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giovedì 23 dicembre 2010

Edoardo Bennato - E' goal!

Pescara conquista anche gli istituti di rating: un voto alto all'affidabilità del capoluogo adriatico

(Pubblicato su Abruzzoblog.it)
Gli investitori possono stare tranquilli: Pescara è un partner affidabile in affari secondo quanto riportato dall'agenzia Fitch, il cui ruolo è quello di valutare la capacità di far fronte ai propri debiti da parte di aziende e istituzioni pubbliche. Pescara è considerata, con il suo "A+", agli stessi livelli di New York e della California, di Valencia e di alcune città del Nord Italia, tra cui Torino. Tra i principali parametri presi in esame dagli esperti vi sono il grado di indebitamento, i vari tipi di esposizioni debitorie, l'organizzazione interna, il livello di tecnologia e l'impiego di risorse economiche per sostenere il personale.

L'assessore alle finanze Eugenio Seccia si è detto fiero dei risultati acquisiti: «Pescara primeggia tra le città italiane e risulta uno dei partner pubblici più affidabili; chi deve ricevere compensi per un servizio svolto per conto di una municipalità simile alla nostra (costruzione di edifici, manutenzione delle strade, servizi vari) viene in genere pagato interamente e in tempi brevi».

A fare eco alle parole di Seccia c'è il suo collega nonchè assessore ai tributi Massimo Filippello: «In questa valutazione non è stato inserito un altro segno della nostra efficienza: abbiamo infatti intensificato gli accertamenti su Ici e Tarsu senza alzare le spese per i cittadini. Il risultato è che adesso abbiamo il 56% in più di entrate su tali imposte».


Parole entusiastiche per il lavoro svolto sono giunte dai dirigenti comunali Stefano Ilari e Renato Ranieri, che hanno ricordato che tali risultati incoraggianti giungono nonostante la sentenza sulla controversia tra Enel e Pescara-gas (società gestita dal Comune), che ha condannato quest'ultima a versare 15 milioni di euro all'Ente per l'Energia Elettrica.


Insomma, gli spettri del debito pubblico sembrerebbero appartenere al passato nel capoluogo adriatico, almeno in base a quanto dicono i dirigenti comunali, i quali assicurano che anche le pendenze derivanti dalla scorsa gestione sono appianate e ormai assorbite nelle voci di spesa del bilancio.
Andrea Russo

mercoledì 22 dicembre 2010

I video del giorno



martedì 21 dicembre 2010

martedì 7 dicembre 2010

martedì 30 novembre 2010

"Eroi" di sinistra

Alberto Saviano ha un grosso merito: quello di aver sfidato, tramite un suo recital a Casal di Principe, nel cuore della malavita organizzata, i boss camorristi che adesso lo vogliono morto e lo costringono a vivere sotto scorta. Saviano ha scritto libri, ha avuto anche un bell`incremento del suo conto in banca grazie ad essi ed al film "Gomorra", su questo non ci sarebbe nulla da eccepire.

Saviano usufruisce, suo malgrado, di una scorta. Chi e` che sovraintende alle risorse umane e materiali relative a quella scorta? Tale onorevole Roberto Maroni, ministro dell`Interno.

Risulta quantomeno curioso che il trentunenne campano, benche` Maroni faccia il suo dovere nel proteggerlo, non gli dica nemmeno grazie.
Possiamo capire come, da uomo del sud, non abbia in simpatia la lega. Resta da capire come si presti a fare indirettamente il gioco del centrosinistra, dove militano tanti ex democristiani che hanno fatto la rovina di Napoli e che in passato sono balzati agli onori delle cronache per collusioni con la camorra.

La sua militanza a sinistra appare evidente quando i giornali pubblicano la notizia di arresti di esponenti della camorra a Casal di Principe ( gli ennesimi, dopo centinaia di arresti negli ultimi mesi in tutta la Campania) e di pezzi grossi della Ndrangheta a Nord.

Era l`apice della popolarita` dell`attuale governo nella lotta alle mafie, e bisognava subito trovare un contrappeso negativo: ecco dunque la sparata di Saviano sul presunto silenzio della lega riguardo alle infiltrazioni mafiose al Nord.

E` per questo che Saviano secondo me si e` bruciato, in nome di una faziosita` da stadio che anima il confronto politico in Italia.

lunedì 29 novembre 2010

Fantozzi oggi sarebbe un figo

Era il 1975 quando Fantozzi, l`impiegato più bistrattato della storia, fece la sua comparsa sugli schermi cinematografici. Più o meno nello stesso periodo, usciva nelle sale Rocky 1, l`Italia viveva un momemto di consolidamento del benessere acquisito, per certi versi. C'erano però delle crisi da affrontare, non secondaria quella petrolifera. Gli occidentali furono costretti a ripensare al loro modo di utilizzare l`automobile e a proteggere il loro portafogli dall'aumento del costo degli idrocarburi.

La lotta di classe aveva ancora le sue stagioni calde, il terrorismo era un fenomeno con delle forme endogene in Italia che coinvolgevano l`estrema sinistra e l`estrema destra. Gli operai si riconoscevano in linea di massima con il partito comunista, cosa che oggi, soprattutto negli ultimi anni, non avviene più.

La classe lavoratrice avrebbe dovuto sopportare ben altre mazzate, come ad esempio l`introduzione del lavoro interinale e dei contratti a tempo, che senza possibilità di replica sono una oggettiva sconfitta dei seppur potenti sindacati italiani.

Cosa c`entra questo con Fantozzi?
E` presto detto: Fantozzi era un mezzo con cui Paolo Villaggio e i suoi collaboratori mettevano in scena il loro immaginario e le loro convinzioni politiche anticapitalistiche.

Graffiante e geniale, Villaggio, insieme a Salce ed altri autori di primo livello come Enrico Vaime, non solo tramite Fantozzi gia` da anni avevano introdotto una comicita` "cattiva": nei varieta` televisivi si faceva finta di maltrattare il pubblico in barba alla gentilezza e all`educazione del conduttore televisivo di stampo classico.

Sono passati 35 anni dal primo Fantozzi, tante cose sono cambiate. La mia generazione vedeva i propri genitori migliorare in media il proprio status socio-economico rispetto ai nonni. Anche noi da piccoli e da adolescenti ci aspettavamo di fare lo stesso.

Sta accadendo l`opposto, per colpa di dinamiche che affondano le radici più nella politica di Deng Xiao Ping e dei democristiani che nella blanda crisi del 2008.

Oggi non è più molto facile diventare dipendenti statali. Diventare semplici impiegati venti anni fa era considerato poco qualificante e da "persone che si accontentano".

Oggi è un miraggio, per milioni di giovani tra i venti e i trent`anni, spesso anche laureati e con masters costosi alle spalle. Oggi si accontenterebbero di un posto fisso da bidello: la sicurezza dello stipendio mensile, difficile da perdere in un contesto statale, consentirebbe loro di ottenere mutui per la casa , cosa impensabile con i loro contratti trimestrali del call center o dell`azienda fatisciente che spesso li illude.

Pensiamo a Fantozzi: aveva un lavoro fisso in una multinazionale, che gli e` durato fino alla pensione, con il semplice diploma di ragioneria. Abitava in una casa ad equo canone, quindi pagava un modesto affitto per una abitazione che, a giudicare dalle scene dei suoi films, era dignitosa.

Aveva una berlinetta, la tanto bistrattata "Bianchina" che anche nel `76 era del tutto appetibile come mezzo di trasporto. La moglie brutta e la conseguente figlia Mariangela erano frutto di una sua scelta, per cui se andava bene a lui...

sabato 27 novembre 2010

Video della sera



Scena tratta dal film "Finche` c`e` guerra c`e` speranza", diretto e interpretato da Alberto Sordi.
E` un Sordi in grande forma e nel pieno della maturita`artistica. Questa lunga scena e` per lui insolitamente seria. Il discorso del padre di famiglia nonche` mercante di armi e` calzante, animato da un risentimento non consono ai soliti personaggi a cui il noto attore ci ha abituati. In genere anche durante le scene drammatiche dei suoi films c`e` sempre una battuta, un elemento ironico di rottura. Qui tale espediente e` utilizzato molto meno, per far posto ad una rabbia pura e spontanea.
In Italia si e` sempre parlato poco del commercio di armi.
Il grande Alberto da` una prova di coraggio e di lucidita`, in una delle poche pellicole da lui dirette.


http://www.youtube.com/watch?v=cqF85mqbFHw&feature=related#

Discorso finale sull`Inghilterra

Qualche tempo fa ho pubblicato un post sulla figuraccia in occasione delle elezioni del governo uscente inglese, che non ha messo a disposizione un numero sufficiente di seggi per i votanti. Il risultato e` stato che in molti non hanno fatto in tempo a votare. In piu`, per un madornale errore, in un seggio hanno fatto votare un ragazzo di 14 anni.

Le comparazioni Italia-Inghilterra possono essere infinite, c`e` molto da dire.
Dopo tre mesi di vita qui, non posso dire di essere detentore della verita`, ma almeno posso dire la mia con cognizione di causa.

Quando sono arrivato avevo la convinzione di arrivare in un posto in cui la gente vive meglio, almeno sotto il punto di vista economico.
Ma fatti i conti con i prezzi degli affitti, che costringono tante famiglie inglesi a dividere le case con perfetti estranei (e sorvolo sulla qualita` media delle case), dando un`occhiata alle macchine (tutte vecchie) che circolano a Norwich, l`impressione con cui vado via e` diametralmente opposta.

Uno dei tanti luoghi comuni sull`Inghilterra, tra quelli positivi e negativi, e` che tale paese non abbia sperperato il denaro pubblico: falso.
Nella terra d`Albione c`e` uno dei disavanzi piu` alti del mondo.
La fama negativa degli ospedali inglesi e` piuttosto nota, ma per fortuna non ho avuto modo di constatarlo per cui vi lascio il beneficio del dubbio.
La burocrazia per certi versi e` efficiente, ma alcune volte i funzionari ti lasciano di stucco per il loro stupido formalismo e per la loro cattiveria. Non scendo in particolari su una disavventura burocratica che ho superato di recente, ma quando penso all`indifferenza, all`ostruzionismo di alcuni funzionari dell`ufficio del lavoro e addirittura della polizia a cui avevo chiesto aiuto, ancora non ci credo.

