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mercoledì 1 febbraio 2012

L'America affascina ancora, nonostante i suoi difetti

Ammetto che è un imprinting forte, quello di guardare in tv sin da piccoli i telefilms americani, quelli della California perennemente baciata dal sole, in cui si atteggia immortalato per sempre nel fiore degli anni l'agente Poncharello dei Chips

o il pure abbronzato Michael Knight di Supercar, diventato poi dieci anni più tardi il bagnino Mitch in Baywatch, o ancora il duo Starski e Hutch, un po' più datato.

L'estetica la faceva da padrona, con le ragazze in bikini, le comparse maschili palestrate sulla spiaggia, persino una varietà di sex-appeal studiata: i mori Starski e Poncharello contrapposti ai loro compagni di lavoro biondi.

Era una mossa per attrarre gusti femminili più variegati, una tecnica rudimentale quanto volete, ma che funzionava e funziona, ancora oggi, con le veline di Striscia La Notizia.
Le sparatorie non fanno paura, nei telefilm, anzi sembra che i protagonisti si divertano a rischiare la pelle.

Passava così nel subconscio l'idea di una California depurata dalle cose brutte e in cui gli aspetti positivi risaltavano: soldi, belle macchine, belle donne, palme, spiagge, sole, caldo rilassante.

Ed in effetti, si dice che i Californiani siano gente mediamente rilassata, nei loro microclimi di San Francisco, Los Angeles o San Diego, che oscillano tra i 15-20 gradi invernali e i 20-30 gradi estivi: un'eterna primavera, pochi giorni di pioggia, il freddo quasi non esiste, il caldo non è quasi mai afoso e mai troppo forte.

Si sogna ancora la California, come nella canzone, si fa sognare.
Il realismo di noi che siamo cresciuti, diventati adulti e abbiamo sviluppato un senso critico ora non ci fa più pensare che quello sia il paradiso in terra, e che magari si vive anche peggio che da noi: una microcriminalità che ha facile accesso a pistole, fucili e simili, come se si trattasse di giocattoli, semina morti in misura enormemente superiore rispetto alle mafie italiane, anche nell'assolata California, in cui, fino a poco tempo fa, avevano eletto governatore Arnold Schwarzenegger, alias Terminator, Commando, L'Implacabile etc etc.

Un personaggio nè fine nè particolarmente dotato intellettualmente, che incredibilmente è diventato uno statista, se è vero che gli stati americani sono grandi come e più dell'Italia e della Francia, ed hanno autonomie ben più forti delle nostre regioni. Il popolo Californiano è talmente rilassato che si affida a Schwarzenegger e costruisce intere città su faglie lunghe migliaia di chilometri: viene da pensare che siano degli incoscienti.


Eppure.. eppure..


Eppure la macchina burocratica negli States funziona, gli sprechi di soldi pubblici sono pochi, la gente paga le tasse, chi delinque viene punito, i monopoli commerciali vengono distrutti, si spreca energia ma a quanto pare se lo possono permettere, la benzina costa venti-trenta centesimi al litro, si vive molto più liberamente, senza paura del giudizio degli altri, si veste in maniera semplice e sportiva, si mangia tanto e male e si diventa obesi ma in tanti poi si rimettono in sesto perchè si fa anche tanto sport.

La crisi finanziaria del 2008 è partita da lì, come quella del '29. Ma indovinate chi sono stati i primi a riprendersi? Loro. L'economia è in netta ripresa, l'occupazione anche. Loro, gli americani, con i loro mezzi semplicistici, forse a volte rozzi, ma pratici.

Hanno in più di noi un paio di cose: sono fieri di essere come sono, al di là della realtà stessa.

C'è na cultura che incoraggia l'ego smisurato, ad essere ognuno una star.
Per quanto sguaiato, questo principio ha i suoi punti di forza.
Perchè loro, ed ecco il secondo punto, hanno fatto proprio un piccolo, semplice postulato: se vuoi, puoi. Se ti impegni, ce la fai.

Se vuoi qualcosa, devi lavorare duro. Per quanto può sembrare scontato, gli europei non mettono in pratica tale insegnamento.

A noi europei, in particolare a noi italiani, piace dividerci in guelfi e ghibellini, dare le colpe dei nostri insuccessi agli altri, alla politica, al papa, ai comunisti, alla guerra fredda ormai alle spalle, alle congiunture astrali, mai alla nostra voglia di farcela, alla nostra mancanza di coraggio.

Un imprenditore americano rischia i suoi soldi, se cade, finisce col sedere per terra.
Poi però si rialza, il più delle volte.

Qui solo una parte fa così: tanti, troppo imprenditori ricevono fondi dallo stato, li sperperano, li intascano furbescamente, truffano le istituzioni e il prossimo. L'imprenditore piange sempre sulla spalla del politico, in Italia. Senza la comunella politico-imprenditore non si muove foglia.

Tanto c'è uno stato elefantiaco, che allatta i suoi figli anche quando sono cresciuti e hanno la barba.
E forse sarà il lavaggio del cervello della tv americanizzata, oppure una giusta intuizione, ma il fascino di una terra in cui la gente ha coraggio rimane.

Lo spirito del pioniere è negli statunitensi: è l'atteggiamento di attraversare l'oceano o grandi distanze di terra da colonizzare mettendosi in gioco, dicendo: rischio, come va va, se cado mi rialzo, perchè qui vedo orizzonti immensi e lontani...

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