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venerdì 20 febbraio 2015

Carlos Perez, bandiera della disco spagnola anni '80




Ho scoperto recentemente l'esistenza di Carlos Perez, un cantautore spagnolo degli anni '80. Faceva e fa ancora musica elettronica, simile a quella dei Righeira, per intenderci. Come per il duo torinese, nella sua musica c'è il giusto compromesso tra leggerezza e sostanza, tra testi disimpegnati e melodie accattivanti condite da un'ottima conoscenza del sintetizzatore. Erano anni in cui il tentativo di fare musica di massa spesso si sposava con la qualità. Il suo nome è sconosciuto in Italia, mentre in patria e in sud america conta ancora moltissimi estimatori. Non è da confondere con due omonimi: il Carlos Perez dj di successo e i fratelli francesi Carlos e Juan Perez del gruppo Bandolero, la cui "Paris Latino" fece ballare milioni di persone in mezzo mondo.








I tifosi del Feyenoord mettono distruggono Roma, la società li difende



Spesso, anche dall'Olanda, piovono critiche all'Italia sulla inefficienza del suo sistema governativo e della sua economia.

Quanto è avvenuto ieri in centro a Roma dimostra che non è tutto così e che viceversa nei presunti paesi civili del nord europa non è tutto bello e pulito.

1 Primo punto a nostro favore: i nostri tifosi a volte sono violenti, ma molto raramente lo sono fuori dei nostri confini nazionali; non è vero, come dice qualcuno, che le misure contro i facinorosi sono più dure all'estero che da noi.

2 In Italia l'alcolismo, molesto e non, è un problema enormemente minore rispetto al centro ed al nord dell'Europa: si beve un po' di più nel nostro nord-est ma non a quei livelli.

3 La polizia e le istituzioni hanno fatto il loro dovere: i tifosi del Feyenoord sono stati seguiti da centinaia di poliziotti (allo stadio erano 1800), che sono intervenuti pestandoli e arrestandone alcune decine. I tifosi fermati sono stati processati "per direttissima" e condannati sia penalmente che con pene pecuniarie. Il nostro sistema giudiziario sarà anche malfunzionante, ma questo tipo di procedure d'urgenza funzionano e sono una cosa da rimarcare positivamente.
E' vero, si può fare ancora di più, allontanando i teppisti dai centri cittadini, ma non per questo si può dire che il sistema non ha funzionato.

4 Spesso i diretti interessati, invece di fare mea culpa,danno la colpa ai poliziotti. Ecco cosa dice un dirigente del Feyenoord in un comunicato stampa:

"Siamo rimasti spiacevolmente sorpresi dalla decisione unilaterale della polizia di cambiare le disposizioni concordate per i nostri tifosi. Le autorità hanno deciso lo scorso giovedì la vendita libera dei tagliandi per il match, anche per il settore ospiti. Ci sono stati messi a disposizione solo 5mila posti, mentre quello spicchio di stadio Olimpico ha una capienza di circa 5.800 posti".

Messaggio decisamente vergognoso che si commenta da solo.

Questa prassi di dare le colpe agli altri, invece che agli hooligans, la si riscontra spesso, sia tra i giornalisti che tra i ministri europei: mica è colpa degli ubriaconi che fanno a pugni, è la polizia che non sa gestire la situazione.

Qualche mese fa ho letto un articolo su un giornale inglese: il grande giornalista commentando uno scontro tra tifosi britannici e polizia francese, sosteneva che non era colpa dei supporters se c'erano stati gli scontri, ma dei poliziotti che li avevano caricati in seguito a risse con gente del posto sotto i fumi dell'alcol, lanci di oggetti e danneggiamenti.

Conclusioni: in Italia, salvo quache caso, la polizia lavora bene. Il nostro paese non è più incivile di tanti altri del nord europa e dovremmo smettere di autoflagellarci, guardando più ai nostri pregi che sono tanti.

George e Mildred, esempio di classico umorismo inglese


Gli "Spin off" sono una tipologia interessante tra le fiction televisive: essi derivano da altre serie televisive già note, e si concentrano su personaggi che in precedenza erano secondari.

La situazione è la stessa, insomma, ma cambia l'angolatura da cui la si guarda.