Ovviamente ho riscontrato tanti pregi , qui in Oltremanica, che vi ho gia` esposto in passato.
Torno pero` in Italia contento di tornarci e senza rimpianti.

sabato 20 novembre 2010

I video del giorno





martedì 16 novembre 2010

Un caro ricordo di Roberto Pregadio


E` scomparso ieri Roberto Pregadio, un musicista storico nel panorama del jazz italiano. Catanese, nato nel 1928, si diplomo` in pianoforte presso il conservatorio di Napoli. E` stato pianista stabile dal 1960 presso l`orechestra della Rai, ha formato un importante "ensamble" negli anni `80, il "Sestetto swing di Roma".

Deve la maggior parte della sua notorieta` alla "Corrida", programma prima radiofonico e poi televisivo in cui ha rivestito il ruolo di direttore d`Orchestra al fianco di Corrado. E` stato docente di pianoforte al Conservatorio di Frosinone, e ha composto colonne sonore di notevole pregio per molti films degli anni 60 e 70.

A tal proposito, mi fa piacere ricordare come negli ultimi tempi su questo blog ho tentato di ricordare questa parte importantissima della sua opera.

Da segnalare alcune sue composizioni riconducibili al genere "Bossa Nova", autentici gioielli inseriti in pellicole di serie b. In particolare, ne "Il medico... la studentessa" con Gloria Guida come protagonista, ha firmato diversi motivetti, uno dei quali e` stato reinserito in una pubblicita` televisiva pochi mesi or sono.

Nel link sottostante potete ascoltare "In piscina", melodia garbata e tropicale che unisce stile e istinto:

www.youtube.com/watch?v=2NpyDh-VUSU


lo stesso si puo` dire per "Claudia in motoretta", forse ancora piu` brasiliano e dionisiaco:

www.youtube.com/watch?v=FyLmZ6bm0iQ

ed ecco il brano "pubblicitario", in stile beat e di chiara influenza anglosassone:

www.youtube.com/watch?v=9GiGZnfqiC8&feature=related

Ecco infine un`altra melodia, con una ritmica vocale priva di parole, fatta di vocalizzi come era d`uso negli anni `60-70. Nel video vengono riproposti anche gli altri brani gia` citati.

www.youtube.com/watch?v=Ps1lvLdQgOI

Come ho gia` accennato, Pregadio riveste un ruolo di primo piano riguardo ad un periodo ben preciso della storia musicale italiana, ed e` degno di stare al fianco a nomi come Giorgio Gaslini o Romano Mussolini per quanto riguarda il Jazz, o a Ennio Morricone, Piero Piccioni, Armando Trovajoli, e Daniele Patucchi per quanto riguarda la musica per il cinema.

venerdì 12 novembre 2010

lunedì 1 novembre 2010

Storie di Plagio (Parte seconda). Dalle Chiffons ai Cousteau, da Michele Pecora a Zucchero


(In collaborazione con: http://www.musicwebitalia.it/ e con www.ildemocratico.com)

Probabilmente e` capitato a tutti, o quasi: sentiamo per caso una canzone alla radio o alla tv, la impariamo a memoria, ci affezioniamo a quei suoni che accompagnano determinati momenti della nostra esistenza, anche se magari non ne comprendiamo appieno il significato perche` le parole sono in un`altra lingua.
Per qualcuno quelle note, hanno un significato diverso: possono ricordare momenti belli trascorsi con persone care o momenti di sconforto, anche. Ed e` per questo che ci sentiamo come traditi, quando veniamo a conoscenza dell`"imbroglio".
A volte i plagi sono autorizzati dagli stessi autori, che vendono i propri "copyrights" e traggono ulteriore vantaggio dalla propria arte. In altri casi un artista famoso copia deliberatamente un altro collega altrettanto celebre, e tutto sommato non e` un danno grave: si tratta soltanto di una storia di scorrettezze da parte di un ricco nei confronti di un pari grado.
E` grave invece quando un cantante affermato, protetto dalle sue possibilita` economiche e da avvocati di fama nazionale, ruba un brano ad un altro che non ha fatto successo e che magari vive nelle ristrettezze. Probabilmente chiunque, di fronte a un episodio del genere, prenderebbe le parti del cantautore povero che avrebbe potuto cambiare le sue sorti con quel motivetto, e che si vede umiliato due volte: sul piano materiale, perche` reclama giustamente un compenso per la sua opera; intellettualmente, perche` gli viene rubato anche l`orgoglio di vedere riconosciuto il proprio talento artistico.
Non e` facile scoprire questa ultima specie di episodi. La storia conserva gelosamente chissa` quante storie di scippi, nel mondo dell`arte. Cio` che e` possibile fare senza troppi sforzi, nell`era di internet, e` risalire alla genesi di molti brani noti. Il plagio e` sempre in agguato, e dei managers miopi preferiscono produrre dischi di artisti poco originali piuttosto che andare a scovare veri talenti.
Per molti di questi nemici dell`arte e` piu` importante mostrare ai media giovani di bella presenza che persone dall`aspetto comune ma con dei contenuti da divulgare e delle emozioni autentiche da condividere. Alcuni esempi: "The last good day of the year" dei Cousteau, bellissimo flusso di suoni della durata di 4 minuti circa, e` praticamente la versione riveduta e corretta di "My sweet Lord" di George Harrison, che a sua volta aveva copiato la deliziosa "He`s so fine" delle Chiffons, cantanti di colore in un`epoca non facile per gli afroamericani.
L`ottimo chitarrista e cantante dei Beatles penso` bene di puntare su temi religiosi, in un momento in cui le canzoni religiose "pop" andavano forte, in termini commerciali.
Di diverso avviso furono i Pooh, la cui fama e` piu` circoscritta territorialmente degli artisti succitati, ma il cui talento, senza fare paragoni, non e` messo in discussione. Rifiutarono di fare diventare "Tanta voglia di lei" una canzone religiosa, resistendo alle pressioni di un produttore zelante e soprattutto inopportuno, visto il successo della canzone nella sua versione nota a tutti. Di parere opposto a George Harrison fu anche il suo amico John Lennon, che in "Imagine" prospettava un mondo senza guerre, "e senza religioni, anche".
In alcuni gruppi religiosi questo brano viene riproposto omettendo la frase "and no religion too" che e` considerato, per loro, sconveniente. Dopo le censure del tribunale dell` Inquisizione, oggi ci viene proposta una meno inquietante censura in stile "Azione Cattolica" . Proprio di Azione Cattolica da cui salvarsi parlava un pezzo del noto cantante Zucchero, al secolo Adelmo Fornaciari. Fu "ribattezzato" con tale nomignolo da un suo maestro delle elementari per il pallore del suo viso che gia` allora lo contraddistingueva.
Messo di fronte all`evidenza da Valerio Staffelli di "Striscia la Notizia", non ha potuto negare piu` di tanto di avere copiato diversi brani, tra cui "Era lei" di Michele Pecora. Di fronte alle telecamere il buon Zucchero ha mostrato inizialmente un sangue freddo ammirevole, ma quando ha creduto di non essere piu` ripreso, ha riempito di insulti l`inviato piu` scomodo d`Italia.La verita` fa male, come sentenziava Caterina Caselli.
Era una canzone sua o anche lei faceva la furba?
Scopriremo anche questo.
Andrea Russo

venerdì 29 ottobre 2010

Curiosita` sull`Inghilterra e sugli Inglesi.

Una premessa e` doverosa: nell`epoca del multimediale si danno per scontate tante cose, perche` le conosciamo per sentito dire, o perche` un blogger su internet ci ha fatto un "sunto" della situazione. Per carita`, tanti professionisti della carta stampata sono meno "professionali" dei bloggers, purtroppo. E i luoghi comuni, anche sull`Inghilterra,sono numerosi.

L`Inglese medio, dalle esperienze in territorio britannico del sottoscritto, non e` affatto riservato, attacca bottone facilmente, in media e` piuttosto educato, vi chiede scusa anche se vi passa a due metri di distanza con la bicicletta o col carrello del supermercato.
Il formalismo inglese non esiste, o per lo meno e` estinto.
Nelle lettere commerciali zelanti segretarie vi scriveranno "yours, sincerely" (tua, sinceramente). E penserete, se siete uomini: "Cavolo, faccio conquiste anche via e-mail". Oppure, semplicemente, si tratta di un in-formalismo un tantino falso e anche un po` fastidioso.
Ma questi sono dettagli. Riassunto in poche parole, il discorso sul tradizionalismo e sull`etichetta inglese e` ormai obsoleto: l`inglese medio e` una persona gentile, un po` meno vivace dell`italiano anche se non cupo, meno complicato dell`italiano nel prendere le decisioni: "straight to the point", diretto al punto.
Certe volte questo pragmatismo e` liberatorio, per chi viene da un paese dove la burocrazia e` lenta e dove , per fare una citazione "Gattopardesca" si spezza il capello in quattro. L`arte del fare concessioni a tutti per non accontentare nessuno e` una prassi della nostra politica e un riflesso della nostra mentalita` dominante.

Davvero c`e` piu` ricchezza in Inghilterra?

Se in Inghilterra vi colpira` positivamente l`efficienza del burocrate che il giorno dopo vi invia il documento richiesto, storcerete il naso di fronte alla sciatteria sia strutturale che di arredamento delle case d`Oltremanica. E vi stupira` vedere una stragrande maggioranza di auto vecchie di almeno 6-7 anni. Gli Inglesi amano meno "apparire"? Potrebbe essere una valida spiegazione, ma non la darei per scontata.
La verita` e` che qui a volte hai l`impressione di stare in una terra piu` ricca, a volte sembra l`esatto opposto.
Robin Hood, che non per niente era britannico, "rubava ai ricchi per dare ai poveri". Una buona parte degli italiani, invece, evade le tasse con grande disinvoltura e "ruba allo stato ladro per aiutare se` stesso".


