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mercoledì 22 novembre 2017

venerdì 3 novembre 2017

Le Recensioni di Andrea Mauriello: Thor Ragnarok, utlima opera della serie "Marvel"



Oggi inauguriamo una nuova rubrica: "Le recensioni di Andrea Mauriello". Laureato in Economia ma dalla vasta cultura e dai molteplici interessi, Andrea è un elemento valido che ospito volentieri nel mio blog. Sicuramente egli porterà spunti di riflessione molto interessanti.


Esce nelle sale il nuovo Thor Ragnarok: opera nordica e ancestrale, moderna e scanzonata al tempo stesso. La pellicola si candida a riscuotere i favori degli amanti del genere Fantasy.

Quello che sorprende nella nuova declinazione del Dio del tuono è che Thor non è più Thor. Il concetto viene ampiamente scardinato, in quanto, se nei primi due film ("Thor" del 2011 e "Thor: The Dark World"  del 2013) vivevamo le epiche gesta di un Dio forse un pò troppo sopra le righe, che amava prendersi sul serio come da Shakespeariana memoria, qui la prospettiva cambia in modo chiaro.

Nella "climax" ascendente di divertimento e di tensione tutti gli schemi classici vengono un pò abbandonati al solo scopo di divertire lo spettatore. 

Un Thor più umano e divertente

Le gags umoristiche abbondano anche in momenti che forse avrebbero richiesto un pò di drammaticità in più. Tuttavia esse non disturbano il susseguirsi dell'azione e spezzano il ritmo, donando situazioni scanzonate da commedia demenziale e addirittura diventano assolutamente necessarie nell`economia della narrazione.

Il protagonista esce un pò dai ruoli mistici e diventa forse più umano e meno Dio, in un percorso che lo porterà dall'insicurezza alla piena presa di coscienza del suo potere. E lì saranno mazzate per tutti. 

Occhio a Cate Blanchett e Jeff Goldblum

L'azione da una parte alternerà eventi del "Ragnarok", la fine del mondo descritta nei poemi Norreni, in cui Cate Blanchett ci è apparsa in piena forma nelle vesti di Hela, dea della morte.

Dall'altra parte le avventure di Thor perso sul coloratissimo pianeta "Sakaar", popolato da strane razze aliene che si combattono nell'arena dei gladiatori e dominato da un fantastico "Gran Maestro", ci restituiscono un Jeff Goldblum in splendida forma, scanzonato più che mai. 

Anche Hulk dà una mano, più verde che mai



Fra i gladiatori ritroverà il suo amico Hulk finito quassù dopo gli eventi raccontati in altri film del genere "Marvel".

Insieme progetteranno la fuga. Gli effetti speciali sono molto belli, anche se la CGI, ovvero la rielaborazione computerizzata dell`eroe di Lee e Kirby è un po' sottotono. 

La colonna sonora è altrettanto interessante. Essa fonde classiche melodie orchestrali con l'elettronica più spinta, anche nelle scene di battaglia più epiche.

Tutti questi elementi fanno del film una piccola perla che non mancherà di stupire anche lo spettatore più ingordo. 


Non ultime a livello visivo, alcune scelte cromatiche risultano piuttosto suggestive, in una alternanza di colori molto saturi e caldi con altri più freddi. Il tutto trova completezza e compiutezza nel magnifico affresco visivo della cavalcata delle Valchirie.

Insomma, "Thor Ragnarok", per me superiore ai due precedenti episodi, merita un un bel 7,5 come voto finale. Andatelo a vedere! Botte da Orbi!!

Andrea Mauriello


mercoledì 1 novembre 2017

Zeman, il cuoco integralista



La tavola era ben apparecchiata. In casa si iniziavano a percepire i primi odori del soffritto di papà Daniele. I ragazzi del resto erano affamati: i loro piatti preferiti si chiamavano vittorie, riscatto e gloria, dopo essere stati cacciati per la seconda volta in poco tempo dal ristorante della Serie A, rivelatosi troppo costoso.

Ma Pescara aveva decretato come proprio idolo uno chef  Boemo. Quest`uomo sulla settantina, di poche parole e dalle molte sigarette, era riuscito in una impresa difficile: far loro dimenticare Giovanni, uno stellato Michelin di Udine.

Sfacciato e sbarazzino, sciupafemmine e festaiolo, Giovanni ben si era adattato ad una città di mare, di turismo e di intrattenimento, che aveva dato i natali al Vate, il capostipite dei Gaudenti Adriatici.

Che delizie sfornava costui! Irrorava le cene con lo Champagne, di marca Calcio. Che gusto il Calcio champagne!

Il Boemo non era da meno, faceva lavorare i suoi garzoni più energicamente, mentre Giovanni li lasciava anche andare a ballare e a divertirsi. I risultati però erano gli stessi.

Giovanni, figlio forse della cultura flessibile e un po` filosoficamente latina del Belpaese, era disposto a colloquiare qualche volta coi suoi sottoposti. Ci fu un periodo, nell`annata più bella del 1986-1987, in cui i piatti non giungevano in tempo ai clienti e il sapore era un po` meno intenso. A metà stagione gli chef in seconda, chiesero dei cambiamenti, si giunse ad un accordo, e il ristorante Delfino stupì tutta l`Italia.

Il Boemo, suo sostituto di vent`anni dopo, non era così. Tutto di un pezzo, ostinato, non era disposto a cambiare le sue idee. "Si fa come dico io oppure nulla".

Qualcosa nel ristorante iniziò a non funzionare, e lo chef Ceco pentastellato iniziò a dare la colpa a tutti, tranne che a sè stesso. Faceva sempre così, anche quando cucinava a Napoli.



