giovedì 7 dicembre 2023

Stasera 7 Dicembre 2023 Senza Riguardo, alle 21:15

 

Visione tv sospesa per una settimana, la mia solidarietà a tutto il team

Visione Tv, nota per fare una informazione contraria ai grandi gruppi di potere, è stata sospesa da youtube per sette giorni. Il motivo? 

-Disinformazione su temi sanitari -

In più è stato rimosso un video sulla importanza dei valori natalizi ad opera di un noto porporato.

Ancora una volta qualcuno crede di essere dententore della verità e di poter decidere cosa gli altri debbano pensare.

A volte questa tentazione può sembrare giustificata su alcuni temi, ma in realtà questa è la porta per la censura e per una seria limitazione della libertà di opinione. Perdipiù l`argomento oggetto della censura ìnon aveva affatto verità ampiamente condivise, visto che c`è una forte divergenza di vedute sia in ambito scientifico sia tra la popolazione. 

Il punto non è condividere o meno un punto di vista, quanto sostenere una libertà di base del genere umano, ovvero l'espressione del proprio pensiero senza coercizioni e senza censura.

Vi lascio con la rassegna stampa di oggi sul canale di recupero Visione - un altro sguardo sul mondo, che sarà attivo al posto di Visione Tv fin quando non ci sarà il ripristino della facoltà da parte degli autori di postare video.

Buona visione.



lunedì 4 dicembre 2023

Alessandro Meluzzi, ti aspettiamo!

Il professor Meluzzi ha avuto una ischemia poche decine di ore fa ed è stato operato d'urgenza. Le sue condizioni sono al momento stabili. Ho imparato ad apprezzare negli ultimi anni lo psichiatra forense e vescovo ortodosso negli ultimi anni. Mentre in tanti avevano paura di parlare, perfino tra i partiti politici, riconosco a lui, a Diego Fusaro, a Vittorio Sgarbi, a RadioRadio, a Massimo Mazzucco, Red Ronnie e pochi altri il merito di aver fornito una visione dissenziente nei confronti del regime sanitario degli ultimi anni. Qui sotto c`è un mio breve video con alcune riflessioni.

giovedì 30 novembre 2023

La mia partecipazione a Senza Riguardo, 30 Novembre 2023, ore 22:00

Vi aspetto numerosi per trattare di energia, di Expo 2030 e altro ancora. Il video della diretta streaming resterà a disposizione di chi vorrà guardarlo in  un secondo momento


sabato 25 novembre 2023

Ridicola criminalizzazione dell'uomo, del maschio e del padre da parte dei media

I network e i gruppi editoriali più importanti (tutti o quasi tutti più o meno) si stanno spendendo in maniera idiota per dire che "tutti i maschi sono colpevoli", in seguito all'omicidio di Giulia Cecchettin.

Non è chiaro perchè la stragrande maggioranza degli uomini che si comporta correttamente debba essere criminalizzata in seguito ad un fatto di cronaca, messo in risalto più di altri molto simili che avvengono ogni giorno e dovuto più che altro alla fragilità di un giovane, Filippo Turetta. 

Di quest'ultimo  si sono già appurati alcuni problemi psicologici. Alle prime difficoltà vere che la vita gli oppone, alcuni giovani naufragano, perdendo la bussola, forse anche a causa di alcune caratteristiche della vita e della società odierna, che li confonde, li riempie di finte priorità e li rende ipersensibili.


Doppio standard, mistificazione e strumentalizzazione

Non c'è nessun Ku Klux Klan dei maschilisti che si è riunito e  ha dichiarato guerra alle donne.

Secondo questo sondaggio  pubblicato da Openpolis, nel 2019, quando già questo vento folle di caccia alle streghe (o meglio, agli stregoni) spirava forte, l'Italia sarebbe stata al ventesimo posto su ventiquattro paesi europei presi in esame nella classifica degli omicidi di donne

E' giusto incrementare misure per prevenire il crimine e per difendere le vittime.

Le vittime però sono anche quelle decine di uomini uccisi da mogli, compagne e fidanzate ogni anno. Basta fare qualche ricerca su internet tra i siti di notizie, oppure leggere le pagine di cronaca nera dei giornali.

Ecco alcuni esempi (due articoli e un video)

https://www.corriereadriatico.it/ancona/delitto_fabriano_ucciso_casa_compagna_lampada_cellulari_raggi_x_ultime_notizie-7451096.html?refresh_ce

https://www.milanotoday.it/cronaca/omicidio/luigi-buccino-vita-di-bono.html


 

Non mi sembra che nei noti casi di Sonia Bracciale e della Mantide di Casandrino si disse che tutte le donne erano assassine e femministe.

Numerosi sono stati i casi dopo l'omicidio di Cogne in cui una madre uccide uno o più figli, ma non mi risulta altrettanto che si sia mai detto che tutte le donne siano come la Franzoni.


Claudia Gerini e Nancy Brilli: due interviste significative

Qualche tempo fa sono state pubblicate due interviste: una di Nancy Brilli e una di Claudia Gerini.

La Brilli nazionale dichiarò di aver tirato un calcione a Ivano Fossati, tanto forte che quasi gli ruppe una gamba.



Nonostante tutto, si tratta di un episodio da contestualizzare e non penso che Nancy Brilli sia una brutta persona, anzi.

La Gerini ha detto: 

Mia figlia Rosa rifletteva sul fatto che gli uomini non prendono più l’ascensore per paura di venire denunciati. Io dico: meglio che gli uomini abbiano paura piuttosto che mi infilino le mani dove vogliono. Ci sono debiti che i maschi, tra virgolette, devono pagare, colpe reiterate nei secoli.