Ecco dunque che "George e Mildred" ci descrive la vita quotidiana dei due padroni di casa di "Man about the house".

Per essere precisi, i due subaffittavano un appartamento che era dato gratuitamente dallo stato britannico, per cui non erano i veri e propri padroni di casa.

Nella loro serie la coppia di mezz'età interpretata da Brian Murphy e Yootha Joyce si trasferisce in periferia e ha come vicini un certo Jeffrey, agente immobiliare, sua moglie Ann e il figlio piccolo Tristram.

Il bambino va d'accordo con l'attempato George, che gli inculca idee socialiste, facendo arrabbiare il padre che è di idee conservatrici.



Questa commedia con una coppia protagonista di mezza età potrebbe far ricordare la nostra "Casa Vianello", ma i caratteri dei personaggi sono molto diversi.

Raimondo Vianello, ad esempio, è sempre in cerca di una scappatella con delle giovani e belle vicine di casa, mentre George è l'opposto: fa di tutto per evitare le situazioni di intimità con la moglie, che è fortemente insoddisfatta della sua mancanza di attenzioni anche nei piccoli gesti di affetto di ogni giorno che mancano.

La serie durò 5 stagioni, che vennero trasmesse dal 1976 al 1979 dalla ITV. In Italia fu trasmessa dal 1979 al 1981 da Rai 2. 

L'attore Brian Murphy nella fiction dà sfogo al suo repertorio fatto di tic e di piccole meschinerie. La sua comicità è molto misurata, nel vecchio stile britannico. Yootha Joyce invece incarna una donna forte ma che tutto sommato si adatta a tutto, pur di stare al fianco del suo uomo. 

"George e Mildred" differisce molto fortemente dalla commedia d'oltremanica sia televisiva che cinematografica degli ultimi venti anni, che si è rivelata molto meno sobria, più giovanilistica e spesso più volgare, anche se presenta una maggiore varietà nelle locations e nella trama.

Vi propongo due sketches, uno in italiano e uno in lingua originale.





giovedì 19 febbraio 2015

Man about the house, il classico della sit com inglese che ispirò "Tre cuori in affitto"


Man about the house: genesi di una serie inglese di successo

Due ragazze, Chrissy e Jo, danno una festa di addio per la loro coinquilina, che non abiterà più con loro. Il party si rivela molto chiassoso e vengono serviti alcolici forti. Il mattino dopo le due ragazze si ritrovano nella vasca da bagno Robin, un amico di altri amici che si è "imbucato" nella loro festa addormentandosi ubriaco nella toilette.

Robin prepara alle ragazze la colazione, e si rivela molto bravo nel cucinare: il giovane ha infatti un progetto di aprire una attività ristorativa tutta sua. 

Chrissy e Jo gli propongono di essere il loro nuovo coinquilino e Robin, che guarda caso è in cerca di una sistemazione, accetta.

Il padrone di casa, George, è però un signore di mezz'età retrogrado, che in fatto di costumi è piuttosto sessuofobico, tanto è vero che sua moglie si lamenta sempre della mancanza di intimità con lui: celebri a tal proposito diventeranno le sue battute sarcastiche.

Non permetterebbe mai che nell'appartamento a due donne vi sia "a man about the house", un uomo in giro per casa, come dice il titolo della sit com.

Le due pulzelle aggirano l'ostacolo facendogli credere che il giovane aitante Robin è gay, fornendo lo spunto, in tutta la serie, per una serie di spassosi equivoci.

Questo è l'incipit della serie "Man about the house", serie inglese trasmessa in patria dalla ITV dal 15 Agosto 1973 al 7 Aprile 1976.
Esiste anche un film che ricalca fedelmente la serie, girato con gli stessi attori.

I telefilm americani si ispirano spesso a quelli inglesi, e infatti "Three is a company", Tre cuori in affitto, ricalca molto scrupolosamente  "Man about the house"

Agli autori britannici l'idea di creare una storia del genere venne guardando gli annunci di locazione. In Uk tuttora è diffusa l'usanza di dividere le abitazioni con persone estranee.