Piccole osservazioni per capire meglio la mentalita` Inglese

1 l`inglese e` spesso un ciccione, il disordine alimentare e` un problema diffuso.
2 Beve, ma piu` che altro il sabato. Nell`est europeo si vedono cose molto peggiori e in una ipotetica gara di bevute il signor "John Smith" perderebbe senza via di scampo contro un qualsiasi "Andreij Petrov".
3 La vita costa cara, ma chi ha un minimo di buona volonta` riesce a cavarsela senza troppi problemi
4 Ci sono molti modi per risparmiare al supermercato, sui contratti telefonici e su alcune altre cose. I ventenni amano il carnevale: di sabato le ragazze si vestono dqa infermiere o da marinarette, i ragazzi mettono cappelli stravaganti, cravatte stile "beatles", e in alcuni casi-limite c`e` chi si tinge il volto o indossa lenti a contatto rosse.
5 Il rapporto salari-costi della vita e` a netto vantaggio dell`Italia del centro e del sud dove pero` c`e` piu` disoccupazione. Il Nord Italia probabilmente e` piu` simile agli standards economici britannici: economia migliore, ma rapporto salari-prezzi non molto buono.
6 E` difficile reperire cibo di buona qualita`, e quando lo si trova costa il doppio. I ristoranti dove si mangia davvero bene, al di fuori delle grandi citta`, sono pochi.
7 Il tasso di disoccupazione e` piu` basso rispetto alla media italiana
8 In Italia il mercato delle nuove costruzioni e dell`edilizia in generale e` un gigante di fronte a quello inglese, ma la cosa puo` essere vista anche da un lato negativo, perche` correlata a lobby poco virtuose di imprenditori e politici.
9 L`economia bancaria ha un ruolo fondamentale: Londra e` il piu` importante mercato finanziario europeo, ed e` il posto ideale per chi vuole lavorare nel settore.
10 L`assistenza ospedaliera e` inferiore qualitativamente e come impiego di risorse rispetto alla nostra. a livello pubblico. Il welfare e` meno sviluppato e chi non ha lavoro ha seri problemi nel farsi curare adeguatamente.
11 Recentemente e` stato introdotto un salario minimo, il cosiddetto "minimum wage" che tutela il lavoratore. Esso corrisponde in genere a poco meno di 6 sterline per ora.
12 Molti salari vengono corrisposti settimanalmente.

"A manage`r"

Una volta un coraggioso giornalista napoletano di rai tre intervisto` una donna della camorra, dopo che alcuni suoi familiari erano stati arrestati. "Come giustifica i suoi guadagni"? le chiese.
" Faccio la tabaccaia, vendo le sigarette... "
"A manager", sentenzio` ironicamente il cronista in dialetto
A` manager" esatto, confermo` la vecchia camorrista.
Questa definizione detta con spirito ironico e` sovrastata da una realta` ancora piu` risibile: in Inghilterra del termine manager si fregiano anche le capo-commesse o i venditori di panini: se c`e` un negozio con due lavoranti, uno e` il capo e uno e` il subalterno, e il primo e` "il manager".
Tutto cio` mi ricorda di quando ero bambino e con altri amici rubavamo le tavole di legno agli operai di un cantiere, per fare la nostra casetta. La costruimmo, la distruggemmo e la riedificammo piu` e piu` volte, con la perizia di piccoli "Renzo Piano". Ci davamo delle gerarchie, decise dal piu` grande o tirate a sorte ( ma qualcuno barava sulla conta). Il primo capo della casetta comandava gli altri due, il secondo capo comandava il terzo capo, il terzo capo comandava se` stesso.
Un vecchio detto popolare dice: " Abbassami il rango ed alzami il salario".
Andrea Russo

giovedì 28 ottobre 2010

Manfredi e Gegia per la pubblicita` Lavazza

Monica Vitti - La ragazza con la pistola (2)

Monica Vitti: La ragazza con la pistola

Emigrare in Inghilterra: "il gioco vale la candela"?


In Italia vi sono molti estimatori dell `Inghilterra e del Regno Unito in genere , soprattutto tra i giovani. Non si puo` negare che la necessarieta` della lingua inglese abbia comportato un`influenza culturale su tutto il mondo. E` altresi` vero che buona parte della cultura giovanile degli ultimi decenni abbia avuto come centro propulsore la citta` di Londra.

Per chi sta pensando di trasferirsi in Inghilterra per migliorare la propria posizione lavorativa, o per chi semplicemente vuole trascorrervi un po` di tempo, possiamo darvi alcuni consigli frutto di una esperienza diretta.

Per chi lavora:

1 Andate all`ufficio del lavoro e richiedete un appuntamento per il National Insurance Number, che vi consentira` di essere in regola con il lavoro, di pagare le tasse e di ricevere assistenza medica. Fatelo subito perche` altrimenti avrete problemi. In genere otterrete il National Insurance Number (Numero di assicurazione nazionale) nel giro di 6 settimane.

2 Consultate per cercare lavoro, il sito governativo directgov.co.uk oppure Jobsearch.co.uk o Reed.co.uk. Ovviamente non sono gli unici siti web nel settore.

3 Stipulate un contratto telefonico. Ce ne sono alcuni in cui il pagamento avviene tramite una normale ricarica. Quando avrete un conto corrente bancario inglese potrete stipulare altri contratti che prevedono una detrazione mensile dal vostro conto in banca, ma sono molto vantaggiosi. Le semplici sim ricaricabili, senza contratto, sono costosissime.

4 Aprite un conto in banca, e` indispensabile molto piu` che da noi. E` completamente gratuito e non vi verranno addebitati costi di nessun genere.

5 Imparate il piu` possibile l`inglese: Meglio conoscete la lingua, piu` saranno le opportunita` di lavoro.
Pianificate il vostro trasferimento: i prezzi sono alti. La sterlina vale all`incirca un euro e venti centesimi. Nei primi due mesi di permanenza andrete in passivo di almeno duemila euro, se siete da soli, per i costi piu` disparati.

6 Se superate le difficolta` materiali e burocratiche dei primi mesi, molto probabilmente ve la caverete. Le opportunita` di lavoro sono un 20 30 % in piu` della media italiana.

7 I settori in cui potete trovare una occupazione variano di citta` in citta`: Londra, tra i tanti primati che detiene, e` il cuore europeo dei mercati finanziari. Per chi vuole lavorare in banca o con una finanziaria e` il posto piu` adatto. Anche per chi fa il giornalista o l`artista e` consigliabile puntare dritto su Londra. Attualmente in Gran Bretagna si riscontra una carenza di medici, e cio` costituisce una ghiotta occasione per chi si e` formato nel settore e vuole entrare in questo paese da "emigrante di lusso".
Le badanti vengono regolarizzate quasi sempre e vengono reclutate da agenzie apposite, che provvedono anche a corsi di formazione un po` all`acqua di rose. In genere bisogna possedere un`automobile se si lavora a casa del cliente, ma non sempre. Vi sono tantissime case di cura private.I guadagni sono interessanti (dalle 900 alle 1500 sterline al mese, compreso spesso vitto e alloggio). Anche gli uomini fanno questo lavoro, a volte, che pero` e` molto duro, anche perche` a volte spezza i ritmi del sonno: si lavora spesso di notte ma con cadenze irregolari, e questo puo` avere effetti dannosi sulla salute del lavoratore.

8 Tenete presente che Londra e` un discorso a parte: Offre molto piu` lavoro ma e` altrettanto piu` costosa delle altre citta` inglesi.
Una stanza in affitto a una distanza ragionevole dal centro costa in media 800 euro al mese.

In definitiva, il gioco vale la candela, ma a costo di stare sul posto per almeno 4-5 anni. Imparare la lingua a dovere richiede tempo. L`inglese scritto e le sue regole grammaticali sono facili. La pronuncia invece e` impegnativa, e solo quando si e` sul posto si ci rende conto di come la vostra pronuncia possa decidere le sorti del vostro inserimento sociale e lavorativo nel paese.

Per chi studia

Il discorso per gli studenti e` molto piu` semplice.

Innanzitutto non pagano la Council tax, che sarebbe l`Ici locale. Il proprietario dell`appartamento gli chiedera` probabilmente delle referenze: lettere scritte di qualcuno che puo` garantire sul pagamento dell`affitto.
Per il contratto di affitto funziona come in Italia: alcune volte viene richiesto dal padrone di casa, alcune volte no. Cio` che vi verra` richiesto, quasi sempre, e` il versamento di un deposito quando entrate nel nuovo appartamento; vi verra` restituito nel momento in cui lasciate la casa, al termine della permanenza. Se causate dei danni all`appartamento, potra` essere trattenuta una somma corrispondente all`importo del danno.

Le universita` funzionano piuttosto bene. Molti stranieri, soprattutto provenienti da paesi poveri mandano i figli a studiare in Inghilterra dove probabilmente ritengono che otterranno una educazione migliore. Le universita`sono un capitolo importante nell`economia Inglese, e tengono letteralmente in piedi alcune citta`. Attorno ad esse ruotano negozi, pubs, locali da ballo ed agenzie immobiliari.

I genitori italiani dovranno rassegnarsi a far fronte a spese importanti. E` anche vero pero` che gli studenti trovano facilmente lavoro nei pubs o con impieghi part time.

I divertimenti non mancano. E` un luogo comune che in Inghilterra vi sia poca vita notturna. E` esattamente il contrario. Si potrebbe obiettare, anzi, che gli studenti britannici spendano fin troppe sere dediti al divertimento. Le strade di sera sono invase dai ventenni anche nei giorni feriali. Cio` costituisce pero` un problema di ordine pubblico, perche` le risse tra ubriachi sono frequentissime.

Canzone del giorno - Daniele Patucchi - Susan Theme

martedì 26 ottobre 2010

Le scritte sui muri di Roma. Viaggio nella capitale da una insolita inquadratura.

Sono molto lieto di riportare in calce a questa nota il bellissimo articolo della giornalista romana Daniela Amenta. Ben scritto e decisamente divertente, analizza il fenomeno dei writers con spunti del tutto propri.
E` un piacere leggerlo.