Cosa sarebbe successo se a parti invertite, Ivano Fossati, uomo ed ex compagno di Nancy, avesse detto: tirai un calcione alla Brilli?

Ve lo dico io: lo avrebbero distrutto.

Certo, anche il discorso della Gerini, come quello della Brilli, era più ampio, ma quante volte sono state estrapolate frasi da una intervista per distruggere la reputazione di qualcuno? 


Non credo che Claudia Gerini abbia mai augurato di avere paura, senza avere colpe, agli uomini importanti della sua vita.

Tra questi abbiamo il fu Gianni Boncompagni che l'ha diretta nel programma "Non è la Rai", Carlo Verdone che l'ha valorizzata dandole un ruolo da protagonista in "Sono pazzo di Iris Blond", Federico Zampaglione che è stato per anni il suo compagno.

Nessuno ha messo la Gerini all'indice ed è giusto che la nota attrice non venga messa alla gogna.

Tuttavia ha detto una idiozia. Se noi uomini ragionassimo come lei e come le femministe, scenderemmo in piazza, fonderemmo un movimento stile Me too e urleremmo come ossessi al sessismo e alla tirannia del matriarcato.

Origini della strumentalizzazione

Stiamo trattando due facce dello stesso crimine: i femminicidi da una parte, mogli e compagne che uccidono gli uomini dall'altra.

Probabilmente la prima tipologia è più frequente ed è giusto che si prendano provvedimenti per questo come per ogni tipo di violenza. Quello che non va bene è la evidente strumentalizzazione del tema.

Dire che oggi c'è più maschilismo rispetto a trenta o quarant'anni fa è falso. Semmai è vero il contrario.
Quaranta o cinquant'anni fa non c'erano per nulla o quasi, statistiche sul femminicidio e sulle violenze di genere ma è facile dimostrare che il fenomeno era più frequente allora di oggi.

E allora perchè si soffia sul fuoco?

Io due idee in merito le avrei. 

Potremmo approfondire le pubblicazioni di certe elite internazionali che cercano di influenzare il modo di vivere di intere nazioni, servendosi anche e non solo dei media.

Potremmo citare le parole di George Soros sulla famiglia patriarcale. Potremmo approfondire il discorso su come distruggendo la figura dell'uomo e del padre si tenti di svilire uno dei valori fondanti dell'occidente come la famiglia. In parte lo abbiamo già fatto e per ora vi invito a leggere quest'altro articolo da me scritto.

venerdì 24 novembre 2023

Considerazioni sul Pescara dopo tredici partite


Qualche tempo fa, quando il tempo era ancora caldo e le granite abbondavano sui tavoli all'aperto delle terrazze Italiane, abbozzai qualche considerazione sull'organico del Pescara e sulle previsioni per questo campionato.

Purtroppo devo constatare come finora tali aspettative sono state pienamente confermate. Dopo un avvio incoraggiante dovuto alla buona condizione atletica e alla chiarezza delle idee di gioco, fatte di pochi e semplici dettami, la squadra si era attestata tra i primi tre posti della classifica.

In seguito è sprofondata non tanto nella posizione ma piuttosto nella distanza in punti con le compagini più forti.

Gli avversari hanno preso le misure ai giovanissimi biancazzurri, bloccando il loro gioco e al tempo stesso qualcosa si è appannato nella mente dei ragazzi nel seguire i dettami del tecnico di Praga.

Confermiamo alcuni punti.

Lasciar partire il bomber Lescano per un piatto di lenticchie è stato un errore.

Non voler prendere qualche rinforzo di qualità ed esperienza oltre a mantenere Lescano non ha consentito e difficilmente consentirà alla squadra di primeggiare. In C la promozione è difficile. Ci sono 4 posti a disposizione per 60 squadre e un minimo di investimento in più, pur tenendo conto di costi e ricavi, va tentato.

La dirigenza esprime pauperismo, afferma che le casse sono vuote e che il piatto piange. E' normale però che le casse si svuotino non solo per i costi di gestione, ma per i dividendi, che trasferiscono i surplus di bilancio dalle finanze societarie ai conti correnti degli azionisti.

Non si può fare la radiografia delle risorse economiche altrui. Ci sono imprenditori che hanno investito e che hanno saputo fare calcio, ripianando i debiti ma anche guadagnando da vendite importanti come quelle di Lapadula, Torreira, Quintero, Verratti, Bjarnason, Davide Zugaro De Matteis et cetera.

Ci sono stati investimenti poco felici come quelli di Nzita e Vukusic anche. Tutto sommato però i guadagni ci sono stati. Presto arriveranno anche i soldini della rivalutazione di Verratti, frutto di particolari regole sul calcio giovanile.

Potrò sbagliarmi, ma questa dirigenza, intesa come i suoi azionisti di maggioranza, ha i mezzi per investire denaro fresco e portare la squadra in B o almeno provarci sul serio. Sicuramente gli introiti in cadetteria sarebbero maggiori: più entusiasmo verso la squadra, più pubblico allo stadio, diritti televisivi meglio retribuiti, sponsor più grandi per caratura e budget, merchandising.

Zeman ha 76 anni, può allenare ancora per poco e non basterà a far vincere con pochi soldi. I miracoli non accadono spesso.

Soprattutto non si parli di progetti sportivi incentrati sui giovani, se molti di essi vengono venduti l'anno successivo e il Pescara non fa in tempo a vedere i frutti di un gruppo affiatato sul campo.

