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giovedì 19 novembre 2015

Attentati di Parigi (4): l'estremismo religioso e l'estremismo ateo

In questi giorni politici e media hanno invocato una reazione da parte dei parigini e degli europei, che non devono chiudersi nella paura e devono continuare a vivere, nonostante sia chiaro l'attacco all'intero mondo occidentale.

Cè chi non ha perso tempo per attaccare le religioni alla base, integralmente, in tutte le loro espressioni.

Alcuni se la prendono con tutto l'islam: tutta la religione musulmana è da rigettare perchè violenta e fonte di odio, per loro.

Altri mettono nel mirino tutte le religioni: chi è religioso è un malato, tutti i credo portano odio, il cristianesimo e il cattolicesimo sono fasulli e ipocriti, del resto non ci sono i preti pedofili e i cardinali che si arricchiscono?

Addirittura gira un messaggio sui social network contro l'hashtag: #pray for Paris. "Non abbiamo bisogno di preghiere, vi ringraziamo ma abbiamo bisogno di vivere, sorridere, divertirci, baciarci.."

Innanzitutto chi è colui che scrive per parlare a nome di tutti i parigini? E poi: se uno dedica una preghiera è un gesto fatto col cuore, per le persone che sono scomparse.

Queste generalizzazioni denotano un modo di pensare rozzo. Inoltre, in un momento in cui l'unico nemico è la follia dei terroristi, si aggiungono divisioni e soprattutto, odio all'odio.

Se i jihadisti sono fanatici religiosi, gli estremisti non mancano di certo tra i laici.

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