Orietta Berti è pazza
Ci sono città che si intuiscono, nella loro interezza, dai cimiteri. Una visita al camposanto e si mostrano di colpo. Di colpo le vedi e le capisci. Le senti, le comprendi. E ci sono posti che iniziano e finiscono in una piazza, tra i bastioni del centro o lungo il bancone di un bar. Roma no. Roma è sfuggente. E’ troppa. Sempre a gambe aperte, denudata, ripresa, fotografata. Che credi di conoscerla e invece t’ha regalato solo un pezzettino di sé. Magari il più inutile. Bisogna camminarci. Attraversarla. Leggerla. Perché Roma è una scritta. Un’enorme scritta. Una “Pasquinata” permanente. Il sor Pasquino lasciava sui muri versi e svolazzi d’acida poesia alla faccia dei potenti. I romani fanno altrettanto. S’armano di vernici, di spray e schizzano case, monumenti, tangenziali e gallerie della metropolitana, peggio dei gatti in calore. Roma si svela così, si racconta così. Slogan dopo slogan, segno dopo segno. Come se le scritte murali fossero rughe e cicatrici di una faccia vera, i particolari determinanti di un immenso volto umano. Chi era Angela, ad esempio? Ce lo siamo chiesti in milioni, passando su Ponte Garibaldi. Era una dichiarazione a lettere cubitali, una delle prime, di cuore e di lotta: Angela ti amo. Con la A cerchiata dell’anarchia. Una scritta rossa, gigantesca, incisa sul travertino bianco dell’Isola Tiberina. La vedevi dall’autobus. Definita e definitiva, quasi fosforescente, chiarissima anche di notte. E ci immaginavamo sia lei, che lui, l’amante anonimo. Pareva di vederli, belli e rivoluzionari, a scambiarsi baci e testi di Bakunin dalle parti del fiume. Che non è biondo, nocciola semmai, ma ha argini perfetti, candidi come fogli Fabriano extralarge. Apparve proprio qui, lungo il Tevere e a pochi metri da Castel Sant’Angelo, l’epica scritta-murales. Finì sui giornali, immortalata dai turisti, altro che “Cuppolone”. Era il disegno di un polso alto almeno un metro e mezzo e con un orologio fermo sulle 11.30: “E’ ora che v’aripijate”. Così, senza altro aggiungere, senza un destinatario preciso. Messaggio tipicamente capitolino. Non tanto per il “v’aripijate” ma per il cinico disincanto. Per questa capacità dell’Urbe e dei suoi figli di trattare di calcio, politica e sentimenti con lo stesso tono sornione e malandrino. Dove altro, se non in via del Tritone, poteva trovare spazio l’estrema sintesi tra tutti gli Andreotti possibili? “Giulio fatte de gladio”. Amen.
Scritte immortali, alcune. Mai cancellate. Che resistono al tempo e al traffico della Prenestina. Qui, la consolare, da quindici anni ospita quello sberleffo più degno di un elzeviro: “Co sto caldo ce voleva un bel governo ombra”. E poi scritte multiple, con cancellamenti, aggiunte, richiami. In via Morgagni, dove “Lotta Continua” si è trasformata in “CarLotta Continua a fare la mignotta” in barba al politicamente corretto. O sulla Roma-L’Aquila, già in odor di autostrada. Su di un pilastro prende forma perfino il dogma religioso: “Dio c’è”. Che però si riduce in barzelletta grazie al commento di uno spray apocrifo: “o ce fa?”. Multipla anche la celebre “La Roma è Magica”, riveduta e corretta dai laziali in “Se la Roma è Magica, Cicciolina è vergine”. E via così, tra sfottò e illuminazioni ruggenti. La storia raccontata sui muri. Quella globale, di tutti. Quella privata. “Silvia sei bella come il tramonto”. E un mese dopo via Silvia, con una linea decisa di vernice. “Laura sei bella come il tramonto”. Si attendono altri nomi sulla Tangenziale Est, nuove passioni. Rimane invece unica, come Angela, la rima baciata e dolorosa sulla volta più alta ed esterna del ponte Flaminio, direzione Corso Francia: “Costanza ti amo senza speranza”, opera di un acrobata o, in alternativa, di un ragno.
Roma è così. Come questi graffi che mescolano sogni, sintomi, peripezie e visioni. Leggere Garbatella, ad esempio, è un esercizio di stile continuo. “La malavita invomita, ricca e prepotente”, recita un nauseato muretto. Poco oltre gli risponde un portoncino guardingo “A Ste, guardete tu’ sorella”. Ed ecco che quasi appare questa sorella di Stefano, fanatica e maliziosa, che l’intero quartiere controlla, spia, segue, tra ansimi e sospiri. E’ proprio in periferia che i poeti de ‘noantri si scatenano. E si scatena una romanitas surreale. Centocelle in versione Artaud si condensa nel miglior verso mai prodotto nel circondario: “Orietta Berti è pazza”. Chapeau. Che aggiungere? E’ una stilettata geniale, un colpo raffinato e a sorpresa. Che né gli Skiantos, né Elio e le Storie Tese sarebbero riusciti a fare di meglio. Oppure quell’altra. Imprevedibile, che lascia di stucco: “Non esiste rivoluzione con la motorizzazione”. E tra via dei Mirti e un reticolo di strade che hanno nomi di fiori e frutta, ancora la fantasia al potere: “Onanismo militante”. Benvenuti, allora. Benvenuti a Roma, dove si scrive coi pennelli indelebili. Dove ognuno ha da dire la sua. Dove si tatuano sulle pietre e sugli intonaci frasi, pensieri, romanzi di una riga. “Addio splendida e spensierata adolescenza”, commenta un Peter Pan costretto a invecchiare all’Acqua Acetosa. Replicano in via Baccelli, sul marciapiede battuto dai trans: “I signori della lussuria sono disoccupati”. E non finisce mai. Perché la “Caput” è un giornale, un libro da sfogliare che si rinnova notte dopo notte, quando l’urgenza di dire, di comunicare arma anime pazze e sconosciute. Cosicché può accadere di tutto, pagina dopo pagina, mattone dopo mattone. Vedi il caso della Montagnola che si gemella con Coney Island. Proprio così. La prima scritta apparve nel quartiere, area sud. “Roma like New York. Montagnola like Coney Island”. Da oltreoceano, la risposta chiara e forte (documentata con alcune foto che fecero il giro degli increduli residenti). “Coney Island like Montagnola”. Il che vuol dire che anche questo pezzetto anonimo di città potrebbe avere il suo Lou Reed. E non c’è writer che tenga. Perché nel caso delle scritte non valgono le hall of fame, i tags o i caps. Il tratto o il colore. Vale l’immaginazione, valgono l’acume matto e la voglia di spernacchiare l’insopportabile mondo del buon senso, vale il gusto di sovvertire le regole e di prendersi la parola, senza chiedere il permesso. Il manifesto d’intenti dell’intero movimento degli scrittori murali potrebbe essere in Trastevere. Via San Francesco a Ripa. “Roma città sempre vicina a tutti. Viva gli autisti degli autobus”. La città commenta, dibatte, riflette così. Si riflette su marmi e pietra povera. Si difende. “Più samba meno caramba”, “Più bonghi meno binghi”, “Baccaja reddito”. Si riprende la voce, la lingua. Si racconta, declama. Quattro milioni e mezzo di potenziali Pasquini. Il più gigantesco esercito mai schierato dalla letteratura dei poveri. “Perché come te nessuna mai”, scrivono Giacomo e Corrado sulla Nettunense. Angela, Costanza, Coney Island e Orietta Berti lo sanno bene. Come te, Roma, nessuna mai. Firmato: “Muccino pippa”.
Questo articolo, che mi è particolarmente piaciuto, è firmato da Daniela Amenta. L'avevo letto ieri sul nuovo quotidiano gratuito di Roma 'Epolis' in una versione 'emendata'. Cercandolo in rete ho scoperto che - alla data 16 gennaio 2004 - è anche presente sul blog di cotesta giornalista all'indirizzo: http://www.danielaamenta.splinder.com/. Lì è scritto che era già apparso su un giornale che si chiama 'Urban'.

http://anticameracervello.splinder.com/post/9632268

mercoledì 20 ottobre 2010

Storie di plagio vero e presunto in Italia e nei paesi anglofoni.

1 Robiole, flirts e religioni.

Alla riunione della Jesus Army, a Norwich, abbiamo assistito ad un vero e proprio spettacolo, genuino e gradevole anche agli occhi di chi proviene da un`altra estrazione socio-culturale. Canti e filmati si susseguivano corredati da una scenografia di prim`ordine.
L`ultima canzone, l`ultimo atto di questo evento, ha spiazzato le nostre orecchie italiane: un canto appassionato, sincero, indirizzato verso la divinita`. Ma.. ascoltando bene.. cambiavano solo le parole ma la melodia era proprio quella dello spot della robiola Robiola Osella.
Uno zefiro di nostalgia ci ha colpiti perche` tutto questo ci riportava ai piu` allegri anni 80.
Lungi dall`attuare l`equazione similitudine-plagio, abbiamo voluto approfondire, ed e` venuto fuori che una canzone ben piu` famosa di quella della Jesus Army, "The water is wide" era ancora piu` simile a quella del nostrano prodotto alimentare italico.
E ad una analisi meno superficiale qualcosa di religioso nel refrain commerciale rimane; "un antico amore che arriva fresco a te, latte e sapore, alle fattorie.." l`amore, prima avente una valenza spirituale, ora diventa l`affetto del fattore o della massaia, profuso nel preparare il buon cibo, unito alle conoscenze secolari tramandate di padre in figlio.

http://www.youtube.com/watch?v=fvbEgPlvgGE


Cliccando su questo link potete ascoltare " The water is wide". E` un canto tradizionale irlandese, chiamato anche "O waly waly". Ve ne riportiamo la prima strofa: The water is wide, I cannot get over
Neither have I wings to fly. Give me a boat that can carry two and both shall row, my love and I".

Azzardiamo una libera traduzione: Il mare (o il fiume) e` vasto .Non posso andare oltre. Non ho nemmeno le ali per volare. Datemi una barca che possa trasportare due persone e tutti e due potremo remare, il mio amore ed io.

Ed ecco invece l`allegra versione dello spot commerciale, per cui nutriamo un interesse squisitamente filologico, e, semmai, nostalgico verso anni belli per molti di noi

www.youtube.com/watch?v=QbJo4yrSiYY

Non possiamo non divertirci di fronte a tale spezzone di business-cinema. Oltre al gia` citato "antico amore che arriva fresco a te", c`e` un notevole neologismo, da un lato risibile dall`altro apprezzabile: "Alle fattorie trovi la bonta`, Robiola Osella "Naturalita`". Non dunque Naturalezza, spontaneita`, ma "naturalita`", quasi una ideologia dell`amore per la natura, da non confondere con il "naturismo", fenomeno sociale che spesso sconfina nel nudismo, e con il Naturalismo, che e`una corrente letteraria francese da cui e` scaturito il "Verismo" italiano.

Ma questo e` solo uno dei tanti esempi di cui vi renderemo edotti, all`interno dello sconfinata rete di scambi culturali e artistici tra l`Italia e i paesi anglosassoni. Alla prossima.

lunedì 18 ottobre 2010

Video del giorno - Brooke Sharkey: If we were water (se fossimo acqua)

E` un brano di sua composizione, con intercalari in francese.

lunedì 11 ottobre 2010

Realta` religiose in Inghilterra: La Jesus Army

(Mi scuso per l`erronea accentazione, dovuta ad un problema tecnico, che verra` risolto il prima possibile).

Alcune settimane fa c`e` stato, a Norwich, il raduno della Jesus army (l`esercito di Gesu`)
Sviluppatosi negli ultimi 50 anni, questo movimento religioso di radici protestanti conta fedeli in tutto il mondo, anche se rimane per ora una realta` di rilevanza inferiore rispetto alle stesse varianti del protestantesimo e in confronto alle altre realta` spirituali.
Nell`ultimo giorno del raduno nazionale svoltosi nel capoluogo del Norfolk, un centinaio di chilometri circa ad est di Londra, c `erano 250-300 persone a Bank Plan, un palazzo donato da una banca alla cittadinanza per svolgere attivita` di vario tipo.
Cio` che predicano gli aderenti alla Jesus army non e` poi tanto diverso da quello che prescrive il cattolicesimo: ovviamente i riti cambiano un po`: non c`e` la confessione, durante la messa si canta e si suonano molte canzoni religiose moderne, quasi tutte con tanto di copyryght a tutela dei diritti d`autore.

