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mercoledì 7 agosto 2013

I veri valori dello sport

(Nella foto: Simone Farina premiato dal presidente della Fifa Joseph Blatter)

Una delle ragioni che rende triste il nostro tempo è la perdita della dimensione del gioco. Se il senso del gioco, dello scherzo, del vivere momenti di gioia insensata, fine a sè stessa con qualcuno si perde, ecco anche la fine dei valori sportivi.

E' incredibile come persone che stanno ai livelli più alti della nostra società, ovvero i grandi imprenditori che posseggono le nostre società di calcio, non diano l'esempio a milioni di sportivi e di tifosi.

Enzo Bearzot scrisse in un libro: spero di far diventare i tifosi un po' meno tifosi e un po' più sportivi.

Gli illeciti riscontrati nel calcio sono l'estrema sintesi della perdita del valore intrinseco dello sport. L'attività sportiva, specialmente quella di gruppo, dovrebbe esaltare i valori dell'amicizia, del venirsi incontro l'uno con l'altro, del fare fronte alle difficoltà insieme. In più dovrebbe insegnare a vivere una vita sana.

Vediamo solo esempi di violenza, di vizio, di arrivismo. Conta solo vincere, non importa come, e contano i soldi.

Si squalificano per poco tempo persone che fanno ricorso al doping, ma non si prendono sanzioni per i protagonisti i giocatori in campo, o gli allenatori che mostrano il pugno al proprio attaccante che ha sbagliato un goal.

I genitori dei calciatori in erba, a volte, sono i più invasati. Litigano tra di loro e vengono alle mani. Solo il proprio bambino è la stella della squadra. Gli altri possono andare in malora. Con quali valori cresceranno questi ragazzi?

I casi di Farina e Conte

Nell'ultimo grande scandalo di Calciopoli, ovvero l'operazione Last Bet, il calciatore Simone Farina ha denunciato un tentativo di corruzione permettendo agli inquirenti di scoprire numerosi illeciti.

Ebbene, a 29 anni, Simone Farina si è ritrovato senza una squadra. Eppure era un buon giocatore, con una grande esperienza in serie B. 

E' possibile che nessun club abbia voluto prenderlo con sè, sia per le sue buone caratteristiche tecniche, sia per un ritorno di immagine nell'avere in squadra l'eroe del calcio pulito?

Simone ha dovuto cessare la carriera, e questo è l'esempio più lampante dello stato in cui versa il calcio italiano: nessuno lo ha voluto, perchè agli occhi delle società è un piantagrane. In molti, evidentemente, hanno qualcosa da nascondere.

Farina è dovuto emigrare in Inghilterra per continuare a lavorare, ed anche lì finora non ha allenato squadre vere e proprie, ma lo fanno lavorare coi bambini.

Antonio Conte, ora allenatore della Juve, subì pressioni per truccare le partite del Siena, da parte degli stessi dirigenti della società. Secondo l'esito delle vicende giudiziarie, non avrebbe partecipato alle frodi sportive, ma sapeva e non ha denunciato gli episodi.

Dal punto di vista legale non ci sarebbero dubbi: chi è a conoscenza di un illecito e non lo denuncia, è complice. 

Supponiamo però che fosse andato a dire tutto ai giudici: come per Farina, la sua carriera si sarebbe conclusa lì. Nessuna squadra l'avrebbe più voluto, nè come allenatore, nè come dirigente.

Certo, i soldi non gli sarebbero mancati, visto i suoi trascorsi  da calciatore ed allenatore. Conte però è un uomo di calcio: conosce solo quello. Sa soltanto occuparsi del football.

Restare ai margini avrebbe comportato un grave problema esistenziale per lui. Abituato a lavorare sodo, sarebbe rimasto fuori dal suo mondo, sentendosi inutile ed emarginato. Niente Juve, fine della carriera, fine dei suoi sogni, a poco più di quarant'anni.

La sua condanna per omessa denuncia è giusta, ma il problema vero è un sistema totalmente capovolto nei valori.

Lo sport ha tolto dalla strada tanti ragazzi. Se i giovani non credono più nello sport vero, quello pulito, togliamo un grande faro di speranza alle future generazioni.

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