Gli sceneggiatori furono colpiti dal fatto che mentre fino a poco tempo prima c'erano flatshare (case condivise) solo da uomini o solo da donne, negli ultimi tempi negli annunci non si specificava più il sesso del futuro inquilino.

Nasceva così spontanea la curiosità un po' sbarazzina di indagare su certi rapporti di convivenza, in cui ad esempio gli inquilini fossero tutti giovani, di bell'aspetto e di sesso diverso.

Nella serie si punta molto su questo: Robin e le coinquiline si punzecchiano tra di loro, ci sono calorosi abbracci e qualche bacetto, ma l'amicizia regge in nome di un patto stipulato inizialmente che prevedeva solo amicizia e nient'altro.

La serie fu trasmessa dal 1978 al 1982 anche in Italia, da Rai 2, col titolo: "Un uomo a casa".

Gli attori furono: Ritchard O'Sullivan- Robin, Paula Wilcox - Chrissy, Sally Thomsett - Jo, Brian Murphy - George, il padrone di casa, Yootha Joyce - Mildred, la moglie di quest'ultimo.


Three's a company-Tre cuori in affitto, la versione americana




Nel nostro paese è molto più ricordata la serie americana, "Three's a company" (letteralmente tre è una compagnia) ma riproposta col titolo di "Tre cuori in affitto".

I personaggi cambiarono parzialmente nome. Gli attori furono: John Ritter (il ragazzo, Jack Tripper), Joyce De Witt, (la ragazza bruna), Suzanne Somers (la ragazza bionda), Norman Fell (Stanley Roper, il padrone di casa), Audra Lindley (Helen Roper, la moglie del padrone di casa). 

Imprezirono la commedia Don Knotts (il signor Furley, un vicino di casa stravagante e dal viso clownesco) e Ritchard Kline (Larry, amico dell'inquilino maschio e aspirante sciupafemmine).

Il caso Suzanne Somers

Suzanne Somers, che impersonava la ragazza bionda, fu sostituita gradualmente dalla quarta stagione in poi. Furono creati due altri personaggi: Cindy, una cugina forzuta della bionda e amante dello sport e Terri, una nuova coinquilina bellissima, temperamentale e manesca.

Il motivo furono le richieste esose di suo marito che le faceva da agente: sosteneva che Suzanne fosse la vera star della serie e quindi doveva essere pagata molto di più del suo già lauto ingaggio. Questo atteggiamento fu nocivo all'attrice, che venne estromessa dalla sit-com ma fece comunque fortuna pubblicizzando attrezzi ginnici e lavorando in tv, tra l'altro con la serie "Una bionda per papà".


Versione inglese e versione americana in lingua originale:





mercoledì 18 febbraio 2015

Combattere l'alcolismo educando i giovani: ecco i progetti del Comune


(Nella foto: Giuliano Diodati, assessore alle politiche sociali del Comune di Pescara)

Il Comune di Pescara ha in programma una serie di incontri per combattere l'alcolismo e le altre forme di dipendenza, visto che sono sempre più i giovani interessati da questo genere di malattie.

Tale iniziativa è frutto di un gruppo di lavoro composto da:Giuliano Diodati, assessore alle politiche sociali, la presidentessa della commissione consiliare alle Pari Opportunità Tiziana Di Giampietro, la vicepresidente del consiglio comunale Lola Gabriella Berardi, la preside dell'istituto tecnico Manthonè e un esponente dell'associazione alcolisti anonimi, che ha preferito non fornire il suo nome nè farsi fotografare, come da prassi per il suo sodalizio.

Proprio presso l'Istituto Manthonè vi sarà il primo incontro (Venerdì 20 Febbraio) che la preside ha preferito impostare come una assemblea d'istituto, ovvero una riunione autogestita dagli studenti.

Presto si conosceranno anche le altre scuole che ospiteranno gli incontri e le altre date.

I dibattiti verteranno non solo sull'alcolismo, ma anche sulle ludopatie come la dipendenza da videogiochi o dalle scommesse, oppure il rapporto con le sostanze stupefacenti. Simili discorsi possono farsi per rapporti morbosi incentrati sui social networks, internet e telefonini.