Io penso di condividere le speranze di tutti a Pescara: quello di tornare nel posto che ci compete, ovvero in un calcio fatto di grandi stadi e grandi società sportive, visto che, in seguito a un referendum, la città del Vate accorperà in pochi anni due centri urbani limitrofi (Montesilvano e Spoltore) fino a contare ben 200 000 abitanti.

domenica 3 settembre 2023

Il Grande Lebowski: considerazioni a distanza di 25 anni




La percezione dell'arte a volte cambia con gli anni, con gli umori del momento e con le fasi della vita.

Era il 1998 quando questo film uscì nelle sale. Ricordo che andai a vederlo al cinema. Sarà stato il mio stato d'animo del momento poco ben predisposto, sarà stata la mia stanchezza verso la cinematografia americana sempre pronta ad esagerare e ad andare fuori dalle righe, ma il film mi infastidì un poco. 

Lo liquidai come una storia strana e con il gusto dello strambo e del macabro, tra dita mozzate, persone grezze e scapestrate, fricchettoni mezzo punk e mezzo nazisti, John Turturro in versione maniaco che lecca la palla da bowling e così via.

Qualche mese fa mi è tornato in mente questo film che tanto piaceva ai miei compagni di comitiva di allora, che come me avevano diciannove anni.

Ho voluto rivederlo dopo tanto tempo, giusto per confermare le mie vecchie impressioni.

Stavolta però l'Andrea del 2023 ha avuto un impatto diverso col lungometraggio in questione.

Il film è simpatico, leggero, sebbene succeda un po' di tutto e ci siano episodi abbastanza spiacevoli.

Jeff Bridges all'epoca aveva già 48 anni, ma da attore tipico di Hollywood era sempre in grande forma e sembrava più giovane. Inoltre era di bell'aspetto e curato, col visetto pulito delle classi medio alte. Forse fu per questo che i fratelli Coen ci si misero d'impegno, non riuscendoci nemmeno tanto, nel renderlo sgradevole alla vista. 

Aveva i capelli lunghi, la barba folta, era sporco, trangugiava latte in maniera scomposta, sciorinava parolacce a destra e a manca.

Tutto sommato il Lebowski di Jeff Bridges è un pacifista ed ex figlio dei fiori che cerca di appianare ogni tipo di contrasto.

Non si sa come viva e sopravviva nella costosa Los Angeles, visto che non lavora. 

Lebowski si trova suo malgrado invischiato nei guai provocati da altri. Un boss della mala (il sempre ottimo Ben Gazzara), un suo ricco omonimo con una giovane convivente spilla soldi e la sua giovane figlia creano una dinamica di inganni e di estorsioni.

Il Lebowski povero, detto Drugo, viene messo in mezzo ad una storia più grande di lui, mentre lui vorrebbe solo giocare a bowling e bighellonare con i suoi due amici.

Tra questi c'è un Ben Goodman versione scemo di guerra pericoloso. E' un deviato violento provato dalla guerra del Viet Nam con un senso della giustizia tutto suo. Tuttavia non manca di momenti di tenerezza e di debolezza. 

E' una bella trovata: il veterano del Viet nam e il capellone pacifista, più il terzo della comitiva, un giovane biondo e semplicione, sono tutti e tre amici sinceri e inseparabili.

I Lebowski padre e figlia  usano il loro omonimo povero per i loro scopi.

Il proletario straccione e anche un po' fesso è quello che tutto sommato rischia di lasciarci le penne.

La Lebowskina è interpretata da una giovane Julianne Moore, come al solito all'altezza della situazione e molto attraente.

Ella non mancherà di offrirsi al Lebowski straccione, approfittando della sua non  ostentata prestanza fisica, ma per mero tornaconto personale.

I fratelli Coen a tratti creano delle scene oniriche di grande potenza visionaria, con trasvolate all'inseguimento di un tappeto volante sopra Los Angeles e i viaggi tra i birilli animati in cui appare anche Saddam Hussein (gli autori fanno risalire i fatti a qualche anno prima del film, ai tempi della prima guerra del golfo).

Notevole è anche la scena, non frutto di un sogno, della festa nel giardino del boss, in cui dei ragazzi estasiati e belli fanno volare su un improvvisato trampolino per salti una altrettanto splendida ragazza in topless. L'azione si svolge al rallenty con una musica molto particolare e azzeccata.

In quel momento il cinema di Fellini riecheggia in qualche modo tra gli sfarzi edonistici.

E' una storia di cialtroni, sfruttatori e ipocriti, di ricchi e di poveri a confronto, di gente più o meno onesta che viene a contatto con dei delinquenti.

E' un mondo precario in cui poche amicizie e frequentazioni reggono e che viene alleggerito dalla verve comica delle situazioni surreali che via via si creano.

Il film nel finale lascia in bocca un sapore agrodolce e un senso di divertimento. 

Tuttavia, in una storia come questa e nel suo mondo di squinternati c'è poco da stare allegri.

Quanto al sottoscritto, mi sono trovato a rivalutare il film.

Sotto la scorza del prodotto americano pazzoide, il progetto dei fratelli Joel ed Ethan Coen ha una sua coerenza, una sua cifra stilistica e a tratti anche qualche squarcio di raffinatezza. 

Mentre nelle solite "americanate su pellicola" il gusto per la stranezza è fine a sè stesso, ne "Il Grande Lebowski" la bizzarria trova la sua ragione di essere e dà personalità all'opera.





Stucchevole dibattito su poche parole di buon senso pronunciate da Andrea Giambruno

Da alcuni giorni si è aperto un feroce dibattito su poche parole che Andrea Giambruno avrebbe pronunciato, in merito al recente stupro di gruppo di Caivano. Le parole imputate a Giambruno erano all'incirca queste: "se non ti ubriachi, riduci i rischi di venire stuprata".

