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lunedì 17 settembre 2018

Miss Italia e le sue provocazioni "politically correct"


Nella foto: la bella Chiara Bordi, partecipante alla fase finale di Miss Italia 2018

Non c'è nessuna giustificazione per le discriminazioni, ma c'è chi le usa o le distorce per finalità politiche o per attrarre l'attenzione

Premessa: una persona disabile ha tutto il diritto di non essere discriminata e di cercare di fare una vita normale e appagante. Diverso è il discorso quando si tratta di concorrere per diventare Miss Italia.

A mio avviso una ragazza senza una gamba e con una protesi di metallo non è l`esempio ideale di bellezza e non può essere considerata la più bella d'Italia.

Non c`è niente di discriminatorio in questo. Anche io, se domani mi presentassi all`ufficio dei Mirigliani, organizzatori del concorso, e gli dicessi che voglio partecipare alle selezioni, non ci sarebbe niente di strano se mi dicessero un "No" secco.

Se io volessi utilizzare il loro stesso metodo buonista e pietista, potrei accampare una scusa di discriminazione sessista: "Mi hanno scartato perchè sono uomo".

Se si estremizza la mentalità politically correct, chiunque può ascriversi nella famiglia del vittimismo. Dividendo la società in categorie se ne può trovare quanto si vuole: "Non mi fanno fare la miss perchè sono brutta, ergo siete razzisti verso le brutte"; "Non mi fate fare la parte di Enrico VIII al cinema perchè il sovrano era rossiccio di capelli ed io sono moro, quindi siete razzisti nei confronti dei mori"; "Non mi fate fare il corazziere perchè sono basso e i corazzieri devono essere alti, quindi siete razzisti verso i bassi"... e così via.

La verità è che ogni anno l`evento Miss Italia presenta provocazioni "politically correct" per far parlare di sè, nella paura che nessuno si curi più di esso.

Inoltre ci sarà chi farà tanti soldi su questo presunto idealismo, approfittando della notorietà delle ragazze in questione.

Ecco un elenco forse non esaustivo: la miss di colore, la miss cieca, quelle cicciottelle dell`anno scorso.

Il vero punto non è che queste giovini possano partecipare o meno alla fase finale. La verità è che si crea un polverone mediatico ad arte al solo fine di specularci su.

La ipovedente Annalisa Minetti, dopo aver sfilato a Salsomaggiore  partecipò a San Remo e vinse pure, con una canzone a mio modesto parere non esaltante, sia per la melodia che per l'interpretazione. Finito il momento di equanimità e di sentimento radical chic (e di affarismo) la Minetti venne abbandonata e messa nel dimenticatoio.

Chi si ricorda altre canzoni della suddetta bella Annalisa a parte quella di San Remo (ammesso che rammentino anche quest`ultima) ? 

Il politically correct è un`arma subdola: o la pensi come me oppure sei un fascista, un razzista, un prevaricatore e chi più ne ha, più ne metta.

Non solo: indurre le persone a pensare in quella maniera, riducendo al silenzio chi ha idee diverse, rappresenta un tentativo di cambiare la mentalità di un popolo a fini politici.

Se io penserò "politicamente corretto" allora voterò i partiti paladini di questa ipocrita tendenza, ovvero le sinistre moderne e moderate che niente hanno a che vedere con quella classica.

Io non ci casco.

venerdì 7 settembre 2018

Un caro saluto a Claudio Lolli


La musica di Claudio Lolli: impegno politico, bellezza, umanesimo: "Voglio fare qualcosa di importante ed essere ricordato dopo la mia esistenza"

Ci ha lasciati, pochi giorni fa, un uomo che ha fatto della coerenza e dell`impegno sociale la sua dimensione artistica.

Laureato in Lettere, professore di Liceo, negli anni `70 divenne un punto di riferimento per la generazione post 68ina e soprattutto per il movimento del`77.

Di lui voglio condividere un ricordo personale. Ascolto la sua musica da quando avevo 15 anni. Pur non condividendo le sue idee un po` estreme e di retroguardia, ho sempre avuto stima per la sua coerenza e per la sua cultura.

