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mercoledì 16 novembre 2022

Ecco perchè non mi fido dei "Professionisti dell'informazione"



É apparso oggi sul sito de Il Giornale il titolo: "Lavrov evitato da tutti e in ospedale".

Ecco uno stralcio: (Lavrov (evitato dagli altro partecipanti al vertice e nessuno voleva apparire con lui nella foto ufficiale, che è stata per questo abolita) appare in bermuda mentre sta lavorando su un balcone.

Tempo.co ci fornisce una versione diametralmente opposta, con tanto di foto:


"Jokowi welcomes Russian Minister Sergei Lavrov" - Jokowi (presidente dell'Indonesia dà il benvenuto  al Ministro Russo Sergei Lavrov.

Nella parte iniziale leggiamo: Il presidente indonesiano Joko Widodo o Jokowi ha accolto 17 capi di stato e capi di organizzazioni internazionali nel primo giorno del vertice del G20 all'Apurva Kempinski, tra cui il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che, secondo quanto riferito, è stato portato in ospedale dopo essere arrivato a Bali.

Il rappresentante degli Affari Esteri Russo è stato talmente isolato che qui lo vediamo in una conversazione ufficiale con Antonio Gutierres, segretario generale delle Nazioni Unite.

Qui abbiamo Lavrov ancora messo da parte e visibilmente scontento.


Qui invece beve un caffè "Turco".



Qui invece Lavrov annuncia di aver avuto un colloquio con Macron, il quale ha affermato di voler continuare a mantenere i rapporti con Putin. Non abbiamo ragione di non credergli poichè sarebbe facilmente smentibile da parte Francese. Il video è stato pubblicato ieri su numerose testate ed ha una traduzione in Italiano.



Potrei addurre migliaia di altri casi di completa disinformazione come questo, in cui si disinforma con la volontà esplicita di farlo.

É per questo che da decenni dubito sempre dei media Italiani e cerco sempre di fare la tara di quello che leggo, vedo e ascolto.

Vi invito a fare lo stesso.

domenica 13 novembre 2022

Due serate a Budapest per Mario Biondi: teatro pieno e pubblico entusiasta.

 



Al Teatro Ram, pochi giorni fa, ho avuto la possibilità di seguire un concerto di Mario Biondi del suo tour "Romantic".

In fase di prenotazione quasi tutti i biglietti erano esauriti, sia nella prima che nella seconda serata.

Il Teatro Ram di Budapest è un centro polivalente con una sala concerti di 600 posti, ottima sia nella visibilità che nell'acustica, come nuova, tenuta in perfette condizioni e con tanto di gallerie.

Mario Biondi non ha bisogno di presentazioni anche nella capitale Magiara e non si è risparmiato. Oltre alla sua iconica "This is what you are" ha sciorinato per poco meno di due ore un bel mix di standards del jazz moderno, del pop e della musica Brasiliana. 

Smooth Operator di Sade e What's going on di Marvin Gaye, nella sua versione, dimostrano quanto mestiere ed esperienza abbiano raggiunto lui e il suo abbastanza giovane ensemble nel riarrangiare in chiave jazzistica dei brani già di per sè intensi e raffinati.

Il suo ultimo disco, pubblicato nel 2022, è Romantic, con inediti e covers, di cui alcuni brani sono stati eseguiti nelle serate dell'attuale tour.

Il musicista Catanese ha colloquiato col pubblico e lo ha coinvolto, alternando inglese ed Italiano, giacchè sapeva che in città ci sono molti turisti e residenti del nostro paese, che in effetti hanno scherzato con lui e hanno fatto sentire la propria presenza in sala.

L'interazione è riuscita ed ha reso il concerto un evento vivo, ricco di partecipazione, con tanti assoli dei singoli musicisti, che insieme al cantante per scherzo hanno eseguito canzoni note e fuori repertorio a richiesta.

A fine esibizione, mentre le parole della canzone che scandiva dicevano: I am coming to you, con molta educazione e senso dell'empatia, l'artista ha fatto il giro della platea stringendo la mano al pubblico.

Quest'ultimo era molto omogeneo, oscillante nella stragrande maggioranza tra i 40 e i 55 anni ed appariva molto distinto. Conosco però diverse persone al di fuori di questa fascia di età che apprezzano la musica di Mario Biondi, per cui non penso che sia solo questo il target.

Tutto sommato è stata una serata divertente, briosa, con pochi brani lenti, con gente divertita ma con stile sia sul palco che in platea.

sabato 12 novembre 2022

In un periodo storico come questo lo Stato deve assumere forza lavoro




Negli ultimi decenni si è fatta strada, anche a sinistra,  una retorica del settore pubblico brutto, sporco e cattivo. Come se tutti i dipendenti pubblici fossero fannulloni. Come se non ci fossero persone di grande intelletto e dai solidi valori nella amministrazione statale. Come se poi nel settore privato tutto fosse bello e non vi siano miserie di ogni sorta.

Questa campagna è stata funzionale a svendere aziende statali a privati e a ridurre il numero dei dipendenti pubblici (330 000 in meno rispetto al 2000)

Se a ciò si assomma: la precarizzazione del lavoro sia nel pubblico che nel privato partita negli anni '90, il mancato adeguamento del salario al costo della vita degli ultimi decenni, ne conviene un generale impoverimento dei lavoratori.

Non sono i privati il solo motore dell'economia. Prima del privato viene il pubblico. Se un sistema istituzionale solido non creasse i presupposti per fare impresa, quest'ultima andrebbe incontro alla legge della giungla e difficilmente andrebbe lontano.

Lo Stato crea le leggi che fanno ordine e regola la concorrenza. Lo Stato crea infrastrutture, porti, centrali elettriche, aeroporti, strade e quant'altro che servono a far nascere un tessuto industriale e commerciale.

I dipendenti pubblici spendono, creano mutui, acquistano case. Una intera porzione della libera impresa vive grazie ai dipendenti pubblici: 

bar e ristoranti nelle prossimità degli uffici, negozi di articoli medici, floreali e funebri accanto agli ospedali, fotocopisterie nei pressi di anagrafi, università e tribunali, et cetera et cetera.

Giorgia Meloni in campagna elettorale ha parlato come Berlusconi e Salvini: gli imprenditori sono il vero motore dell'economia per lei e questo è inesatto.

Pubblico e privato non possono prescidere l'uno dall'altro.

L'Italia non ha recuperato dalle ultime crisi, complici i piani di austerity e i mancati investimenti, anche a deficit, necessari a riprendersi.

Euro, Crisi del 2008, Covid, Crisi Energetica del 2022. Di fronte a questo non abbiamo visto capacità di ripresa.

Se ci sono milioni di disoccupati, lo Stato deve assumerne una parte. E non è vero che non ce n'è bisogno. I nostri ospedali ne necessitano, come la pubblica amministrazione e i nostri lentissimi tribunali. 

L'assistenza sociale ha bisogno di menti, braccia e investimenti.

I nostri beni culturali potrebbero essere sfruttati per portare ancora più turisti.

Potremmo incrementare musei, restaurazioni, personale addetto all'accoglienza, alla divulgazione, alla documentazione e alla preservazione della cultura e dell'arte.

Lo Stato deve spendere investendo sia in infrastrutture che in dipendenti pubblici, anche a deficit e perfino superando le stupidi e nocive regole di austerity europee che hanno fatto avvitare il tessuto economico e aumentare il debito pubblico.

Una spesa a deficit ben fatta porta i suoi frutti e le risorse a lungo andare aumentano. Per far questo lo Stato deve ricominciare a fare lo Stato e non obbedire ai dettami neoliberisti del "meno istituzioni e più finanza". 

E se qualcosa non funziona, nell'uno e nell'altro settore, si lavori per migliorare. 


Credete davvero che le ritirate dei Russi siano una vittoria degli Ucraini?



Contestualmente al referendum tenutosi a Dontsk e Lugansk i Russi si sono ritirati spontaneamente da Kherson e da altre zone contingue ad est dei territori di guerra. 

I tg ci mostrano la guerra coi videogiochi, spacciandoli per bombardamenti notturni.

Scambiano la piantina di Azovstal con la foto di un gioco da tavolo.

Danno per certo come di provenienza Russa un missile caduto a Donetsk che, almeno ufficialmente, è un tipo in dotazione agli avversari. 

Affermano che il personale dell'Isola dei Serpenti non si è arreso, in un atto di sacrificio eroico ma così non è stato.

Danno per certa la versione degli Ucraini e Americani su Bucha nonostante le palesi contraddizioni messe in luce da esperti del settore.

Affermano che il referendum nel Donbass è stato una farsa.

Secondo voi una popolazione quasi tutta russofona, uccisa e torturata dai militari Ucraini, ha avuto problemi a votare alla quasi unanimità per l'annessione alla Russia?

