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domenica 19 luglio 2015

Rimosse le statue "sovietiche" sul ponte verde



In queste ore si sta procedendo alla rimozione delle statue sovietiche del Ponte Verde a Vilnius.

Esse rappresentano operai, soldati e contadini, figure care alla propaganda dell'ex Urss.

La giustificazione ufficiale è che devono essere rimosse per essere restaurate, ma sono in molti a pensare che non torneranno al loro posto.

Tali opere in bronzo, di grande rilievo artistico, sono state negli ultimi decenni al centro di una querelle ideologica che non si è mai placata.

C'è una buona parte della Lituania che ha sentimenti ancora molto negativi verso tutto ciò che riguarda la Russia.

I Lituani sono stati annessi per decenni dall'Unione Sovietica, da cui si sono liberati nei primi anni '90.

Le statue che rappresentavano più marcatamente il regime sovietico sono già state rimosse da tempo, sia a Vilnius che nelle altre città: i vari Marx, Lenin e Stalin di bronzo sono stati posti in un parco nella ridente e verde città termale di Druskininkai, nel Gruto Parkas, dove un ingegnoso imprenditore, Viliumas Malinauskas, decise di conservare lì tante testimonianze dell'età sovietica, creando un vero e proprio museo.

Si era parlato di rimuoverle già in passato, per restaurarle. Altri invece ne volevano la rimozione e basta.

Un funzionario di nome Romas Pakalnis, l'equivalente del Sovrintendente ai beni culturali di Vilnius, si è dimesso l'11 Febbraio del 2015 in seguito alle pressioni di un ministro, per essersi opposto alla rimozione delle statue.

C'era chi sosteneva anche che tali bronzi avessero una funzione di bilanciamento per gli equilibri del ponte, e che le scosse create dall'opera di espianto avrebbe potuto causarne il crollo.

Vi è una parte della popolazione lituana, comunque, che pensa che i bronzi debbano rimanere, perchè hanno un valore storico e perchè la storia non si cancella, anche quella che per qualcuno è negativa.

Del resto in Italia migliaia di castelli e cattedrali sono state costruite da regimi tirannici, ma nessuno sogna di abbatterli. Perfino la Cattedrale di San Pietro fu il frutto di una chiesa corrotta, dotata di un potere regio, che costruì l'opera con la vendita delle indulgenze. 

Allo stesso modo i Lituani non si sognano nemmeno di abbattere molti edifici costruiti in età sovietica.

Ad ogni modo, le paure non infondate di una invasione della Lituania dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia e la guerra nel Donbass, hanno riacceso le spinte nazionalistiche ed anti-Cremlino.

La paura mai sopita di un ritorno dei Russi ha trovato conferme quando questi ultimi hanno cominciato delle manovre militari sui confini baltici.

La Nato e la Ue, dopo tali episodi,  hanno rafforzato le difese nella zona e rassicurato i presidenti di Lituania, Lettonia ed Estonia.

E' così dunque che delle semplici statue non sono più testimonianze artistiche dei tempi che furono, ma sono ancora oggi strumenti di strategia politica.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

A Vilnius purtroppo nessuno interessa in rilievo artistico di queste scultture. Nessuno dei politici capisce che i artisti del 1952, quando Stalin era ancora vivo e quando la gente si mandava ancora in Siberia, non potevano creare scultture delle belle lituane con i vestiti nazionali e colanne dell'ambra. Adesso abbiamo i postamenti vuoti e neanche un'idea cosa si puo di mettere sopra... Il primo giorno c'era la prova di mettere i vasi dei fiori, ma il giorno dopo i vasi sono stati tolti. Auitateci voi, italiani, date qualche consiglio. Come una volta, quando architetti, pittori italiani facevano qui le chiese, monasteri, palazzi.

Anonimo ha detto...

Non so se vi conviene copiarci... A Milano ad esempio tutti i fasci littori della stazione centrale sono stati rimossi o sostituiti con orribili orologi digitali... A Brescia ad esempio per anni è stata storpiata piazza vittoria facendola diventare prima mercato e poi parcheggio... Pur di cancellare le opere che ha fatto il fascismo abbiamo storpiato le nostre città... l'unico aiuto che sarebbe saggio seguire per i Lituani è quello di accettare e convivere con il proprio passato, nel bene e nel male. Se ai russi gira il pirlo di fare una nuova invasione la faranno con o senza statue sul ponte. Anzi punzecchiarli in questo modo forse è anche controproducente...

Unknown ha detto...

E' bene ricordare che la Lituania e' pienamente inserita nella Nato a tal punto che, se ai russi "gira il pirlo" di invadere la Lituania ne nascerebbe un tal pandemonio che colpirebbe a casa propria anche i pirla che non vogliono capirlo. E i lituani fanno benissimo a punzecchiare i russi perche' il regime nazicomunista che ha preso in scacco la Russia soffre proprio di questo: sentirsi preso in giro senza poter rispondere con l'unico mezzo che conoscono: l'uso scriteriato della forza. Ma ai tanti leccachiappe italioti, di cui l'anonimo sembra fare parte, pare preferibile inchinarsi ai potenti senza se e senza ma.

LDA

Amministratore ha detto...

Per favore, esprimete le vostre opinioni liberamente ma senza offendere nessuno. Le critiche andrebbero enunciate in maniera costruttiva e allegando degli esempi e delle documentazioni di quanto si scrive.

Nello specifico, signor Luca, non penso che l'utente precedente tragga alcun beneficio da un eventuale piaggeria verso la Russia.

Unknown ha detto...

ciao a tutti, sono Maurizio da Cagliari. conosco bene Vilnius, ci sono stato 16 volte, e ho tanti amici li in Lituania. potrebbe essere banale il mio intervento, ma io metterei provvisoriamente 4 aste alte e in ognuna la bandiera di Re Gedimino, come nel parco davanti alla ex sede del kgb. saluti dalla sardegna

Amministratore ha detto...

Ciao Maurizio Serra,lei dunque è un viaggiatore "seriale" come me. Anche io sono stato a Vilnius una quantità di volte che si avvicina alla sua. Speriamo allora che qualche politico lituano legga il suo commento qui e che raccolga la sua idea delle bandiere.