"Ho visto anche degli zingari felici", "Michel" e tanti altri brani hanno segnato momenti salienti della vita di un pubblico di nicchia ma comunque consistente.

Del resto Claudio Lolli ci si era messo d`impegno per rovinare i risultati delle vendite dei suoi dischi, anteponendo le idee al commercio,

Per ben due volte passò dalle grandi etichette ad altre indipendenti, cercando talvolta anche di abbassare il prezzo dei dischi.

Che Claudio Lolli non amasse il commercio e lo fece capire anche nel brano Borghesia del 1972. Aveva 22 anni, erano tempi di ribellione giovanile e citò il padre commerciante, indirettamente e non certo in maniera carina, nella canzone.

Scrisse libri di narrativa molto interessanti, come ad esempio "Nei sogni degli altri".

Ebbi l`occasione di intervistare Lolli il 19 Dicembre del 2009, prima di un piccolo concerto nella piccola sede di Via Gobetti dello scomparso Teatro Immediato, a Pescara.  Fu molto gentile e disponibile nell`intervista, che durò abbastanza. Vale la pena citare una frase che mi rivelò: "Voglio fare qualcosa di importante nella vita, voglio essere ricordato dopo la mia morte".

Fu infastidito un po` da un paio di mie domande. Quando gli chiesi: "Erano meglio i giovani della tua generazione (voleva che gli dessi del tu) o di quella attuale?" mi ributtò la domanda indietro: "E tu cosa ne pensi?"

Erano anni in cui Berlusconi era al governo e in auge e quando poi gli rifilai la domanda con un chiaro sottinteso: "Ha ancora fiducia nelle masse"?  sbottò un pochettino: "Ma lo sai che fai domande difficili? Beh... sì, ho ancora fiducia nelle masse, ma è chiaro che quelli che hanno votato Berlusconi non hanno capito un c...o."

Glissò anche su una domanda su Pescara: non volle dire che non gli piaceva, ma era chiaro dalla sua canzone "Adriatico" che quelle coste non gli erano congeniali.

(Guardalo l`Adriatico... come si muove piano...questo mare un po` antipatico e triste... che non promette viaggi... che... non ci porterà...mai lontano...che non ha più sorprese ma... soltanto coste ed isole già viste..").

Spiegò meglio la situazione durante il concerto, affiancato dal chitarrista Paolo Capodacqua:  "Come dicevo prima parlando con l`amico (intendendo me) l`Adriatico non mi piace perchè quando avevo 17 anni e io leggevo Marx ed ero molto impegnato politicamente, i miei genitori volevano portarmi a forza a Rimini che era l`opposto di Bologna, ovvero la città del divertimento e del disimpegno".

Interessante fu anche il racconto, sempre durante il concerto, di come diventò professore di Liceo.

"Era la prima metà degli anni '80 e venni scritturato per un concerto in discoteca a Salerno. La musica era la mia unica fonte di sostentamento. Per la serata mi avrebbero dato 500 mila lire e io avevo bisogno di quei soldi. Arrivo in discoteca, tutti ballano la disco music, poi di colpo a mezzanotte si interrompe la musica. 

Eccomi sul palco, con la mia chitarrina classica, a cantare canzoni impegnate, pessimiste talvolta e critiche. Il presentatore fà: ed ecco a voi il cantautore Claudio Lolli, cantautore impegnato.. et cetera et cetera. Dopo due minute che canto... il pubblico diventa ostile, succede di tutto.

Fu allora che decisi di diventare insegnante. Avevo la mia laurea in lettere e la tirai fuori dal cassetto. Volevo avere la libertà di decidere dove andare a suonare"

Altre fonti riportano di come il cantautore si sia divertito molto a stare con i ragazzi: 

"Non è vero che oggi sono diventati superficiali, però bisogna ascoltarli e trattarli come esseri umani. Ci siamo fatti tante risate io e i miei alunni. La scuola è burocratica, suona la campanella che decide di colpo che la lezione deve terminare, senza flessibilità.