Una volta erano i collaboratori ad essere scarsi, in altri casi era il Mogio (un presunto boss di Monticiano, poi almeno parzialmente assolto dalle sue accuse), ad avergli fatto terra bruciata.

In quell`autunno del 2017 papà Daniele aveva messo i suoi ragazzi a bottega dal Boemo. Sebbene i ragazzi avessero talento in cucina, il cuoco di Praga diceva che loro non erano i suoi aiutanti ideali.

In realtà i suoi Delfini erano legati alla cucina italiana e ad ingredienti diversi, semplicemente. E invece no: "O si fa la cucina Boema qui, o si muore" disse il cuoco, parafrasando un po` Garibaldi e Nino Bixio.

E forse era quello il problema, in quel lungo autunno del 2017: se non hai gli ingredienti per il minestrone, forse puoi fare il timballo, adeguandoti una volta tanto. Userai ingredienti diversi, questo  è certo, ma pur sempre di prima qualità......



Nelle foto: Zeman, ai tempi del Licata; a piè pagina: Giovanni Galeone.

sabato 14 ottobre 2017

Asie, argenti e facce di bronzo



Le accuse a "scoppio ritardato" di molestie delle attrici di Hollywood.

Nel mondo del cinema, si sa benissimo, fioccano testimonianze di "do ut des", ovvero di  favori sessuali offerti soprattutto dalle attrici e qualche volta anche dai colleghi, per fare carriera. A volte questi rapporti sono formalizzati da relazioni apparentemente serie come fidanzamenti o matrimoni.

In altri casi sono dichiaratamente delle avventure di cui sovente le parti in causa fanno cenno candidamente.

Asia Argento ha dichiara di aver subito violenze dal produttore Harvey Weinstein, dopo che un articolo del New York Times lo ha accusato, il 6 Ottobre, di avere molestato una lunga lista di attrici.

Insomma, adesso le prime donne della città del cinema sono diventate tutte Santa Maria Goretti.

Il punto qual è?

E` che il racconto della figlia d`arte del noto regista horror fa acqua da tutte le parti.

Ecco uno stralcio dell`articolo, tradotto su "Libero":



Era il 1997, lei aveva 21 anni. -Gli ho detto di fermarsi ma mi ha spaventato, era gigante - si legge sul New Yorker, ripreso da Mail Online e HuffPost Us - Non si è bloccato, era un incubo-. 

Da quel momento sarebbe iniziata una relazione tra i due, consenziente. Per circa cinque anni. 

-Dopo la violenza, ha vinto", avrebbe detto, "sono passati 20 anni da quella storia e se non l'ho fatta uscire prima è perché avevo paura. Lui ha fatto male a tante persone in passato-. 

E se ha accettato di andare a letto con lui anche dopo la violenza era perché temeva che le distruggesse la carriera. I rapporti tra l'attrice e il produttore sono andati avanti anni ma Asia li ricorda come "unilaterali e onanistici". 

-Il brutto di esserne stata vittima è che mi sento responsabile perché se fossi stata una donna forte, gli avrei tirato un calcio nelle palle e sarei scappata. Ma non l'ho fatto-.

Dunque, l`attrice ha avuto non uno, ma molti rapporti consenzienti, si è data appuntamento con Weinstein, incontrandosi dopo viaggi internazionali.

Guarda caso, ma sicuramente è solo una casualità, dal 1998 in poi ha iniziato ad avere ruoli in produzioni internazionali ben più importanti di quelle domestiche. Ecco la filmografia della attrice "ribelle". 

Ma sentite cosa ha rivelato all`esperto d`arte Vittorio Sgarbi l`ex di lei compagno, il cantante Morgan:



"Morgan mi ha ricordato che Asia gli ha sempre riferito cose positive sia per la personalità sia per le qualità professionali di Weinstein sia per le sue manifestazioni amorose, che lei mostrava di apprezzare e di aver ricevuto molto di più di quanto avesse chiesto, lavorando con piena soddisfazione e gratitudine per lui. Non avendo mai pensato che lei avesse intenzione di denunciare Morgan si chiede perché lo abbia fatto oggi, forse non avendo più avuto quello che prima le era stato utile. E che quindi anche in questo caso abbia fatto quello che le era più conveniente, essendo così abile da far tornare a suo favore quello che al tempo non la preoccupava minimamente, di cui non mi ero affatto accorto e non si era mai lamentata con me". E ancora: "Asia qualche volta addirittura si rifiutava di incontrarlo e lo mandava via come un cane bastonato".

Insomma, Asia Argento ha fatto il suo bel comodo, ha utilizzato il potere e il piacere del grande capo, ha lavorato con lui, ne ha ottenuto vantaggio e poi dopo venti anni denuncia.


Ma a chi vuole darla a bere?

giovedì 4 maggio 2017

Piccoli consigli "climatici" per sopravvivere a Budapest



Quando ho trovato l'opportunità di lavoro che mi ha spinto a trasferirmi a Budapest, una delle considerazioni che ho fatto è che il clima continentale non mi dispiace affatto. D`estate avrei potuto trovare un po` di sollievo e non patire il caldo afoso tipico dell`Adriatico.

Sono giunto qui a fine Agosto e la temperatura media, tutto sommato, non era molto diversa da quella delle mie parti. Inoltre la cattiva sorpresa fu che in molti centri commerciali l'aria condizionata era pressochè inutilizzata.

Ho maturato la convinzione che agli Ungheresi piace il caldo: nelle stagioni tiepide e quando fa freddo, ti capita di entrare in un bar o in un ufficio e devi rapidamente rimuovere cappotto e/o altri indumenti pesanti e maglione per la corrente sahariana che parte dagli impianti di climatizzazione.

