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domenica 19 luglio 2015

Due film sopravvalutati


Grazie alle reti tematiche sul digitale terrestre, mi è capitato di seguire con più attenzione del passato alcune pellicole famose su cui tanti e tanti elogi si spendono ancora oggi.

Arancia Meccanica del fanciullo Kubric

"Arancia Meccanica" di Stanley Kubric è una di questi. Potrei salire sopra un palco e dire di questo film quello che disse Fantozzi sulla Corazzata Potemkin.

Il film viene citato spesso, anche troppo. Quando avviene uno stupro o un pestaggio, la tv subito si affretta a dire: una scena da "Arancia Meccanica", come se la violenza non esistesse anche prima.

Arancia Meccanica è un  film che sembra fatto da un ragazzino con i suoi miti fumettistici. C'è una banda molto violenta il cui leader si esprime verbalmente con termini delicati e gentili.  Viene messo in galera e viene sottoposto ad un lavaggio del cervello molto crudele.

La polizia e il governo, che sembrano essere un po' tutt'uno, dopo il trattamento lo espongono ad un test comprovante la sua guarigione.

Lo mettono su un palcoscenico con donne nude e gente che lo insulta e lo picchia ma lui non reagisce perchè è condizionato mentalmente.

Il ragazzo torna a casa e anche questa scena è tutto un programma: l'appartamento sembra uno strip club di quart'ordine.

I genitori dell'ex teppista, anche loro affetti da una certa gentilezza ipocrita, lo cacciano da casa perchè hanno affittato la sua stanza ad un giovane che è diventato una sorta di loro figlio adottivo. 

Ma che realismo!

Un'altra scena "molto convincente" è quella in cui c'è un signore sulla carrozzella fuso di cervello che ha come badante un giovanotto muscoloso vestito con maglietta e calzoncini stile "sollevamento pesi".

Nel complesso, Arancia Meccanica esprime una critica alquanto facilona e un po' hippy della società occidentale agli inizi degli anni '70.

Quando ho visto la tanto osannata opera di Kubric mi è venuto da dire: "E questo sarebbe il grande capolavoro? Ma fatemi il piacere".

"La febbre del sabato sera"

La Rai ultimamente ha trasmesso parecchie volte il film che lanciò John Travolta. Nelle didascalie del programma c'è una frase del genere "uno dei film più amati della storia..".

Il film tratta, per chi non lo sapesse, di Tony Manero, un ragazzo che fa il commesso ad un negozio di ferramenta. Tony è molto bravo nel ballo e si esibisce in una discoteca dove è diventato una specie di mito per le comitive della zona.

Tony cerca di coltivare il suo talento, di trovare la sua strada. C'è una parte di sè, però, di cui si deve liberare. E' attorniato da amici perditempo e occasionalmente anche violenti, incapaci di uscire dalla mentalità della squallida periferia.

Il protagonista non ci sta e cerca di cambiare in meglio la sua vita.

La storia è discreta, la recitazione degli attori non sembra cattiva... eppure..

certe scene sono involontariamente comiche.

Il padrone del negozio dove lavora gli offre un aumento dopo un litigio, invece di licenziarlo. 

Non solo: inizia un'asta al rialzo con il ragazzo che dice: "Ma no, non è necessario..."

Il negoziante invece risponde: "Ti do 7,8, 9, 12 dollari all'ora... " (Mah!)

Poi ci sono le scene di ballo di John Travolta, spacciate per il pezzo forte di tutta l'opera.

In una scena il buon Travolta si muove molto agilmente, con una discreta perizia tecnica anche, ma i movimenti sono ridicoli ed esagerati, tanto che Jack La Cayenne al confronto sembrerebbe il primo ballerino del Bolshoj.

In un'altra esibizione lui e la compagna si muovono al rallentatore e uno spettatore può benissimo dire: "Questo so farlo anche io!"

Ingiustamente poi, i due vincono il primo premio e due portoricani bravissimi arrivano secondi. Travolta si incacchia come una belva per l'ingiustizia, anche se è andata a suo vantaggio.

Dà la coppa e il denaro ai portoricani. Non chiede nemmeno di farsi dare l'assegno del secondo posto che i sudamericani già avevano messo in tasca.

Il film non è male, ma non è certo un capolavoro.

Di certo il suo successo è stato accresciuto, oltre che dal bell'aspetto dell'allora giovane John Travolta, dalle tematiche giovanilistiche e dalle scene di ballo, anche dalle canzoni dei Bee Gees. 

Il gruppo anglo-australiano si rilanciò a sua volta con questo film. I fratelli  Gibb attuarono una grande svolta. Passarono infatti da uno stile più chitarristico e vicino ai Beatles e alle ballate anni'60 alla disco-music, che si andava affermando con i suoi ritmi elettrici e le tastiere.

Cambiarono addirittura il loro modo di cantare e adottarono spregiudicatamente un falsetto nasale che poteva essere rischioso, ma che colse nel segno. Canzoni come: "How deep is your love",  "More than a woman" e "Night fever" rimangono impresse nella memoria, insieme all'abito bianco e ai pantaloni a zampa di elefante di Travolta.


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