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sabato 24 novembre 2012

Intitolata una piazza a Glauco Torlontano: il ricordo del figlio Giuliano e di Franco Marini

"Era un uomo che aveva, sopra di tutto, il valore del bene comune". Sono queste le parole con cui Franco Marini sintetizza il livello umano e culturale di Glauco Torlontano, medico e parlamentare abruzzese di centrosinistra scomparso pochi anni or sono.
"C'erano momenti", continua il parlamentare del Pd dalle radici democristiane "in cui Glauco diceva che dovevamo metterci d'accordo e che tutti dovevano andare nella stessa direzione, nei momenti più delicati per la "polis". Ne andava di mezzo la collettività intera e non potevano sussistere suddivisioni ideologiche e interessi di parte".

Mentre l'anziano senatore, anch'egli abruzzese, prosegue il suo discorso, c'è un dato di fatto che gli dà ragione più di tanti possibili discorsi: membri delle istituzioni locali e nazionali dei vari schieramenti sono lì per questo tributo collettivo.

Marini ritiene che il suo insegnamento non sia stato dimenticato:
"La lezione che Glauco ci ha lasciato, da persona valida come medico e come politico, è l'essere uniti al di là delle diversità di vedute.  Torlontano sapeva che le ideologie erano cadute, e che bisognava mediare tra i principi più nobili e il pragmatismo spicciolo. In alcuni casi, come nel terremoto dell'Aquila, la politica Abruzzese si è unita per far avere sgravi fiscali e aiuti economici alla popolazione colpita dalla catastrofe.
Stiamo facendo lo stesso in questi giorni per far partire, finalmente, il dragaggio del porto di Pescara."

Giuliano Torlontano, figlio del compianto medico abruzzese e giornalista del Tg5, racconta dei tempi in cui il padre volle tornare a Pescara per lavorare all'Ospedale Civile: "Era un uomo che dava tutto per questo istituto di cura, aveva un grande senso di responsabilità e sia io, che a quel tempo andavo a scuola, che gli altri familiari, eravamo abituati talvolta a vederlo pochissime ore al giorno: la sua vera casa era il posto di lavoro".
L'inaugurazione di oggi è stata l'immagine di una Pescara che sa riunirsi nelle occasioni giuste nonostante le normali dispute di ogni giorno: l'abbraccio simbolico di una collettività ad un suo membro che non c'è più. 
Andrea Russo

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