lunedì 15 dicembre 2008

E' morto Horst Tappert, il noto "Ispettore Derrick"


E' stato per 25 anni il protagonista di una delle serie televisive più famose della storia: un telefilm trasmesso in 120 paesi e durato 280 puntate.
Ora Horst Tappert, dopo 85 anni di vita e una lunghissima carriera teatrale e televisiva, non c'è più.

E' spirato in una clinica di Monaco di Baviera.
Oltre che a Monaco, viveva per due mesi all'anno in Norvegia, vicino al polo nord, per ritirarsi nella solitudine e nella meditazione.

L'ispettore Derrick può considerarsi un pezzo di storia televisiva.
Nato nel 1973 ed approdato in Italia solo nel 1979, fu prontamente stroncato dalla critica che lo bollò come noioso.

In realtà, l'ispettore Derrick fu, anche col passar degli anni, un telefilm di buon livello e tipicamente tedesco.

Della Germania era in qualche modo una cartina di tornasole, per alcuni aspetti che esso esponeva della mentalità tedesca.

Il suo approccio filosofico, quel sentimento di misticismo che ogni tanto lo pervadeva, quella distintiva impronta psicologica che spingeva i personaggi ad andare in là con l'immaginazione, sono proprie sia del cinema tedesco che della cultura germanica.

Non mancava talora anche un senso di sottile ironia, da cogliere tra le righe. Ciò probabilmente fu notato anche da Indro Montanelli, che in un suo famoso articolo così si espresse: "c'era, nel telefilm, un clima da Baviera, da Germania meridionale; se si fosse svolto in una qualsiasi città della Germania del nord, dove la gente è più fredda, più distaccata, il telefilm sarebbe stato diverso".

Montanelli, con arguzia, vi colse una bonarietà e una semplicità d'animo che realmente appaiono nelle pellicole.

L'ispettore Derrick era poco interessato ai particolari del gesto criminale di per sè. Era colpito, invece, dal lato psicologico, dal motivo che spinge una persona dagli istinti poco criminali a diventare un omicida.

Quasi mai, infatti, gli assassini con cui Derrick aveva a che fare, provenivano dalla malavita. C'era invece un episodio scatenante che li trasformava e cambiava i loro destini.

Quasi sempre confessavano le loro colpe, crollando sotto l' abile pressione psicologica dell'ispettore.
Un ispettore che non arrestava subito gli indiziati per metterli sotto torchio, ma si recava affabilmente a casa loro, senza un mandato, col rischio costante di essere addirittura cacciato come un comune rompiscatole.

L'Ispettore Derrick è come una serie fotografica della Germania occidentale che parte dall'epoca della guerra fredda fino ad arrivare agli anni successivi al crollo del muro.

C'era una società in evoluzione ma che rimaneva sullo sfondo di vicende private e la narrazione aveva al tempo stesso connotazioni sia criminali che intimistiche.

Notizie - Pescara Bruttissimo monumento di Toyo Ito a Piazza Salotto


Dopo essere stata installata per parecchi mesi in via provvisoria nella nostra amata Piazza della Rinascita (detta counemente piazza salotto), la statua di Toyo Ito, con le modifiche tanto attese, è stata inaugurata ieri.

Non è che sia cambiata molto, fa ancora più schifo di prima.

Le immagini parlano da sole.

E' stata finanziata da fondi privati, se non sbaglio è costata 300 000 euro.

Piazza Salotto, sebbene sentisse il peso degli anni, prima era molto più bella.

La giunta D'Alfonso, alcuni anni fa, l'ha ristrutturata ma ha tolto le belle magnolie che c'erano, ha sostituito le palme rigogliose con delle altre quasi totalmente potate e brutte.

Le panchine che prima c'erano attorno alle palme non ci sono più: la salute delle palme che c'erano più la testavi anche dal fatto che sedendoti lì ogni tanto ti cadeva in testa, senza farti male, qualche piccolo nocciolo. Pensavi allo scherzo di qualcuno, invece proveniva dalla pianta stessa o magari dal beccare di qualche uccello.