(...) In gita li accompagno i miei studenti, ma solo in quelle di giorno, perchè di notte dovrei stare a vigilare coloro che vanno in camera delle ragazze, la qual cosa potrebbe andare contro i miei principi. Forse potrei incoraggiarli, piuttosto".

Ai suoi studenti, a fine anni `80, Lolli dedicò la sua "Via col vento".

Al di là delle sue idee, Claudio Lolli ha lasciato ottima musica, con il repertorio che parte dallo stile acustico degli inizi, al raffinato e sobrio uso del sintetizzatore negli anni`80 al mix degli anni successivi.

Personalmente, invito i lettori ad ascoltare il suo repertorio, facilmente rintracciabile su internet o nei negozi di dischi.

Sono sicuro però che i quindicenni del 2018 che cercano musica e parole non superficiali prima o poi, come me ai tempi del Liceo, si imbatteranno in un cd o un video di questo artista poco glamour e  ribelle nella sostanza anzichè nei modi, che ha prodotto bellezza.

Siate curiosi, perchè la curiosità salverà il mondo.



martedì 17 luglio 2018

Quattro parole sulla credibilità di Mattarella

Dopo una situazione di empasse durata mesi, una nuova maggioranza si è creata in Italia, con un abbinamento insolito tra Lega e 5 Stelle. Per fortuna alla fine il governo si è fatto, ma nel mezzo c'è stato il veto di Mattarella, che ha rischiato di farci tornare alle elezioni.

Ora che tale crisi è scampata, rimangono le responsabilità dell`anziano capo di stato.

Il tempo che passa non può, con un colpo di spugna, far dimenticare il grave gesto compiuto dal politico siciliano.

Non si era mai verificato che in seguito al raggiungimento di una maggioranza e alla convocazione di un Presidente del Consiglio in pectore, tutto saltasse per valutazioni politiche da parte del Colle.

Nel suo discorso dopo la rinuncia di Conte, Mattarella ha affermato che aveva proposto una figura eletta, parte della maggioranza e non europeista. Il veto a Paolo Savona era motivato dall`eurocriticismo di quest`ultimo, mentre lui si è detto difensore dell`Europa a tutti i costi. Tale decisione è stata motivata anche a difesa del risparmio, intendendo i titoli di stato.

A ciò si possono ribattere le seguenti obiezioni:

1 I titoli di stato sono detenuti nella stragrande maggioranza dalle Banche e non si è mai sentito un Italia un discorso presidenziale così accorato nei confronti della finanza.

2 Un presidente non può decidere la linea politica dell`esecutivo, cheal limite può anche considerare l`uscita dall`Euro e dall`Europa. Mattarella non deve interferire nemmeno su decisioni future in merito.

3 Mattarella ha detto di aver proposto un esponente della maggioranza per il dicastero dell`Economia, ma non si è capito cosa intendesse. Ha proposto un profilo o ha fatto anche dei nomi? La proposta dei ministri, ricordiamo, è costituzionalmente ad appannaggio del Presidente del Consiglio.

4 Il giorno dopo questo discorso molto grave nella sua irregolarità, il Presidente ha convocato Carlo Cottarelli, esponente di un partito in minoranza, per cercare di formare un governo impossibile. Questa è un`altra violazione della Costituzione.

Del resto un anno fa il Capo dello Stato si era espresso così contro Lega e M5stelle: "I populismi sono fuori dalla storia".

http://www.repubblica.it/politica/2017/09/27/news/mattarella_i_populismi_sono_fuori_dalla_storia_-176637291/

Cosa aspettarsi ora da lui? La non firma delle leggi considerate troppo populiste? Altre azioni esplicitamente anticostituzionali a vantaggio del suo partito, il Pd?