Tali torture sono documentate da agenzie Onu e da Amnesty International.

Il Cremlino lo ha detto chiaramente dopo la consultazione popolare a suo favore: - Adesso possiamo negoziare - 

Smobilitare, ridurre il proprio spazio ai territori che veramente interessavano e di cui tutto sommato volevano difendere la popolazione, è del tutto coerente con quanto accade. 

Nessuno nega le aspirazioni territoriali di Putin, che si è accorpato un altro territorio, d'altro canto.

Tuttavia, viene smentito chi dava il nuovo Zar come malato di mente e di corpo. Il Cremlino ha inteso sin dall'inizio condurre una guerra a basso voltaggio, pur sempre con migliaia di morti e tanta distruzione, ma infinitamente meno dannosa e letale di quella che avrebbe potuto portare a termine.

Ora Putin vuole negoziare e anche Biden sta spingendo Zelensky alla mediazione. La pace vera si avrà però quando i capi delle due superpotenze alzeranno il telefono e si metteranno d'accordo sulla paternità dei territori e sulla collocazione Nato o meno dell'Ucraina.

venerdì 11 novembre 2022

Quando un paese fa i propri interessi, lo scontro talvolta è necessario




La Francia ha una percezione abnorme di sè. Pensa, di essere una grande potenza geopolitica, al pari di Stati Uniti, Russia e Cina.

Questa dissociazione dalla realtà e da una equilibrata valutazione di sè stessi ce l'ha da secoli. Basti ricordare di quando, il 22 aprile 1849, marciando  verso la Repubblica Romana,  arrogantemente i loro generali dichiararono: - Gli Italiani non si batteranno perchè sono dei codardi -  Furono sconfitti e rincorsi dai Garibaldini. 

Potremmo fare menzione di quando inopinatamente Napoleone tentò la sua ben nota campagna di Russia.

L'Italia di inizio duemila, invece, è prona e servile anche nei confronti di realtà modeste come Egitto, Francia, Germania ed altre.

Verità e giustizia per Giulio Regeni non le abbiamo avute, Cesare Battisti (il terrorista) ha goduto per molti anni di protezione politica da Francia e Brasile con tutti gli onori (scrittore di romanzi noir addirittura).

Gli accordi internazionali sui migranti in parte sono stati scritti male anche grazie a Renzi e alla mentalità  del centrosinistra.

C'è stata mollezza nel farsi rispettare oltralpe, lasciando che la barbarie della polizia gallica inviasse indietro i migranti a suon di manganellate.

Per non parlare poi della acquisizione dei nostri marchi industriali o del tratto di mare donato ai nostri cugini transalpini.

Una vergognosa calata di braghe ha caratterizzato i nostri rapporti recenti coi Francesi, corollati dalle risatine di Sarkozy con la Merkel.

Ora la musica è cambiata. Dopo la solidarietà praticamente nulla della circense Europa, che esiste come entità politica solo quando deve autolesionisticamente prendere sciagurate decisioni che danneggiano i suoi cittadini, 

la Francia ha deciso di far sbarcare una nave di migranti a Tolone ma preannunciando fulmini e saette. Ha detto che straccerà gli accordi sui migranti e invita gli altri stati europei a fare lo stesso, contro l'Italia.

Il bello è che quando qualcosa anche di piccolo non va bene ai governanti francesi loro mica usano il linguaggio della diplomazia e della politica. No, loro urlano in faccia ai nostri rappresentanti.

Atteggiamento arrogante e presuntuoso. Alcuni ci accusano di essere disumani. Loro che ancora oggi sfruttano l'Africa in mille modi diversi, più di tutti gli altri paesi occidentali. Ci vuole una certa faccia di bronzo.

Ma se bronzea è la loro faccia, d'acciaio saranno le nostre braccia.

La pacchia è finita. Che sia per mano della Meloni o di un altro, che sia finita per davvero. Il governo attuale, a cui pure non risparmio alcune critiche, si fa rispettare.  Quelli precedenti mandavano i Sandro Gozi di turno a prestare servizio per il governo di Parigi.

lunedì 7 novembre 2022

Io non dimentico Mister DPCM


I Movimento 5 Stelle gode di ottima salute. Lo vota il 15% della popolazione, ottiene consensi su reddito di cittadinanza e pacifismo.

Non è ormai però ne' il M5S di Grillo, ne' quello di Di Maio.

É il nuovo corso di Giuseppe Conte, con un approccio più da partito che non si presenta ormai come una forza antisistema (ma probabilmente non lo è mai stata).

Il professore di Diritto, elegante, maturo, pacato, di bell'aspetto, raccoglie consensi e sta imparando a fare politica sul serio.

Io però non dimentico di come ha privato gli Italiani delle proprie libertà e di quante ottuse e controverse regole cambiavano quasi ogni giorno.

Mai visto niente di simile prima. Se ti recavi ad un supermercato di 500 metri più lontano da quello vicino a casa tua, venivi multato.

Per mesi tu, Italiano, non sei potuto uscire di casa, con provvedimenti di nessun valore scientifico e che dati alla mano non hanno fermato quella che poi si è rilevata poco di più di una influenza stagionale.

Multe a poveri anziani che passeggiavano da soli, autocertificazioni a go go, milioni di negozi chiusi e migliaia di essi falliti.

Potremmo andare avanti per ore. Conte si è piegato al clima di terrorismo pandemico, avallandolo con le sue decisioni. 

Logica conseguenza ne è stata la speculazione delle case farmaceutiche, che senza adeguata sperimentazione hanno inoculato il loro siero inefficace, ripetuto diverse volte e ancora inefficace, che ha portato miocarditi, morti precoci, infarti, astenie varie e tanto altro.

Conte voleva difendere la popolazione? Può darsi. Il risultato però è stato: ospedali intasati dove gente anziana è morta da sola senza il conforto dei parenti, intubazioni inopinate, cure domiciliari snobbate, cura del plasma ignorata altrettanto, economia distrutta, garanzie costituzionali violate.. 

Grazie Mister DPCM.


domenica 6 novembre 2022

Ucraina, l'altra verità

Documentario in due parti del regista Massimo Mazzucco
Documentario del regista Massimo Mazzucco in due parti 

Ecco la seconda parte, che riguarda gli sviluppi più recenti. Ecco come un paese, in cui convivono due 

popolazioni, Russa e Ucraina, diventa una polveriera e scivola verso la guerra civile prima ed un 

conflitto internazionale dopo. Ripeto anche in questo post: auspico pace, salute e serenità al popolo 

Ucraino, che è incolpevole un buona parte di quanto succede. Al tempo stesso auspico pace per la

popolazione del Donbass, che vive da 8 anni nelle cantine, con i bambini che perdono i denti per 

mancanza di vitamina D. Quello che però assolutamente non va bene è la narrazione dei nostri media a

senso unico, spesso disonesta, sciatta e infantile.


Video di Zelensky in grave stato di alterazione

Quando il dittatore Vladimir Putin sosteneva che a capo dell'Ucraina ci sono un manipolo di nazisti, gay e di drogati aveva torto?

Non c'è nulla di male ad essere gay, mentre sulle altre due cose, visto che si tratta di statisti e uomini di potere e non di cittadini qualsiasi, avrei qualche dubbio.

Sulla droga, giudicate voi








Il bello è che la propaganda nostrana ed occidentale si ostina a dipingere Putin come malato, anche dopo le sue ultime apparizioni pubbliche dove nulla lo lascia mentale, ne' fisicamente ne' mentalmente, mentre tace quasi sempre sulle condizioni del leader Ucraino (delle condizioni di Biden già sappiamo)

Comprendiamoci: io non esulto se una persona sta male. vorrei vedere Zelensky in buone condizioni psicofisiche condurre il proprio popolo verso la pace e la prosperità.

Altra cosa è scrivere numerosi articoli ed interi libri di elogio al suddetto politico.

É lui l'uomo a cui stiamo donando soldi, armi e che dovrebbe condurci verso una pace onorevole?

Prima della Von Der Leyen, c'era lo schiaffeggiatore "sobrio"

Per comprendere il livello politico e di strategia della Unione Europea basta fare una breve analisi dei suoi leaders.

Prima della Von Der Leyen, di cui abbiamo scritto nel post precedente, c'era il sobrio Juncker, noto per la sua avversione all'alcool.

