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martedì 8 settembre 2020

Riflessioni sparse sul Covid 19 e sulla sua gestione in Italia e all'estero

In questi lunghi mesi che intercorrono oggi e Febbraio, da quando l'incubo del Coronavirus é diventato internazionale e si è esteso all'Italia, non ho pubblicato una mia opinione in merito.

Ho preferito aspettare, in primis perché oberato da altri impegni lavorativi.

In seconda battuta, ho cercato di metabolizzare l'enorme mole di informazioni parallele ma piú spesso divergenti in merito.

Ricordo che mi suscitò molta impressione il  Decreto presidenziale che bloccò i confini della Lombardia, per poi estendersi rapidamente a tutta la nazione.

Bisogna premettere che nessuno Stato si é fatto trovare pronto per questa emergenza. Il Covid 19 era qualcosa di nuovo e inaspettato, di cui non si conoscevano bene né dinamiche né cure.

Si é deciso in Italia di chiudere gran parte delle attività pubbliche e private, quasi sul modello Cinese.

Tale scelta è stata disastrosa per l'economia e per di piú non si sono prese misure sufficienti per attutire il grosso impatto finanziario che c'è stato sulla popolazione.

Gli aiuti europei sono stati tardivi e parzialmente legati a condizioni che indebitano gli Italiani. Questi fondi ancora non vengono utilizzati per il momento.

Era necessario chiudere la popolazione a casa per piú di due mesi?

Secondo me no. In casa, una famiglia di quattro o cinque persone costrette a stare vicine per tutto il giorno, il virus si diffonde molto di più che in situazioni dinamiche come camminare per strada o prendere un caffè all'aperto. 

In molti casi è stata vietata addirittura la vendita da asporto per ristoranti e bars. Una mazzata tremenda per gli esercenti, quando sarebbe bastato assicurarsi che i lavoratori usassero appropriatamente guanti e mascherine. Tra l'altro buona parte del cibo da asporto può essere scaldato a casa, per ulteriore sicurezza contro virus e batteri.

In Ungheria in tutto questo periodo di Covid invernale ho visto molti giovani e non solo andare in giro in comitive e non si sono viste conseguenze disastrose.

Il lockdown è stato molto più parziale e il presidente Orban ha chiesto il permesso al parlamento per attuarle, ritirando i poteri speciali dopo due mesi.

In Italia il premier Conte ha agito principalmente per decreto, mettendo in fuorigioco il parlamento, che è il centro di una Repubblica come la nostra ""parlamentare", dove la vera rappresentanza del popolo  costituita dalle due camere. 

In Svezia senza lockdown e mascherine si sono avute percentuali di contagi e morti inferiori a quelle del Belpaese e in questi ultimi giorni, mentre i casi di Covid 19 aumentano in tutta Europa, nel paese svandinavo la situazione è molto migliore.

Incomprensibile è stata la scelta di chiudere le scuole e le discussioni cervellotiche su come tornarvi a settembre, visto che i giovani sono poco colpiti dal morbo.

Incomprensibili sono state le spese speciali di sanificazione che i negozianti hanno dovuto pagare per riaprire il negozio, perchè tale pulizia non protegge le superfici dal virus già dall'ingresso del primo cliente.

Adesso il premier Conte dice che non ci possiamo permettere un altro lockdown così e che non ce ne saranno altri. Sia pure con delle attenuanti derivate dalla novità di questa pandemia, francamente poteva comprenderlo prima.

Un altro fattore che mi ha dato molto fastidio è stato il tentativo propagandistico del governo e della stampa ad esso consociata di esagerare il senso di paura per il virus.

In genere un governo tranquillizza il popolo e cerca di non creare l'allarme, come si ci aspetta nervi saldi da un buon padre di famiglia che detiene la leadership sui propri cari.

Abbiamo visto scene patetiche e ridicole. Runners solitari con tanto di mascherina, vecchietti che prendevano un po' di sole, spesso da soli, rincorsi o precettati dalle forze dell'ordine.

Mafiosi pericolosissimi scarcerati mentre la popolazione era forzatamente carcerata tra le mura domestiche, con scene fantozziane di canti collettivi sui balconi. Questo mi ha ricordato alcune carceri dove pure ci sono dei balconi transennati e dove i detenuti comunicano e talora cantano. Una visione tragicomica e tutt'altro che solidale, visto che in molti spiavano i vicini e li segnalavano alle autoritá per una passeggiata, peggio che nella DDR di memoria post bellica e comunista.

Per quanto riguarda l'origine del virus, erano noti studi in cui si riportava che a Wuhan, in Cina, si stavano compiendo già da anni esperimenti sui coronavirus detenuti dai pipistrelli.

In base a questo non è da escludere l'origine artificiale del virus.

Il fatto che poi ci sia chi, legittimamente o meno, sta facendo soldi sul Covid 19, é addirittura lapalissiano e non c'é nulla di complottistico.

Riguardo ai "negazionisti": il virus esiste, ma se si diffonde la paura oltre misura, le persone non si fidano più  dei governi e possono essere portate a credere addirittura all'inesistenza del patogeno e della malattia, sebbene abbiano strumenti per appurarla.

Sbagliato é stato negare l'autopsia di parte e i funerali per i parenti delle vittime. É stata una pratica poco trasparente.