Già da come era stata raccontata la vicenda, era chiaro già il messaggio. Giambruno non ha certo giustificando lo stupro, ma ha detto solo poche parole di buon senso.

RadioRadio ha postato il video del dibattito oggi ed è venuto fuori che il discorso era stato affrontato non da Giambruno, ma dal giornalista Senaldi e dall'avvocatessa Bernardini De Pace, argomentando in maniera ben più complessa. 

Giambruno aveva solo integrato, con pochissime parole, quello che avevano detto gli ospiti della trasmissione, quasi facendo un riassunto di quanto detto e completandolo.

E Giambruno ha anche lui precisato, come si sente nel video, che non c'è giustificazione allo stupro.

Basta ascoltare il video e se si è minimamente obiettivi, si ci rende conto di quanto sia stucchevole questo dibattito.



sabato 2 settembre 2023

Chi è veramente Alexei Navalny

Lo scomodo recente passato nazista di Navalny di cui i "professionisti dell'informazione" nostrani non parlano



Da attivista filonazista a pupillo delle leadership occidentali, tratteggiamo un ritratto in chiaroscuro di un attivista coraggioso ma controverso


Alexey Navalny viene descritto come un eroe dai media nostrani e anche da parecchie leaderships filo occidentali.

Di certo è stato coraggioso ad opporsi al dittatore Putin, è stato avvelenato sicuramente per motivi politici. Il punto è: sarebbe un leader valido? Putin è un autocrate feroce, ma è anche un politico abile, in grado di rimettere in piedi un paese in pezzi, di far crescere la sua economia in maniera rilevante e di tessere alleanze solide e strategiche.

Navalny è un attivista che brindava all'olocausto, che difendeva i violenti che assaltavano gli immigrati in Russia e che chiamava i Caucasici "roditori" e i musulmani "scarafaggi".

Di chiare simpatie neonaziste, il suo seguito in piazza era pieno di facinorosi di quella ideologia, che è molto presente in Russia. Basta il fatto che sia in galera per farne un martire e un grande leader?


Ecco come viene descritto e come viene insignito da noti leaders e capi di stato Alexey Navalny. Si tratta di un articolo sul sito della Rai.

"Alexei Navalny, attivista dell'opposizione russa che sta scontando la sua pena in una colonia penale dallo scorso febbraio, è stato insignito del premio Cavaliere della Libertà durante l'evento organizzato dal Forum di sicurezza di Varsavia. A nome del detenuto Navalny, il premio è stato ritirato dai suoi collaboratori - Vladimir Milov e Leonid Volkov. Il Premio Cavaliere della Libertà viene assegnato ogni anno dagli organizzatori del Forum di sicurezza di Varsavia - la Fondazione Kazimierz Pułaski. 

Il premio consiste nella consegna al vincitore di una sciabola, una copia fatta a mano della sciabola del generale polacco Kazimierz Pułaski, “eroe dei due mondi”, distintosi nella lotta per l’indipendenza della Polonia e nella guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti. In precedenza, tra i vincitori del premio c’erano il magnate dissidente russo Mikhail Khodorkovskij, ex leader polacco Lech Wałęsa, Javier Solana, l'ex presidente lituana Dalia Grybauskaite e l'ex presidente lettone Vaira Vīķe- Freiberga".


Per la cronaca, Khodorkovskij, sebbene punito da Putin per averlo affrontato, è un ex oligarca che cercava di condizionare la politica nazionale e che aveva chiare ambizioni di potere. La sua categoria degli imprenditori rapaci arricchitisi enormemente, approfittandosi delle spoglie della defunta Unione Sovietica non è proprio un esempio di futuro della democrazia. 

Abbiamo visto in che condizioni era ridotta la Russia di Eltsin quando costoro comandavano dietro le quinte e come versa e versava la stessa Ucraina odierna e pre-bellica.

In contrapposizione all'articolo della Rai,

un sito pro-israeliano riporta informazioni un tantinello differenti su Navalny, che dopo qualche anno avrebbe avuto dei "ripensamenti" in merito.


Ecco un simpatico video dove il buon Alexei esaltava il diritto alle armi in Russia e apostrofava simpaticamente i Musulmani. Un vero messaggio democratico e di pace.


Volere un leader diverso da Putin può sembrare un auspicio comprensibile, anche se a questo dovrebbero pensare principalmente i Russi e non la Nato. Alexei Navalny ha coraggio. Non merita la lunga prigionia a cui è stato condannato (19 anni).  Non versa in buone condizioni di salute, Ha subito un avvelenamento molto grave pochi anni fa.

Tuttavia non è un democratico (checchè se ne dica della sua redenzione). Non merita la glorificazione e la mistificazione che se ne è fatta (vedi il premio Sacharov del 2021).

Personalmente non lo vedo come un abile politico in grado di condurre una enorme  nazione complessa e sfaccettata come la Russia verso la democrazia, conservando la sua unità politica e territoriale.

Video: Le colonie estive Neonaziste per ragazzi in Ucraina

Disclaimer: io sono per la integrità territoriale dell'Ucraina in base ai suoi confini effettivi prima del 2022. Supporto gli Ucraini nel loro diritto di vivere in pace e di non subire influenze da parte di potenze prevaricanti come la Russia negli ultimi 20 anni. Quello che per me è importante però è che si dica e si scriva la verità e purtroppo in Italia si fa troppa propaganda in merito. La verità non è mai faziosa e non ha un colore politico.