Ecco come accoglieva, a suon di schiaffi, i leaders europei:



Ed ecco come barcollava negli incontri ufficiali: 





Non deve stupire che in Europa abbiano stima di uno pseudoleader del genere:






Quest'ultimo, ovvero Zelensky,  è inadatto al ruolo che ricopre. Manca di esperienza e cultura politica. : apparso in grave stato di alterazione in pubblico e in tanti hanno sospettato che fosse sotto l'effetto di farmaci o di stupefacenti. Ha violato gli accordi di Minsk, che ponevano una sorta di tregua nel Donbass e anche in seguito avrebbe potuto scongiurare l'escalation militare degli ultimi mesi.
Il suo riconoscimento internazionale e la sua popolarità presso una parte della popolazione dureranno fino a quando gli Stati Uniti lo appoggeranno e tutto fa pensare che questo non durerà a lungo.

sabato 5 novembre 2022

La imbarazzante politica della Von Der Leyen: quando diremo basta alla Ue?


Di certo il senso dell'ironia non,  manca, alla presidente Ursula Von Der Leyen. Le sembra normale presentarsi alle sedute del Consiglio Europeo in giallo e blu, non per ricordare lo scudetto del Verona del 1984, ma per dare supporto all'Ucraina, come se fosse una cheerleader.

E che dire della premiazione di Bourla, Ceo della Pfizer, stando alle sue parole : un uomo che tiene viva la fiamma di cooperazione transatlantica? 

Premettiamo che il suddetto assomiglia a Maurizio Sarri coi capelli più lunghi e che quindi abbiamo pensato a una Bourla di nome e di fatto.

Accertatici dei mancati precedenti calcistici del noto manager, ammettiamo: meno male che Bourla ha la fiamma, in tempi di carenza di gas. 

É un po' come la storia di Grisù, il draghetto che voleva fare il pompiere ma al momento giusto, involontariamente, apriva la bocca e dava una bella vampata di fuoco, suscitando l'orgoglio del padre.

Tale è stato l'elogio da Cheerleader di Ursula che ci aspettavamo altri appellativi: Albert Bourla -un uomo che non deve chiedere mai- o -Rockford, un uomo che sa..-

Ma stiamo pur sempre parlando della nota Ursula Albrecht in Von Der Leyen. Figlia del ministro Ernst Albrecht, ha ricoperto essa stessa due poltrone ai dicasteri della difesa e degli affari sociali ai tempi della Merkel.

Messa sotto inchiesta per la tesi di laurea copiata (per cui rischiò l'annullamento del diploma) e per l'Affare consulenze del 2018 (con documenti distrutti prima che la magistratura potesse agire), oggi dimostra di non essere da meno.



Pochi giorni fa ha annunciato che l'Unione Europea donerà 1.5 miliardi al mese di aiuti all'Ucraina, in un periodo storico di grandi tassi di discoccupazione in molti paesi aderenti e con il caro-energia che sta annientando le aziende e impoverendo le famiglie.

Per le armi e gli aiuti ai nazisti del governo Ucraino (passino quelli per il popolo) i soldi ci sono e per i poveri di mezza Europa no?

Guarda caso, il marito della VDL, Heiko Von Der Leien, appartenente a una famiglia introdotta e nota e guarda caso è  dirigente di Orgenesis, azienda di prodotti genici rna da Dicembre 2020 (a pandemia in corso).

Adesso deve fronteggiare assieme a lei lo scandalo dei fondi da lui gestiti (320 milioni) per progetti medici finanziati dalla Ue per il Piano di Ripresa e di Resilienza.

Dopo tutto quello che gli Italiani hanno subito dall' Europa come istituzione, una sola domanda è possibile: quando diremo basta a questa Unione sovranazionale di interessi finanziari e di burocrati non eletti da noi direttamente?

Che non si ripeta mai più

 


Ci sono foto che parlano da sole. Mai mi sarei immaginato che milioni di Italiani venissero chiusi in casa per qualcosa che, dati alla mano, si è rivelato nocivo più o meno come una influenza stagionale.

Ho preso anche io quello che ci hanno fatto passare come il Male del secolo e ho avuto la prima volta 37 e mezzo di febbre e la seconda qualche tremore di freddo. Tutto qui. 

Poi si è parlato fin troppo del virus di per sè.

Per me resta assurdo quello che si è fatto per fronteggiare questo pseudo problema e moderatamente mi limito a suggerire che pochi accorgimenti come un numero limitato contemporaneo di accesso ai negozi (senza chiuderli), mascherine nei posti realmente affollati, visite mediche domiciliari e pochi altri accorgimenti di buon senso sarebbero stati fin troppo, visto che le statistiche non hanno differito troppo da quelle sulla influenza stagionale.

Ma cosa dire invece delle persone bloccate e multate dalla polizia su spiagge solitarie, lontano da tutto e da tutti?

Esistono ancora così tanti tontoloni che si bevono quello che dice la tv, anche quando la stessa si contraddice il giorno seguente?

Due sole parole: mai più. Chi ha un po' di cervello e di senso critico dovrà adoperarsi a vigilare che la salute mentale dei cittadini e le libertà costituzionali non vengano più messe in discussione.







giovedì 3 novembre 2022

Dio, Patria e famiglia sono gli ostacoli della finanza


Viviamo nel principio di terzo millennio, un periodo storico che verrà ricordato per il tentativo di escalation del capitale.

Mai come in questo periodo storico il potere finanziario si è posto l'obiettivo di espandersi, concentrando le risorse nelle mani dei pochi.

Per farlo esso usa l'arma della persuasione, anche occulta.

Quell'abito firmato devi averlo perché altrimenti sei irrilevante socialmente. Devi adottare un determinato stile di vita altrimenti non sei brillante.

L'uomo delle lobby è entrato nelle università di economia, ribaltando il punto di vista: dalla politica economica si è giunti all'economia politica.

Lo Stato è un orpello quasi inutile, sia per la Destra che per la Sinistra. Il settore pubblico deve essere raffigurato come brutto, sporco e cattivo, contrapposto all'imprenditore che vuole solo essere lasciato in pace, avere tasse basse e servizi veloci con burocrazia snella.

Abbiamo visto cosa ha portato questo modo di pensare: privatizzazione delle banche centrali per cui la moneta viene emessa non quando conviene all'interesse collettivo, ma quando lo dicono i grandi soggetti privati;

precarizzazione del lavoro, debito pubblico aumentato a dismisura per via degli interessi e delle speculazioni finanziarie;

desalarizzazione dei lavoratori; emergenze indotte in cui i ricchi traggono opportunità per espandere il proprio profitto.

Lo stato è sempre stato il creatore delle delle regole. Le regole pongono un limite alla legge del più forte e del prepotente. É dunque chiaro che il potere economico debba criminalizzare la politica e lo Stato.

Per minarne le fondamenta bisogna colpirne i valori: religione, famiglia, senso di appartenenza ad una comunità. In poche parole Dio, Patria e famiglia.

Certo, anche gli istituti religiosi, i nuclei familiari e le organizzazioni a scopo collettivo hanno le loro storture e i loro difetti. 

Non è esistito nei millenni, però, un modello che potesse soppiantarlo e quando si è provato a farlo si è giunti a dittature, a regimi repressivi oppure  a un capitalismo sfrenato che si maschera da democrazia ma che corrompe le autorità per dominare in maniera subdola.

E ben venga per tale potere chi si droga, annullando il proprio senso critico, ben accolta sia la povertà per non avere competitors sul piano finanziario. 

Occhiolino strizzato a  chi non fa figli per vivere nella debole solitudine e nell'egoismo, a chi consuma in maniera ottusa abbagliato dalle lucine della pubblicità e a chi si conforma alla massa (tanto c'è chi indirizza le masse a proprio piacimento)

Chi studia o cerca di mantenere una consapevolezza deve essere tagliato fuori. Non si deve argomentare con questi soggetti: vanno insultati ed etichettati.

Per i pochi eletti, infatti, è pericoloso che il popolo abbia una coscienza.

L'asta è aperta: comprate la mia onestà intellettuale


Un ricordo, che all'epoca fu  inquietante, ma che oggi alla mia memoria distante risulta divertente, mi sovviene di tanto in tanto. Eravamo attorno al 1984 o al 1985.

Mia madre, non potendosi permettere di comprarmi la motocicletta giocattolo cavalcabile ed elettrica, con tante lucine, dei Chips (poliziotti di Miami di un noto telefilm) mi mise in mano un quod a tre ruote, molto carino, giallo e nero. Si fermò con me apposta in un negozio di giocattoli per qualche minuto per compiere l'acquisto.

Doveva essere l'una e mezza o le due perché stavamo tornando a casa dalla scuola io e dal lavoro lei.

Mi sentivo contento da una parte ma buggerato dall'altra. Quel quod da rally di pochi centimetri non era cavalcabile e non faceva le lucine della polizia americana bianche, rosse e blu.

Attraversando Piazza Giustino D'Uva, a Isernia, ci fermò una zingara piuttosto anziana, sui 70 75 anni. Minuta, capelli brizzolati raccolti, vestito lungo scuro.