I trasporti pubblici sono pieni di persone che si reca in ufficio e lavora con maglietta e calzoncini,
benchè molti di loro dispongano di moderni impianti di aereazione, chissà perchè sottoimpiegati.

Un mio amico che vive qui da dieci anni e ormai sà il fatto suo, mi ha invitato a prendere qualcosa in un bar.

Appena entrati nel locale, si è tolto il cappotto invernale, sciarpa e berretto ed è rimasto con una semplice t shirt, come se fossimo in piena estate.

Bisogna tenere conto di questi fattori quando si va a Budapest per non prendersi o produrre sudate memorabili, che tutto sommato fanno anche bene, fatta eccezione per alcuni contesti in cui si vuole essere eleganti.

Personalmenteil mio vissuto a Budapest ha tra le sue componenti il sudore. Non manca mai una bella camminata tra un tram e l`altro da prendere, specialmente quando vado di corsa in ufficio al mattino.

Le ultime stagioni poi sono state più calde della media ed io il freddo vero e proprio non l`ho visto. Qualcuno mi aveva parlato di temperature che raggiungevano i -20 gradi celsius, ma non ho potuto partecipare a questa piacevole esperienza fornita dagli elementi elementi terrestri.

Nel periodo più freddo, quando il Danubio si è ghiacciato tra Dicembre e Gennaio, sono stato altrove.

L`Inverno è entrato in classe, ha fatto l`appello e mi ha trovato assente.

"Sarà per il 2018".

A Febbraio e Marzo la pioggia è stata ben poca e di scarsa intensità e c`è stato anche quelche giorno di sorprendente tepore.

L`esperienza predice però  che probabilmente nei prossimi anni il freddo non si farà desiderare.

A me, francamente, il clima del nord è cosa grata, per cui un po` di fresco e anche di neve non farebbero male.

L`aria di Budapest è mediamente piuttosto inquinata, come può esserlo quello di una metropoli. Qui ho avuto per la prima volta una tosse molto secca "da inquinamento".

Il corpo ha le sue difese e le vie respiratorie anche. Le mie si erano riempite di una sostanza asciutta e ci sono volute 6 settimane abbondanti per far passare la tosse.

Budapest ha meno automobili delle capitali dell`ovest, nelle sue strade. Gli ottimi servizi pubblici smaltiscono il traffico di molto, ma le auto che circolano sono in maggioranza vecchi carcassoni che inquinano per tre.

E` per tale ragione che un po` di neve o di vento in più non sarebbero sgraditi in una città come questa.

domenica 30 aprile 2017

Occhio al borsellino e alle fregature a Budapest



Budapest, come ho giá accennato nei post precedenti, é una cittá dai tanti pregi e difetti, in cui tutto sommato i primi prevalgono sui secondi. Ultimamente ho riscoperto Buda, la parte piú bella forse della cittá ( e anche la piú  pulita probabilmente ). A questo si aggiunge una certa quantitá di verde e una qualitá dell'aria migliore che a Pest.

Tra le note dolenti da segnalare c'é la quantitá di fregature che sono sempre in agguato.

Non sono rari (anche se sono comunque una minoranza) i commercianti che ti danno il resto sbagliato, o che ti indicano un prezzo maggiore per la merce, quando il cartellino del prezzo é esposto li'  in bella mostra.

Se é possibile contate i soldi prima di portare un oggetto alla cassa e di dare al cassiere l'importo esatto senza bisogno di resto. Se notate senza ombra di dubbio che il venditore  ha preso piú soldi del dovuto pronunciate la parola magica rendőrség (polizia) e capirá. La pronuncia piú o meno corretta é rendorsceeg.

Se siete stranieri e non pronunciate nemmeno una parola in ungherese, siete tra le principali "vittime".

Episodi del genere li ho riscontrati nei bar, nelle pizzerie ma anche in un ristoranti di buon livello e in un negozio di  alta bigiotteria del centro.

Se non siete sicuri del valore in euro del vostro acquisto, controllate con calma e senza fretta da voi la quotazione del fiorino su internet. Non chiedetelo al negoziante.

Magari tornate un'ora piú tardi o il giorno dopo, per non sbagliarvi,

Al cambiavalute contate i soldi davanti all'operatore, chiedetegli  prima quanti euro o fiorini vi dá in cambio dei soldi che gli portate.

Oltre ad evitare le fregature, questo serve a capire quale é il piú conveniente dei cambiavalute senza dover fare calcoli complicati, destreggiandovi tra il cambio che vi offrono e la commissione per il servizio.

I fattori da controllare infatti sono due: il cambio che vi offrono per la vostra valuta che gli portate e la commissione per il servizio. Se chiedete quanti soldi in cambio della valuta che gli offrite, in quella cifra vi sará sicuramente il calcolo definitivo, oltre il quale non ci sono piú costi nascosti.

Alcuni negozi vi consentono di pagare in euro ma valutano la nostra moneta 250 fiorini anziché i 305-310 sulle cui valutazioni fluttua ultimamente. Il piú delle volte almeno vi avvertono di questa differenza, specialmente nei supermercati, ma non sempre.

All'aeroporto, la prima volta che sono arrivato, l'operatrice mi ha chiesto lamentosamente di cambiare piú soldi ("in cittá ti faranno condizioni peggiori", ha affermato).

Io per sapevo come stavano le cose e non l'ho ascoltata. Controllate le tariffe applicate alla vostra carta di credito prima di partire.

Non per ultimo, c'e' la questione furti. Per quanto riguarda gli oggetti dimenticati, mi é capitato di perderne diversi e quasi sempre mi sono stati restituiti.