Il rappresentante degli alcolisti anonimi ha dichiarato che

"L'età del primo contatto con l'alcol si è abbassata ai 10-11 anni, inoltre chi si rivolge alla sua associazione in genere lo fa tardi, dopo che tanti danni alla psiche e al corpo sono avvenuti". 

Ha inoltre preannunciato che "Negli incontri sarà presente una psicologa tirocinante in alcologia presso una struttura ospedaliera" e ha fornito due numeri per chi abbia bisogno di aiuto: 3351949584 e 800411406.

"I servizi  forniti dell'Associazione Alcolisti Anonimi", ha specificato l'operatore, "sono gratuiti e la stessa organizzazione si autofinanzia grazie ai suoi membri".

lunedì 16 febbraio 2015

Sanremo 2015: una ventata di novità e di giovinezza



Mi ero ripromesso di non seguire la kermesse ligure, ma chi convive con me la seguiva in tv e pur di stare in compagnia, mi sono sorbito il solito flusso di lagna melodica che inesorabilmente colpisce, alla pari di un maestrale di stagione, la nostra ammirata penisola.

Soliti teatrini, scenette con battute tra il presentatore (Carlo Conti) e le vallette (le cantanti Emma Marrone, Arisa e la modella-attrice Rocìo (si pronuncia Rossìo) Munoz Morales.

Fortunatamente, le canzoni non sono state troppo interrotte. 

I brani filavano lisci uno dietro l'altro, fatta eccezione per l'ultima serata quando si è indugiato in chiacchiere un po' di più.

Ha fatto piacere a molti vedere Will Smith e gli Spandau Ballet sul palco dell'Ariston, anche se 250 000 euro per pochi minuti di apparizione io non glieli avrei dati;

I pezzi in gara, tuttavia, erano scarsi e poco originali.

La canzone vincente "Grande amore" di Il Volo, è così antica nello stile che Claudio Villa in confronto sembrerebbe un rapper.

In queste operazioni commerciali fatte dalla tv e dai produttori, i giovani più cantano cose vecchie, meglio è.

Certo, il trio "Il Volo" ha già spopolato in America e in mezzo mondo, ma anche Britney Spears vende copie a rotta di collo e nessuno parla di canzoni- capolavoro.

Sanremo insiste con la lirica (prima Bocelli, poi Piero Mazzocchetti e ora i tre ventenni).

Questo mix di pop e melodia ottocentesca dovrebbe rappresentare la nostra musica, ma nessuno qui in Italia ascolta più la lirica e i giovani mediamente suonano altro. In altri posti, come in Germania ad esempio, molte più persone ascoltano brani classici: è per questo che Sanremo e i suoi vincitori del 2015 rimangono degli ottimi prodotti da esportazione.

E adesso viene la parte peggiore: la radio si riempirà di questo ultimo gruppo di lagne-canzoni sanremesi e sarà difficile evitarle.

Io sono del modesto parere che i giovani italiani, (e ce ne accorgiamo se giriamo un po' nei locali e nei posti dove si fa musica), producano cose molto più originali, stimolanti e di spessore intellettuale.

Queste persone alternative al mainstream italiano sopravvivono e sopravviveranno allo zefiro di sbadigli annuale che verso Gennaio-Febbraio spira dalla Liguria.

Dopo la sconfitta di Latina, il Pescara è di nuovo in crisi



Nella foto: lo stadio Domenico Francioni di Latina

Il Delfino aveva salutato la fine del 2014 con molto ottimismo e con la splendida prestazione che lo aveva visto vincente a Livorno. La squadra viaggiava alla media di due punti a partita, Maniero e Melchiorri segnavano a ripetizione, il gruppo sembrava aver ritrovato fiducia nei propri mezzi e i giocatori spontaneamente avevano organizzato una cena di fine anno con le mogli, tutti insieme.


Nell'aria, quella sera, si respirava più amore, come nel jingle dell'Amaro Averna e si cantava in magica armonia, come nella sigla della Coca-cola.

Poi Maniero è stato venduto. Alla ripresa del campionato, il 2-4 con Il Trapani  non ha fatto sentire la sua mancanza e i tifosi si sono illusi.