Le panchine che ci sono adesso sono bruttissime e fatte al risparmio.
Inoltre, alcune di esse sono asimmetriche l'una dall'altra, e questo è un altro elemento di bruttura.

La piazza è vuota, ricorda un po' alcuni quadri metafisici.
Peccato perchè bisogna ammettere che Corso Umberto è stato ristrutturato bene, tanto da assomigliare alla "Prospettiva Gediminas" di Vilnius.

Toyo Ito è un grande artista?
Secondo me decisamente no.








venerdì 12 dicembre 2008

La regione Umbria finanzia un film con Amanda Knox: adesso facciamole vincere anche l'Oscar


I casi giudiziari creano attori di cinema.

Non è una novità: l'investitore ubriaco di etnia Rom blandito dalle case di produzione televisive e cinematografiche ne è un esempio.
Sui casi di Cogne, Di Garlasco e di Erba sono usciti libri, i giornali hanno incrementato le vendite, e programmi da salotto li hanno usati per anni come mezzo per fare audience.

Adesso il pericolo arriva però dalle istituzioni stesse: la Regione Umbria ha finanziato un film con Amanda Knox protagonista.

Il film parla dei sogni di libertà di 12 detenute che sognano di fuggire, e per farlo usano la fantasia, esplorando sette città che rappresentano ognuna un settore del lavoro.

Nel film Amanda Knox recita anche l'Amleto, sia in Inglese, che in Italiano.
L'assessore Armando Stufara chiarisce la vicenda affermando: "Il film ha una funzione rieducativa e per noi tutti i detenuti sono uguali. Non volevamo creare un caso Amanda Knox".

L'assunto ha un vizio di fondo: Amanda Knox non è stata ancora condannata in via definitiva, per cui non ha senso parlare di rieducazione.

D'altro canto, è vero invece che il caso di Perugia è diventato una risorsa mediatica su cui fare soldi, e che i suoi protagonisti, compresa Amanda, sono diventati dei personaggi famosi, quasi delle star. A favore di quesa esaltazione degli inquisiti sta il fatto che Amanda Knox è giovane e bella.
Grazie a questo fattore è appetita dai media e si puo' fare di lei una vera star, anche se magari verrà condannata in via definitiva per omicidio.

Che Amanda sia colpevole o innocente lo vedremo: nel frattempo è da incoscienti mettere i riflettori sui processi, ottenendo il risultato di vedere ribaltati i valori: presunti assassini diventano dei modelli da seguire, e si crea una sorta di apologia del male.

I processi veri sono in tribunale: quelli mediatici sono il lato deteriore delle vicende.

Sarebbe opportuno tenere i riflettori spenti sia prima che dopo le sentenze dei giudici.

Durante lo svolgimento dei processi non bisognerebbe nè esaltare, nè denigrare gli imputati, ma attendere, in decoroso silenzio, che la giustizia faccia il proprio corso.

giovedì 11 dicembre 2008

Tinto Brass : La Gelmini mi turba

Nella foto in apertura: Tinto Brass; in basso: Maria Stella Gelmini, ministro della pubblica istruzione

E' già da mesi che Tinto Brass ripete: "Maria Stella Gelmini mi intriga, la vorrei come attrice in uno dei miei films".

E precisa a chi sosteneva che non gli piace la Carfagna:

"La Carfagna anche è una gran bella donna, ma la Gelmini è meglio, è più intrigante.

Merito di Silvio, che evidentemente è un vecchio playboy e non rinuncia alla bellezza nel suo governo; quando lo vedo ritornare dalla Russia mi sembra tutto ringalluzzito; è un bene che il nostro premier, sia pure avanti con gli anni, dimostri questa vitalità e non mortifichi
l'eros.

Brass con queste dichiarazioni trova il pretesto per presentare i suoi nuovi progetti: un cortometraggio intitolato "Hotel Courbet", con Caterina Varzì, ex avvocato di Soverato, in Calabria.

