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sabato 18 maggio 2013

Debito buono e debito cattivo - Vantaggi della spesa in deficit

TIPI DI DEBITO DELLO STATO 

 Il Capitano ha capito una cosa fondamentale: il denaro è suo e di nessun altro; è lui lo Stato, è lui che decide quanto stamparne, quanto spenderne per gli isolani e quanto ritirarne con le tasse. Nel capitolo precedente abbiamo visto come il "pareggio di bilancio" sia una misura rovinosa per l'economia dei cittadini e sia destinato a privarli in maniera tragica di ogni prospettiva di benessere presente e futura. La domanda allora è: ma se il pareggio è una cosa così negativa, per quale motivo il governo si ostina a volerlo? Perché non spende a deficit per il benessere dei cittadini? La risposta è semplice: perché non abbiamo più la SOVRANITA' MONETARIA, cioè non siamo più emissori di moneta (la lira), ma soltanto utilizzatori (l'euro è emesso dalla Banca Centrale Europea, BCE). Questo fa sì che il nostro debito pubblico, conseguenza della spesa a deficit, sia veramente un debito. Vediamo di capire come e perché. Anzitutto vediamo quali sono i principali debiti dello Stato: il deficit di bilancio il debito pubblico il debito estero. Il deficit è la differenza fra la spesa dello Stato e i suoi incassi: se alla fine dell’anno esso ha incassato meno di quanto abbia speso, allora si dice che c’è un deficit. Il cumulo dei deficit dei trascorsi 70 o 100 anni, a seconda dei Paesi, forma il debito pubblico. Il debito estero è il debito collettivo (pubblico e privato) contratto da una nazione verso i creditori stranieri. Concentriamoci ora sullo spauracchio più terribile che ci viene agitato quotidianamente davanti: il debito pubblico. Il "debito pubblico" è un problema o no? La risposta dipende dalla natura di questo debito: che, se è denominato in valuta sovrana, non solo non è un problema, ma rappresenta la ricchezza dei cittadini. Questa affermazione, sebbene a prima vista sembri assurda, non è affatto un paradosso: che si tratti della pura verità è dimostrato dal fatto che la condivisero due personaggi di estrazione politico-economica ben diversa, e perciò al di sopra di ogni sospetto di partigianeria: il grande banchiere John Pierpont Morgan e il filosofo Karl Marx. Il primo ebbe ad affermare che "il debito pubblico è oro, perché genera reddito", mentre Marx scrisse: "Il debito pubblico è l'unica parte della ricchezza nazionale che entra nelle tasche dei cittadini dei paesi moderni." Sulla stessa linea il grande economista Michał Kalecki: "In un certo senso il deficit pubblico può essere considerato un surplus artificiale." Anche William Vickrey, premio Nobel per l'economia nel 1996, ha affermato: "Il debito pubblico non è un pericolo per l'economia, ma è la sua necessità." Del resto, come fa osservare il prof. Alain Parguez, nel 1915 i 3/5 degli attivi delle banche francesi e tedesche erano costituiti dal debito pubblico: ciò significò in Francia e in Germania la nascita dello Stato sociale e la costruzione di grandi opere pubbliche (ferrovie, strade eccetera), lo sviluppo dell'istruzione pubblica, in sintesi la socializzazione della società. Il Canale di Suez e quello di Panama furono creati col debito pubblico, e nessuno se ne preoccupava. Tutti pazzi? Evidentemente no. Se mai dovremmo chiederci perché la propaganda odierna ci fa credere il contrario. Il giornalista e saggista Paolo Barnard analizza lo stato della questione nel suo fondamentale saggio Il Più Grande Crimine (leggibile per intero e scaricabile qui), di cui sintetizziamo di seguito i capitoli 8 e 9.



Estratto dal sito:
Economia a scuola


I VANTAGGI DELLA SPESA A DEFICIT

Perché uno Stato sovrano dovrebbe voler spendere a deficit?
Semplice: perché i vantaggi della spesa a deficit per l'economia sono molteplici ed evidenti; solo per fare qualche esempio:






  • è possibile finanziare il cosiddetto "Welfare", cioè servizi pubblici di vitale importanza come la sanità, l'istruzione e le pensioni;
  • è possibile curare adeguatamente il patrimonio artistico e naturalistico;
  • è possibile stanziare fondi per la ricostruzione di aree devastate da cataclismi naturali;
  • se poi la spesa a deficit dello Stato è ben diretta, essa alzerà anche il PIL (prodotto interno lordo);
  • l'aumento del PIL a sua volta aumenterà le entrate fiscali senza bisogno di aumentare le tasse;
  • lo stimolo della produttività conterrà anche l’inflazione entro limiti accettabili.
  • I VANTAGGI DELLA SPESA A DEFICIT Perché uno Stato sovrano dovrebbe voler spendere a deficit? Semplice: perché i vantaggi della spesa a deficit per l'economia sono molteplici ed evidenti; solo per fare qualche esempio: è possibile finanziare il cosiddetto "Welfare", cioè servizi pubblici di vitale importanza come la sanità, l'istruzione e le pensioni; è possibile curare adeguatamente il patrimonio artistico e naturalistico; è possibile stanziare fondi per la ricostruzione di aree devastate da cataclismi naturali; se poi la spesa a deficit dello Stato è ben diretta, essa alzerà anche il PIL (prodotto interno lordo); l'aumento del PIL a sua volta aumenterà le entrate fiscali senza bisogno di aumentare le tasse; lo stimolo della produttività conterrà anche l’inflazione entro limiti accettabili. Cosa si può fare con la spesa a deficit? E' presto detto. Guardate questo video:

       

    In esso vengono mostrate le terribili devastazioni prodotte dai cataclismi naturali che hanno colpito recentemente la Louisiana e il Giappone: ebbene, in poco più di un anno e mezzo gli Stati Uniti e il Giappone, grazie alla spesa a deficit, hanno ricostruito tutto ciò che era stato distrutto, mentre noi italiani, a quasi quattro anni dal terremoto, stiamo ancora contemplando le rovine di una città meravigliosa come L'Aquila, che non verrà mai più ricostruita finché rimaniamo nella logica dell'austerity! Alla fine del video ascoltiamo Warren Mosler spiegare come nulla sia più rovinoso delle politiche di austerity in caso di crisi economiche: esse infatti agiscono prociclicamente, assecondando la crisi e peggiorandola in modo drammatico. Questo è il motivo per cui il debito di uno Stato a moneta sovrana non viene mai realmente ripagato: ogni volta che questo è stato fatto, ci si è accorti che i danni erano di gran lunga superiori ai vantaggi; se uno Stato vuole ridurre il debito o addirittura eliminarlo, il risparmio dei cittadini crolla, perché saranno tassati più di quanto lo Stato li arricchisce spendendo, e l'economia girerà male. Resta il problema del debito estero: quello denominato nella moneta sovrana non è un problema, perché lo Stato lo onorerà nel solito modo. Se invece il debito estero non è denominato nella moneta sovrana, è un grave problema, poiché questo assoggetta lo Stato al ricatto degli istituti finanziari occidentali, come il Fondo Monetario Internazionale. Ma esistono anche per questo scappatoie, come dimostra la storia recente degli USA e del Giappone.

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