Poi, ancora, c'è stata la discesa agli inferi: 1-2 in casa con la Ternana, 0-0 contro un dimesso Bologna, 1-1 in casa col Cittadella acciuffato al 95' e infine la doppietta dell'ex Viviani a Latina, contro i modesti padroni di casa penultimi nel torneo cadetto.

Quello che fa indispettire i tifosi, al di là dei risultati, è il gioco farraginoso e monotono: squadra lunga e larga, passaggi laterali a cento all'ora, lanci alla rinfusa in avanti. Questo tipo di approccio alla gara una volta lo chiamavano "palla fa tu".

Il Pescara non ha mai dato l'impressione di far girare il pallone in modo fluido e convincente, tranne che in poche buone ma non esaltanti prestazioni verso la fine del 2014.

Vendere Maniero, il bomber del campionato assieme a Calaiò, è stato un errore. Pettinari, colui che dovrebbe sostituirlo e aprire spazi per Melchiorri al posto suo, non sembra alla sua altezza.

Partito "Pippo", anche Melchiorri si è inceppato. 

L'allenatore Baroni continua a cambiare formazione, talora mettendo in panchina gente che sembra essere in forma come Pasquato.

C'è la netta impressione che il team adriatico stia rendendo meno del suo potenziale. Anche lo spettacolo ha la sua parte: se il gioco fosse un po' più estetico, almeno i tifosi, al di là del risultato, avrebbero più piacere nel venire allo stadio e non soffrirebbero di noia, oltre che di scoraggiamento.

Carnevale? Si grazie, ma solo per chi ha i soldi

Francavilla: cinque euro a persona per vedere la sfilata dei carri in piazza

Qualche anno fa, il precedente sindaco di "Francavilla al mare" Roberto Angelucci stava quasi per rinunciare a far svolgere l'annuale sfilata coi carri di Carnevale perchè le casse del comune erano in dissesto. 

Con l'amministrazione di Antonio Luciani, le disponibilità del comune si sono rimpinguate: tra stands, eventi sponsorizzati, parcheggi a pagamento d'estate e molte più multe agli automobilisti si sono trovati i fondi per finanziare le attività della cittadina adriatica. 

E' giunto il Carnevale, le cui celebrazioni durano due settimane. Questa festa tanto amata dai piccoli dovrebbe dare un po' di gioia e di vita in più alla città e far bene anche al commercio. Genitori e nonni hanno sempre meno denaro a disposizione: il lavoro non c'è più e le tasse aumentano. 

Chi ha provato a portare i bambini al Carnevale di Francavilla ieri, ha trovato tutti gli accessi alla zona di "Piazzale Sirena" bloccati da addetti alla security e dipendenti comunali: "Cinque euro, prego". 

Non tutti infatti sapevano che il Carnevale a Francavilla quest'anno è a pagamento, tranne per i bambini fino ai 12 anni. Ed è così che intere famiglie hanno fatto marcia indietro, perchè anche 5 euro ad adulto o 15 euro per due genitori e un figlio di tredici anni possono essere un peso per chi non ha più lavoro o fatica ad arrivare alla fine del mese. 

Il Carnevale a cui Angelucci voleva rinunciare costava tra i 20 e i 30 000 euro: una cifra bassa con cui si può organizzare tranquillamente una celebrazione gratuita al pubblico come si è sempre fatto fino ad anni recenti. 

Basti pensare che in questa manifestazione sono presenti operatori economici che, presumibilmente, pagano per mettere degli stands commerciali (come ad esempio quelli del cioccolato presente quest'anno), oppure per inserire il logo della propria attività sui manifesti, oppure ancora pagano l'affitto del suolo pubblico per posizionare le giostre del luna park, verso cui ieri sono affluiti tanti giovani. I soldi, insomma, potrebbero arrivare soltanto dagli sponsors senza spillarli ai visitatori.

Si potrebbe prospettare anche una questione di tipo legale: è legittimo da parte di una amministrazione sbarrare le strade e far pagare l'accesso? Se si trattasse di questioni di sicurezza, ovvero di allagamenti, di un incidente stradale, di una rapina, la giustificazione per chiudere i varchi ci sarebbe. 