Propagandistica, invece, é stata la sfilata dei camion coi presunti deceduti.

Indecenti, sono stati i dati gonfiati da fonti istituzionali che hanno calcolato come morti di Covid 19 molti soggetti che sono morti di tutt'altro, sia pure positivi al tampone. Questi fatti sono documentati ampiamente.

In definitiva, é sbagliato lanciare un allarme generale, recludere persone, chiudere attivitá e mandare a rotoli l'economia per proteggere il 2% della popolazione che potrebbe avere rischi gravi derivanti dal virus, che, sostanzialmente e senza paura di smentita, dati alla mano uccide poco più di una influenza.



venerdì 7 agosto 2020

Il Pescara ai Play Out: 180 minuti per salvare una stagione




La stagione regolare è terminata in maniera inaspettata per il Delfino: dopo aver sfiorato la finale play off un anno fa circa, la compagine adriatica si è trovata a lottare per non retrocedere in terza serie. A nulla è servito il cambio di tre allenatori: Zauri, Le Grottaglie e Sottil non sono riusciti a dare ad una squadra dai valori tecnici non disprezzabili quel po' di grinta che l'avrebbe fatta rendere per quello che è il suo potenziale.

Degli errori del presidente Daniele Sebastiani si è già parlato: rosa troppo ampia, allenatori inesperti per la categoria, mancato rimpiazzo di Jose Machin a Gennaio, mancato acquisto di una punta di spessore. 

Della sfortuna si è altrettanto fatta menzione: partite perse immeritatamente all'ultimo minuto, infortuni di pedine importanti. 

A questo punto però tocca ai giocatori dimostrare di avere quei valori umani che non stanno venendo fuori. L'ultima partita di campionato col Chievo era una vera e propria finale, che avrebbe potuto decretare la salvezza senza ulteriori complicazioni. E' stata persa in malo modo, senza letteralmente tirare in porta, con una sfilata di giocatori che si muovevano come "signorine grandi firme" per Via Montenapoleone. 

Una finale è una finale. Se ti giochi l'intera stagione ed una fetta della tua carriera personale, scendi in campo con una gamba sola. Se sei in ospedale perchè avevi le coliche sei ore prima scappi col grembiule da infermo e raggiungi lo stadio per giocartela. 

Adesso c'è la finale contro il Perugia, con andata e ritorno tra pochi giorni. Il Grifone è messo male come i biancazzurri. Sfiduciato, molle e confuso. E' ora di fare gli uomini, perchè una squadra svogliata non la raddrizza neppure Mourinho, se non si dà una mossa. E' forse giunta l'ora che essa si assuma le proprie responsabilità.

Anche per il singolo giocatore, far scivolare la propria squadra nella categoria inferiore o meglio essere uno degli artefici di siffatto capolavoro, inciderebbe sulla propria carriera significativamente.

La percezione del suo valore individuale ne risentirebbe. Anche a livello negoziale, rischierebbe di farsi ingaggiare per pochi soldi da un club di B (se gli va bene) pur di non rimanere  nelle sabbie mobili della serie C. 
E' una questione di rispetto verso i Pescaresi, da sempre attaccati al pallone.

Una squadra di calcio in Italia è parte integrante della cultura, degli usi e costumi e rappresenta una città sia in patria che nel mondo intero. Ancora oggi ci sono persone all'estero che conoscono Pescara per via dei trascorsi nel 2016 e nel 2017 in massima serie.

giovedì 18 giugno 2020

James Senese - O Sanghe

venerdì 20 marzo 2020

Voglio camminare

Benissimo. Col tempo scopriamo cose nuove.

1 se si fa una passeggiata per ragioni di salute o una corsa su una spiaggia praticamente deserta rischi di spargere il virus e sei un untore.

2 Chi fino a una settimana fa usciva ad ogni ora del giorno e della notte ora denuncia il vicino perchè porta il cane a fare pipì un paio di volte di più.

3 Chi è diabetico o malato di cuore ed è esposto di più al covid  ha bisogno importante  di una passeggiata non può uscire.

4 Gli Italiani dovranno stare altre tre quattro settimane chiusi a casa perchè qualcuno, oh che grande untore, si è fatto una passeggiata da solo, senza parlare con nessuno e perchè un altro  0.1% della popolazione ha portato la famiglia al parco o effettivamente ha cresto pericolosissimi assembramenti di 3 4 persone.

5 Si chiudono i parchi perchè qualcuno corre ( che bastardo!) e i suoi peggiori censori che lo mettono alla gogna su fb con tanto di foto hanno una panza così.

6 Stare due mesi senza sole (che porta vitamina D ) e senza attività fisica, in pochi metri quadri, respirando aria viziata, fa benissimo al vostro sistema immunitario, vedrete.

7 Chi denigrava il suo paese ora canta sui balconi l'inno nazionale e dice: "o come siamo uniti", salvo poi spiare e criticare tutto quello che fa  vicino.

8 Siamo tutti contenti di stare ai domiciliari per mesi anche se non sortisce effetto.

9 Autostrada per l'Austria aperta, voli e treni ancora vanno e vengono ma voi non preoccupatevi, è colpa del passante Pino Cammino

10 Qualcuno che improvvisamente ha riscoperto senso civico e denuncia il vicino peggio che ai tempi della DDR si faccia una vita e ragioni sul perchè dei suoi fallimenti personali.