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giovedì 24 gennaio 2008

Il Senato non accorda la fiducia a Prodi: ora si volti pagina


Con 161 no e 156 sì e un astenuto il Senato si è pronunciato contro il prosieguo del governo Prodi.
Adesso si deve voltare pagina. L'Italia è in crisi, morale, prima di tutto.
L'andamento negativo dell'economia, la disoccupazione, il deterioramento di alcuni fenomeni sociali è da attribuire ad una mentalità nostra, ovvero di tutto il popolo italiano, molle e senza spina dorsale.


Dall'altra parte ci sono politici anziani, senza coraggio, che non guardano al di là del proprio naso.
Una sinistra che non fa la sinistra, e una destra che non fa la destra.
La privatizzazione dell'Alitalia, necessaria ma portata a termine seguendo interessi di parte, ce la dovevamo aspettare da Berlusconi, che , almeno in teoria, sarebbe un liberale.


Prodi ci ha regalato due anni di governo quasi inerte, che ha assistito all'aggravarsi della situazione, e che è andato, per quel poco che ha fatto, nella direzione sbagliata.
Colpa anche della destra, rea di aver varato precedentemente una legge elettorale il cui solo fine era di non far governare la sinistra, che era data per sicura vincente.

Adesso si facciano delle riforme liberali.

La macchina statale elefantiaca, con cui tra l'altro vanno a nozze i politici avidi, deve essere snellita.
Perchè i politici vogliono spesso statalizzare tutto? Per rendere tutto collettivo? O per appropriarsi dei beni pubblici?
C'è bisogno di privatizzare molti settori, e con criterio, senza che questo causi un danno per i cittadini.



Bisogna creare un regime di concorrenza che non c'è nell'energia, nella telefonia, nelle televisioni (aumentando il numero delle reti nazionali, bloccato nei fatti dalle leggi attuali), nelle assicurazioni (il costo della Rc auto è troppo alto), e in tanti altri mercati, come quello discografico e cinematografico ad esempio.
I giovani, in un paese dall'età media elevata, devono avere più spazio, visto che hanno le energie maggiori per il lavoro e per la produttività.