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venerdì 1 settembre 2023

Governo Meloni latitante in temi di lavoro, indipendenza energetica, sovranità. In barba alla sua aura di Nazionalismo e di Sovranismo


Il nostro Esecutivo era stato "rimandato a settembre". Per ora è bocciato con gravi insufficienze


Giorgia Meloni ha insediato il suo governo il 23 Ottobre 2022. Siamo al Primo di Settembre. La scusa: -E' lì da poco-  non tiene più, se mai essa abbia avuto senso.

Questo governo si è distinto per due caratteristiche: 

1 La totale assenza di provvedimenti che potessero avere un impatto sul tessuto economico e sociale Italiano.

2 L'abbondanza di viaggi di Giorgia Meloni, tra un meeting e un altro, tra un bilaterale e un G20. Certo, le questioni internazionali e gli accordi hanno una loro importanza, ma quando un premier è sempre in viaggio e le situazioni da risolvere rimangono lì dove sono, ci si pone delle domande.

Giorgia Meloni aveva promesso e proposto risposte al caro prezzi per quanto riguarda l'energia.

I costi rimangono alti e il governo Meloni ha rimosso il taglio delle accise sulla benzina introdotte dal governo precedente.

La sforbiciata parziale e destinata solo a parte degli Italiani è programmata per il lungo termine. Per ora invece ci sono rincari in vista, stando alle indiscrezioni sulla prossima manovra autunnale. Nel migliore dei casi ci sono sgravi ad alcune categorie e incrementi ad altre, tasse rimosse o diminuite ed altre aumentate.

E' il solito e cervellotico taglia e cuci a cui siamo abituati da decenni e che non ha prodotto nulla di buono.

La Meloni aveva promesso nuove centrali energetiche e nuove trivellazioni per usare il nostro petrolio. Dove sono?

Il Ministro delle Infrastrutture Salvini aveva annunciato il Ponte sullo Stretto. Dov'è?

La Meloni aveva promesso una stretta sull'arrivo dei migranti, insieme con una diminuzione dei morti in mare. Ha proposto per un decennio circa il "blocco navale" addirittura. 

Gli sbarchi sono raddoppiati nell'ultimo anno.

Gli Ucraini accolti nella misura di centinaia di migliaia di persone sono anch'essi migranti e se ha un senso accogliere i rifugiati dalle guerre, non mi sembra che ci sia posto il problema per un loro inserimento reale nella società.

Soprattutto non si lavora per permettergli di ritornare a casa a guerra finita. Nè tantomeno si pensa che molti di essi non vorranno nemmeno tornare e rimarranno a carico di un paese già in forte crisi economica come il nostro, dove i giovani continuano ad emigrare per mancanza di lavoro.

Anzi, il governo lavora per servire scioccamente i propositi di guerra di Biden, perorando idee opposte a quelle che solo cinque anni fa Giorgia Meloni perorava (si leggano le sue dichiarazioni sulle sanzioni alla Russia e sulla Crimea).

Questo apre un altro argomento: il totale servilismo del governo attuale nei confronti degli Stati Uniti. Se è vero che siamo una colonia e che ci sono 19 basi Nato sul nostro territorio, è anche giusto mantenere la schiena dritta e chiedere una compensazione per la nostra collaborazione.

Un governo democratico non finanzia un regime corrotto che sopprime il dissenso, anche con l'uccisione, come quello Ucraino (vedi Gongadze, Buzina, Rocchelli e tanti altri). Lì non c'è democrazia e i partiti e media di opposizione vengono sciolti.

Le armi mandate finiscono in buona parte nelle mani della criminalità e dei terroristi.

L'Italia si fa partecipe di questo anzichè proporsi come mediatore per la pace e traendone anche un beneficio economico.

Avevo scritto in un precedente post, che potete trovare facilmente, che non farò sconti al governo Meloni. Per ora il nostro esecutivo è fallimentare, quasi totalmente fermo, succube di potenze di grande e di media importanza,  non parla dei temi del lavoro e non persegue l'interesse nazionale.

Chi mi conosce sa cosa vuol dire per me ciò che sto per scrivere: rimpiango quasi il governo Draghi.

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