Questo è il degno imbrunire della carriera di un politico, ovvero  Sergio Mattarella, dall`operato impalpabile, sia come parlamentare che come ministro e manco a dirlo come massima carica della Repubblica Italiana.

giovedì 15 febbraio 2018

Il fascio-comunismo

Mentre cercano di propinarci la stantia e ormai inesistente contrapposizione tra fascisti e comunisti, i veri potenti se la ridono. Bisogna capire che il dualismo odierno è tra proletariato/ceto medio da una parte e Finanza speculativa dall`altra

Ombre, non solo luci, nella storia della Resistenza

I carri armati Inglesi e Americani hanno mandato a casa tedeschi e fascismo. I partigiani non sono solo quelli che sparavano ai tedeschi. In tanti sono morti in maniera nobile per vedere una Italia migliore in futuro. 

I partigiani però sono anche quelli delle ritorsioni procurate e delle vendette personali. Ci hanno fatto avere storie come Codevigo, Oderzo e tantissime altre, oppure hanno procurato reazioni come le Fosse Ardeatine e i fatti di Marzabotto.

Vendette sulla pelle di innocenti furono senza dubbio le Foibe. 

I "Resistenti" italiani, solidarmente con i loro colleghi Croati autori del massacro, tagliarono i viveri agli esuli Istriani.

E` quindi è da rigettare l`agiografia del buon partigiano che viene somministrata dalla sinistra odierna. 

C`è inoltre da rimarcare come i "comunisti", del dopoguerra volessero farci entrare nel blocco sovietico. Si ricordino i salti in parlamento di Gian Carlo Pajetta, ex partigiano e uomo di valore, che protestò folklotisticamente contro la nostra adesione al Patto Atlantico. 

Non dimentichiamo nemmeno il plauso da più voci della parte marxista e socialista italiana all`entrata dei carri armati Sovietici e dei loro alleati in Ungheria e in Cecoslovacchia nel 1956. 

Il revisionismo su questo tentativo di beatificazione laica della cosiddetta Resistenza c`è sempre stato. Leggasi "La ragazza di Bube" di Carlo Cassola, come mero esempio letterario.

martedì 13 febbraio 2018

Ecco come hanno tentato di far dimenticare le Foibe

Ecco come prima si tentava di obliare la memoria delle Foibe. Enciclopedia Utet, 1987.

Voce: FIUME. Del periodo D'Annunziano vi sono solo poche righe frettolose. Sulla repressione da parte di Tito ai danni della popolazione italiana nemmeno un accenno, se non: "la popolazione Italiana preferi' emigrare". Solo un caso? La parola foibe e' solo qualche pagina dopo.

Trovo FOIBA: fenomeno carsico... e basta. Due indizi fanno una prova?

Proviamo alla voce ISTRIA. Anche qui niente foibe, nessun cenno ai massacri di Tito. Si specifica pero' che nel 1924 con l' Istria Italiana " le lingue slovena croata vennero bandite".

Anche nella voce: TITO non c'e' traccia delle Foibe. c'e'pero' un passo che vale la pena di citare: " grande protagonista sulla scena internazionale in quanto portavoce autorevole di un vasto schieramento mondiale ribellatosi alle superpotenze e ai blocchi da esse guidati". Questo era ed è lo spessore accademico di certi professori ideologizzati che scrivono nelle enciclopedie.

venerdì 9 febbraio 2018

-1 al Giorno del Ricordo

venerdì 26 gennaio 2018

Palazzo a Belgrado


giovedì 25 gennaio 2018

Aggiornamenti nella lotta quotidiana contro i piccoli commercianti ungheresi.

Lotta quotidiana contro i piccoli commercianti Ungheresi: oggi un nulla di fatto. Ho pagato 920 fiorini (3 euro) per n. 4 cachi: tornato a chiedere spiegazioni alla fruttarola, ella mi ha spiegato che costavano 230 fiorini AL PEZZO, e non al chilo. 

Infatti db vuol dire "darab", pezzo. C`è anche da aggiungere che siamo a fine stagione per i cachi, per cui il prezzo aumenta. 

Finale di partita odierno: 

 Fruttarola ONESTA Ungherese    0 

 Andrea                                           0

martedì 23 gennaio 2018

Bagnai si candida con Salvini: probabile ministro, insieme a Borghi, in caso di vittoria



Il professor Alberto Bagnai, docente di Politica Economica presso l`Università D`Annunzio di Pescara-Chieti, ha segnato un cambio di passo importante.