Iniziò il suo show: "Ma quant'è bello questo criaturo, ma quanto volete, quattrocentomila lire? Me lo porto com me ja signò. Cinquecentomila lire? Nel frattempo mi tirava il braccio, sempre più forte. Aveva una certa forza, almeno alla percezione di un bambino come me di circa cinque anni.

Mia madre sorpresa e divertita da una proposta talmente assurda, sorridendo, urlava anche lei: No, signora, no...

La vecchia dovette desistere, dopo essere arrivata a settecentomila lire.

Oggi, più che indignarmi per la tentata compravendita, mi sento offeso. Solo settecentomila lire?

Io valgo molto di più!

Quanto saranno al cambio di oggi settecentomila lire del 1985? 1000 euro?

Chissà che vita interessante avrei fatto in una famiglia dove si comprano i bambini, tra un furto, una elemosina e uno spaccio di cocaina da adulto.

Tanti professionisti dell'informazione si sono profferti spontaneamente, meretriciando sulle pagine dei giornali e nei video e negli audio dei tg. 

Il Green pass, il Santo Salvatore Draghi, il Sacro Siero sono stati i nuovi dogmi recenti, ma ce ne sono stati e ce ne saranno tanti altri, a seconda della necessità. Basta che arrivi l'assegno.




Al diavolo i lettori, che si bevano le loro baggianate.

E io, Andrea Russo, che faccio? Non intasco? Non faccio cassa? Sono forse da meno? 

Per questo, mi rivolgo a voi, cari pigmalioni che siete alla lettura. Cari Mecenati, metto in vendita la mia penna. Dirò che siete belli, bravi e virtuosi.

Il mio sito sarà il vostro ritratto di Dorian Gray, che vi farà sempre più attraenti e in forma quanto più le vostre nefandezze aumenteranno.

Mi dovete però pagare bene. Non bastano settecentomila lire, per due motivi. Primo, perchè le lire sono fuori corso. Secondo, perchè valgo di più.

Faccio come Wanna Marchi: il prezzo lo fate voi, ma se è troppo basso vi derido in diretta interregionale.

Fatevi sentire, tramite teleselezione, fax, videotel o telegramma. E alle prime cinquanta chiamate dono una biografia su misura in stile agiografico.

*Per chi è senza speranze e proprio non ce la fa: questo articolo ha un tono ironico satirico e il suo messaggio va letto tra le righe e non letteralmente. I principi etici che ispirano la mia penna e queste pagine di blog sono ben verificabili in termini di integrità. Se io avessi pensato a vantaggi materiali, avrei fatto ben altro che scrivere migliaia di articoli su questo blog per pura passione.

mercoledì 2 novembre 2022

Non farò sconti alla Meloni



Benchè Giorgia Meloni abbia dimostrato di comprendere più di altri leader le esigenze della popolazione, che l'ha premiata alle ultime elezioni di un mese fa, ciò non vuol dire che io sia pronto ad incensarla ad ogni piè sospinto.

Buone sono le sue intenzioni su una razionalizzazione per sostituire il reddito di cittadinanza con il lavoro.

Bene posso esprimermi per quanto riguarda la legge sui rave party e sulla reintegrazione dei medici e dei sanitari estromessi dal lavoro per via del Green Pass e per via di un vaccino che non funziona e che ha dimostrato di poter creare negli inoculati effetti indesiderati molto gravi come miocarditi, pericarditi e talvolta la morte.

Tuttavia in campagna elettorale la buona Giorgia ha ripetuto che sono le imprese a creare ricchezza nel paese e ha speso ben poche parole per l'importanza di chi lavora seriamente nel settore pubblico.

Senza lo Stato che crea infrasrutture, leggi a tutela della concorrenza, dei salari, del made in Italy le imprese non vanno da nessuna parte. I dipendenti pubblici sono milioni e spendono i loro soldi, contribuendo a muovere interi settori dell'economia.

Male soltanto posso pensare del mancato rinnovo del contratto a 1500 Navigators che hanno bisogno di una stabilitá esistenziale. Se il RDC va modificato, è anche giusto che il governo si occupi di non lasciare a casa 1500 persone che vanno eventualmente ricollocate.

Bisogna cambiare mentalità. C'è bisogno di personale nei settori pubblici e quando l'economia arranca, lo Stato deve assumere e dare un futuro a giovani e meno giovani che hanno bisogno di lavorare, esercitando un diritto costituzionale.

Giorgia Meloni dà l'impressione di stare dalla parte dell'Italia che vuole ripartire e crescere, laboriosamente, facendosi rispettare dai partners esteri.

É proprio per questo, che quando sorgono e sorgeranno delle contraddizioni con questi principi io sarò pronto a rilevarle, senza sconti.

Il PD è incapace di fare autocritica


Lo sappiamo già: Il pd con le sue banche, le coop, la vicinanza a imprenditori come De Benedetti e Benetton si è da tampo convertito alla finanza e al neoliberismo.

Questo non è un mistero nemmeno per i bambini.

Ciò che sconcerta è la assenza di idee più totale per risalire la china e farsi una analisi di coscienza.

Gli eredi di Togliatti hanno preso soltanto il 19% dei voti alle ultime elezioni e ora nei sondaggi sono al 17%.

La moderna sinistra vede fascisti dappertutto e poi si dedica all'elogio del buon naziszta Azov culminato con il surreale monologo in diretta tv di Gramellini.

Dà del razzista a chiunque abbia una diversità di vedute dalla sua, ma poi vuole emarginare e ghettizzare chi è ed era scettico verso i vaccini, ovvero milioni di italiani e forse in questo momento la maggioranza del paese.

Non ha preso atto che l'anno scorso, per quaranta settimane, sono scese in piazza in svariate decine di città Italiane milioni di persone contro il Green pass e che in quelle folle c'erano anche molti vaccinati.

L'illuminato Enrico Letta ha fatto campagne del tipo -Scegli: o noi o con i No Vax - "furbescamente" inimicandosi milioni di potenziali elettori.

Rivendica il diritto dei giovani a drogarsi in massa coi rave party, mentre se non fosse stata per la caduta del governo migliaia di balneatori, che hanno gestito il loro ristorante o bar in riva al mare con fatica e soldi spesi, avrebbero col consenso del PD perso la loro licenza in nome della controversa direttiva Bolkenstein.

Per la linea del Partito Democratico un medico non è bravo se ha una laurea e fior di riconoscimenti e di specializzazioni, ma se è a favore o meno del vaccino, vero e proprio vitello sacro, feticcio di cui si compiacciono i vari Bourla e Bill Gates.

I nostri bravi Democratici sono Europeisti alla massima potenza, mentre la maggior parte dell'Italia ha in odio le stupide imposizioni di Bruxelles che hanno fatto chiudere migliaia e migliaia di aziende.

La Premier UE Ursula Von Der Leyen è tra l'altro nell'occhio del ciclone per la erogazione Ue di  320 milioni di fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza a varie aziende del farmaco. Il supervisore del progetto è proprio suo marito, Heiko Von Der Leyen. Avete udito lamentele del Pd in merito?

Chi ha protetto il Made in Italy negli ultimi trent'anni? Chi ha permesso alla Cina di ingrandirsi economicamente senza regole ambientali, sindacali e democratiche? Chi ha introdotto regole sul precariato lavorativo? Risposta:  diversi governi, tra cui anche quelli di centrosinistra. Perchè gli operai votano in buona parte Lega, Cinque Stelle e Fratelli d'Italia  e snobbano sia la sinistra moderata che quella di Fratoianni e Vendola (ricordiamo alcuni anni fa quest'ultimo cacciato a suon di fischi da un gruppo di operai Fiat).

Presto si voterà il nuovo segretario  Dem. Avrà costui o costei la lucidità per fare una analisi più seria del partito storico della sinistra ex PCI?

martedì 1 novembre 2022

I giovani ideali della "Presa della pastiglia"


Negli ultimi anni in Italia, nonostante i lockdown e le restrizioni, è stato concesso a migliaia di giovani provenienti da mezza Europa di invadere lo stivale e di occupare abusivamente posti, vandalizzarli, spacciare sostanze stupefacenti, farsi del male e farlo agli altri.

In questi giorni, commentando il rave di Modena, non sono mancati nemmeno personaggi noti che hanno cercato di declassificare il  tutto ad un innocente svago giovanile.

Ora che sono diversamente giovane, mi guardo indietro e penso che tutto sommato mi sono dato sempre l'imperativo, con qualsivoglia mezzo -lo studio o il lavoro - di dare un senso alla mia vita.

