Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

martedì 6 agosto 2013

Quando I Mods copiavano gli Italiani, e gli Italiani copiavano i Mods.

(Nella foto: Gli Statuto, gruppo Mod Italiano)

C'è un equivoco culturale che ci trasciniamo da decenni. Quando vediamo qualcuno vestito di tutto punto, con giacca, cravatta e abiti classici, ci viene da dire: è vestito all'inglese. In realtà molti inglesi, in questi casi, pensano all'Italia. 

Prendiamo come esempio i Beatles. Essi non erano che una lieve evoluzione dei Mods, almeno nel modo di vestire. I Mods erano in Inghilterra i cosiddetti fighetti degli anni '60, che amavano i vestiti da figlio di papà elegante e cercavano di attrarre le ragazze con un look pulito e aristocratico. I Mods ostentavano. 

In Inghilterra all'epoca non c'era una grande scuola di sartoria e allora si recavano in Italia a comprare i vestiti, spesso facendoseli fare su misura dai nostri sarti romani o milanesi. 

Non solo: amavano i film d'autore francesi ed italiani e giravano sovente con la Vespa e la Lambretta. Tanti giovani che seguivano la moda credevano di scimmiottare i cantanti inglesi. Gli stessi gruppi italiani si mettevano giacche e camicie uguali, a mo' di divisa. Copiavano i gruppi britannici ma in realtà questi a loro volta copiavano l'alta sartoria italiana. I Mods si scontravano spesso con i Rockers. Questi ultimi erano gli alternativi, quelli anti-casta, ribelli e contro le regole, anche quelle del vivere civile. 

Vestivano con giubbotti in pelle e capelli trasandati, amavano le motociclette rumorose. Ovviamente ascoltavano  generi diversi: mentre i raffinati rivali si dedicavano al beat, al pop, allo ska e al jazz, essi si cimentavano con il rock, dandosi in seguito anche al punk. 

Spesso questi due gruppi erano vere e proprie bande rivali. Non lo facevano solo per un semplice vezzo o per esprimere la propria personalità. Questi giovani volevano imporre la propria visione del mondo, anche con la violenza. Nell'Inghilterra degli anni'60 si scon

trarono, specialmente a Londra, bande di Mods e di Rockers. Gli scontri sfociarono in gravi episodi di violenza, con feriti gravi e morti. La polizia dovette intervenire più volte, con pompe idrauliche, lacrimogeni, poliziotti a cavallo. 

Tali scontri si ripeterono tra coloro che ricalcavano le loro orme, come gli skinheads, i punks, i teddy boys, i bikers. Le alleanze tra questi gruppi non erano sempre lineari e univoche. 

 Negli anni '80 i Casuals furono ritenuti dei seguaci benvestiti degli skinheads e qualche volta coincisero con le fronde violente degli hooligans, ma questa è un'altra storia. E' singolare constatare come la moda, a volte, diventi un argomento serissimo e questione di vita o di morte... 
Andrea Russo


2 commenti:

Anonimo ha detto...

I Mods si contrapponevano ai rockers. Quest'ultimi erano razzisti, vecchi e conservatori. Ascoltavano Elvis ed erano una subcultura nata negli anni '50, mentre i Mods appartenevano alla classe operaia, erano multietnici. La loro era la ribellione elegante ed erano tutt'altro che figli di papà (vedi Quadrophenia). Gli skinheads somigliano molto di più ai Mods che ai Rockers, tant' è che la musica ascoltata è QUASI la medesima.

Anonimo ha detto...

Anch'io non
Sono d accordo, i mod
Non sono dei figetti,e una parola che odio,e non sono dei figli di papà, ma la maggior parte della classe operaia medio bassa