Questo video del quotidiano Britannico "The Guardian" è di cinque anni fa.

Buona visione.




I finanziamenti Usa all'Ucraina prima dell'invasione Russa



Disclaimer: io sono per la integrità territoriale dell'Ucraina in base ai suoi confini effettivi prima del 2022. Supporto gli Ucraini nel loro diritto di vivere in pace e di non subire influenze da parte di potenze prevaricanti come la Russia negli ultimi 20 anni. Quello che per me è importante però è che si dica e si scriva la verità e purtroppo in Italia si fa troppa propaganda in merito. La verità non è mai faziosa e non ha un colore politico.


Non starò qui a sbugiardare le già flebili bugie sul conflitto in essere in Ucraina. Basti sapere che l'esercito Ucraino veniva ampiamente foraggiato dagli Usa già da diversi anni e anche Trump ha fatto la sua parte. C'è stato un periodo in cui il battaglione Azov ha minacciato di marciare su Kiev se gli aiuti richiesti non fossero arrivati. Vi ricorda qualcosa?


Ecco un articolo de "Il Manifesto del 10 Febbraio 2015, firmato da Manlio Dinucci.

In Ucraina gli Usa inizieranno in primavera l’addestramento e l’armamento della Guardia nazionale: lo conferma ufficialmente il Comando europeo degli Stati uniti, precisando che il programma rientra nell’iniziativa del Dipartimento di stato per assistere l’Ucraina ad attuare «la difesa interna».

Il finanziamento, già autorizzato dal Congresso, viene fornito da uno speciale Fondo costituito dal Pentagono e dal Dipartimento di stato per «fornire addestramento ed equipaggiamento a forze di sicurezza straniere», così che «i paesi partner possano affrontare sfide importanti per la sicurezza nazionale degli Usa». La missione di addestramento in Ucraina serve a «dimostrare l’impegno Usa per la sicurezza del Mar Nero e il valore delle forze Usa schierate in posizioni avanzate». 
 Le unità della Guardia nazionale ucraina, comprendenti secondo stime approssimative 45-50mila volontari, saranno addestrate da istruttori Usa nel campo militare Yavoriv presso Lviv (Leopoli, ndr) a circa 50 km dal confine polacco. La Guardia nazionale, costituita dal governo di Kiev nel marzo 2014 con un primo finanziamento Usa di 19 milioni di dollari, ha incorporato le formazioni neonaziste, già addestrate da istruttori Nato per il «putsch» di Kiev (come mostra una documentazione fotografica su militanti neonazisti addestrati nel 2006 in Estonia). 

I battaglioni Donbass, Azov, Aidar, Dnepr-1, Dnepr-2 e altri, che costituiscono la forza d’urto della Guardia nazionale, sono costituiti da neonazisti sia ucraini che di altri paesi europei. Le atrocità da loro commesse contro i civili di nazionalità russa nell’Ucraina orientale sono ampiamente documentate da video e testimonianze (basta digitare su Google «atrocità dei neo-nazi in Ucraina»). 

Ma, nonostante che Amnesty International abbia accusato il governo di Kiev di essere responsabile dei crimini di guerra commessi da questi battaglioni, gli Usa hanno continuato a sostenerli, fornendo loro anche mezzi blindati. E ora li potenziano con il programma di addestramento e armamento. 

Esso rientra nell’«Operazione fermezza atlantica», lanciata dal Comando europeo degli Stati uniti per «riassicurare i nostri alleati, di fronte all’intervento russo in Ucraina, e quale deterrente per impedire che la Russia acquisti l’egemonia regionale». Nel quadro del crescente dispiegamento di forze Usa nell’Europa orientale, il Pentagono ha inviato «esperti militari per accrescere la capacità difensiva dell’Ucraina» e stanziato altri 46 milioni di dollari per fornirle «equipaggiamenti militari, tra cui veicoli e visori notturni». Washington sta quindi già armando le forze di Kiev che, anche senza ricevere armi pesanti dagli Usa, possono procurarsele con i milioni di dollari messi a loro disposizione.

Mentre Germania, Francia e Italia si dicono favorevoli a una soluzione diplomatica e quindi contrarie alla fornitura di armi a Kiev. Ma allo stesso tempo, al vertice di Bruxelles, si impegnano, insieme a Gran Bretagna, Spagna e Polonia, ad assumersi i compiti maggiori nella formazione della «Forza di punta» della Nato, nel quadro della «Forza di risposta», portata da 13mila a 30mila uomini e dotata di sei centri di comando e controllo in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Bulgaria. Mentre gli Usa, in preparazione del vertice di Minsk sull’Ucraina (cui volutamente non partecipano),

assicurano per bocca del segretario di Stato che tra gli alleati «non ci sono divisioni, siamo tutti d’accordo che non possa esserci una soluzione militare». Ma allo stesso tempo, addestrando e armando i neonazisti ucraini, gli Usa alimentano le fiamme della guerra nel cuore dell’Europa.

Diffusione delle centrali a carbone in Europa


Mentre l'Unione Europea si ammanta di verde e impone una fatisciente transizione ecologica, scopriamo che le inquinanti centrali a carbone sono ampiamente utilizzate da diversi paesi aderenti.

La mappa è molto esplicativa e indica in che percentuale tale fonte di energia influisce sul totale della produzione nazionale.

Voi però andate a comprare le auto elettriche con 500 km di autonomia e dal costo di 38 000 euro, redarguendo il vostro amico proletario con la Fiat Panda del 2002. Mi raccomando.