Ci sarà poi, forse con la stessa attrice, anche una rappresentazione teatrale con una storia tra paziente e psicanalista. Pochi mesi fa Brass ha magnificato anche le doti della giovane nuotatrice Federica Pellegrini. Un ricordo va anche al sua moglie, scomparsa da poco: "E' stata la mia fiamma per cinquant'anni", mi manca molto.

mercoledì 10 dicembre 2008

Ricucci patteggia ma non va in galera grazie all'indulto

Condanna sì, galera no.
Questo è l'ultimo regalo che il sistema giuridico ha messo sotto l'albero di natale a Flavio Ricucci, processato per la fallita scalata alla Rcs, (casa editrice del Corriere della sera), compravendita fittizia di un immobile in Via Lima a Roma, gestione dei fondi previdenziali ed il controllo sulla gara d'appalto per l'amministrazione dell'Enasarco.

Tutto ciò, che in termini giuridici si traduce in corruzione, aggiottaggio, falso e appropriazione indebita, viene punito con una sanzione di tre anni di reclusione, che però non saranno scontati effettivamente in virtù dell'indulto.

Purtroppo, il nostro amato paese è la terra della "Dolce vita" anche per i delinquenti.

lunedì 8 dicembre 2008

Il Premier australiano che scomparve tra le onde




Era la mattina del 17 Dicembre 1967 quando il premier australiano in carica Harold Holt, in compagnia degli amici Christopher Anderson, Jan Lee e George Illson, e con due guardie del corpo al seguito, si recò a Cheviot Beach, a sud di Canberra, per assistere all'impresa di Alec Rose, un avventuroso navigatore che stava completando il giro del mondo in barca in solitario.



Nonostante il cattivo tempo, e il mare tumultuoso, con le famose onde gigantesche tipiche dell'Australia, Holt decise di buttarsi in mare e fare una nuotata, contro il volere degli amici, che glielo sconsigliarono.
Si tuffò e scomparve dentro una gigantesca onda.
Non fu mai più ritrovato. Già a Settembre aveva fatto lo stesso, ed era stato salvato dagli amici.
Fu così che un brillante uomo politico con una brillante carriera alle spalle morì incoscientemente, all'età di 59 anni.
Due giorni dopo il suo tuffo, il 19 Dicembre del 1967, fu dichiarata la sua morte presunta.Negli anni successivi, in molti si sbizzarrirono a fare interpretazioni sul gesto di Holt. Ci fu chi parlò di suicidio, qualcun altro addirittura disse che non era morto ed era fuggito con l'amante.Uno scrittore addirittura sostenne che il presidente Holt era una spia della Cina e che fu accolto a bordo da un sottomarino cinese, per poi far perdere le proprie tracce.
La legge australiana non permetteva indagini sulle morti presunte, quindi per molti anni non si indagò sulla scomparsa di Holt.
Solo nel 2003, in base ad una legge del 1985, venne riaperta una indagine che perorò la tesi dell'annegamento accidentale.

sabato 6 dicembre 2008

Vilnius e Linz si preparano a diventare capitali europee della Cultura


A sinistra, uno scorcio di Vilnius; a destra, il "Fstival di strada" di Linz.
Il 2009 sarà l'anno di Vilnius e Linz: già da tempo, infatti, sono state nominate capitali europee della cultura.
Già fervono i preparativi. A Vilnius, (535.000 abitanti, capitale della Lituania), vi saranno ben 160 eventi tra musica, manifestazioni folkloristiche, culturali e tanto altro.