Forse c'è ancora tanto, troppo benessere in giro, se tanti ragazzi, una minoranza consistente tuttavia troppo numerosa, pensano che il sale della vita sia sballarsi per tre giorni e tre notti, "calandosi" tutte le sostanze possibili, come se il corpo e la mente non chiederanno il conto presto o tardi.

Non sanno, costoro, che i più potenti, quelli che loro spesso dicono di contestare, sono contenti che il popolo si rincretinisca con le droghe, perdendo per forza di cose di lucidità critica e di impegno sociale.

Un giovane che si alza dal letto al mattino senza uno scopo è un potenziale futuro perdente. É uno che rischia di vivere un futuro misero, pieno di accordi al ribasso, di rimpianti e di inutilità.

Quanti ventenni scendono in piazza per il loro futuro? Quali sono le battaglie che compiono quando protestano? La lotta maggiore la si affronta con noi stessi, e si gioca sul campo del sacrificio e della voglia di lasciare un segno in questo mondo.

Dove sono i genitori dei 3500 ragazzi di Modena? Che insegnamenti e che esempi gli stanno dando?

Non è questa parte di gioventù che farà la storia o che aiuterà il pianeta ad essere un poco migliore.

Quindici anni e non sentirli




Questo blog ha compiuto quasi quindici anni dalla sua creazione. All'epoca ero un giovane di 27 anni che aveva tante cose da dire e che stava accelerando le sue collaborazioni giornalistiche fino a farne la propria professione.

Iniziai con una storia di fantasia,  ovvero un racconto breve che è tuttora uno dei miei post di maggior successo.

Volevo raccontare la vera storia (si fa per dire) del marinaio più famoso d'europa e dei suoi piccoli mozzi sempre più carogne.

Col tempo mi sono focalizzato su attualità e politica ma presto ci sarà una svolta. Bene o male, in politica quasi tutti hanno la loro opinione.

Il mio compito qualche volta riesce a consistere in uno spunto di riflessione apprezzato da qualche lettore, ma non cambia granchè e si perde nelle milioni di voci e di considerazione scritte e verbali espresse in giro.

Quello che voglio però è intrattenere e dare emozioni al lettore, facendolo evadere occasionalmente da una realtà che risulta triste quando ci soffermiamo impotenti a rimuginare sulla bassa statura della politica Italiana ed Europea.

La parte -destruens- per me è ormai in declino e si comincia con l'era della costruzione e della proposta. Non é più il mondo da me descritto (quello che è e quello che potrebbe essere in teoria) ma la plasmazione nei fatti e nelle opere di quello che può essere e che io personalmente posso fare.

Seguitemi su queste pagine, tante idee sono all'orizzonte

Come si è permesso Berlusconi di dire quello che pensa?


"Sapete come è avvenuta la cosa della Russia? Russia e Ucraina stipulano un accordo di pace, gli Ucraini violano gli accordi e si arriva a 6-7000 morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi e si arriva a 16000 morti. I delegati delle due Repubbliche vanno a Mosca, parlano con le radio, le televisioni, riescono a farsi ricevere da Putin e gli chiedono di difenderli. Putin è riluttante, poi si decide...(..) incontra una inaspettata resistenza con gli Ucraini che ricevono miliardi di armi dall'Occidente. Sul presidente Zelensky meglio che io non mi esprima (applausi dei politici presenti). Se avesse voluto trattare non si sarebbe giunti alla situazione presente".

Questo è un estratto dell'audio di un discorso pronunciato circa due settimane fa dal noto politco e imprenditore Silvio Berlusconi, che ha fatto iul giro del mondo.

Reazioni immediate sono partite dalla stessa Presidente del Consiglio e alleata Giorgia Meloni e dalle opposizioni. Pochi giorni fa Berlusconi ha ribadito una versione simile in una intervista propedeutica al libro di Bruno Vespa.

Benché i media italiani vogliano far suonare quello che Berlusconi ha detto come una eresia, tali parole, anche secondo alcuni sondaggi, sono lo specchio di quello che pensa la maggioranza del paese con sfumature varie e distinguo del caso.

Premetto che io sono solidale con il popolo Ucraino e spero nella loro salvezza e integritá nazionale, così come la auguro alla povera popolazione del Donbass e di tutte le vittime di guerra della megalomania dei politici.

Tuttavia, non si capisce perché dobbiamo essere a tutti i costi nemici della Russia quando in questo conflitto non ci sono buoni e cattivi, i governi Ucraini recenti non hanno fatto nulla per evitare la guerra, l'Ucraina non é una nazione democratica ed é in mano ad un gruppo di estremisti filonazisti che hanno soppresso media e partiti di opposizione fino a mettere la firma sull'omicidio di chi dissentiva.

Gli idrocarburi che importiamo in buona parte provengono da entitá non democratiche e altrettanto criminali, l'Europa non é sotto attacco, non lo sono i nostri valori né tantomeno l'Ucraina rappresenta i nostri valori occidentali (che sono anch'essi pieni di sfumature).

Avrei gradito una dichiarazione del genere da nuovo governo: "Siamo disponibili ad aiutare l'economia Ucraina durante la ricostruzione, abbiamo accolto e accoglieremo i profughi, ma al contempo, a guerra finita, chiederemo fatti e prove al governo Ucraino del ripristino delle garanzie e dei valori democratici all'interno del paese".

domenica 16 ottobre 2022

Open smentisce sè stesso dopo poche ore sulla Camera delle Torture






                                                                                                                                             

          "Camera delle torture rinvenuta vicino Kharkiv", anzi no.

Dopo aver dato la notizia, il quotidiano online "Open" di Enrico Mentana smentisce sè stesso: erano denti rubati dai russi e facevano parte della collezione di un dentista.

Il dentista stesso avrebbe dichiarato alla stampa di essere stato derubato dai Russi, che probabilmente pensavano che fossero denti d'oro. In realtà erano di acciaio inossidabile.

"I professionisti dell'informazione", ancora una volta, non si smentiscono.  Non fanno un controllo sulle fonti e si espongono all'ennesima figuraccia nel giro di poche ore.

Ricordiamo che "Open" è delegato da facebook di rintracciare e censurare le fake news pubblicate sul noto social network. Peccato che poi sia esso stesso a riportarle.





Pfizer ammette: "vaccini non testati sulla trasmissione del virus"



Lunedì 10 Ottobre si è tenuta presso il Parlamento Europeo una audizione per chiarire sia questioni contrattuali tra Ue e Pfizer, sia  la vicenda degli Sms scambiati (e poi cancellati) tra la Presidente Ue Ursula Von Der Leyen e il CEO Albert Bourla.

Bourla (omen nomen) si è guardato bene dal rispondere, delegando la dirigente per lo sviluppo internazionale dei mercati Janine Small.

Alla domanda del deputato Olandese Rob Roos: "il vaccino è stato testato per interrompere la trasmissione del virus prima della immissione sul mercato?" la manager ha seccamente risposto. "No. Dovevamo procedere rapidamente (..) non avevamo i mezzi per farlo e (..) dovevamo procedere ai tempi della scienza.

Quando le è stato chiesto di desecretare dettagli contrattuali come per esempio il prezzo di vendita dei vaccini, la Small ha sfoggiato anche un sorriso ironico: "Lo so che procurerò frustrazione in qualcuno, ma i prezzi sono segreti". E lo ha ripetuto più volte: i prezzi fanno parte di accordi privati.

In definitiva: centinaia di milioni di persone sono state vaccinate con sieri di cui non si è testata nemmeno l'efficacia prima della vendita e il prezzo pagato con le tasche dei contribuenti deve rimanere segreto.

Intanto si scopre che il centro per le terapie geniche di Padova, presieduto da Heiko Von Der Leyen, marito di Ursula, ha ricevuto 320 milioni di euro dei fondi europei del Pnrr.

Traete voi le conclusioni

martedì 26 luglio 2022

Viktor Orban tuona contro la migrazione forzata: scandalo dei benpensanti

Nelle foto: Orban oggi e attorno al 1990

Si fa ma non si dice: questo è il motto dei benpensanti e degli ipocriti. Orban oggi ha detto quello che buona parte dei leaders europei e mondiali fanno, senza avere il coraggio di affermarlo.


"Noi Ungheresi non siamo una razza mista e gli stati con razze miste non sono più nazioni (..)Combattiamo ogni giorno contro il magnate George Soros che vuole costringerci forzatamente ad accogliere migranti (..) I morti sono più dei nuovi nati e se non invertiamo la tendenza la ripopolazione avverrà lontano da noi"

Lo sapiamo bene: i concetti di razze nell'Europa sono fuori posto e il leader Magiaro avrebbe potuto usare espressioni più felici. La razza Ungherese di certo non esiste. In Ungheria abbiamo semmai una forte minoranza gitana per esempio, consistenti nicchie di Calvinisti, Ortodossi, Ebrei e Protestanti vari, in un paese a maggioranza cattolica.

Orban stesso è nato Calvinista e sua moglie è cattolica.

Tuttavia, non facciano i furbi gli alti funzionari europei che si sono dichiarati sconvolti da tali dichiarazioni.

Loro fanno come e peggio di Orban. Respingono i migranti e spesso lasciano da soli paesi come l'Italia a fronteggiare scafisti che vanno a braccetto con le ONG.

E Orban ha ragione: Soros finanzia tali associazioni e le loro navi per rimpinzare forzosamente il Vecchio Continente di africani. Non conta nulla chi loro siano, quali possibilità essi abbiano di integrazione.

Sono ben noti i business delle cooperative di sinistra per ospitare gli africani presso le loro strutture, ben finanziate da fondi pubblici.

I politici come quelli del dimissionario governo Draghi o quelli di sinistre fucsia di mezzo mondo non hanno l'autorità morale per bacchettare l'Ungheria.



E voi lettori, preferite la Milano di Kabobo, dei richiedenti asilo che tentano di stuprare le vecchiette, delle baby gang sudamericane?

Soprattutto la sinistra moderata italiana, di cui non fa parte Marco Rizzo per esempio, farà bene a stare zitta cento anni in merito.

In ultimo, vi rivelo che in Ungheria esiste in sostanza una immigrazione selezionata, fatta di studenti universitari che rimangono dopo il periodo di formazione. Molti di loro vengono da paesi del terzo mondo o da Asia e Medio oriente. 

A Budapest soltanto esistono ben 22 università in cui numerose migliaia di stranieri studiano. 

Ma voi continuate a bervi la propaganda nostrana e a preferire la Babele delle nostre città-ghetto post-industriali, dove i nuovi arrivati da mezzo mondo rimangono quasi sempre degli emarginati, purtroppo.

Visitate l'Ungheria e approfondite. Rimarrete stupiti.

lunedì 25 luglio 2022

La vera discriminazione sta nelle parole "inclusione e diversità"

Inclusione e Diversità: sono le due paroline magiche con cui partiti e aziende credono di lavarsi la coscienza e di non sembrare razzisti.

Basta una conferenza o un corso di formazione pieni di belle parole e di frasi fatte e la partita è chiusa.

Tutti incravattati, asettici e con l'aria di chi sta dicendo cose molte profonde, tanto che gli ascoltatori sbadigliano di fronte alle sfilze di luoghi comuni.

Una sommessa considerazione va espressa allora: la vera inclusione, la genuina accettazione, l'empatia sono proprie di coloro che non giudicano e che non notano nemmeno la diversità.

Il buonismo ideologico secondo cui al migrante tutto è permesso altrimenti sei razzista e secondo il quale non si può più parlare liberamente senza incappare in una violazione del politicamente corretto è proprio la corrente di pensiero che alimenta le differenze e le accentua.

É ben sintetizzata dalle canzoni di Checco Zalone in "Cado dalle nubi": vorrebbero essere espressioni di solidarietà ma sortiscono goffamente l'effetto opposto.

Gli stranieri non sono bambini incapaci di intendere e di volere. Le donne non sono minorate mentali. I primi sanno che in ogni paese ci sono regole e che se noi andiamo dalle loro parti non possiamo fare come ci pare, oltre al fatto che in merito loro hanno leggi molto più dure.

Le donne non hanno bisogno di una commiserazione pietista. Frasi del genere: "Una donna è andata nello spazio" o "La prima donna a scalare l'Everest" vorrebbero essere la autolesionista celebrazione di qualcosa di insolito.

Al contrario, è normale che una donna vada nello spazio e che scali l'Everest. Non serve precisarlo.

Non pensate che un portatore di handicap voglia essere compatito giorno e notte. Non ha bisogno di questi piagnistei perdipiù ideologici.

La politica vuole portarci a pensare in questo modo, perchè facendosi paladina del progressismo delle belle parole e dei pochi fatti spera di prendere bei voti.

Io non ci casco e cade a fagiuolo dunque il detto  "io l'anello al naso non lo porto più".

giovedì 21 luglio 2022

Fine del governo Draghi, spallata al regime delle banche


A sinistra: Draghi nei primi anni '90


Finalmente, dopo un travagliato percorso, è giunto alla stazione finale il trenino della maggioranza destra-sinistra che tanto ha funestato lo Stivale.

La parola torna alle urne.

Destano ilarità e quesiti sugli abissi dell'animo umano, le vesti stracciate dei media più grandi, non dipendenti dal banchiere romano eppure così supini e vogliosi di compiacerlo.

Da adesso in poi la strada per far fronte ai problemi italiani è in salita, ci dicono. Nessuno avrà la capacità di porre risposte come questo esecutivo. Nessuno avrà tale autorevolezza in sede europea.

Ci siamo chiesti perchè la figura di Mario Draghi desti consensi all'estero?

Forse perché con lui le altre cancellerie si sentono garantite? Forse perché nessun governo ha fatto così poco gli interessi degli Italiani e così tanto quelli delle nazioni partners e degli investitori?

Forse perché era ormai tutto in svendita, comprese le nostre spiagge e le licenze balneari, strappate a chi ci aveva investito soldi e sudore?

La storia di Draghi non poteva già dare di per sè risposte a chi veramente credeva alla figura inventata di SuperMario, il prescelto che avrebbe salvato l'Italia?

Parliamo di un uomo che si è sempre posizionato dalla parte giusta della storia, ovvero quella del più forte. Una vita fatta di banche, di interessi del capitale, di gente buttata sul lastrico, come in Grecia o come in Italia, dove  i medici e i sanitari vengono interdetti dal loro lavoro in nome di un siero inefficace.

Draghi fu allievo di Federico Caffè per poi ben presto disconoscerne l'insegnamento. Il professore era un riformista scettico verso il capitalismo degli "incappucciati" ed attento alle esigenze delle masse. 

Mario Draghi fu invece il promotore dell'incontro sul Britannia nel 1992, dove si decise la spartizione degli assets pubblici italiani.

Draghi da vicepresidente della BCE firmò assieme a Trichet un documento privato in cui il loro ente, non legittimato dai processi democratici, intimava al nostro presidente del consiglio dell'epoca Berlusconi, vincitore con la sua coalizione delle precedenti elezioni e rappresentante del popolo Italiano, di accelerare le riforme per la riduzione del nostro Welfare.

Diciamo la verità fino in fondo: il prossimo governo, qualsiasi esso sia, potrà affrontare le incombenze del momento come e meglio di quello attuale. Ci vuole ben poco, vista la indifferenza verso i disoccupati e la debolezza nei confronti di Europa e Nato mostrata finora dalla classe dirigente dimissionaria.

Nel frattempo Maria Stella Gelmini e Renato Brunetta escono da Forza Italia rischiando di subentrare nell'oblio e nella irrilevanza politica. 

Alla luce di quest'ultima notizia e di quanto sopra riportato, la giornata di ieri in fin dei conti ci ha portato buone notizie.

venerdì 8 luglio 2022

Criminalizzazione del maschio per far posto ad una società amorfa di consumatori


É in corso da anni una campagna di criminalizzazione dell'uomo e del maschio, che vorrebbe metterlo in crisi per far posto ad una nuova idea pianificata di società.

Il peggior nemico dei grandi capitali sono le istituzioni e gli Stati nazionali. Essi sono i promulgatori delle leggi. Senza le norme di una società organizzata statualmente esisterebbe soltanto la legge della giungla, ovvero quella del più forte.

Se lo Stato è forte è in grado di porre regole per i salari, di proteggere i più deboli, di creare e implementare il welfare, di smussare le disparità sociali e di limitare il potere delle lobby.

É per questo che in tv si dà spesso addosso a chi parla di patriottismo, bollando il concetto di patria come nazionalismo e fascismo.

Per distruggere lo stato bisogna minare i suoi valori fondanti: la famiglia, il sentimento religioso, il rispetto e i valori di solidarietà che arginano il profitto a tutti i costi.

Ci vogliono consumatori acritici, possibilmente inebetiti da droghe, medicine, paure varie, rumori, musica, media di ogni tipo.

Il padre deve scomparire perchè è storicamente il leader della famiglia. Per colpire il padre però bisogna far cadere il maschio. Dunque tutti gli uomini sono potenziali stupratori, una occhiata prolungata per più di quattro secondi equivale ad una molestia, i sospettati di violenze su donne sono sempre colpevoli anche quando poi vengono scagionati (Vedi caso Strauss Kahn). Occhio però: se i violentatori sono immigrati cambia tutto e la cosa deve passare in sordina.