La cosa che salta piu` all `occhio e` che la messa prevede un momento di abbandono collettivo, in cui si da il via libera alle emozioni ed ognuno puo` esternare un flusso di pensieri spontanei. Si ci tocca e inizia una preghiera indirizzata al proprio vicino, molto sentita e ad occhi chiusi.
Durante questa estasi cantata non mancano suoni apparentemente privi di senso, esternazioni volute di estasi mistica, sicuramente comunque non e` lingua inglese. Come e` prassi nei riti protestanti, si cita spesso il vecchio testamento e raramente si menziona la Madonna.
Non c`e` una gerarchia istituzionalizzata come nella chiesa cattolica: gli uomini che stanno al vertice sono persone che hanno conquistato una certa popolarita` all`interno delle comunita` locali e spesso non sono sacerdoti. Esistono altresi` dei sacerdoti che ricevono un`investitura formale, e a cui viene concesso di sposarsi e di avere figli come e` prassi nelle confessioni di questo genere.
Quando si parla di religione si battono sentieri delicati, ognuno ha le proprie convinzioni, ogni individuo ha la propria sensibilita` e la propria via verso il raccoglimento e la ricerca interiore.


Si possono rinvenire pero` messaggi universali, che sono condivisibili ad ogni latitudine:
accettazione di cio` che e` diverso da noi,

essere corretti gli uni con gli altri;

combattere quello che qualcuno chiama il diavolo e qualcuno laicamente chiama gli impulsi negativi, senza estremismi;

recuperare il valore dell`amicizia: essere compagni di pub, di comitiva o di bevute e` una cosa superficiale, mentre aiutarsi nel momento della difficolta` e del bisogno e` segnale di sentimenti piu` autentici e di valori piu`profondi.
Andrea Russo

sabato 9 ottobre 2010

Brooke Sharkey



10 minuti fa ho conosciuto, a cento metri da dove vi scrivo, tale Brooke Sharkey.
Chi e` Brooke? E` una Busker. Chi sono i buskers? Non sono "quelli che le buscano", come verrebbe da pensare a qualcuno. I buskers sono i cantanti di strada.
A Norwich, nella via piu` famosa e centrale, ovvero London street, c`e` sempre qualche cantante, nelle ore diurne, talvolta anche ben attrezzato con strumenti elettrici e amplificatori.
La maggior parte di loro possiede un certo talento. Brooke vende di persona i suoi dischi, che hanno una copertina molto bella in bianco e nero, e i brani sono di sua composizione, anche se in giro per l`Inghilterra esegue, con una voce che potete giudicare da soli, brani di artisti noti. Bella e brava.

martedì 28 settembre 2010

Alcune curiosita` sull`Inghilterra

Innanzitutto mi scuso con i miei lettori per gli accenti un po` fuori posto, ma si tratta di un problema tecnico che verra` presto risolto.

Tento di compilare una lista delle cose piu` interessanti che ho notato qui, e che possono risultare interessanti.

1 Il clima non e` cosi` rigido come si pensa, anche se mi hanno detto che negli ultimi anni c`e` stato un cambiamento, probabilmente dovuto, come altrove, agli effetti dell`inquinamento sulle temperature nel pianeta.

2 La migliore sorpresa dell`Inghilterra sono gli Inglesi: nient`affatto schivi e controllati come vuole lo stereotipo, sono in gran parte gentili e sensibili, sempre pronti a dare una mano a chi la richiede. Solo il Sabato sera si vedono in giro un bel po` di deficienti, soprattutto in eta` universitaria. In linea di massima, pero`, ci troviamo di fronte ad un popolo molto educato. Si socializza facilmente.

3 La qualita` del cibo non e` cosi` scarsa come si dice. Di certo si mangia meglio in Italia.

4 C`e` una forte immigrazione, e forse questo fenomeno qui e` piu` consolidato . Gli stranieri sembrano integrarsi abbastanza bene. Si vedono poliziotti di tutte le etnie, cosa che in Italia non succede.

5 Sembrera` strano, ma in giro vedi macchine in media molto piu` povere delle nostre: quasi sempre auto vecchie di qualche anno. E` un fattore che da molto a cui pensare, insieme al seguente punto 6.

6 La qualita` delle case e` molto scarsa, e per un italiano affittare un appartamento e` molto piu` costoso. A Norwich se sei molto fortunato, te la cavi con 300-350 euro per una stanza in una casa a venti minuti dal centro condivisa con altre persone, piu` le bollette. A Londra devi pagare piu` del doppio.
A Norwich vi sono poche case nuove, probabilmente non c`e` quel connubio politica¬costruttori che c`e` da noi: In Italia bisogna costruire sempre e comunque, al di la` anche delle reali esigenze della popolazione e del territorio. Questo pero` genera anche un fattore positivo: piu` case sfitte, piu` mercato e costi piu` bassi.

7 La vita costa cara: Vi potra` capitare che per un tragitto di 4 chilometri il conducente dell`autobus, che spesso e` anche bigliettaio, vi fara` pagare il doppio del prezzo: 2 sterline e 20 anziche` una e dieci, quasi 3 euro per quattro chilometri: il signore e` servito.
Al supermercato si possono trovare delle ancore di salvezza, con alcune offerte molto convenienti. Come in tutti i posti, bisogna girare per la citta` in cui si vive e trovare il modo per risparmiare il piu` possibile.

8 Il sistema sanitario e` nettamente superiore da noi. Se non lavori, se non hai soldi in Italia vieni curato lo stesso. Idem per le medicine. Qui non e` proprio cosi`. Anche la qualita` degli ospedali pubblici sembra sia nettamente inferiori. Da noi, spesso, puoi trovare ospedali ben attrezzati anche in centri di poche migliaia di abitanti.

9 C`e` chi dice che la vita notturna qui e` scarsa. E` un altro stereotipo: Norwich e` una citta` di appena 130 mila abitanti, eppure conta centinaia di eventi culturali ogni anno, e nel centro bar, ristoranti, pubs e sale da ballo sono concentrati in maniera impressionante. Anche i negozi di alimentari spesso sono aperti tutta la notte. In definitiva non e` vero che c`e` meno divertimento, semmai ce n`e` di piu`.

10 Il rapporto salari/costo della vita sembra comunque buono e in molti casi migliore di quello italiano, almeno per quanto riguarda i lavori piu` qualificati. I siti specializzati offrono posti da impiegato semplice, con poche competenze e poche mansioni, mostrando anche un salario per il candidato prescelto che si aggira di media sulle 30 000 sterline all`anno. Da sfruttare e` l`ampio ventaglio di occasioni che offre il settore bancario. Ovviamente, per ottenere un lavoro qualificato in Inghilterra, occorre conoscere la lingua quasi come un madrelingua. per ottenere questo requisito bisogna studiare e vivere nel Regno Unito per anni, in genere.

lunedì 13 settembre 2010

Rosario Di Bella - Figlio perfetto (Edizioni Emi, 1991)

Pubblico con piacere un altro brano di un artista che meriterebbe molta più attenzone.
(Fonte : Youtube, MrAmacaro)

domenica 12 settembre 2010

Rosario Di Bella - Non volevo

Sin dal lontano 1993, quando la sentii per la prima volta al Festival di San Remo, ho sempre ritenuto che questa canzone sia dotata di una particolare delicatezza.
(tratta dal canale di MrAmacaro)

Pescara-Atalanta: i commenti del dopopartita.

Pubblicato sulla testata: Abruzzoblog.it
E' molto giù di corda Marco Sansovini quando si presenta all'appuntamento con la stampa. Nessuno però si sogna minimamente di attribuirgli colpe: in campo ha sudato tanto, ha creato occasioni, ha tentato la conclusione, ha mostrato corsa e talento.
Eppure questo pallone non vuole entrare; "E' la solita storia: giochiamo bene eppure ci manca il goal, non mi nascondo dietro alibi vari, sono cosciente che così non va, ma credetemi, in settimana lavoriamo duramente, ce la stiamo mettendo tutta".
E incalza: "Abbiamo fatto un solo goal in quattro partite, questa non può essere sfortuna. E' anche vero che tre avversari su quattro erano squadre che mirano alla promozione in serie A".
Due domande:
-Hai sofferto la qualità dei difensori atalantini?
R:Sono molto bravi, ma sono anch'io un giocatore di categoria, come i miei compagni.
-Si avverte la grossa differenza sul piano fisico tra serie B e serie C?
R:Ovviamente c'è questa differenza, ma io e i miei compagni abbiamo militato in serie B e non ci facciamo caso.
Mengoni sembra un po' meno abbattuto:
"Abbiamo fatto il possibile, non ci hanno mai messo sotto, nonostante il risultato"
Domanda: Non è il caso dunque di abbattersi, il campionato è molto lungo, non trovi?
R: Assolutamente, non ci abbattiamo e faremo la nostra parte
Andrea Russo

Pescara: un'altra sconfitta. All'Adriatico finisce 0-2 contro un'Atalanta di caratura superiore

