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giovedì 21 gennaio 2016

Mancini, Sarri e quell'Italia un po' morbosa



Nella foto: Mancini (a sinistra) e Sarri prima del litigio

L'altroieri sera, un martedì come tanti altri, è andata in onda su una rete nazionale una piccola scaramuccia. Al termine della partita Napoli-Inter, finita 0 a 2 per i lombardi, i due tecnici, Maurizio Sarri e Roberto Mancini, si sono accapigliati sulla quantità dei minuti di recupero e si sono scambiati qualche parolaccia.

Sarri ha dato a Mancini del fr.., mentre quest'ultimo lo ha appellato come vecchio c.zz..e. In definitiva, si sono espressi un po' come Renzi e Juncker in questi ultimi giorni, soltanto che in politica si va per la sublimazione dell'eloquio. Nel calcio, che, come si ripete sempre, non è un gioco per signorine, non si va per il sottile e ci si esprime in termini diretti.

"Amici come prima": l'amore e i pugni di Mancini

E' anche vero che nel calcio le liti del campo si esauriscono al triplice fischio finale, salvo alcuni casi di una certa gravità (come il pugno di Ferrigno che mandò in coma Bertolotti, per intenderci).

Chi lo dice che queste cose si esauriscono al novantesimo? No, non è stato solo Sarri ad affermarlo, ma Mancini stesso, in una intervista da calciatore, a 33 anni, del 1998, in cui emergono spunti interessanti anche d'altro genere. L'articolo si chiamava "Il mio calcio, amore e pugni". Ecco le parole che affidava l'ottimo "Mancio" alla penna di Alessandro Tommasi, di Repubblica: 

"Non ce n' è bisogno, racconto io. Corini aveva possibilità enormi, era uno di quei giocatori che li vedi e dici: "Questo è bravo davvero, si può costruire la squadra intorno a lui". Invece s' è perso per strada. Quella volta lì sbagliava, continuava a sbagliare, e non accettava le critiche". Così lei lo mise kappaò. "Ci fu una lite e volarono colpi, sì. Ma non perché Mancini dice che si fa così, e così bisogna fare. E' che io avevo in testa il bene della squadra, lui no. Ma ho litigato - e ho fatto a pugni - anche con Francis, con Brady, con Vierchowod. Con Briegel, perfino". Briegel: tedesco, ex decatleta, un metro e 87 per 80 chili: una bestia. Ci voleva incoscienza. "No, ci voleva amore. Per la Sampdoria. E io lo avevo, l' ho sempre avuto. Ma lo avevano tutti quelli del gruppo storico, Vialli, Mannini, Cerezo, Vierchowod... Il che non ci impediva di litigare, di alzare la voce, e le mani. Una volta Casarin - ancora arbitrava - entrò nel nostro spogliatoio dopo la partita: io e Vierchowod ce le stavamo dando, ma forte, sul serio; lui uscì subito, agitatissimo, e andò a chiamare Mantovani: "Corra, si ammazzano". Roba normale, invece. 

E fatta bene, nel senso che non c' erano mai strascichi, l' incidente si apriva e si chiudeva lì. Perché anche per litigare ci vuole intelligenza".


Parole simili le ha dette Sarri: "Nel calcio sono normali momenti di tensione, ho chiesto scusa a Mancini e lo farò di nuovo, ma in genere nel calcio tutto finisce col fischio dell'arbitro, ci si abbraccia e si fa la pace. Del resto anche lui mi ha detto: "Vecchio c.zz..e" (Il trainer interista è andato a inseguirlo negli spogliatoi con fare aggressivo, ndr)

Insomma, Mancini non faccia troppo la signorina imbarazzata, lui che s'è preso a cazzotti con la metà dei suoi compagni di squadra. Molti media hanno dato troppa importanza all'episodio. 

La Zanzara, programma radiofonico di Radio24 noto per la sua satira e la sua leggerezza, ha parlato di questo, con la condanna netta dei due conduttori alle dichiarazioni omofobe di Sarri. Sempre su Radio 24, anche nel programma "Tutti convocati", dove si parla di calcio, già due puntate sono state dedicate a questo.

