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mercoledì 29 maggio 2013

La privatizzazione della Banca d'Italia e l'entrata nell'Euro.

Negli anni '80 e '90 si assistette nelle maggiori potenze occidentali alla privatizzazioni delle banche centrali:
la giustificazione era il fatto che esse non dovevano essere sotto il giogo della politica, considerata asfissiante.

In realtà l'appartenenza dello stato al Ministero del Tesoro garantiva i nostri titoli di stato e ci metteva al riparo dalle speculazioni: Banca d'Italia e Ministero del Tesoro decidevano insieme il tasso di sconto, e se i titoli di stato rimanevano invenduti, lo stato stesso provvedeva ad acquistarli. In un sistema del genere non c'era margine per le speculazioni che hanno destabilizzato il nostro paese in seguito.

E infatti poco tempo dopo la privatizzazione della Banca D'Italia voluta con forza da Carlo Azeglio Ciampi, c'è stata una speculazione che ha deprezzato la lira. La finanza s'era messa in moto per far crollare la nostra economia e per far man bassa dei nostri gioielli di famiglia, acquistandoli a basso costo.

La deindustrializzazione dell'Italia è proseguita con le politiche di austerity degli anni '90 e quelle successive, volte a stabilizzare la moneta, a deprimere i consumi e ad entrare nell'euro. L'entrata nell'euro è stata la seconda tappa della nostra distruzione industriale: già provati dalle tasse, i nostri imprenditori hanno dovuto vendere i prodotti in euro, una moneta più forte che ci rendeva meno competitivi.

I prezzi nel 2002, subito dopo l'entrata dell'euro, si sono a dismisura, e ciò ha provocato il dimezzamento del potere d'acquisto da parte degli italiani. E' un dato inoppugnabile che la produzione industriale e le esportazioni sono scese in Italia e in Europa, nel decennio successivo, e l'unica ad avvantaggiarsi è stata la Germania, che però nei prossimi anni rimarrà intrappolata essa stessa da una moneta che non può adattarsi alle esigenze diverse dei 17 stati aderenti. 

L'Euro, in economia, è come una moneta straniera applicata al nostro paese: non possiamo decidere una politica monetaria ad hoc per noi, e lo stato più forte, la Germania, tende a fare il proprio specifico interesse a danno degli altri.

Come se non bastasse, dopo avere distrutto il nostro benessere, la giustificazione della Trojka è  che noi siamo i Piigs. E' un acronimo spregiativo che ricorda la parola inglese pigs (maiali). Noi siamo i maiali Portogallo, Italia, Irlanda, Spagna e Grecia, perchè avremmo sprecato e lavorato male.

Sono balle. Il discorso è lungo e lo tratterò in seguito. Vi basti sapere che il debito pubblico Tedesco è più alto del nostro, come quello del Regno Unito, che però ha una moneta sovrana e può gestirsi meglio. L'Irlanda ha un debito pubblico basso, e prima della crisi, esso lo era ancora di più.

La verità è che, come spiegato in precedenza, il debito pubblico non c'entra proprio niente.

E' una retorica che fa comodo alla Germania, il cui marco si sarebbe apprezzato troppo, diventando poco adatto alle esportazioni; queste balle fanno comodo inoltre agli speculatori, i quali, impossessandosi delle banche centrali dei singoli stati e delle Banche Centrali Nazionali, spingono (VEDI LA FAMOSA LETTERA DI TRICHET A BERLUSCONI)  per dismettere lo stato sociale.

Hanno insistito per la riforma delle pensioni, della previdenza. Vogliono mettere le mani sul welfare per destinare quei soldi alle banche e alla copertura delle loro speculazioni.

E' proprio questa la differenza tra una banca centrale proprietà dello stato e una Banca Centrale Europea privata: la prima stampava moneta per finanziare ponti, strade, ospedali, assunzioni pubbliche. La seconda stampa moneta per finanziare le banche, ed è manovrata dai finanzieri.

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