(pubblicato sulla testata: Abruzzoblog.it)
Nulla era fuori luogo ieri all'Adriatico. Si ci aspettava un Pescara volenteroso e determinato e un'Atalanta con un'organico superiore. Entrambe le premesse sono state confermate, e la risultante dello scontro di queste due forze convergenti è una vittoria bella e meritata dei nerazzurri.
Statuari, tecnici e mai deconcentrati gli atalantini hanno fatto il loro dovere, aggiungendo al maggiore tasso tecnico una prova valida e non risparmiandosi mai.
Dal canto suo un Pescara mai domo ci ha provato fino al triplice fischio finale.
Nel primo tempo per mezz'ora l'estremo d' attacco biancazzurro Maniero rimane troppo immobile a ridosso dei difensori, e complice la difficoltà dei compagni nel servirlo, tocca pochi palloni. Verso la fine del primo tempo si sveglia, partecipa alla manovra, ed è un'altra musica.
Dopo 45' si è ancora sullo 0-0: da segnalare una girata di Tiribocchi e un diagonale da destra di Bonaventura che sfiora la porta di poco.
Nella seconda frazione l'Atalanta passa: al 10' Carmona su punizione lancia lungo: indecisione della difesa di casa, anche Pinna è fermo credendo che un compagno voglia intercettare; la palla sfila fino a un metro dalla porta ed è un gioco da ragazzi per Manfredini mettere dentro di testa.
Il Pescara reagisce, entrano Verratti e Ganci che disorientano la retroguardia atalantina.
La palla arriva addirittura ad attraversare l'intera linea di porta ma manca il "tapin" vincente.
I bergamaschi però non sembrano per niente scomposti, e sopraggiunge il raddoppio da parte di Tiribocchi.
Su un cross dalla destra l'attaccante si incunea tra gli avversari e abbassandosi intercetta di testa un pallone che si insacca in rete da distanza ravvicinata. Furbizia, abilità ed esperienza sono le doti del possente ariete di casa neroazzurra.
Il Pescara deve cedere; Verratti si fa espellere nel finale per due falli decisi ed evitabili.
Non mettiamo il Pescara sulla graticola: non ha giocato affatto male ed anche dando il massimo sarebbe stata dura contro un avversario che è sembrato di un altro livello.
Andrea Russo

martedì 7 settembre 2010

L'omino di niente

C'era una volta un omino di niente. Aveva il naso di niente, la bocca di niente, era vestito di niente
e calzava scarpe di niente. Si mise in viaggio su una strada di niente che non andava in nessun posto.
Incontrò un topo di niente e gli domandò:- non hai paura del gatto? - No davvero,- rispose il topo di niente,-
in questo paese di niente ci sono soltanto gatti di niente, che hanno baffi di niente e artigli di niente.
Inoltre, io rispetto il formaggio. Mangio solo i buchi. Non sanno di niente ma sono dolci.
- Mi gira la testa, disse l'omino di niente. - é una testa di niente: anche se la batti
contro il muro non ti farà male. L'omino di niente, volendo fare una prova,
cercò un muro per batterci la testa, ma era un muro di niente,
e siccome lui aveva preso troppo slancio, cascò dall'altra parte.
Anche di là non c'era niente di niente. L'omino di niente era tanto
stanco di tutto quel niente che si addormentò. E mentre dormiva
sognò che era un uomo di niente, e andava su una strada di niente,
e incontrava un topo di niente e mangiava anche lui i buchi del formaggio,
e il topo di niente aveva ragione: non sapevano proprio di niente!

Gianni Rodari

Favole al telefono - Einaudi

domenica 5 settembre 2010

sabato 4 settembre 2010

Toquinho e Jorge Ben - Carolina bela

Tratto dal canale di senjumk, su youtube

venerdì 20 agosto 2010

Norwich, Norfolk, Uk


giovedì 19 agosto 2010

The City and the Hope


Nella Città è tempo di riposo: tutti tornano a casa stanchi, per troppo lavoro o troppo girovagare. Si arrangiano alla bell'e meglio con una tavola apparecchiata e una cena di scatolette. Ognuno fa i conti con sè stesso, al tramonto. Ognuno ha le sue speranze, i propri orizzonti di cui essere geloso. La Speranza percepisce questo e allunga un braccio a carezzare case e persone affacciate alle finestre. L'ultima carezza, l'ultimo fascio di luce. Tra poco la Notte separerà Città e Speranza per qualche ora, fino al sorgere della nuova Alba.

mercoledì 18 agosto 2010

Ijo (Audrius Vaitiekunas) - Nook_148

Un grandissimo artista, peraltro misconosciuto sia in patria che all'estero. Già ve ne ho parlato in un precedente post:

"Ijo: quando la musica è introspezione"

http://andrearusso1979.blogspot.com/2009/12/ijo-quando-la-musica-e-introspezione.html

Il seguente video è tratto dal canale di LawngCat su youtube.


giovedì 12 agosto 2010

Riccardo Zappa - Frammenti

venerdì 6 agosto 2010

Rossana Casale "si risparmia": buona performance della cantante jazz, ma dura solo un'ora


Pescara. Era in forte dubbio lo svolgimento al Porto Turistico del concerto del trio "Di Fulvio" e della Casale, ma alla fine, nonostante qualche lampo e un timidissimo accenno di pioggia, l'esibizione c'è stata.Ecco dunque la sequenza di ciò che è avvenuto: Il trio di Maurizio Di Fulvio (Walter Caratelli alla batteria e percussioni, Ivano Sabatini al contrabbasso e il leader alla chitarra) dà l'avvio alle danze. Dovrebbero esibirsi per mezz'ora, ma Rossana Casale vuole accorciare i tempi ed entra in scena dopo quindici minuti per portare a termine il concerto il prima possibile, visto che la pioggia incombe. Cade però solo qualche goccia ed alla fine il tempo sembra rasserenarsi. L'interprete della splendida "Brividi" (1986) di Maurizio Fabrizio, e di "Gli Amori diversi" (cantata in duo con Grazia Di Michele e premiata con un terzo posto a San Remo '93) pesca a piene mani dal repertorio dei cantautori brasiliani, come Milton Nascimiento e Vinicius de Moraes, con qualche puntata sul jazz più classico delle voci nere statunitensi. La voce della Casale forse non sarà estrosa o potente come quella delle massime esponenti del jazz e del blues; è però ancora dotata della grazia di un usignolo (accostabile alla lontana alla più giovane Teresa Salgueiro dei Madreus), ed è supportata da un'evidente tecnica frutto di tanti anni di studio. Il momento più emozionante coincide probabilmente col brano di Elis Regina e Milton Nascimento "Nada serà como antes", (nulla sarà come prima) che esprime bene l'inquietudine di un periodo storico (era il 1972) in cui la dittatura militare in Brasile minava la libertà di espressione e i cantanti d'opposizione venivano censurati, arrestati, costretti all'esilio. Proprio quando tutto sembra andare per il meglio, il tempo è buono e la platea inizia ad essere coinvolta, la Casale decide che può bastare, dopo solo tre quarti d'ora di canto e un'ora di concerto in totale. "Tenete il resto, brava gente", sembra implicitamente dire la protagonista dell'evento, che ravviva una tradizione in voga tra le "stars" della canzone: quando gli spettatori entrano gratis non è il caso di spendersi più di tanto. Eppure la brava Rossana è stata pagata con soldi pubblici e questo non ha senso, soprattutto per chi come lei fa musica per un pubblico numericamente più raccolto e non vende poi così tanti dischi. Ci si dovrebbe aspettare grinta e generosità da una artista di tale spessore, ma tant'è.
Andrea Russo

giovedì 5 agosto 2010

Chi se la ricorda?

In molti ricorderanno Ralph supermaxieroe, telefilm degli anni '80 noto negli Stati Uniti come " The greatest american hero" (il più grande eroe americano), interpretata da William Katt. Il simpatico Ralph dai riccioli biondi è un comune cittadino americano che accidentalmente entra in possesso di una tuta aliena, che gli permette di volare e fare altre cose speciali come Superman. Non sa usarla bene, però, e il decollo e l'atterraggio risultano sempre un po' traumatici.
La serie televisiva gioca molto sul fattore simpatia di un individuo che ha pregi e difetti, e che non si vergogna di mostrare le proprie fragilità anche quando indossa la tuta che lo trasforma in un supereroe. Completano il quadro alcuni amici del buon Ralph, come Bill, l'uomo di mezza età che fa colazione coi biscotti per cani e la bella Connie.
La sigla di Ralph Supermaxieroe è un brano molto bello, dotato anche di un ottimo testo: "Believe it or not" - "Che tu ci creda o no".
Vi ripropongo qui la versione televisiva e la performance orginale
dell'autore, Joey Scarbury.
In basso potete trovare il testo in inglese e la traduzione in italiano.
Esso contiene spunti interessanti anche dal punto di vista linguistico.

"On a wing and a prayer", (su un'ala e su una preghiera), ad esempio, sarebbe incomprensibile se tradotto letteralmente.
E' un'espressione che si è fatta strada nel linguaggio americano da una sessantina d'anni che vuol dire: "povero, ma con gloria".

"It hits me out of the blue" "mi scaglia via dalla tristezza". Il termine blue è da intendere in senso gergale. Si tratta di quel blu colore della tristezza, esposto dal genere musicale detto "Blues".


Sigla televisiva




Versione dal vivo.


Look at what's happened to me,
I can't believe it myself;
Suddenly I'm up on top of the world,
Should've been somebody else.

Believe it or not,
I'm walkin' on air,
I never thought I could feel so free;
Flyin' away on a wing and a pray'r,
Who could it be?
Believe it or not, it's just me.

Just like the light of new day,
It hit me from out of the blue;
Breakin' me out of the spell I was in,
Makin' all of my wishes come true.

Believe it or not,
I'm walkin' on air,
I never thought I could feel so free;
Flyin' away on a wing and a pray'r,
Who could it be?
Believe it or not, it's just me.

This is too good to be true,
Look at me
Falling for you.

Believe it or not,
Believe it or not,
Believe it or not,
Believe it or not.

Believe it or not,
I'm walkin' on air,
I never thought I could feel so free;
Flyin' away on a wing and a pray'r,
Who could it be?
Believe it or not, it's just me.

Believe it or not,
I'm walkin' on air,
I never thought I could feel so free;
Flyin' away on a wing and a pray'r,
Who could it be?
Believe it or not, it's just me.


Traduzione:

1a strofa
Guarda cosa mi sta succedendo,
io stesso non ci posso credere;
D'improvviso sono su, sulla cima del mondo
devo essere stato qualcun'altro..

ritornello
Che tu ci creda o no,
sto camminando per aria,
non avrei mai pensato di sentirmi così libero
volando via povero ma pieno di gloria
Chi sarà mai?
Che tu ci creda o no, sono proprio io!

2a strofa
E' come se la luce di un nuovo giorno
mi colpisca trascinandomi lontano dalla tristezza
rompendo l'incantesimo in cui stavo,
facendo realizzare tutti i miei desideri

rit.
Che tu ci creda o no...

3a strofa
E' troppo bello per essere vero,
guardami mentre vengo giù per te.


rit.

Che tu ci creda o no...

venerdì 30 luglio 2010

Giordano Bruno Guerri: Il festival D'Annunziano è una manifestazione di grande spessore.

Pescara. C'era anche lo storico Giordano Bruno Guerri come ospite d'eccezione, ieri presso il Comune di Pescara, dove il sindaco Luigi Albore Mascia ha tracciato un bilancio parziale del festival D'Annunziano, da qualche tempo rinato dalle sue ceneri dopo periodi d'oblio.

"Il consigliere Fusilli ha detto che abbiamo distratto fondi dal bilancio per nani e ballerine", ha affermato Mascia.
Non accetto questa stigmatizzazione, altamente offensiva degli artisti di caratura nazionale internazionale che hanno vivaczzato questa esperienza artistico-culturale.