Sarri omofobo e Mancini gay sì o no, l'Italia discute nei bar tra un maritozzo e un cornetto.

Si ci sofferma sulle parole, su una frase infelice, che non è stata nemmeno detta di fronte ad un microfono o ad una telecamera, ma che è stata riportata.

L'Italia che si scandalizza è quella parte grande del paese che non sa più ridere e dare il giusto peso alle cose. Se il tecnico del Napoli merita anni di radiazione, come ha detto qualcuno, cosa meritano tutti i giocatori che settimanalmente fanno risse in campo? Cosa merita Delio Rossi che "scazzottò", come direbbe un certo commentatore molisano, Adam Liajic? 

Cosa meriterebbe Serse Cosmi, che durante un Siena Pescara mostrò il pugno a Calaiò, reo di aver sbagliato un goal facile? Cosa merita Mourinho che fece il gesto delle manette all'arbitro, o Garcia che fece il gesto del violino sempre all'arbitro? E che dire di Platinì che in Coppa Intercontinentale, per protestare contro l'annullamento di un suo bellissimo goal regolare, si distese sul prato di fianco a mò di pic nic?

Quando Mancini disse: "Fr.... di m...a"!

Ma i colpi di scena non sono finiti: Mancini, nel 2001, convocò un giornalista della Gazzetta dello sport, Alessio Da Ronch, reo di aver svelato la lite tra lui (allora allenatore della Fiorentina) e il suo giocatore Amaral e gli lanciò una serie di insulti tra cui "Fr. di m...a!", di fronte a dei testimoni.

L'ossessione del politically correct

Se ormai basta una parola, quale essa sia, per scandalizzarci, perchè non vengono vietati tutti quei film comici degli anni 70',  80' e 90' dove si pronunciano offese contro i Gay? Perfino Totò nella parodia di un kolossal disse: si sono sbagliati, invece di darmi degli schiavi Traci, mi hanno dato due schiavi froci (che si tenevano per mano, ndr).

E che dire allora del tanto osannato Checco Zalone, che piace proprio perchè viola il "politically correct"? Nel suo primo film "Cado dalle nubi" cantava "gli uommini sessuali sono tali e quali a noi, noi normali... sanno ridere, sanno piangere, sanno battere le mani...proprio come noi persone sani..."

Quante cose becere diciamo noi tutti ogni tanto, parlando con gli amici, al bar, per strada, al lavoro? Quante cose più gravi di questa facciamo? Siamo umani, si sbaglia e anche Sarri, come noi, non ha detto queste cose di fronte a un microfono e le telecamere hanno carpito solo il suo gesticolare con Mancini.

Roberto Mancini è stato un grande giocatore e, pur giocando in nazionale, non ha avuto molto spazio in azzurro perchè ai suoi tempi c'erano i vari Vialli, Schillaci, Baggio, Zola e tanti altri. Come allenatore, dopo poca gavetta ha compiuto una grande carriera.

Maurizio Sarri invece era un impiegato di banca che ha scalato quasi tutte le categorie dilettantistiche e professionistiche, una ad una, prima di allenare una grande squadra. E' attualmente uno dei migliori trainers italiani e ha rivitalizzato un Napoli che ora è primo in classifica e che non giocava così bene da molti anni.

Merita rispetto. E' un uomo, ha sbagliato e verrà sanzionato dagli organi calcistici competenti.  Non merita però di essere messo alla gogna e di fare da capro espiatorio per tutti i mali del calcio. Tra questi, il primo è il fanatismo di molti addetti ai lavori e tifosi.

Probabilmente lo stesso Mancini, tra qualche giorno, avrà parole più accomodanti e i due contendenti faranno la pace.

Chiudiamola con una battuta; il decreto sulle depenalizzazioni ha derubricato l'ingiuria come illecito penale: non ci si macchierà più la fedina penale con un "vaffa". I due tecnici forse volevano sperimentare il gusto di sfogarsi finalmente senza conseguenze pesanti.

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