Anche quando ci furono delle maratone in zona o quando passò il "Giro d'Italia" le strade vennero chiuse, ma nessuno pagò per assistere. Piazze e strade, per la loro creazione e manutenzione, sono pagate dai cittadini, che sborsano fior di quattrini con le proprie tasse: esse, qualunque punto di vista si abbia sull'argomento, appartengono a tutti. 

I festeggiamenti nei centri cittadini sono espressioni di partecipazione e di entusiasmo popolare. Chi sono sindaco e giunta per chiuderle e chiedere quattrini? 

E ancora: poniamo il caso che qualcuno voglia fare visita ad un parente che abita in quella zona: lo faranno passare senza pagare? Sarà costretto a dimostrare (chissà come) di avere un parente in zona per accedere?

E chi abita lì o ha un negozio lì, deve continuamente esibire un documento per entrare ed uscire dalla zona recintata? E se l'ha scordato a casa?

In definitiva, a Francavilla al mare si è deciso di seguire il cattivo esempio di Venezia, la città nella quale vi sono tante cose belle ma tutto costa dannatamente e l'accesso al Carnevale del 2015 ha i seguenti prezzi: 100 euro per i palchi, 30 euro per il parterre (ovvero l'accesso alla piazza) nei giorni del 7, 8, 14, 15 e 17 Febbraio. 

Negli altri giorni invece guardare i carri costa 30 euro dai palchi e 10 euro dalla piazza, fatta eccezione per coloro che sono sotto i 16 anni, che possono entrare gratis. 

Forse dovremo rassegnarci a raccontare ai nostri figli che "Non si può andare a festeggiare il Carnevale in piazza: costa troppo e non possiamo permettercelo".

martedì 10 febbraio 2015

Oggi è il "Giorno del ricordo": le testimonianze degli esuli

E' una celebrazione che stiamo riscoprendo poco a poco, quella del "Giorno del ricordo". Per cinquant'anni, in nome dei rapporti di buon vicinato con la Jugoslavia, una pagina importante della nostra storia non è stata raccontata dai media ne' rievocata dai politici. Grazie anche al crollo del "Muro di Berlino" vi è stata, con una accelerata verso la fine degli anni '90, la volontà delle nostre forze di centrodestra e centrosinistra di riportare alla luce verità storiche e torti subiti.

L'Istria fu per secoli contesa da popolazioni italiche e balcaniche e fu, ad esempio, posseduta per secoli dalla Repubblica di Venezia.

Per secoli popolazioni di lingua slava e italiana hanno convissuto in questo lembo di terra, tanto da confondersi e da non essere, in molti casi, distinte. In molti si proclamarono croati, sloveni o italiani solo in nome di un'appartenenza idealistica, più che etnica. Sotto il fascismo si assistette ad un processo di Italianizzazione del territorio istriano: venne imposta la lingua italiana e bandite quelle slave, vi fu una massiccia campagna di educazione alla cultura italiana nelle scuole, si cambiarono nomi e cognomi slavi con altri italiani.

Vennero messi a capo delle istituzioni locali degli italiani e rimossi gli slavi.

Dopo l'armistizio firmato dall'Italia nel 1943, le sue istituzioni ebbero un periodo di quasi totale dissolvimento.

Vi fu una occupazione tedesca e successivamente quella dei partigiani: Con la ricostituzione del nuovo stato Jugoslavo vennero destituiti ed uccisi coloro che ricoprivano le alte cariche governative, poi si colpirono i semplici impiegati pubblici di lingua italiana, poi ancora tutta la popolazione italiana, in un aumento esponenziale della barbarie.

Furono trecentomila gli esuli rifugiatisi in Italia e decine di migliaia i morti nei campi di concentramento jugoslavi e quelli uccisi e buttati nelle foibe, ovvero nei crepacci di origine carsica, spesso profondi centinaia di metri, che funsero da fosse comuni.

Proprio per le grandi proporzioni di questa tragedia post bellica e per il fatto che sia stata alquanto sottaciuta per decenni dalla nostra coscienza nazionale, sarebbe opportuno approfondire nelle scuole queste vicende, dove spesso tutto o quasi tutto il Novecento viene saltato a piè pari dai docenti.


lunedì 9 febbraio 2015

Pescara calcio: un passetto avanti, uno indietro

Dopo una lunga serie di risultati utili consecutivi e un parziale miglioramento del gioco, ho notato che il Pescara è soggetto talora a delle involuzioni: ci sono periodi in cui i giocatori sembrano aver trovato la fiducia nelle loro capacità ed altri in cui la smarriscono quasi totalmente. 