Tenete peró presente che vi troverete in una cittá di circa due milioni di abitanti, piena di senzatetto.


domenica 23 aprile 2017

La mia impressione su Budapest e sull`Ungheria dopo 8 mesi

Sono arrivato qui praticamente per caso, mandando curricula in giro per l'Europa. A dire il vero il mio obiettivo principale non era andare qui.

Sapevo abbastanza poco dell`Ungheria, eppure quando sono giunto, ci ho messo poco ad ambientarmi.

La ragione di questo è che qui ci sono molti italiani e numerosi stranieri bendisposti a fare amicizia, trovandosi anche loro in un posto nuovo.

Per quanto concerne gli Ungheresi, dopo i primi mesi in cui, chissà perchè, mi imbattevo in parecchi cafoni, i rapporti con la gente locale sono parecchio migliorati e ogni giorno trovo persone divertenti e dalla mentalità aperta.

Gli Ungheresi si lamentano troppo, a volte. A Budapest, è un dato di fatto, si trova lavoro in poco tempo, e per chi conosce le lingue ci sono buone sistemazioni.

Anche negli uffici pubblici chi ha una buona istruzione ha parecchie chances.

Gli Ungheresi, o meglio, gli abitanti della capitale, non sono contenti lo stesso. Faccio a loro notare che la situazione in Italia è parecchio peggiorata con il lavoro.

Uno di loro, un manager di una delle tante aziende che prosperano qui, mi ha fatto notare che, stando alle statistiche, sono ancora molti di più gli Ungheresi che vanno a vivere in Italia che il contrario.

Sarà anche vero, però per esperienza diretta ho parlato con parecchi Magiari che hanno tentato la fortuna nel nostro paese per poi tornare indietro.

La motivazione?

 "Ormai lo stipendio che prendevo in Italia era più o meno lo stesso che percepivo in Ungheria, tanto valeva tornare a casa. Inoltre non c`erano tante opportunità di lavoro. Molti lavorano stagionalmente, ma poi ci sono lunghe pause".

Ho avuto modo di assistere ad una partita del Ferencvaros.

Lo stadio Groupama Arena e` bellissimo, con tribune vip dotate di uffici e ristoranti.

Per quanto riguarda il calcio giocato invece, la loro serie A e` equivalente alla nostra serie C.

Vivere in centro e` proibitivo per chi ha uno stipendio nella media, ma fuori vi sono delle buone sistemazioni in quartieri dignitosissimi. Devo dire che finora, io che sono un turista delle periferie sovietiche, non ho trovato un distretto particolarmente degradato.

Nelle periferie il verde e` curato ed i blocchi sovietici sono rimessi continuamente a nuovo.

Prima o poi dovro` trovare il tempo di vedere altre citta` come Debrecen, Seghedino o Gyor.

Il lago Balaton, si dice, è una meta turistica ambita, ma l`acqua non è cristallina.

La zona dei locali della capitale mi interessa poco. Ci sono turisti giovani che popolano gli ostelli in tutti i periodi dell' anno, ma con il loro bere e urlare di notte insieme ai figli di papà dell' "Erasmus" non mi sono molto simpatici.

Il presidente Viktor Orban ha chiuso l` Università  degli studenti danarosi americani del Ceu.

Accusa infatti il suo fondatore, George Soros, di finanziare con le sue onlus l`immigrazione. Soros, insomma, dietro la sua immagine da filantropo, nasconderebbe doppi fini.

Del magnate Magiaro-Statunitense si è parlato molto. Francamente non mi è passato minimamente per la testa di andare a protestare in difesa sua e di sbarbatelli con la strada spianata e con la carta di credito piena.

Tra l'altro le proteste post-chiusura sono state organizzate dai socialisti ungheresi, relegati all`opposizione da tempo per via dei loro grandi scandali di corruzione.

Un doppio "Chi se ne frega", dunque, rallegrera` la mia giornata.

Non per niente al sud si risponde alle offese con un bel "A te e Soros!"

giovedì 30 marzo 2017

Considerazioni finali sul Pescara di quest'anno

Con la retrocessione ormai scontata, dopo l'unica fiammata contro il Genoa di alcune settimane fa, é tempo di bilanci in casa Delfino.

Il presidente Sebastiani ormai ha fatto capire di non volere cedere le redini della societá, ma semmai di fare entrare altri soci. Ci sono voci in tal senso dal Sudamerica e dalla Russia.

Daniele Sebastiani é stato l'unico dirigente  nella storia del club adriatico a centrare due promozioni, ma quest'anno sono affiorati anche i limiti della sua gestione.

Due serie A per lui fatte al risparmio, con lauti compensi per i diritti televisivi, corposi incassi con le vendite dei vari Verratti, Caprari (rimasto in prestito) e Lapadula.

Occorreva investire di piú, magari con i soldi dei dividendi incassati  negli ultimi anni e non piú nelle casse societarie.

Il paracadute, ovvero il meccanismo che regala svariati milioni di euro per anni ai clubs che retrocedono dalla serie B, é un disincentivo a rischiare e ad allestire una squadra competitiva.

I giocatori per centrare la salvezza costano e c'é il rischio di retrocedere senza i lauti surplus che garantisce una squadra fatta al risparmio.

Tanto se si torna in cadetteria ci sono i soldi del paracadute e si spende poco, con i giovani di Milan, Inter, Roma e Juve che  vengono dati in prestito.

I sogni dei tifosi sono infranti e per ravvivarli occorrerebbe il cosiddetto rischio imprenditoriale, quel pensare in grande che consentirebbe di tentare un salto di qualitá.