Tutta la cittadinanza vi ha preso parte. La nostra più grande gioia è il fatto che i Pescaresi hanno dimostrato grande competenza, e non hanno utilizzato le conferenze a tema, i films e i concerti come mezzo per passare il tempo, ma si sono lasciati coinvolgere, partecipando attivamente.

Sulla stessa lunghezza d'onda si trova Guerri, che ha commentato: "Dappertutto, anche nella mia conferenza che non era poi così allettante e che poteva risultare un po' noiosa, ho notato la gioia nei volti del pubblico: erano sereni, complici in un'atmosfera di amore verso la cultura ed i suoi interpreti".

"Questo l'ho notato anche In piazza "S'harotto", (una allocuzione ironica in dialetto locale per commentare lo stato di degrado di Piazza della Rinascita, chiamata dai pescaresi "Salotto",ndr): c'era lo stridente contrasto tra lo scempio paesaggistico-culturale della sua trascuratezza con la preparazione e l'amore per l'arte del pubblico.
Il festival D'Annunziano è destinato ad andare oltre i provincialismi e oltre la tematica riguardante D'Annunzio stesso. E' una festa: la festa dell'arte e della cultura in generale, che ha come fortunata sede Pescara".

Giordano Bruno Guerri è direttore della casa-museo "Il Vittoriale" a Gardone-Riviera, forse la residenza più sfavillante del Vate, dove si rispecchia fortemente la sua personalità, e da due anni organizza un festival ispirato a Gabriele D'Annunzio che ha un posto di primo piano nel panorama nazionale. C'è stata quindi una sorta di gemellaggio tra i due eventi, culminato con la consegna di una targa da parte del primo cittadino del capologo Adriatico allo scrittore ospite.
Sabato prossimo, alle ore 18.00, è in programma un evento irripetibile: l'esibizione delle Frecce Tricolori, nota formazone acrobatica di aerei militari.
Andrea Russo

giovedì 29 luglio 2010

Calendario del campionato di serie A 2010/2011

Prima Giornata andata 29 agosto 2010 - ritorno 16 gennaio 2011

Bari-Juventus
Bologna-Inter
Chievo-Catania
Fiorentina-Napoli
Milan-Lecce
Palermo-Cagliari
Parma-Brescia
Roma-Cesena
Sampdoria-Lazio
Udinese-Genoa

Seconda Giornata andata 12 settembre 2010 - ritorno 23 gennaio 2011

Brescia-Palermo
Cagliari-Roma
Catania-Parma
Cesena-Milan
Genoa-Chievo
Inter-Udinese
Juve-Sampdoria
Lazio-Bologna
Lecce-Fiorentina
Napoli-Bari



Terza Giornata andata 19 settembre 2010 - ritorno 30 gennaio 2011

Bari-Cagliari
Cesena-Lecce
Chievo-Brescia
Fiorentina-Lazio
Milan-Catania
Palermo-Inter
Parma-Genoa
Roma-Bologna
Sampdoria-Napoli
Udinese-Juventus


Quarta Giornata andata 22 settembre 2010 - ritorno 02 febbraio 2011

Bologna-Udinese
Brescia-Roma
Cagliari-Sampdoria
Catania-Cesena
Genoa-Fiorentina
Inter-Bari
Juventus-Palermo
Lazio-Milan
Lecce-Parma
Napoli-Chievo

Quinta Giornata andata 26 settembre 2010 - ritorno 06 febbraio 2011

Bari-Brescia
Catania-Bologna
Cesena-Napoli
Chievo-Lazio
Fiorentina-Parma
Juventus-Cagliari
Milan-Genoa
Palermo-Lecce
Roma-Inter
Sampdoria-Udinese



Sesta Giornata andata 03 ottobre 2010 - ritorno 13 febbraio 2011

Bologna-Sampdoria
Chievo-Cagliari
Fiorentina-Palermo
Genoa-Bari
Inter-Juventus
Lazio-Brescia
Lecce-Catania
Napoli-Roma
Parma-Milan
Udinese-Cesena



Settima Giornata andata 07 ottobre 2010 - ritorno 20 febbraio 2011

Bari-Lazio
Brescia-Udinese
Cagliari-Inter
Catania-Napoli
Cesena-Parma
Juventus-Lecce
Milan-Chievo
Palermo-Bologna
Roma-Genoa
Sampdoria-Fiorentina



Ottava Giornata andata 24 ottobre 2010 - ritorno 27 febbraio 2011

Bologna-Juventus
Chievo-Cesena
Fiorentina-Bari
Genoa-Catania
Inter-Sampdoria
Lazio-Cagliari
Lecce-Brescia
Napoli-Milan
Parma-Roma
Udinese-Palermo



Nona Giornata andata 31 ottobre 2010 - ritorno 06 marzo 2011

Bari-Udinese
Brescia-Napoli
Cagliari-Bologna
Catania-Fiorentina
Cesena-Sampdoria
Genoa-Inter
Milan-Juventus
Palermo-Lazio
Parma-Chievo
Roma-Lecce



Decima Giornata andata 7 novembre 2010 - ritorno 13 marzo 2011

Bari-Milan
Bologna-Lecce
Fiorentina-Chievo
Inter-Brescia
Juventus-Cesena
Lazio-Roma
Napoli-Parma
Palermo-Genoa
Sampdoria-Catania
Udinese-Cagliari



Undicesima Giornata andata 10 novembre 2010 - ritorno 20 marzo 2011

Brescia-Juventus
Cagliari-Napoli
Catania-Udinese
Cesena-Lazio
Chievo-Bari
Genoa-Bologna
Lecce-Inter
Milan-Palermo
Parma-Sampdoria
Roma-Fiorentina



Dodicesima Giornata andata 14 novembre 2010 - ritorno 03 aprile 2011

Bari-Parma
Bologna-Brescia
Cagliari-Genoa
Fiorentina-Cesena
Inter-Milan
Juventus-Roma
Lazio-Napoli
Palermo-Catania
Sampdoria-Chievo
Udinese-Lecce



Tredicesima Giornata andata 21 novembre 2010 - ritorno 10aprile 2011

Brescia-Cagliari
Catania-Bari
Cesena-Palermo
Chievo-Inter
Genoa-Juventus
Lecce-Sampdoria
Milan-Fiorentina
Napoli-Bologna
Parma-Lazio
Roma-Udinese



Quattordicesima Giornata andata 28 novembre 2010 - ritorno 17 aprile 2011

Bari-Cesena
Bologna-Chievo
Brescia-Genoa
Cagliari-Lecce
Inter-Parma
Juventus-Fiorentina
Lazio-Catania
Palermo-Roma
Sampdoria-Milan
Udinese-Napoli



Quindicesima Giornata andata 05 dicembre 2010 - ritorno 23 aprile 2011

Catania-Juventus
Cesena-Bologna
Chievo-Roma
Fiorentina-Cagliari
Lazio-Inter
Lecce-Genoa
Milan-Brescia
Napoli-Palermo
Parma-Udinese
Sampdoria-Bari



Sedicesima Giornata andata 12 dicembre 2010 - ritorno 01 maggio 2011

Bologna-Milan
Brescia-Sampdoria
Cagliari-Catania
Genoa-Napoli
Inter-Cesena
Juventus-Lazio
Lecce-Chievo
Palermo-Parma
Roma-Bari
Udinese-Fiorentina



Diciassettesima Giornata andata 19 dicembre 2010 - ritorno 08 maggio 2011

Bari-Palermo
Catania-Brescia
Cesena-Cagliari
Chievo-Juventus
Fiorentina-Inter
Lazio-Udinese
Milan-Roma
Napoli-Lecce
Parma-Bologna
Sampdoria-Genoa



Diciottesima Giornata andata 06 gennaio 2011 - ritorno 15 maggio 2011

Bologna-Fiorentina
Brescia-Cesena
Cagliari-Milan
Genoa-Lazio
Inter-Napoli
Juventus-Parma
Lecce-Bari
Palermo-Sampdoria
Roma-Catania
Udinese-Chievo



Diciannovesima Giornata andata 09 gennaio 2011 - ritorno 22 maggio 2011

Bari-Bologna
Catania-Inter
Cesena-Genoa
Chievo-Palermo
Fiorentina-Brescia
Lazio-Lecce
Milan-Udinese
Napoli-Juventus
Parma-Cagliari
Sampdoria-Roma

martedì 27 luglio 2010

Festa di Sant'Andrea, finale col brivido

Pescara. Si è conclusa ieri a notte inoltrata la festa di Sant'Andrea, cara ai pescatori che a lui chiedono protezione contro le insidie del mare. Un mare che dà loro da vivere, a costo però di tanto duro sacrificio.

Dopo i rituali dedicati al santo, con la statua in processione (che quest'anno per le condizioni climatiche non ottimali non si è conclusa con il suo trasporto sulla barca, in mare), ieri c'è stato il gran finale con i fuochi d'artificio di mezzanotte.

Il "Ponte del mare", che avrebbe aiutato a smaltire buona parte del traffico pedonale creatosi tra le due sponde del fiume Pescara, è stato chiuso per evitare un sovraffollamento durante gli spari che avrebbe potuto danneggiarlo. Il divertimento è stato assicurato dalle giostre, dalle bancarelle e dai servizi di ristorazione con tavoli all'aperto, arrosticini e porchetta.

In più nei pressi dell' "Arena del mare" adiacente al porto, si sono esibiti i Dik-dik. Sull'ordine e la sicurezza pubblica ci sono due note stonate da segnalare. Molti pedoni, per giungere da una parte all'altra della riviera divisa dal fiume, sono passati sulla carreggiata del raccordo "asse attezzato", rischiando di provocare gravi incidenti.I vigili non hanno impedito tale scempio.

Durante i fuochi, invece, una scheggia infuocata di uno dei razzi esplosi in aria ha preso la direzione della spiaggia, proprio dove erano presenti migliaia di persone ad assistere allo spettacolo. La temibile "cometa" artificiale, di colore verde, ha impattato con la sabbia e solo per una questione di fortuna si è evitata una tragedia. Il fuochista ha sbagliato la traiettoria di lancio e il razzo è esploso più vicino al pubblico.