"Un passettino avanti e uno indietro", insomma, e se qualche giornata fa avevo l'impressione che questo gruppo potesse mirare alla vittoria dei play off e perchè no, alla promozione diretta, ora sono molto meno entusiasta. 

Vi mostro l'articolo che ho scritto sabato sera per un noto magazine locale.


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Tanta sofferenza e un po' di fortuna: il Pescara continua a deludere tra le mura amiche

(A sinistra: Birkir Bjarnason, il migliore tra i biancazzurri contro il Cittadella)

Un Delfino piuttosto brutto impatta col modesto Cittadella di Foscarini, rischiando di perdere la gara e la faccia e riacciuffando il match letteralmente all'ultimo secondo del tempo di recupero.

Le Azioni

A dispetto di quanto si vedrà in seguito, all'inizio la gara si mette bene per gli uomini di Baroni:  al 3' il neoacquisto Pettinari, schierato a sorpresa dall'inizio, lascia partire un bolide neutralizzato dall'esperto Pierobon (45 anni ma ancora abile e arruolato).

Il cronometro fa tre giri di lancette e Politano, da buona posizione, calcia alto.


Al 12' Pettinari penetra tra le linee avversarie e fallisce un pallonetto con lo specchio della porta praticamente sguarnito: il buon Pierobon devia.


Da qui inizia il copione vero della gara, che vede i biancazzurri creare una grande mole di gioco senza però riuscire a scalfire i granata (oggi in tenuta gialla), che si dispongono bene in campo, attuano marcature decise e sono bravi nel ripartire in contropiede.


Il secondo tempo non regala sussulti eccessivi, se non nel finale: prima infatti, il Delfino tenta una serie di lanci lunghi ma i suoi attaccanti non riescono a pungere. Pettinari è deludente, Melchiorri e Politano non fanno un granchè.


L'unico in forma sembra Bjarnason, che, sebbene giochi in maniera un po' scomposta a tutto campo, corre e fornisce molti palloni alle avanguardie abruzzesi, che a loro volta non sanno smarcarsi dalle marcature a cui sono sottoposti.


A tre minuti dalla fine Melchiorri finalmente sveglia un po' tutti con un palo;


tre minuti dopo il centrocampista dei veneti Busellato ruba il pallone a Memushaj e fallisce il goal del raddoppio.


L'arbitro dà cinque minuti di recupero e Bjarnason, il più determinato dei suoi, colpendo la palla col petto, con la pancia e infine col ginocchio entra fino in porta a depositare il pallone: 1-1 e lo stadio Adriatico Cornacchia tira un sospiro di sollievo.


Conclusioni


Il Pescara dimostra di non saper imporsi sul suo campo, in cui ha vinto solo tre volte quest'anno. Soprattutto, è un dato di fatto che la compagine adriatica si trovi in difficoltà con le squadre che si chiudono. La partita col Cittadella è emblematica: quando gli avversari coprono gli spazi bisogna agire in triangolazioni negli spazi stretti e affondi palla al piede.


Nella partita odierna abbiamo visto invece tutti i difetti del pessimo Pescara di inizio stagione: passaggi a cento all'ora laterali, lunghi movimenti in orizzontale di difensori e centrocampisti, che sembravano tracciare un raccordo autostradale ogni volta che impostavano il gioco; lanci lunghi, a cercare gli attaccanti che non facevano movimento per smarcarsi (quest'ultima tattica una volta si chiamava: "palla fà tu").


Se i risultati fanno vedere un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto con un nono posto in classifica senza infamia e senza lode, il gioco non ha quasi mai convinto, quest'anno.


L'impressione è che il potenziale di questa squadra sia molto maggiore ma che la qualità dell'organico non venga sfruttata fino in fondo.


venerdì 6 febbraio 2015

martedì 3 febbraio 2015

Calciomercato: ecco chi sono i nuovi acquisti del Pescara

(Nella foto: Marco Sansovini, detto "il sindaco")
Con il mercato invernale sono giunti in riva all'Adriatico cinque giocatori per la prima squadra, non contando gli acquisti minori o i giocatori in età "primavera".

