Avvertenza

E' consentito riportare e linkare gli articoli di questo sito, a patto che vengano riportati nome, cognome e fonte. L'autore si avvale della facoltà di tutelare i contenuti qui pubblicati nelle sedi e nei modi che riterrà più opportuni.
Il blog di Andrea Russo è un sito di opinione e di intrattenimento. Non è, nè intende, essere una testata giornalistica e non ne ha le caratteristiche (redazione, periodicità fissa, registrazione presso un tribunale, et cetera).
E' pertanto dispensato dalle regole riguardanti la stampa nei periodi elettorali.

domenica 5 febbraio 2012

Il Canone Rai: è giusto pagarlo?

Risulta essere il canone rai la tassa più odiata dagli italiani, e questo è emerso da diversi sondaggi svolti negli ultimi decenni. E' giusto pagare 112 euro quando poi vengono elargite centinaia di migliaia di euro per esibizioni di 20 minuti di Benigni e Celentano?


In venti minuti tali personaggi intascano più di quanto molti di noi faranno in tutta la loro vita.


Una volta Penelope Cruz venne a Sanremo e disse all'intervistatore: oh come mi piace l'Italia, qui mi sento a casa, e andò avanti con tutti questi salamelecchi per venti minuti.


Nel Dopo-Festival, all'una di notte, Chiambretti svelò l'arcano: le avevano dato un compenso di 250 000 euro, per quei venti minuti. Per chiacchierare.


Ma chi di noi, se venisse invitato in una trasmissione tv in Spagna e gli dessero 250 000 euro, non direbbe: "Adoro la Spagna!" "Ho anche la canottiera del Barcellona", avrei detto io, mentendo biecamente.


Ad un cittadino che vive con poco 112 euro fanno comodo. Ma  se lo dovessero mettere davanti a una scelta, ovvero togliere il canone e cancellare diversi varietà, impoverire le reti rai, magari rinunciare ai tg regionali e mandare a spasso un po' di gente che lavora nell'emittente pubblica, sarebbe ancora dello stesso avviso?


Un'altra soluzione per non pagare il canone sarebbe aumentare la pubblicità, che ora ha un limite massimo che Mediaset e La 7 non sono tenuti a rispettare.


Con il finanziamento soltanto tramite pubblicità la Rai sarebbe una vera e propria rete commerciale, e si misurerebbe ad armi pari con Mediaset, e non da una posizione di favore.


E' utopistico pensare comunque che i partiti rinuncino al loro controllo sul di essa.


Un altro modo per ridurre un po' il canone sarebbe retribuire di meno chi prende stipendi milionari, tra i vari presentatori, ed eventualmente rimpiazzare chi se ne va con talenti emergenti o lasciati in disparte, che in un paese come il nostro, con 60 milioni di anime, non sono pochi.


Potrebbe essere un rischio, ma potrebbe anche funzionare: Bisogna ricordare infatti che la Rai non solo valorizza i personaggi dello spettacolo e del giornalismo, ma li crea. Tante persone hanno acquisito fama e potere unicamente grazie alla visibilità che ha dato loro la Rai. Senza di essa, ora i loro compensi sarebbero enormemente inferiori.


Di certo c'è che non sapremo mai se è possibile risparmiare su questa elefantiaca emittente senza impoverirla più di tanto, fino a quando non si proveranno nuove strade, che il connubio dirigenti-politici non vogliono minimamente percorrere, nonostante i tempi di crisi. Gli anchormen continueranno a sventagliarci in viso la loro ricchezza spropositata rispetto a ciò che fanno, destando nel pubblico un indissolubile e contraddittorio sentimento di amore e odio.

Nessun commento: