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giovedì 8 gennaio 2015

Il vostro attivismo non ci serve

Loro vanno tra le bombe a socializzare coi terroristi e noi contribuenti paghiamo riscatti milionari





Di recente, su tutti i media, è spuntato un video di due ragazze Italiane in chador che chiedono un riscatto perchè sono state rapite da un gruppo islamico non bene identificato.
I loro nomi sono Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Non si tratta però, come spesso superficialmente si tende a dire in questi casi, di volontarie spinte dallo spirito delle crocerossine e di idealiste che vogliono salvare il mondo. Le due signorine in questione hanno fondato, alcuni anni fa, l' associazione "Assistenza sanitaria in Siria" con tale Roberto Andervill, hanno partecipato a viaggi in paesi arabi connotati da forti rischi e partecipato a manifestazioni. In una di queste parate è stata loro scattata una foto tradotta da Magdi Cristiano Allam che conosce l'arabo: 


“Agli eroi di Liwa Shuhada grazie per l’ospitalità e se Dio vuole vediamo la città di Idlib libera quando ritorneremo”





Liwa Shuhada significa "Brigata dell'Islam" ed ha rivendicato un atto terroristico in Siria.Sembrerebbe inoltre affiliata ad Al Quaeda. Ma che belle amicizie avevano queste ragazzine, apparentemente così ingenue. E i loro rispettivi genitori cosa dicevano? "Brava, continua così?" Non sembra infatti che i loro congiunti, al di là della tensione per il rapimento, abbiano mai espresso critiche nei confronti di tali amicizie.



E' possibile che non sapessero con chi avevano a che fare le loro giovinette e che non abbiano tentato di fermarle di fronte ai propositi di recarsi in zone di guerra?



Non è una novità quella di persone che, animate da una simpatia per la faccia feroce dell'oriente, poi chiedono riscatti per farsi liberare.

Le operatrici umanitarie Simona Torretta e Simona Pari, ad esempio,  furono rapite in Iraq da un commando di Iracheni. Furono scarcerate a suon di milioni dal nostro governo, ma appena liberate furono molto apologetiche, quasi tenere nei confronti dei loro aguzzini, nel rispondere alle domande dei giornalisti.


Giuliana Sgrena, giornalista dell'Unità, andata in Iraq per screditare il governo italiano che aveva mandato delle truppe a gestire porzioni di quei territori, fu salvata dallo stesso governo che lei proprio odiava. 


Fu liberata in seguito ad una mediazione e, secondo il "Times", dopo un pagamento di 4,6 milioni di euro. Per un malaugurato errore delle truppe americane, la sua auto fu crivellata di proiettili in un posto di blocco. 


Nell'auto c'era un validissimo agente segreto, Nicola Calipari, che morì facendole scudo con il proprio corpo, salvandole la vita.


Qualcuno ha mai sentito Giuliana Sgrena dire un "Grazie" al governo che l'aveva liberata, mandando a morire un uomo di stato per lei?  Non ci addentriamo poi sulle ferocissime parole che ebbe tempo fa per i Marò, sostenendo che fossero due assassini e che non avevano nulla di paragonabile al suo sequestro e all'arresto lampo in Russia di Vladimir Luxuria (a cui invece fece tanti elogi)


Forse è giusto pagare riscatti per salvare vite italiane, anche se poi quei soldi andranno a finanziare il terrorismo.


E' altrettanto giusto però meditare sanzioni per gli individui che si avventurano in posti di guerra  senza una sinergia con l'esercito ed altre istituzioni accreditate che possano garantire loro un minimo di sicurezza; tali soggetti infatti creano intrighi internazionali e danni patrimoniali alle casse pubbliche.


Non si può purtroppo comminare il carcere alle signore simpatizzanti degli islamici col mitra. Gli Italiani hanno speso fior di milioni per loro. I governi hanno mobilitato numerose persone, per salvarle. Qualcuna di loro, liberata, continua a criticare chi l'ha salvata e a parteggiare per i suoi sequestratori.


Non  possiamo processare nè multare queste persone. Il nostro sistema legislativo non prevede pene per l'ingratitudine. In questo caso c'è solo da mostrare sdegno. Vediamo quanto saranno grate allo stato Italiano e agli uomini che hanno deciso il loro salvataggio le due ragazze amiche dei terroristi che sembrano in procinto di essere liberate nei prossimi mesi.


Andrea Russo



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