Un acculturato amico inglese mi chiese una volta se il Pescara fosse come il suo Norwich, ovvero uno yo-yo team, che rimbalza dalla prima alla seconda serie. Purtroppo adesso non avrei dubbi nel rispondergli.

mercoledì 1 marzo 2017

domenica 19 febbraio 2017

Pescara-Genoa 5-0, un breve commento



Sono passati cosí pochi giorni...

Le due auto del presidente incendiate, la presa di posizione degli Ultras che hanno comunicato la loro assenza dallo stadio fino alla fine del campionato (infatti oggi non c'erano, in curva).

Il capolavoro di oggi apre uno squarcio di luce nell'atmosfera cupa degli ultimi giorni. 5 goals ad un Genoa che versava giá un po' in uno stato di debolezza. C'è stato un cambiamento incredibile, se si pensa che il Pescara non aveva mai vinto quest'anno.

Ci sono 10-11 punti da recuperare all'Empoli (variano a seconda dell'esito del secondo scontro diretto). Visto che i toscani non sembrano in grande spolvero e che probabilmente faranno un girone di ritorno non all'altezza del primo, una piccola speranza c'é.

La luce é diventata un po' meno fioca dopo i 5 lampi dell'aurora boreale odierna.


(foto: forzapescara.com)


mercoledì 15 febbraio 2017

Arriva Zeman, l'arma a doppio taglio



Arriva Zeman e ci riporta in serie A, dove prenderemo 4 goals a partita

Forse (e solamente forse) giá da domani potrebbe giungere nella cittá del Vate Zdenek Zeman, che ha giá portato la squadra locale in serie A con un'annata esaltante.

Il presidente Daniele Sebastiani e il boemo si sono incontrati oggi a Roma e domani il tecnico scioglierá la riserva.

Il Pescara é ormai e spacciato e nemmeno l'arrivo in contemporanea di Messi e Mourinho lo salverebbe dalla retrocessione. Bisognerebbe rimontare uno score di 13 punti (14, a meno di una vittoria con goleada nel match di ritorno) all'Empoli quart'ultimo.

Dunque perché arriva Zeman a campionato in corso?

Per dare una scossa alla piazza e galvanizzare i tifosi. Il cambio d'allenatore rimotiva in genere i calciatori e almeno Il Delfino potrebbe concludere il campionato dignitosamente, magari vincendo due o tre partite di quelle restanti e prendendosi qualche piccola soddisfazione.

L'anno prossimo si ripartirá dalla serie B. Qui le cose si fanno complicate.

Ripartire con Oddo, che ha ancora due anni di contratto? Ripartire col Boemo?

Entrambi fanno un bel gioco offensivo, che in serie B funziona, visto che il Pescara puó permettersi giocatori di categoria. Entrambi hanno portato i biancazzurri in serie A.

Zeman ha raggiunto delle salvezze importanti con Foggia e Lecce, nella massima serie. Ha affrontato peró anche retrocessioni e grossi capitomboli.



L'offensivismo non paga, per le squadre deboli

Una regola non scritta del calcio, che deriva dall'esperienza e dai casi concreti, dice che la squadra piú debole nel calcio deve difendersi, soprattutto quando le differenze tecniche e fisiche sono molto grandi (come nel caso del Pescara di quest'anno).

Quello che prevedo é quanto avvenuto nel 1992, con Galeone, nel 2012 dopo Zeman e quest'anno con Oddo.

Il Pescara stravince il campionato di B con un bel "calcio champagne", magari con ottimi giovani che Juve, Inter, Milan e Roma a noi biancazzurri danno molto volentieri, perché li valorizziamo.


Arriviamo in serie A, schieriamo la stessa modesta difesa dell'anno prima, non rinforziamo la squadra a dovere e soprattutto attacchiamo a testa bassa. Risultato: ne prendiamo 4 a partita e alla 14a giornata per noi il campionato é giá finito.


Ricordiamoci che il Foggia dei miracoli spese 36 miliardi in serie A e anche il  Lecce Zemaniano aveva fior di giocatori. Il Pescara di Galeone del '92 oggi sarebbe fortissimo, per i valori tecnici di oggi: Righetti, Dunga, Borgonovo, Pagano, Massara et cetera.... eppure retrocesse lo stesso.

Come si dice spesso nel calcio: "Prima non prenderle"! Per il Pescara é un cambio di mentalitá auspicabile, almeno nelle prossime stagioni in serie A.




martedì 14 febbraio 2017

Pescara calcio, il punto della situazione.



In casa Delfino Pescara ancora non si é stilato un piano chiaro di cosa sará il futuro, ma ben presto i dirigenti, che stanno confrontandosi intensamente negli ultimi giorni, faranno sapere qualcosa di piú alla stampa e alla cittá.

Esonerato Oddo, urge un traghettatore. Sulla panchina per ora siede Luciano Zauri, ex giocatore del Delfino e con trascorsi nella Lazio.

Si é fatto il nome di Ivo Iaconi, tecnico con una storia in B e in C, anche col Delfino, ma con una grande esperienza. Inoltre non ha vissuto l'aria ammalata di tristezza degli ultimi mesi che si é respirata in societá.

Iaconi insomma porterebbe esperienza ed entusiasmo nel misurarsi con la massima serie e accetterebbe di buon grado di restare solo fino a giugno.

Altri nomi che si fanno, come Gigi De Canio o altri, sono piú improbabili.

Massimo Oddo ha ancora due anni di contratto e sarebbe una mossa probabilmente vincente riportarlo in panchina nel prossimo campionato di serie B.

Riposatosi negli ultimi mesi di campionato, ritroverebbe probabilmente le energie e l'entusiasmo per ricominciare nella sua cittá.