Calciomercato Pescara: il punto alla chiusura dei battenti


Nella foto:lo stadio Adriatico Cornacchia di Pescara dopo la recente ristrutturazione


Il Calciomercato del Pescara si è chiuso ieri alle 20:00. Ho già espresso delle opinioni di recente in merito alla campagna acquisti. Poco è cambiato in seguito. Mancavano una mezzala e un difensore. Sono arrivati Franchini e Di Pasquale, entrambi dal discreto curriculum.

Possiamo già svolgere alcune riflessioni in merito.

La prima è che Lescano, bomber da 21 reti la scorsa stagione, con due mesi e mezzo passati in panchina per motivi disciplinari, non è stato rimpiazzato adeguatamente, almeno sulla carta, dai subentrati Tommasini e Accornero.

La seconda: ci sono degli elementi nuovi e in parte sconosciuti perchè provenienti dalle squadre Primavera o con poca esperienza, per cui bisogna per forza vederli all'opera per saperne di più.

Terza: alcuni elementi possono essere considerati come buoni acquisti: Tunjov, Squizzato, lo stesso Di Pasquale e anche Franchini. Con l'arrivo degli ultimi due si è ribilanciata un minimo una rosa molto giovane.

Quarta: alcuni elementi considerati giovani l'anno precedente hanno un anno in più alle spalle e questo rodaggio potrebbe essere positivo. Plizzari, Mesic (che è in crescita di condizione e l'anno scorso non ha giocato per molto tempo ed era reduce da un infortunio grave). Soprattuto Pellacani, che è un centrale o anche esterno grintoso, non ha giocato per la maggior parte della stagione l'anno scorso e quest'anno si propone come l'uomo in più.

In definitiva, le cessioni di Lescano, Rafia e Delle Monache farebbero pensare ad un indebolimento, ma al di là di chi li sostituisce adesso nei loro specifici ruoli, ci sono parecchi calciatori nuovi che vanno valutati sul campo e che potrebbero compensare le partenze e rendere la squadra al livello dell'anno scorso almeno.

Il Pescara non parte favorito in questo campionato, in questo girone B e soprattutto ai play off dove ci saranno quasi sicuramente corazzate importanti negli altri gironi come Avellino e Catania, tanto per gradire.

Il fattore Zeman, tecnico che quando riesce a trovare la stagione giusta può fare la differenza come già è avvenuto a Pescara nel 2011, potrebbe essere il vero valore aggunto e far rendere un 20-30% in più un parco giocatori sulla carta discreto ma non eccelso.

Oggi, alle 20:30, ci sarà la Juventus Next Generation all'Adriatico. Si possono prevedere forse 5500 - 6000 spettatori. Ieri alle 20:00 i biglietti venduti erano quasi 3000 di fronte ai 1500 abbonamenti. 

Non male, vista la campagna abbonamenti fiacca e la disaffezione cronica della piazza verso la dirigenza del Delfino.

Anche questo fa parte dell' "effetto Zeman"

venerdì 1 settembre 2023

Se vogliamo discutere di ecologia, facciamolo seriamente



Il dibattito sui media in questo come su altri temi è spinto più sulla rissa e sulla semplificazione che su una seria analisi.




Nella foto: Greta Thunberg

Si parla di auto elettriche ela Ue le propone come la panacea di tutti i mali per l'inquinamento globale. Peccato che queste auto con pochi centimetri di pioggia possono rompersi. Peccato anche che la loro autonomia sia limitata a poche centinaia di chilometri e ci vogliano ore per ricaricarle.

Se si va da Roma a Milano con una auto elettrica potremmo rimanere a piedi.

L'energia elettrica necessaria viene prodotta anche con metodi che non sono  green.  Inoltre le batterie necessitano di uno stoccaggio molto ben organizzato, giacchè sono radioattive.

Per produrre alcune componenti occorrono le terre rare. Siccome, come dice il nome stesso, queste terre sono rare, va da sè che le auto elettriche, così come sono prodotte adesso, non hanno un grande futuro.

Inoltre sono molto costose e non sono per tutte le tasche.

Ed è inutile che l'Unione Europea tenti di bandire auto seminuove euro 5 del 2014 per costringere i comuni mortali a comprare una auto nuova, magari elettrica. Non può funzionare.

Immaginate se i soccorsi nella recente alluvione in Romagna fossero stati svolti con mezzi elettrici. Si sarebbero fermati a metà strada.

Si parla di auto a idrogeno, ma sia la produzione di idrogeno che la creazione di auto che usano questo mezzo non è ne' green ne' sicuro. L'idrogeno compresso può essere fonte di esplosioni. Fughe di idrogeno possono causare avvelenamento e ustioni alla pelle. In più occorrerebbe un adeguato metodo di approvvigionamento di idrogeno, che non esiste in natura da solo ma è sempre legato ad altri elementi. Bisognerebbe produrlo in larga scala e non conviene farlo fin quando tale tecnologia non sarà sicura.

Per quanto riguarda la produzione di energia, gli Stati più sviluppati del mondo utilizzano una strada sola: un mix di fonti. Il Giappone si serve del nucleare e di altre fonti, forte di un piano energetico per i prossimi cento anni. I Tedeschi pianificano per i 60 anni successivi e sebbene siano molto attenti alle energie alternative e green, ancora oggi utilizzano centrali nucleari.



Nella foto: il sottoscritto Gretizzato


I Tedeschi sono molto avanti nella produzione dell'energia a biomasse, ma non è certo quella la fonte prevalente del loro approvvigionamento, segno che questa non può essere la via maestra.