Finora, pur essendo diventato noto prima sul web e poi in televisione come economista critico nei confronti dell`Ue, dell`austerità e dell`euro, non era mai sceso in politica.

Oggi ha deciso di "sporcarsi le mani" nel difficile agone politico in cui "tutte le vacche", come direbbe Hegel, "di notte sono nere".

Poche ore fa è stata presentata la sua adesione nelle liste di Salvini. Non è improbabile dunque che, in caso di vittoria del centrodestra, il docente toscano possa diventare ministro dell`Economia o ricoprire un dicastero simile (Sviluppo Economico, Bilancio, Lavoro), tenendo presente che la Lega ha come consulente economico un`altra webstar dell`economia, Claudio Borghi, il quale ha vedute molto simili a quelle di Bagnai.

lunedì 22 gennaio 2018

No, Vasco, io non ci casco

Continua la battaglia quotidiana con i commercianti ungheresi.

Arance: 350 fiorini per piu` di un chilo. Buon prezzo. Vado a pagare. Non rispondo alle domande in Ungherese, fatico a capire. Mostro così palesemente di essere straniero.

Dò volontariamente la banconota da 2000 fiorini al fruttivendolo e mi dico: vediamo se stavolta mi verrà dato il resto giusto. Come al solito, il commerciante di turno mi dà meno soldi indietro e 500 fiorini mancano. Lui dice: tutto a posto, arrivederci. Io rimango con la mano tesa e i soldi in mano.

Lui capisce che il furto non è andato in porto e fa: "Ahhh che sbadato!" e tira fuori altri 500 fiorini. 

Risultato finale odierno:

Andrea                                         1

Fruttarolo Ungherese disonesto   0

domenica 21 gennaio 2018

Questo blog ha compiuto 10 anni

Questo blog ha compiuto 10 anni pochi giorni fa.

Anche se non ho la possibilità di aggiornarlo spesso come un tempo, la sua attività continuerà e cercherò di inserire contenuti sempre nuovi e vari, relativi anche alle mie esperienze degli ultimi 17 mesi, che mi hanno portato a cambiare lavoro e luoghi di permanenza.

Grazie a tutti voi che mi seguite.

David Bromberg - The strongest man alive



I am the strongest man alive! 
That might sound like idle boasting, but I have no need to lie;
I have lived through storms and tempests not another soul survived;
I am the strongest man alive!

I have carried burdens heavier than human tongue can tell, 
I’ve travelled distances untold, been forth and back through hell; 
I’ve endured the very worst that man and nature could provide, 
I am the strongest man alive! 

I have fought in many battles, though I have not won them all; 
it’s a miracle this bruised and battered body breathes at all! 
Oh they say a cat has nine lives, well I’ve lived through four or five – 
I am the strongest man alive! 

I have cheated death a thousand times, that foul and greedy thief; 
but I’ve buried many comrades, which has brought me endless grief. 
I alone live on while all around my friends and loved ones die; 
I am the strongest man alive! 

It’s the mental anguish that’s the worst of all the pain I’ve had – 
where other men have gone insane, I’m only slightly mad! 
And still I bleed, I breathe, I weep through times I’ve wished to die; 
I am the strongest man alive! 

Although I am earth’s strongest man, I’m not immune to death; 
there’s a motive for each motion, a purpose for each breath, 
for without your true and lasting love, I would not – could not – survive; 
although, I am the strongest man alive!

"Venezia, non torno più": l`importanza di chiamarsi Vecio.




Ci sono regole non scritte, ma antichissime e nobili, che regolano il rapporto tra un cliente di una qualsiasi attività economica e il suo proprietario.

E` un rapporto che si instaura fin dal primo piede messo sullo scalino del negozio, fin dalla prima occhiata o dalla prima stretta di mano nel qualsivoglia luogo dove lo scambio avviene.

Il rispetto reciproco è scontato e fondamentale, a meno che non ci sia un rendez vous tra delinquenti, che dopo l`accordo devono guardarsi le spalle da una pallottola/coltellata, esaminare la merce, ispezionare le banconote o comunque prevedere e tamponare eventuali fregature.