Altro nome che circola é quello di Fabio Liverani, altro ex giocatore della Lazio come Zauri e Oddo con esperienze in panchina nel Genoa e nel piccolo Leyton Orient, nella terza serie Inglese.


Pescara calcio, tempo di addii.

Il Pescara ormai é come un modello che sfila tanto per farsi vedere, in questo campionato di serie A 2016/2017.

Giunto ormai alla 24a giornata, appare ormai spacciato con soli nove punti e ad una distanza siderale dalla quart'ultima in classifica.

Il problema adesso é che restano 14 partite da giocare e la squadra dá l'impressione di non essere in grado di vincerne nemmeno una.

La societá sta dunque prendendo decisioni per concludere la categoria con dignitá, dopo le cinque sberle prese dal Torino, all'ombra della Mole domenica scorsa, addolcite parzialmente dai tre goals segnati nel secondo tempo a giochi giá fatti.

Oggi pomeriggio é stato esonerato il tecnico Massimo Oddo in data odierna, dopo che solo ieri era stata data la notizia della sua conferma.

Oddo é di Pescara, come lo é Sebastiani e buona parte di chi lavora all'interno della societá Pescara Calcio.

Sia il comunicato di esonero della societá sportiva, sia il suo saluto su un social network, hanno lasciato trasparire una certa commozione.

Il presidente Sebastiani é molto grato ad Oddo per ció che ha ottenuto l'anno scorso e nel finale di quello precedente:

"La Delfino Pescara 1936 dopo i confronti avvenuti nella giornata di ieri, ed un ulteriore confronto svolto quest’oggi tra il presidente Daniele Sebastiani il tecnico Massimo Oddo alla presenza del direttore sportivo Luca Leone, giunge a malincuore alla decisione di sollevare l’allenatore dalla guida tecnica biancazzurra insieme al suo secondo Marcello Donatelli, con la speranza che questo ulteriore sacrificio possa responsabilizzare l’attuale gruppo di calciatori affinchè non si ripetano mai più prestazioni come quelle offerte. La società ringrazia il tecnico Massimo Oddo per il lavoro fin qui svolto e le splendide soddisfazioni insieme regalate alla tifoseria tutta e augura allo stesso le migliori fortune sportive"..

Questo é il comunicato ufficiale sul sito dei biancazzurri.

Oddo ha replicato cosí su Facebook:

Il calcio spesso regala grandi gioie, momenti indimenticabili e intense emozioni. Un mix di sentimenti che ci porta ad amare questo sport e a viverlo con grande passione. In questi anni a Pescara ho avuto la fortuna di vivere tutto questo. Di gioire con la mia città, con la mia gente, ma anche di soffrire con loro. Un percorso bellissimo iniziato con una promozione sfiorata, proseguito poi con una stagione straordinaria che ci ha portato meritatamente in Serie A, a confrontarci con grandi realtà e grandi squadre. Un percorso che termina oggi, dopo mesi difficili, durante i quali avrei voluto fortemente aiutare questa squadra a raggiungere l’obiettivo prefissato. Non ci sono riuscito e per questo chiedo scusa alla Città e ai pescaresi che, nonostante tutto, non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno alla Squadra. Voglio ringraziare di cuore il mio Staff, tutti i giocatori con i quali ho condiviso questa avventura e tutte le persone che lavorano con grande professionalità e dedizione ogni giorno all’interno del Pescara Calcio. Infine voglio ringraziare il presidente Sebastiani per avermi dato la possibilità di iniziare una nuova carriera, quella di allenatore, ma soprattutto per avermi regalato la gioia immensa di guidare la mia squadra del cuore.

Oddo ha comunque altri due anni di contratto, per cui potrebbe ritornare anche in tempo brevi, chissá, sulla panchina biancazzurra, visto che in serie B ha fatto ottime cose.

Lo stesso presidente potrebbe vendere una parte delle quote al socio di minoranza Danilo Iannascoli, ma quella é una partita che si preannuncia ancora aperta e lunga.

lunedì 13 febbraio 2017

Collezione di gaffe di Mike Bongiorno

Francesco Gabbani: Occidentali's karma


Personalmente non ho seguito il Festival di Sanremo, ma ieri mattina per curiositá ho ascoltato la canzone vincitrice della cetegoria "Big".

Come ormai tutti o quasi tutti sanno, ha vinto Francesco Gabbani, giá trionfatore nella sezione giovani l'anno scorso, che dunque viene apprezzato particolarmente "in quel di Sanremo".

La canzone si chiama Occidentali's karma.

Un genitivo sassone su una parola italiana, seguiti da un termine orientale.

Gli Italiani conoscono ormai abbastanza l'inglese, piú che nel passato, per via della globalizzazione, di un insegnamento delle lingue che parte alle elementari e non piú alle medie e anche per il fatto che hanno ripreso ad emigrare massicciamente.

Ecco dunque che questo genitivo sassone anomalo diventa un neologismo da affiancare ai vari "Ciaone" e "By the way" (ad ogni modo).

Ho ascoltato il brano, vi dicevo. Sono stato investito da questa ondata di suoni. Ho ascoltato e riascoltato la canzone, allegra e sciocchina.

Il testo é quello che é: vorrebbe essere intellettuale ma non ci riesce, c'é a quanto pare qualche citazione ad un libro dello zoologo Desmond Morris e una trafila di luoghi comuni e di nonsense.

La melodia é ritmata ed orecchiabile, abbastanza gradevole.

Da qualche giorno é disponibile il video ufficiale, in cui il buon Francesco canta e danza, ben vestito.

Bella la trovata del vestito da monaco Buddhista, anche se in alcune inquadrature sembra avere tanti abiti sotto e questo stride un po'.