L'immigrazione forzata deve sostituire i popoli e creare masse informi di melting pot senza valori comuni e che non facciano fronte comune per diritti concreti come occupazione, innalzamento dei salari, servizi pubblici validi.

Tutto fa brodo per distruggere anche indirettamente diritti dei lavoratori, benessere del popolo, rispetto reciproco e coesione, famiglia, patria, sentimento religioso.

Quindi via libera ai single, visti come "cool" da migliaia e migliaia di film americani di quart'ordine. Largo all'ideologia del gender intesa non come rispetto della propria identità ma come proselitismo verso adulti e bambini.

Viva dunque le droghe leggere e pesanti: se ti rimbambisci, non sei in grado di opporti alle astuzie di chi muove i fili.

Abbondano titoli di giornali dedicati a dementi in fila per comprare prima degli altri il nuovo modello di smartphone.

Non devi riflettere. Non devi opporti. Devi comprare e stare zitto.

La trappola del politically correct e la violenza delle anime belle

Un po' in tutto il mondo e soprattutto nei paesi occidentali, si fa strada una certa corrente di pensiero e un modo di agire ben preciso.

C'è una categoria di persone che crede di avere la verità in tasca e che ha l'indignazione facile. Se non la pensi come loro sei un nazista, un fascista, un maschilista, un negazionista e l'Altissimo solo sa di quale altro appellativo ti decoreranno.

É una trappola da non sottovalutare, perché se prende piede limita la libertà di espressione e di pensiero. Toglie l'armonia in qualsiasi ambiente, sia quello scolastico, sia quello familiare che di lavoro.

Vive inoltre di una dicotomia: "Accuso di discriminazione chi non la pensa come me, ma nel farlo io stesso cerco di emarginare quella persona e la metto alla gogna".

Tale fascia della società divide il mondo in buoni e cattivi. Loro ovviamente sono dalla parte dei giusti. La sfumatura non è apprezzata. Per loro non è contemplato il fatto che personalità complesse, uomini politici, profili pubblici, esponenti dello spettacolo o dell'imprenditoria, facciano cose utili ed altre prevaricanti al tempo stesso. Non accettano che la natura umana abbia slanci di nobiltà d'animo prodigiosi e piccole e grandi meschinerie.

Sono una sorta di boy scout 2.0 dal volto feroce. Anche quando chiaramente lavorano per i potenti e sono in conflitto d'interessi, non hanno scrupoli nel farsi paladini di valori solidi e incrollabili. Si definiscono idealisti ma al tempo stesso perseguono il loro bieco interesse.

Chi è debole di carattere e vuole solo il quieto vivere, può cadere nel tranello. Non parla quando potrebbe esprimere la propria opinione e lascia il campo libero ai fanatici.

Chi ha amore per la verità però, chi è sempre andato controcorrente e non si preoccupa di cosa dicano gli altri di lui, va avanti per la sua strada.

In realtà il politically correct è un' arma di alcuni partiti. Vogliono che la gente pensi in una certa maniera e cercano influenzare il senso comune. Se i più si riconosceranno in certi valori, pensano, probabilmente voteranno per loro.

domenica 3 luglio 2022

L'Italia è un regime soft 2.0 e la propaganda è il suo strumento


La propaganda è uno strumento tipico dei regimi. Quando un potere univoco desidera indirizzare le vite e le menti di un intero popolo, esso è in grado di mettere in moto una rete di persone che lavorano per dare una visione della realtà parziale e spesso, ove necessario, distorta.

Ci è stato insegnato che i regimi sono caratterizzati da un uomo solo al comando, o meglio da un leader carismatico con alle spalle una ristretta cerchia di privilegiati che lo sostengono.

Il tutto è caratterizzato dalla presenza ossessiva di immagini del leader o di poster che rappresentano concetti cari al potere. La libertà di stampa è soppressa. Il diritto di opinione lo è altrettanto, pena la incarcerazione, la tortura, i campi di lavoro.

Al giorno d'oggi osserviamo però un nuovo fenomeno: i cittadini vanno apparentemente a votare, sono liberi di esprimere la propria opinione, salvo alcune eccezioni sono liberi di andare in piazza, ma il loro voto e le loro opinioni semplicemente non contano nulla.

Siamo da 11 anni, dopo il crollo del governo Berlusconi, in mano a maggioranze non volute da nessuno, giacchè il parlamento fa il contrario di quanto promesso in fase di programma elettorale.

Da ormai tre decenni la politica ha smesso di percorrere la strada dell'interesse del popolo per vessarlo: riduzione del welfare, dei diritti dei lavoratori, dei salari.

Negli ultimi tempi chi comanda davvero ha gettato la maschera e ha piazzato alla Presidenza del Consiglio due bancari come Monti e Draghi.

Siamo nei regimi soft 2.0.

Così come il '900 è stato caratterizzato da beni di consumo, denari, risorse, ricchezze, rapporti interpersonali, documenti tangibili, 

allo stesso modo il 2000 ripropone concetti, servizi e beni simili in forma virtuale.

Tutto ciò rende la nostra vita più eterea e soft.

Siamo, insomma, nell'epoca del software e del soft power.

E scusatemi se uso termini anglosassoni, ma è la lingua di coloro che realmente ci comandano, a cui si aggiunge il Tedesco in forma di vassallaggio e presto probabilmente il Cinese. Abituatevi.

In Italia il cittadino vota per il parlamento, che secondo l'articolo 1 della Costituzione dovrebbe esercitare la sovranità del popolo e invece fa l'opposto, creando maggioranze innaturali destra-sinistra, dicendo e facendo l'opposto di quanto promesso in campagna elettorale.

In Italia non possiamo votare direttamente per il Presidente della Repubblica.

In Italia non possiamo votare per il Presidente del Consiglio.

In Italia non possiamo votare per un singolo Deputato o Senatore, ma dobbiamo barrare la casella su liste decise dai capi di partito e da chi li finanzia.

In Italia lo scorso autunno sono scese in piazza milioni di persone, chiedendo a chiare lettere il ripristino delle libertà costituzionali. 

Nessuno li ha ascoltati.

In definitiva puoi votare, puoi protestare, puoi dire la tua, puoi anche, come non succedeva prima, protestare contro il braccio armato del potere, ovvero le sedi della tv nazionale, ma non sortirai nessun effetto.

É questo il regime soft 2.0. É questa l'Italia in cui viviamo.

Perché i "No Vax" sono anche "Filorussi"



Negli ultimi tempi notiamo che chi si era opposto ai vaccini che (lo dice la tv) hanno salvato la vita a milioni di persone e su cui nessuno ha speculato se non per fini filantropici,

corrisponda spesso a chi rifiuta di odiare la Russia e di prendere parte per "l'eroico e democratico governo Ucraino".

Come si permettono costoro di criticare i lockdown, le mascherine all'aperto anche quando si vive in villaggi di campagna e la distruzione delle attività economiche derivanti dalle misure anti-virus?

Non capiscono che chi comanda lo fa per il loro bene? Non comprendono che le centinaia di migliaia di persone cacciate dai propri lavori e mandate "per stracci" mettevano a rischio gli altri perché non si volevano vaccinare?

Poco conta che moltissime persone che hanno fatto due-tre dosi di vaccino si sono reinfettati, che ci era stata promessa una immunità del 93% dopo le iniezioni e che lo stesso Presidente del Consiglio che ci accusava di morire e di far morire si sia infettato lui stesso nonostante "si sia battezzato col siero benedetto", per usare una espressione Fusariana.

In tutto questo contesto, abbiamo una stampa che colpisce in maniera pesante una intera parte della popolazione composta di milioni di individui, criminalizzandoli e cercando di ghettizzarli.

Si sentono forti, questi "professionisti della informazione"', perché spalleggiati dal governo e dal capitale che lo guida.

Perché secondo voi i giornali non vengono più comprati? Perché Mediaset ha bisogno di dire continuamente "Fidati dei professionisti dell'informazione"? 

Semplice: non ci fidiamo più di loro. Li rigettiamo. Li rifiutiamo. Gli chiudiamo la porta in faccia. Li escludiamo dalla nostra mente. Nigel Farage direbbe: "You are in denial".

Questo li fa impazzire, anche se il 90% dei grandi media supporta il governo e tratta Draghi come un dio in terra.

Ecco perchè, quando si parla di Russia, c'è chi vuole andare a fondo alla questione ed informarsi meglio, da più fonti.

La popolazione si è risvegliata dal torpore e ormai si rifiuta di bersi la solita narrativa progovernativa e supina nei confronti di Ue e Nato.

Non deve solo far fronte al raddoppio dei prezzi dell'energia.

Dovrebbe anche appoggiare  un regime come quello Ucraino che non conoscevamo bene, ma che abbiamo imparato ad apprezzare in negativo

e che si presenta tutt'altro che democratico.