La festa del santo patrono dei Pescatori piace a molti, lo dimostra la grande quantità di persone che giungono dalle città vicine per prendervi parte.Quando si organizzano eventi con decine di migliaia di persone, però, l'attenzione degli organizzatori non è mai troppa.
Andrea Russo


Dall'archivio di "Repubblica"


ESPLODONO I 'FUOCHI' SULLA FOLLA MUOIONO DUE BAMBINE E UN UOMO
Repubblica — 21 gennaio 1986 pagina 12 sezione: CRONACA

NAPOLI - In più di trecento stavano portando in processione, a Cicciano, la statua del patrono, Sant' Antonio Abate. All' improvviso, preceduto da un sibilo terrificante, si è abbattuto su di loro un potente razzo terra-aria. E' stata una tremenda esplosione in mezzo alla folla. Il razzo ha scavato per terra un grosso cratere mentre la gente, fra grida di terrore e disperate invocazioni d' aiuto, cercava scampo. Quello che doveva essere un giorno di festa per il piccolo paese dell' entroterra napoletano è diventato una tragedia. Il bilancio è di tre morti, tra cui due bimbe e una ventina di feriti, dei quali tre gravi. Ora Cicciano ha proclamato il lutto cittadino. L' inchiesta aperta dalla magistratura cercherà di spiegare come mai il potente razzo, anzichè esplodere in volo ad un' altezza che non avrebbe comportato rischi di nessun tipo, è caduto verticalmente da un mortaio di trenta metri precipitando sulla folla dei fedeli. Il fuochista si è dato alla latitanza. Carabinieri e polizia lo ricercano da molte ore. Si sospetta che il razzo non fosse di misura regolamentare e contenesse più polvere pirica degli altri. La processione doveva concludere la festa di Sant' Antonio Abate. E' una ricorrenza molto attesa nei comuni alle spalle del Vesuvio, fra il territorio di Nola e quello della provincia di Avellino. Quando ricorre, infatti, la festa del patrono di Cicciano, in tutta questa zona dell' entroterra c' è una vasta mobilitazione. Arrivano bancarelle da molte parti. Si prepara, a conclusione dei festeggiamenti, uno spettacolo di fuochi pirotecnici che attira sempre grande attenzione. La giornata si era aperta, a Cicciano, con la benedizione degli animali domestici. Davanti alla chiesa di Sant' Antonio Abate, e nelle stradine adiacenti c' era ogni tipo di animale che può essere tenuto in casa o in cortile. Bancarelle attrezzate erano venute da molti comuni della Campania. I parroci delle chiese vicine avevano impartito la benedizione agli animali, ai proprietari e agli acquirenti. Per tutta la notte la conclusione dei festeggiamenti è stata attesa da folti gruppi di fedeli, intorno a grandi falò. Per l' occasione si ammassano tronchi di legno, pezzi di alberi e vecchie masserizie. "Le nostre case si svuotano come a Capodanno", dicono a Cicciano. "Così noi onoriamo il nostro patrono". Le lingue di fuoco hanno illuminato a giorno interi tratti di strada, soprattutto nel centro del paese. Ma i fuochi pirotecnici sono il momento più atteso e di maggiore euforia. Si svolgono in uno spiazzo all' aperto, in via Mulineto. E' una zona di campagna, a circa un chilometro dalla parrocchia. L' edificio più vicino, ma a centinaia di metri, è il pastificio della ditta "Carmine Russo". La folla dei fedeli si è radunata lentamente, man mano che la processione avanzava dalla chiesa del santo patrono. A mezzogiorno erano almeno trecento le persone riunite nello spiazzo per assistere allo spettacolo pirotecnico. Tutt' intorno, a distanza di alcuni metri uno dall' altro, sono installati numerosi mortai dai quali emergono come da una rampa di lancio, dei grossi e alti razzi. Sono i "fuochi" che vengono lanciati in aria ad altezze notevoli. Quando esplodono formano una gigantesca rosa multicolore. L' attesa per questo momento, da parte degli appassionati, è sempre molto forte. Ad un certo punto, quando ancora lo spettacolo non ha avuto l' inizio ufficiale, uno dei fuochisti fa partire il suo razzo. E' un pezzo di grosse dimensioni, forse più grande della norma. Sembra un missile. La spinta propulsiva non è però sufficiente. Invece di levarsi in aria, il razzo compie una caduta verticale di oltre trenta metri. Esplode in mezzo alla folla. Investiti in pieno dall' esplosione muoiono Antonio D' Onofrio, quarantuno anni, la figlia Giovanna di nove anni, e un' altra bambina, Maria Giuseppina Russo di dodici anni. Sono sequenze allucinanti. "Ho visto molte persone scalzate da terra e proiettate lontano", racconta con grande emozione il parroco Michele Pisciotta. "Non era mai accaduta una cosa così terribile. Avevo preparato i nostri festeggiamenti con tanto impegno. Non so proprio spiegarmi come sia potuto accadere". All' ospedale di Nola vengono portate una ventina di persone, con ferite e ustioni. Tre sono rimaste ricoverate: Giuseppe Vacchiano di trentuno anni, Raffaele De Martino di venticinque, Domenico Russo di quarantadue. Hanno orrende piaghe al volto e in altre parti del corpo. I medici si sono riservati la prognosi. Il fuochista è scappato. Si tratta di Sabato Terracciano, domiciliato a Casalnuovo. Ha una fabbrica di fuochi ad Acerra. Si sospetta che abbia portato, alla festa di Sant' Antonio Abate, dei pezzi costruiti irregolarmente. Del resto le fabbriche clandestine di botti, bengala e razzi non sono poche nell' area napoletana. E anche gli incidenti sono purtroppo frequenti. Negli ultimi dieci anni sono morti trentaquattro fabbricanti di fuochi che non rispettavano le leggi. La fabbricazione dei botti abusivi, soprattutto in prossimità delle grandi feste o per le ricorrenze patronali, sviluppa un giro d' affari di molti miliardi. - di ERMANNO CORSI

mercoledì 23 giugno 2010

Un pensiero al sempreverde Corso Salani


Fu protagonista di pellicole importanti, come "Il Muro di gomma" (1991) e "Nel continente nero" (1992) di Marco Risi.

Lui però privilegiava il suo, di cinema, quello in cui era dietro la macchina da presa. Ha prodotto dei filmati che sono a metà tra il documentario e la fiction.

Schermaglie amorose, in parte reali e in parte no, con le proprie attrici, si mescolano con la descrizione di paesaggi poco conosciuti a volte. Posti di confine, quasi delle terre di nessuno dove i sentimenti si amplificano.

Telecamere insistenti sui lineamenti di giovani donne, l'amante un po' voyeur e un pò patetico che si lancia alla loro conquista.

Corso Salani aveva 48 anni. Passeggiava con la moglie ad Ostia, e stava lavorando ad un nuovo progetto. Se n'è andato di colpo, senza un preavviso. Stava bene. Eppure da un momento all'altro è mancato per colpa di un infarto.

Addio Corso, forse ci conosceremo un dì.

Vi consiglio un link: http://www.vivofilm.it/

Ma non è solo colpa di Domenech

(nella foto: Raymond Domenech con la moglie e cronista sportiva Estelle Denis).
Il tiro al bersaglio su Raymond Domenech è finito. E' vero, non a vinto nessuna delle tre competizioni alla guida dela nazionale transalpina: i mondiali 2006, gli europei del 2008 e i mondali del 2010 ancora in corso che lo vedono escluso.

E' anche vero però, che ha portato i bleu alla finale dei mondiali, quattro anni fa, dopo aver sconfitto il Brasile, e anche allora lo criticarono.

In questa edizione sudafricana Domenech è stato criticato prima ancora che si iniziasse a giocare; tante, troppe parole eccessive hanno contribuito a creare un clima che non ha fatto bene alla Francia.

Non sappiamo perchè poi Anelka abbia insultato pesantemente il tecnico, forse per reazione a qualche rimprovero.
Esistono delle gerarchie però nel calcio ed Anelka ha comunque torto.

E non giriamoci attorno: se i giocatori francesi avessero tenuto veramente al mondiale avrebbero cercato di evitare scontri verbali e non, pensando a giocare e a tacere.

Le partite si giocano sul campo, e i fatti hanno detto che un pareggio col Paraguay, una sconfitta col Messico e un'altra col Sudafrica non possono consentire il passaggio di turno.

Un quotidiano tedesco, che non si sa perchè è molto preso dalle vicende dei francesi, ha lanciato questo titolo sull'uscita della Francia dalla competizione: "Arrivederci imbecilli". Ricordiamoci che si tratta di un gioco. Chi è che non sbaglia, nel lavoro come nella vita?
Anche chi gioca male ai mondiali ha diritto ad un po' di rispetto.

martedì 22 giugno 2010

Tra una discarica abusiva e un incendio l'inciviltà la fa da padrona




Nella notte tra Mercoledì e Giovedì scorsi è stato appiccato un rogo con fiamme alte alcuni metri. E' successo presso il cavalcavia di Via Rio Sparto, che divide il quartiere di Porta Nuova da quello di San Donato.

Già da diversi giorni lo spiazzo antistante veniva fatto oggetto delle attenzioni di qualcuno che lo aveva adibito a discarica personale: vecchie reti per i letti, poltrone, frigoriferi.
Poi evidentemente qualcun altro in vena di scherzi balordi, magari sotto effetto di sostanze, ha completato l'opera dando fuoco a quei mobili e a un piccolo cassonetto lì vicino. Il fumo sprigionatosi ha invaso anche lo spazio sovrastante, dove a una decina di metri di altezza passano i binari della ferrovia. In caso dell'eventuale passaggio di un treno il macchinista avrebbe avuto problemi di visibilità.
Sono intervenuti i vigili del fuoco allertati dai residenti della zona; la loro caserma si trova tra l'altro a poche centinaia di metri. Hanno spento in una decina di minuti le fiamme, e l'episodio si è così ridimensionato nei suoi potenziali effetti dannosi.
A distanza di tre giorni, come se nulla fosse successo, sono riapparsi altri mobili: le poltrone erano dello stesso tipo (verdi e a fiori), di quelle andate a fuoco. Recidivo, il vandalo non si è curato dell'incendio. La vicenda ha come protagonisti almeno due individui: visto che nel rogo non c'era nulla di compromettente (fattore che avrebbe spinto il proprietario stesso a bruciare tutto) si può intuire che qualcun altro, per puro divertimento, abbia voluto movimentare la spenta notte di periferia. Eppure sarebbe bastato chiamare la Attiva s.p.a, società comunale che si occupa dei rifiuti, per fissare un appuntamento e far ritirare a domicilio tutti i mobili ingombranti.
La vicenda sembra cosa da poco, ma unicamente perchè le fiamme si sono sviluppate in una zona dove c'è solo cemento. Cosa sarebbe successo però se il fatto fosse avvenuto in un'area verde, magari annessa a delle abitazioni?