Divertente poi é l'idea della scimmia, con cui il simpatico Gabbani danza nello stile indiano "Bollywood". Ricorda un po' il video del bigfoot con una amica scimmia del video dei Saint Motel Cold Cold Man.

Sembra che ci sia un certo apprezzamento, testimoniato sia dall'esito delle votazioni al festival, dai dati di youtube. Sotto il video ufficiale ieri apparivano circa 55000 like e 3000 dislike.

Oggi siamo a 7 milioni di visualizzazioni con 129 000 like e 11000 pollici versi.

Gabbani rappresenterá l'Italia al prossimo Eurovision song contest, un festival di stampo europeista,  che si terrá dal 9 al 13 Maggio 2017.

La canzone suscita reazioni opposte a seconda della persona o dell'umore: nel momento in cui ti senti divertito la canticchi e la balli, in altri momenti sei infastidito o sei satirico per le frasi del testo.

Giudicate voi:

Essere o dover essere il dubbio amletico contemporaneo come l’uomo del neolitico

nella tua gabbia 2×3 mettiti comodo intellettuali nei caffè,
internettologi soci onorari del gruppo dei selfisti anonimi
 L’intelligenza è démodé risposte facili, dilemmi inutili

AAA cercasi (cerca si) storie dal gran finale sperasi (spera si) comunque vada panta rei and singing in the rain

Lezioni di Nirvana c’è il Buddha in fila indiana per tutti un’ora d’aria, di gloria la folla grida un mantra l’evoluzione inciampa la scimmia nuda balla occidentali’s karma occidentali’s karma la scimmia nuda balla occidentali’s karma

Piovono gocce di Chanel su corpi asettici mettiti in salvo dall’odore dei tuoi simili tutti tuttologi col web coca dei popoli oppio dei poveri

AAA cercasi (cerca si) umanità virtuale sex appeal (sex appeal) comunque vada panta rei and singing in the rain Lezioni di Nirvana c’è il Buddha in fila indiana per tutti un’ora d’aria, di gloria la folla grida un mantra l’evoluzione inciampa la scimmia nuda balla occidentali’s karma occidentali’s karma la scimmia nuda balla occidentali’s karma

Quando la vita si distrae cadono gli uomini occidentali’s karma occidentali’s karma la scimmia si rialza namastè alè Lezioni di Nirvana c’è il Buddha in fila indiana per tutti un’ora d’aria, di gloria la folla grida un mantra l’evoluzione inciampa la scimmia nuda balla occidentali’s karma occidentali’s karma la scimmia nuda balla occidentali’s karma.

sabato 11 febbraio 2017

Esperienza diretta o statistiche? Ecco perche` spesso i numeri non dicono la verita`



Spesso durante una discussione di politica o di economia c`e` chi vuole dare una sferzata dialettica alla conversazione e chiudere i conti con una mossa sola.

La sua arma sono le statistiche.

-Vedi cosa dicono i numeri? I dati parlano chiaro, sono incontrovertibili.

Questa argomentazione dovrebbe mettere fine ad ogni discorso.

E` realmente cosi`?

Anno 2002.

In quel periodo entro`, dopo una iniziale coesistenza con la lira, in vigore l`euro come unica moneta utilizzata ufficialmente nelle transazioni del nostro territorio, i prezzi dei beni di uso comune raddoppiarono. Ce lo ricordiamo tutti.

Per quanto riguarda me, ricordo che compravo pizzette, giornali, addirittura sigari ogni giorno. Pochi giorni dopo non potevo farlo piu`

Ricordo che una volta entrai in un bar, dove il panino gia` costava tanto: 2500 lire.

Mi ritrovai a dover pagare due euro e mezzo, e parliamo di 15 anni fa.

Una mia amica pago` due euro una bottiglietta d`acqua, in quel periodo. 4000 lire circa.

L`Istat, l`organo di statistica ufficiale dello stato Italiano, rilevo` 2,8% di aumento dell`inflazione per il 2001 e del 2,5% per il 2002.

L`eurostat aggiunse che i cittadini italiani ebbero una -sensazione di aumento dei prezzi- ma che si trattava solo di una sensazione.

Da allora io non mi fido piu` dell`Istat: in buona o in cattiva fede, esso per me non e` il verbo e sono diffidente nei confronti delle sue rilevazioni.

Affini alle statistiche sono i sondaggi e gli exit polls, le classifiche della qualita` della vita portate avanti in maniera opinabile con criteri che non sono oggettivizzabili.

Se infatti Bolzano e` risultata per diversi anni tra le primissime citta` piu` vivibili d`Italia, per le persone a cui piace un clima caldo o mite (e sono tante) non lo e`.

Quante volte i sondaggi (politicizzati?) hanno preso delle cantonate tremende prevedendo la vittoria con largo scarto di un candidato, venendo seccamente smentite?

Nel 2006 c`era chi dava Prodi il 9% in vantaggio su Berlusconi, e alla fine vinse con un esilissimo scarto.

C`era chi dava Trump sicuramente sconfitto con la Clinton e non e` avvenuto.

C`era chi dava perdente la brexit al referendum ed e` stato sconfessato.

Dovremmo credere oggi ai sondaggi che danno l`Italia in ripresa economica, sia pure lieve e a chi dice che vi sono 550 000 posti di lavoro in piu`?

Il direttore in carica dell`Istat     http://www.ilgiornale.it/news/interni/dallistat-consob-ecco-nomine-renzi-1027496.html

Giorgio Alleva e` stato nominato da Renzi e forse e` solo una casualita`, ma allora i dati sono stati rosei, a fronte di una situazione in cui i giovani emigrano addirittura in Ungheria (come il sottoscritto) in Romania ed in Albania per lavorare.