Stessa cosa dicasi per l'energia solare, la cui produzione  in Italia presso le abitazioni dei singoli cittadini potrebbe essere semplificata e coadiuvata con maggiore organizzazione. Si potrebbero costruire più centrali ad energia solare, ma non è la soluzione. Il sole va e viene, quindi la produzione non è continua. I pannelli necessitano di manutenzione, sono danneggiabili dalla grandine. Surriscaldano il terreno attorno. Danneggiano il paesaggio in zone di rilevanza artistico-paesaggistico.

Sottraggono spazio alle colture.

L'olio di colza non può sostituire la benzina, perchè le colture necessarie sarebbero troppo estese rispetto alla disponibilità di terra esistente. Pare che si possa utilizzare anche la Marijuana per produrre combustibile, ma quello può andare bene per un road party Jamaicano al massimo.

In Giappone addirittura utilizzano l'olio di  frittura residua, di sera, dei ristoranti, per alimentare i mezzi pubblici. Questo però non risolve certo i loro problemi di approvvigionamento di idrocarburi.


L'implementazione dei servizi pubblici e dei parcheggi di scambio nelle città medie e grandi potrebbero essere d'aiuto, ma non se ne parla nei media in maniera rilevante.


Il maggior controllo sugli incendi estivi, che sono quasi sempre di origine dolosa, aiuterebbe a preservare il territorio a livello ambientale, produrrebbe una qualità dell'aria maggiore e un ecosistema più forte e sano.

Nella foto: Sara Falzone, la bambina della pasta Barilla, che ha ispirato Greta Thunberg e me


E' per questo che affidarsi a guru come la ragazzina Svedese che con la scusa della ecologia fa pippa a scuola prima ogni venerdì e poi per un anno sabbatico non porta a nulla. La soluzione non sono i ragazzini estremisti che bloccano il traffico e imbrattano i monumenti della nostra bella e invidiata nazione.

Parliamone seriamente, non come fanno nella Ue, dove poi si scopre che alcuni parlamentari si sono fatti corrompere dagli sceicchi Qatarioti.

Assurde direttive Europee sulle auto Euro 5



Con le regole Ue vigenti milioni di europei dovrebbero rinunciare alla macchina

Nella foto in alto c'è una Alfa Giulietta, prodotta negli anni delle euro 5. E' un'auto con moltissime dotazioni di serie e frutto di una tecnologia molto avanzata. Secondo le direttive europee non dovrebbe più circolare. 

Nel prossimo Consiglio dei Ministri il ministro Gilberto Pichetto Fratin, di concerto con il ministro Raffaele Fitto - precisa la nota - presenteranno un decreto per prorogare il blocco dei motori diesel Euro 5 previsto per il 15 settembre da un provvedimento imposto dall'Europa”.


“Intanto il Governo  - concludono gli esponenti regionali di FdI - lavorerà su proposte alternative quali interventi sugli impianti di risaldamento obsoleti, sulla riqualificazione del manto stradale con soluzioni che evitano la dispersione nell’aria, un più ragionevole utilizzo del dispositivo Move In con la sua installazione gratuita per gli utilizzatori, e incentivi economici per l’acquisto di mezzi green”.

Questo è un estratto di un articolo di ieri pubblicato sul sito della Rai.


Prosegue dunque l'assurdità delle regole imposte dalla Ue in tema di mobilità.


Si impongono le auto elettriche come unica forma di circolazione automobilistica entro il 2035 E' un obiettivo assurdo e non fattibile per costri, arretratezza tecnologica, infrastrutturale e anche inutile al fine della salvaguardia del pianeta perchè il resto del mondo non ha tale norma).


Il cattivone che inquina e mette a repentaglio il mondo è dunque il proletario che ha la Panda.


Le auto euro 5 sono state prodotte dal 2009 al 2014.  E' assurdo che un'auto del 2014, specie se passa la revisione ed è in buono stato, non possa circolare, anche tra due, cinque o dieci anni.


Chi non ha tanti soldi può permettersi al massimo auto di seconda mano.


Ci sono interi paesi della Ue in cui circola una maggioranza di veicoli usati e ben più vecchi degli Euro 5.


Una regola Europea deve dunque valere per tutti, In Italia come in altri paesi.


Queste regole dell'Europa al caviale della Von Der Layen vengono dettate mentre numerosi paesi UE sono in grosse difficoltà economiche, a cui la Ue si guarda bene da dare soluzioni. Anzi. Distrugge pezzo per pezzo le economie con le sue raccomandazioni sui lockdown, sulla politica monetaria, sulle licenze balneari ed altro ancora.


Questa dell'euro 5 è la solita stupidaggine che va contro i cittadini Europei invece di aiutarli. Bene farà il governo se effettivamente vuole una proroga, ma due anni sono pochissimi.

Governo Meloni latitante in temi di lavoro, indipendenza energetica, sovranità. In barba alla sua aura di Nazionalismo e di Sovranismo


Il nostro Esecutivo era stato "rimandato a settembre". Per ora è bocciato con gravi insufficienze


Giorgia Meloni ha insediato il suo governo il 23 Ottobre 2022. Siamo al Primo di Settembre. La scusa: -E' lì da poco-  non tiene più, se mai essa abbia avuto senso.

Questo governo si è distinto per due caratteristiche: 

1 La totale assenza di provvedimenti che potessero avere un impatto sul tessuto economico e sociale Italiano.

2 L'abbondanza di viaggi di Giorgia Meloni, tra un meeting e un altro, tra un bilaterale e un G20. Certo, le questioni internazionali e gli accordi hanno una loro importanza, ma quando un premier è sempre in viaggio e le situazioni da risolvere rimangono lì dove sono, ci si pone delle domande.