È una dittatura che uccide i giornalisti, 

che naviga nella corruzione,

che chiude i partiti e i media di opposizione,

che si serve di paramilitari nazisti,  

che licenzia migliaia di funzionari e impiegati pubblici rei di aver lavorato all'epoca dei governi pre- Maidan, 

che non è nemmeno riconoscente per la nostra solidarietà.

Chi accende il cervello e spegne la televisione a tutto questo dice: No.

Proprio come chi ha acceso il cervello verso un vaccino che non funziona e di cui si stanno contando i danni collaterali anche letali, ha detto un altro sonoro, secco, inconfutabile: No. 

Le lobby che sponsorizzano vaccini ed armi se ne facciano una ragione.


giovedì 26 maggio 2022

Almeno 16 giornalisti uccisi dal 1995 ad oggi in Ucraina. Omicidi e aggressioni impunite.

Nella foto: il giornalista di origine Georgiana Georgyi Gongadze


Sono passati più di due mesi dal mio ultimo articolo, che verteva sul conflitto Russo Ucraino. Confesso che non avendo mai viaggiato in tali posti ed essendomi occupato di altro, la mia conoscenza in merito era piuttosto limitata.

Dopo essermi documentato in maniera più approfondita, posso dire di essere giunto ad un grado di consapevolezza maggiore, pur senza ovviamente pretendere di vendere verità a buon mercato ad alcunchè.

In questo pezzo mi soffermerò solo sull'argomento: giornalisti di opposizione uccisi.

Apparentemente non c'entra col conflitto in corso, ma se seguirete i prossimi interventi, vedrete che il puzzle si comporrà.

Tempo fa mi sono confrontato con una giornalista di "La Stampa", quotidiano nazionale di Torino, parte del gruppo editoriale Gedi/L'Espresso, storicamente riconducibile alla famiglia Agnelli.

Ci siamo trovati abbastanza d'accordo su tanti punti e tale Paola Ottaviani mi riconosceva nel frattempo lo status di "collega", con doveroso rispetto.

Quando alla fine del dibattito abbiamo avuto una diversità pacata di vedute, ecco gli appellativi della suddetta nei miei confronti: "Ma dove lo avete preso questo? E' un propalatore di fake news".

Il motivo del contendere è che io ritengo che bisogna informarsi del punto di vista dei Russi anche, al fine di farsi una idea più completa.

La Ottaviani invece ritiene che si debba dare credito solo alla stampa che racconta le cose in una certa maniera, tappando la bocca a quelli che lei definisce "Troll di Putin".

Una domanda allora mi è sorta: chi è giudice e arbitro della verità, chi decide cosa sia vero e cosa sia menzogna? 

E soprattutto: se si è così sicuri di avere ragione, perchè temere che gli altri esprimano un parere opposto?

"I fatti si incaricheranno di definirli spergiuri", come avrebbe detto Bettino Craxi.

In Russia uccidono i giornalisti, dice la Ottaviani. Vero, ci sono stati dei casi di giornalisti uccisi e scomodi al potere.

In Ucraina invece, proprio quella Ucraina che vuole avvicinarsi all'Europa e all'occidente, la patria del patriota Zelensky, che a sua volta "eroicamente" veste  la magliettina verde militare nel bunker, non ha visto uccidere decine di giornalisti negli ultimi decenni?

Andiamo ad approfondire un po'. 

Un articolo di David Kirichenko, giornalista del Kiev Post, riporta di 18 giornalisti tra gli uccisi, imprigionati o scomparsi dal 1992.


https://euobserver.com/opinion/153115

Un articolo di End Impunity ci va più pesante e parla di 16 giornalisti solo tra quelli uccisi, dal 1995: 

https://www.ifj.org/media-centre/news/detail/category/end-impunity-2019/article/endimpunity-ukraine.html

Ci sono casi ben noti in Ucraina. Quello di Georgiy Gongadze, fondatore del giornale di opposizione al governo Kucma, Ukrayinska Pravda.

Denunciò di essere pedinato da esponenti della polizia segreta, proprio nel periodo di pubblicazione di una lettera da parte 80 giornalisti Ucraini che denunciavano l'impunità per le violenze subite dai colleghi. 

Fu trovato morto in un bosco non lontano da Kiev il 3 Novembre del 2000, decapitato e sfigurato perchè cosparso di diossina liquida.

Come in tutti i casi analoghi, la giustizia non individuò i colpevoli.

Pavel Sharamet (trascrizione libera dal cirillico) saltò in aria con la sua auto a Kiev il 20 luglio del 2016. Il corsivista e presentatore televisivo era critico sia nei confronti di Putin, sia di Lukashenko, nonchè dello stesso presidente Ucraino Petro Poroshenko.

Le indagini e i processi tenutisi portarono, ancora una volta, a un nulla di fatto.

Il fotografo Andy Rocchelli, che ha documentato il conflitto in Donbass, si trovava insieme ad Andrej Mironov, giornalista e traduttore al suo seguito, ad Andreevka, nel distretto di Slovjansk.

I due furono fatti oggetto nei pressi di un binario morto di colpi di armi leggere ed uno di mortaio provenienti dal lato dell'esercito Ucraino. 

In parole povere, una sorta di cannonata fece saltare in aria il loro veicolo

Il comandante Markiv era in carica nella zona. Siccome aveva legami col nostro paese, fu arrestato in uno dei suoi viaggi in Italia.

Fu condannato in primo grado. La Corte di Assise di Appello di Milano invece, nell'assolverlo per vizi procedurali e per insufficienza di prove, confermò allo stesso tempo che da quanto accertato, gli spari erano avvenuti da parte Ucraina e non dagli indipendentisti.

Il sito filogovernativo Myrovorets (Il Pacificatore)  che da anni pubblica liste di "nemici del popolo" Ucraino con nomi, cognomi , recapiti telefonici indirizzi, ha messo una scritta sulla sua foto "Liquidato".

Va menzionato che in tali schedari pubblici figurano decine di reporter di guerra e membri della stampa di numerosi paesi. La loro "colpa" è di non avere narrato la guerra nel Donbass come piace ai piani alti di Kiev.

In questi tristi elenchi della morte erano inseriti anche i giornalisti Kalashnikov e Buzina, eliminati pochi giorni dopo la pubblicazione dei loro dati personali.

Oles Buzina era noto per aver condotto in tv programmi di storia. Si era, diversi anni prima, candidato per un partito filorusso, senza grandi risultati. I Russi e i russofoni sono una minoranza molto consistente in Ucraina.

Non è tutto: sono molti i giornalisti sopravvissuti, ma ridotti a malpartito o in fin di vita. 

In Ucraina decine di testate sono state chiuse perchè invise ai governi post-maidan (quelli, per intenderci, filoamericani ed europei seguiti alle dimissioni di Yanukovich e in carica ultimi anni). 

Ebbene sì, il beatificato e apparentemente innocuo ex comico Zelensky ha chiuso decine di media e ha tra l'altro fatto licenziare migliaia di funzionari assunti prima di euromaidan

Ci ritorneremo su con articoli a parte.

L'Ucraina è tutt'altro che un paese dove regna la democrazia. Il dissenso non è tollerato. Gli stessi gangli del potere si fanno la guerra contro l'uno con l'altro. L'Ex presidente Petro Poroshenko è stato messo sotto accusa dai suoi successori e solo recentemente scagionato.

L'economia è in mano a poche decine di oligarchi che si spartiscono la torta. I filonazisti combattenti di Pravj Sektor, assoldati da Kiev, minacciarono qualche anno fa che avrebbero marciato verso la capitale se non avessero ricevuto maggior supporto militare.

Menzione merita anche il negoziatore Denis Kireev, imprenditore vicino agli ambienti pro-Yanukovich e filorussi ma inspiegabilmente accettato tra i negoziatori ucraini dopo l'offensiva russa.

E' stato ritrovato ucciso di fronte al tribunale di Kiev, una zona dove i Russi non sono mai giunti. La vicenda non è chiara. Alcune voci giornalistiche hanno parlato di un suo "tradimento", mentre ambienti governativi, tramite Twitter, lo avrebbero definito un eroe.

L'affresco disegnato poc'anzi sul panorama Ucraino è un primo squarcio sullo stato di salute della democrazia del paese di Bulgakov, di Nijinski e di Gogol. 

Esso toglie il velo alla mistificazione in atto da parte dei media occidentali di dare un "volto umano" all'apparato di potere di Kiev. 

Si tratta di una lobby tutt'altro che rassicurante, democratica e pacifica in cui prevaricazione, monopoli, corruzione, disparità sociali, rapporti con le mafie e con frange estremiste armate segnano il tratto identitario di chi muove i fili.