Andrea Rossi, terzino sinistro, nato a San Benedetto del Tronto nel 1986, è un gradito ritorno: già nella stagione precedente aveva vestito la casacca biancazzurra, trascorrendo poi il girone di andata nel Latina.

Di scuola Juventus, ha militato anche nel Siena, nel Cesena e nel Bari. Giunge in prestito dal Parma.

Michele Fornasier, classe 1993, di Vittorio Veneto, è un difensore centrale e ha calcato i campi delle giovanili della Fiorentina e del Manchester United.

Ha poi fatto una buona esperienza per due anni nella Sampdoria, che lo ha girato in prestito al Delfino.

Alessandro Bruno, nato a Benevento il 4 Luglio del 1983, è un mediano con buone doti di corsa. Ha giocato con le maglie di: Benevento, Pro Vasto, Taranto, Nocerina, Val di Sangro, Catanzaro, Nocerina e Latina.

Stefano Pettinari, attaccante alto e robusto, nato a Roma nel 1992, ha militato nella Roma e nel Siena (dove non ha giocato) e si è poi fatto le ossa dal 2011 nel Crotone e per gli ultimi mesi nel Latina.

Il ritorno di Marco Sansovini, invece, è stato acclamato pressochè all'unanimità dai tifosi biancazzurri: ha giocato col Delfino nella stagione 2007-2008 e tra il 2009 e il 2012, collezionando con la casacca adriatica 139 partite e 47 reti, diventando uno dei maggiori marcatori nella storia del club.

Ha una lunga esperienza tra serie c e serie b e anche nelle altre squadre ha tenuto alta la sua fama di bomber.

Attaccante brevilineo e rapido, corre moltissimo e si batte sempre con generosità e per questo è rimasto nel cuore dei tifosi.

Probabilmente Pettinari, almeno sulla carta, non è un contrappeso adeguato alla partenza di Riccardo Maniero: in quel ruolo, ovvero quello dell'attaccante di grande stazza, il Pescara si è un po' indebolito.

Rossi e Fornasier invece dovrebbero aver rinforzato il reparto arretrato, che era un po' carente.

lunedì 2 febbraio 2015

Bologna-Pescara 0-0

Al Dallara partita di trincea, le due contendenti non affondano i colpi

Finisce in parità e con le lance spuntate il confronto tra due delle formazioni più in forma del campionato.

Il Bologna è apparso abulico nel primo tempo, un po' più propositivo nel secondo. Il Pescara invece, dopo una accelerazione nella seconda parte del primo tempo, ha finito il match col fiato corto.

Le azioni
Al 3' Memushaj impegna Coppola con una botta dalla distanza; sul calcio d'angolo successivo il difensore felsineo Laribi per poco non fa autogoal.

Dopo due conclusioni senza importanza di Laribi al 6' e di Bjarnason al 22', la grande occasione per sbloccare il risultato ce l'ha Pasquato nel finale di tempo: raccogliendo un cross di Politano, non gli riesce il tiro al volo, ma non era facile.

Al 50' contropiede del Pescara, Melchiorri non serve Bjarnason tutto solo in area.

Al 61' Oikonomou sventa un pericoloso contropiede del Delfino, mandando il pallone in angolo.

Al 70' il portiere ospite Fiorillo respinge un bolide di Cacia in angolo.

Melchiorri è apparso un po' appannato, così come Pasquato. Stessa cosa dicasi per i rossoblu Cacia e Sansone: la squadra di casa è sembrata alquanto molle e poco pungente. I biancazzurri avrebbero potuto approfittarne nel primo tempo, quando hanno spinto di più, ma le loro trame in verticale sono risultate poco precise e le conclusioni in porta poco cattive.

Anche Bjarnason, generoso come sempre, è stato leggermente in ombra. Bene invece il recuperato Salamon in coppia con l'altrettanto buono Fornasier.

In settimana sono attesi rinforzi per il Delfino: si cerca un bomber che rimpiazzi Maniero, che nella stessa giornata ha segnato il suo primo goal con la maglia del Catania.