Giorgia Meloni aveva promesso e proposto risposte al caro prezzi per quanto riguarda l'energia.

I costi rimangono alti e il governo Meloni ha rimosso il taglio delle accise sulla benzina introdotte dal governo precedente.

La sforbiciata parziale e destinata solo a parte degli Italiani è programmata per il lungo termine. Per ora invece ci sono rincari in vista, stando alle indiscrezioni sulla prossima manovra autunnale. Nel migliore dei casi ci sono sgravi ad alcune categorie e incrementi ad altre, tasse rimosse o diminuite ed altre aumentate.

E' il solito e cervellotico taglia e cuci a cui siamo abituati da decenni e che non ha prodotto nulla di buono.

La Meloni aveva promesso nuove centrali energetiche e nuove trivellazioni per usare il nostro petrolio. Dove sono?

Il Ministro delle Infrastrutture Salvini aveva annunciato il Ponte sullo Stretto. Dov'è?

La Meloni aveva promesso una stretta sull'arrivo dei migranti, insieme con una diminuzione dei morti in mare. Ha proposto per un decennio circa il "blocco navale" addirittura. 

Gli sbarchi sono raddoppiati nell'ultimo anno.

Gli Ucraini accolti nella misura di centinaia di migliaia di persone sono anch'essi migranti e se ha un senso accogliere i rifugiati dalle guerre, non mi sembra che ci sia posto il problema per un loro inserimento reale nella società.

Soprattutto non si lavora per permettergli di ritornare a casa a guerra finita. Nè tantomeno si pensa che molti di essi non vorranno nemmeno tornare e rimarranno a carico di un paese già in forte crisi economica come il nostro, dove i giovani continuano ad emigrare per mancanza di lavoro.

Anzi, il governo lavora per servire scioccamente i propositi di guerra di Biden, perorando idee opposte a quelle che solo cinque anni fa Giorgia Meloni perorava (si leggano le sue dichiarazioni sulle sanzioni alla Russia e sulla Crimea).

Questo apre un altro argomento: il totale servilismo del governo attuale nei confronti degli Stati Uniti. Se è vero che siamo una colonia e che ci sono 19 basi Nato sul nostro territorio, è anche giusto mantenere la schiena dritta e chiedere una compensazione per la nostra collaborazione.

Un governo democratico non finanzia un regime corrotto che sopprime il dissenso, anche con l'uccisione, come quello Ucraino (vedi Gongadze, Buzina, Rocchelli e tanti altri). Lì non c'è democrazia e i partiti e media di opposizione vengono sciolti.

Le armi mandate finiscono in buona parte nelle mani della criminalità e dei terroristi.

L'Italia si fa partecipe di questo anzichè proporsi come mediatore per la pace e traendone anche un beneficio economico.

Avevo scritto in un precedente post, che potete trovare facilmente, che non farò sconti al governo Meloni. Per ora il nostro esecutivo è fallimentare, quasi totalmente fermo, succube di potenze di grande e di media importanza,  non parla dei temi del lavoro e non persegue l'interesse nazionale.

Chi mi conosce sa cosa vuol dire per me ciò che sto per scrivere: rimpiango quasi il governo Draghi.

Presentata la nuova Alfa 33 "Stradale": una auto per pochi eletti

 



Il 30 di Agosto mi è capitato casualmente di assistere alla presentazione in streaming della nuova Alfa 33 stradale, sorta di remake di una auto sportiva che nulla a che fare con la 33 che ha venduto un milione di esemplari dal 1983 al 1995.

Di questa verranno prodotti solo 33 esemplari, già tutti prenotati da clienti facoltosi.

La macchina è interessante e ricalca le forme della sua omonima Alfa 33 Stradale, vettura sportiva degli anni '60.

Colpiscono i cerchi e i fari, molto ricercati.

Gli interni non sono stati mostrati e ne abbiamo solo qualche immagine modificata al computer.

Saranno disponibili due motori: o la versione a benzina da 620 cavalli 3.0 V6 oppure la elettrica da 750 cavalli con una autonomia di 450 km.

La cerimonia di presentazione non è stata esaltante. L'ottimo attore e doppiatore Luca Ward, a dispetto del suo cognome anglosassone, si è prodotto in una introduzione retorica ed entusiastica, mostrando un inglese stentoreo, abbastanza corretto grammaticalmente, ma masticato con cacio e pepe.

Resta comunque un grande talento e il suo charme si è notato anche in questa occasione.

Sono seguiti altri discorsi affettati e troppo retorici anch'essi di dirigenti e progettisti Alfa.

La macchina non si vedeva bene, non veniva inquadrata nei dettagli e nelle varie angolature, si trovava in un teatro sotto le luci artificiali e come detto prima, gli interni non sono stati mostrati

Andiamo al nocciolo della questione: produrre una superautomobile per soli 33 membri del jet set è una operazione più dimostrativa che altro.

Non c'è di certo un grande guadagno. Non si fa breccia nel cuore dei veri appassionati Alfisti. Alfa Romeo è sempre stato un marchio fruibile da buona parte della popolazione. E' stato ed ancora è il mezzo con cui lavorano le forze di polizia italiane.

L'impressione è che questa auto verrà presto archiviata e ricordata in qualche museo di modernariato al massimo. Di sicuro gli appassionati rimarranno freddi.

Una operazione del genere serve probabilmente solo a dimostrare che Alfa può entrare più decisamente nel mercato sportivo di lusso e prepara la strada per futuri modelli creati in più larga scala e che possano portare a un maggior riscontro economico.