Nel momento in cui questo principio di rispetto reciproco si rompe, l`affare rischia di andare a monte.

Se il negoziante, ad esempio, tratta l`avventore come un tubo da dentifricio da spremere fino alla fine, allora questo è il caso di Venezia.

Gia, Venezia. Ex impero commerciale. La popolano i mercanti. Hanno imparato dall'oriente l`arte della contrattazione e tante piccole furbizie.

Vendono una delle città più belle del mondo. La vendono per un giorno, per 12 ore, per 72 ore.

Eppure chiedetevi perchè questi scaltri commercianti ottengono un  milione di pernottamenti all`anno meno di Milano, con un gap ancora più forte rispetto a Praga.

La verità è che a Venezia prevale il turismo mordi e fuggi. Il portafogli degli ospiti si svuota presto e loro scappano. Molti di loro non torneranno.

Il perchè è presto detto. Facciamo una ricerca tra tutti gli articoli di truffe ai turisti:

"Venezia, pranzo da 526 euro. Il turista scrive al sindaco" - Fonte: Il Giornale
"Turismo, prezzi alti e scortesia" - Fonte: Il Gazzettino, giornale di Venezia.
"Venezia, 100 euro per 4 caffè e tre amari in piazza San Marco". Fonte: Sito di Euronews, testata ufficiale dell`Unione Europea
"Venezia, bistecche e frittura, 1100 euro" Fonte: Ansa.it

Vuoi vedere il Carnevale di Venezia, in inverno, in piedi e pressato per ore dalla calca? 30 euro per entrare in piazza. Lo vuoi vedere dagli spalti? 110 euro.

Un giro in gondola? Costa 80 euro di giorno e 100 di notte,  ma possono salire fino a 6 persone e si può dividere il viaggio.


Il vaporetto? Potresti pagare fino a 10 volte più di un residente in Veneto.

La Rai ha riportato tempo fà che i commercianti lagunari si lamentavano dei turisti che lasciavano le briciole dei panini sui marciapiedi.

Insomma, se vanno al ristorante devono vendersi la casa, se portano il panino non va bene... state certi che una buona parte di loro non si farà più vedere, mentre altri si porteranno anche il thermos del caffè.

Sdrammatizziamo con un aneddoto.

Un Veneziano ha voluto constatare se effettivamente i prezzi per i turisti fossero più alti. Il primo giorno è andato in un bar e ha chiesto due aperitivi, in italiano e mascherando il suo accento. Conto: 9 euro. 

Il secondo giorno è tornato nello stesso posto e l`oste, tra centinaia di facce che vede ogni giorno, non ha riconosciuto nè lui nè l`amico. Appena è arrivato il suo turno ha esclamato: "Ciao vecio, tì me fà du spritz?" (ovvero gli stessi aperitivi del giorno prima).

Conto: 4 euro.

Parafrasando Oscar Wilde, dalla succitata parabola deduciamo "L`importanza di chiamarsi Vecio".


The Backwater Boys: All for me grog





And it's all for me grog, me jolly, jolly grog All for me beer and tobacco Well I spent all me tin on the lassies drinking gin Across the western ocean I must wander Where are me boots, me noggin, noggin boots they're all gone for beer and tobacco For the heels they are worn out and the toes are kicked about And the soles are looking for better weather And it's all for me grog, me jolly, jolly grog All for me beer and tobacco Well I spent all me tin on the lassies drinking gin Across the western ocean I must wander Where is me shirt me noggin, noggin shirt It's all gone for beer and tobacco For the collar is all worn and the sleeves they are all torn And the tail is looking for better weather And it's all for me grog, me jolly, jolly grog All for me beer and tobacco Well I spent all me tin on the lassies drinking gin Across the western ocean I must wander I'm sick in the head and I haven't gone to bed Since I first came ashore from me slumber For I spent all me dough on the lassies don't you know Far across the western ocean I must wander And it's all for me grog, me jolly, jolly grog All for me beer and tobacco Well I spent all me tin on the lassies drinking gin Across the western ocean I must wander