Da quello che vedo io vi posso dire che negli ultimissimi anni qui a Budapest sono giunti migliaia di Italiani e questi sono fatti, testimoniati dagli occhi e dalla mia testimonianza personale.

Se i numeri dichiarano qualcosa e lo sguardo il contrario, io personalmente mi fido di cio` che vedo.

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Nota: Gli accenti sono fuori posto per un motivo tecnico. Ci scusiamo per il disagio.




giovedì 9 febbraio 2017

Pescara, quale futuro? Una poltrona per due per la presidenza del Delfino

Questione di feeling



Nella foto: Danilo Iannascoli (a sinistra) e Daniele Sebastiani in una foto di qualche anno fa.

Nota: gli accenti, per problemi tecnici, potrebbero essere fuori posto. Ci scusiamo per l`inconveniente

Tre notti fa cinque persone riprese da telecamere di sorveglianza hanno messo in atto un incendio doloso ai danni di due automobili del presidente del Pescara Daniele Sebastiani.

Si tratta di una Smart e di un Suv, con danni per decine di migliaia di euro.

Il presidente, come dopo la partita persa con la Lazio Domenica scorsa e in seguito alla pesante contestazione dei tifosi, si e` detto disponibile a lasciare la societa`, se si presentera` un acquirente serio.

Sebastiani ha pero` fatto intendere, sibillinamente, che ci potrebbe essere qualcuno interessato a rilevare il Pescara, dietro i delinquenti autori del folle gesto.

Cio` non e` andato molto giu` a Danilo Iannascoli, gia` proprietario del 30 per cento delle quote e socio di minoranza, che avrebbe fatto una offerta al presidente a dicembre pari a 4 milioni di euro per prendere il suo posto.

I due hanno peraltro dissidi derivanti dalla gestione del club da un anno e mezzo.

Daniele Sebastiani e` stato l`unico presidente nella storia del Delfino a condurlo due volte in serie A, sebbene con risultati poco fortunati nella massima serie.

Iannascoli ha fatto buone cose nel calcio a 5 ed e` stato, oltre ad essere un imprenditore, lo speaker del Pescara per piu` di venti anni oltre ad essere molto legato al club bianzazzurro.

Si tratta di due validi imprenditori e comunque, anche nel caso di un passaggio di consegne tra i due, la societa` ha un bilancio in attivo e puo` contare su un eventuale bonus per la retrocessione in serie B di dieci milioni di euro.Cio` renderebbe piu` facile nei prossimi anni una risalita nella categoria maggiore, visto che la permanenza in essa per questa stagione sembra ormai compromessa.

Pescara calcio, un'altra occasione persa.

Nota: per ragioni tecniche, gli accenti potrebbero essere momentaneamente fuori posto. Ci scusiamo per l'inconveniente.

Dopo l'ennesima sconfitta, conseguita peraltro in casa con un roboante punteggio di 2 a 6 contro la Lazio, tutte le speranze di permanenza nella massima serie del Delfino sembrano essere svanite, anche se la matematica non condanna ancora la squadra di Oddo.

La distanza dalla quart'ultima posizione, ricoperta da un modestissimo Empoli, é ormai abissale. I biancazzurri dovrebbero recuperare 12 punti e in piú vincere con 4 o 5 goals di scarto contro i toscani nel match di ritorno, oppure dovrebbero superarli in classifica di almeno un punto. Ció é dovuto al fatto che il match di andata si concluse con una goleada dei toscani.

Al di lá delle lunghe distanze da coprire, c'e' un altro fattore che rende scettici ormai tutti a Pescara.
Ci sarebbero 15 partite da giocare e non sono poche.

Il fatto é che la squadra sembra non tenere il ritmo atletico delle avversarie, la difesa compie errori da campionato dilettantistico e i giocatori spesso si sbilanciano come nei campionati sudamericani alla ricerca del goal, lasciando due o tre difensori a malpartito durante le ripartenze avversarie.

C'e' da tirare ormai un bilancio. La difesa era da rifare a inizio campionato e composta da elementi evidentemente inadatti alla serie A.

La societá ha realizzato enormi plusvalenze derivanti dai diritti televisivi, dalla vendita di Lapadula e di Caprari (rimasto in prestito per un anno).

Oltre a 4 difensori possenti e di categoria da acquistare e ad un attaccante per sostituire Lapadula decentemente, c`e' un altro punto su cui affondare il coltello.

Il Pescara, come in tutte o quasi tutte le altre esperienze in serie A, ha avuto l'arroganza di pensare che con un gioco offensivo si potessero colmare le lacune con la maggioranza delle avversarie che sono enormemente piú forti.

Nel calcio é invece legge consolidata che il piú debole debba difendersi e semmai ripartire in contropiede, per sopperire alla sua inferioritá atletica e tecnica. risparmiando energie e togliendo spazio ai giocatori piú tecnici che le si oppongono.

Sará per la prossima volta.

Se non altro, Sebastiani ha avuto il merito di aver portato  il Pescara per due volte in serie A.

Il grande Pietro Scibilia, che portó in riva all'Adriatico Righetti, Dunga e Borgonovo, subentró durante la stagione della sua prima promozione, a giochi ormai fatti.

Il Delfino, salvo miracoli, ripartirá nel prossimo agosto dalla serie B con un bilancio sano e con una societá che ha fatto buone cose in questa categoria.

Come giá avvenuto in precedenza, é probabile che la dirigenza riprovi giá dal prossimo anno a riconquistare la serie A, magari facendo questa volta piú sacrifici per affrontarla.



mercoledì 25 gennaio 2017

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