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mercoledì 6 luglio 2011

Femina Ridens

Capita, a volte, che un film mi susciti emozioni contrastanti: è il caso di Femina Ridens, un vecchio film risalente al 1969. Allora e soprattutto negli anni a seguire l'arte coincideva molto spesso con la provocazione e con sentimenti torbidi.

Spesso il pretesto era quello di fare un film con scene di violenza o di sesso, dandogli una facciata di intellettualismo.



Non mancavano spunti e invenzioni di prim'ordine, le trame a volte reggevano, ma alcune scene che hanno turbato per anni il pubblico erano senz'altro gratuiite.



E' il caso di "Femina ridens", con un Philippe Leroy insolitamente biondo, precedente allo Yanez di Sandokan e ancora poco famoso all'epoca

Leroy nel film è un dottore un po' deviato, che circoscrive il suo malessere in un'attività di sesso fetish a pagamento.

Si affida a prostitute che si fanno blandamente seviziare in cambio di denaro.



Lo fa perchè ha avuto uno shock da bambino e pensa che la donna debba essere posseduta con violenza, altrimenti resterà ucciso.

Deciderà di rendere partecipe dei suoi giochi e delle sue torture la sua segretaria.

Minaccerà più volte di ucciderla, ma nel momento decisivo, rinuncerà perchè non è in grado di farlo.

Lei lo perdona e gli dice che gli insegnerà cos'è il vero amore, fatto di tenerezza e di complicità.

Alla fine dell'amplesso, però, lo uccide. In realtà lei è la carnefice e non la vittima, e si è fatta assumere apposta da Leroy per poi ucciderlo: è una giornalista femminista che vuole fargliela pagare e affermare la superiorità della donna.

Il film dell'oggi misconosciuto Piero Schivazappa ha un contenuto misogino: la donna ha ormai ribaltato gli schemi e come la mantide religiosa che uccide e mangia il partner dopo l'amplesso, fingendo debolezza, si prevarica con l'astuzia.

L'unica cosa che si può definire semplicemente come "bellissima" e non "controversa", in questa pellicola è la musica, in particolare il brano "Mary's theme" di Stelvio Cipriani, uno dei più grandi autori di colonne sonore di tutti i tempi.

"Femina ridens" diede una certa popolarità alla sua protagonista, la bellissima Dagmar Lassander e fu una delle tante tappe percorse dall'ottimo Philippe Leroy, il cui solo volto così artistico di per sè valse in passato il prezzo del biglietto al cinema.

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