"Il nostro intento, ha affermato il sindacoJuozas Imbrazas, "è di coinvolgere il più possibile la popolazione e i visitatori".
A Linz (189.000 abitanti, capitale dell'Alta Austria), città dell'Ars electronica Center e dell'Orchestra Brucknerhaus, le celebrazioni, come a Vilnius, coincideranno con quelle del Capodanno: a partire dalla mezzanotte, infatti, ci saranno esibizioni corali, che si alterneranno il giorno del primo Gennaio con quelle orchestrali tipiche del primo gennaio, mentre il 2 Gennaio ci sarà l'apertura del già citato museo Ars electronica, dedicato alle arti elettroniche.
La scelta di Linz da parte dell'Unione Europea della cultura non è casuale, visto che poche città hanno mostrato, negli ultimi venti anni, una tale vitalità sia economica che culturale.

Condannati gli assassini di Hina: 30 anni al padre, 17 ai cognati


La corte di assise d'appello di Brescia ha condannato gli assassini di Hina Saleem, la ragazza che era stata punita dai familiari per aver rinnegato i costumi di vita Pakistani ed essersi adattata allo stile di vita occidentale, vestendo come una ragazza italiana e con un fidanzato italiano. 30 anni al padre, Mohamed Saleem, l'esecutore materiale dell'omicidio, pena ridotta a 17 anni invece ai due cognati, complici dell'omicidio.

Confermata dunque la tesi della premeditazione del Pm Paolo Guidi: "I tre uomini attirarono la ragazza con la scusa fittizia di avere dei parenti francesi a casa, con dei regali per lei.

L'ultimo addio a Emilio Rossi, storico dirigente Rai


Si sono svolti questa mattina alle 10.30 i funerali di Emilio Rossi, storico dirigente della Rai.

Laureatosi in Giurisprudenza, entrò nell'azienda di Viale Mazzini nel 1956. Fu direttore del tg1 dal 1975 al 1981.

Nel 1977 fu gambizzato dalle brigate rosse che lo colpirono con 15 colpi di pistola sparati a bruciapelo.

Fu insignito di numerosi premi giornalistici.

Auspicò sempre una tv di stato intesa come servizio pubblico, in cui non deve mancare mai lo spirito edificante e il buon gusto nei programmi. La Rai, secondo il suo pensiero, deve fornire valori positivi e un intento educativo per gli utenti.

Dati sulla crisi economica in America


Il dipartimento dell'occupazione americano ha annunciato che negli Stati Uniti si sono persi a Novembre 533 000 posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito così dal 6,5% al 6,7%. I dati dell'ultimo mese confermano un trend negativo già in atto: a settembre si erano avuti 320 000 posti in meno, a Ottobre 403.000. Gli esperti degli uffici governativi che hanno dato la notizia fanno notare che è il peggior risultato dal 1974 ad oggi, ovvero dai tempi della crisi petrolifera.
Il neo eletto presidente Obama, che potrà assumere pieni poteri solo il 20 Gennaio, ha affermato che non esiste una cura rapida e veloce, ma si impegnerà a ricreare 2. 500 000 posti di lavoro.

Visto l'accostamento alla crisi degli anni '7o, che segnò gli usi e costumi di gran parte del mondo, segnalo due link molto interessanti:

http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/2005/10/09/la_guerra_dello_yom_kippur_e_l.html

Anche in Italia si instaurò un clima di austerity, non privo però di opportunità di miglioramento o risvolti divertenti:

http://sapere.alice.it/extra/2004/austerity.html

venerdì 5 dicembre 2008

Crisi economica globale: alcune considerazioni

I membri del governo, i dirigenti dei gruppi bancari, oltre a molti noti economisti, sono ottimisti sulla tenuta dell'economia italiana nei confronti della crisi globale. Questo dato non è stato messo in dubbio nemmeno dall'opposizione. Anche da recenti sondaggi, come quello recente del Censis, è confermata questa tesi. Le aziende italiane sono dotate mediamente di una buona liquidità e il sistema bancario è solido.

Non confondiamo la crisi globale con la crisi economica europea degli ultimi anni

Sono due cose differenti. In Italia le ragioni per cui l'economia non vola sono poche e semplici:

-Lo spostamento di risorse economiche italiane all'estero, in paesi in cui la manodopera è più bassa.

-La conseguente concorrenza che giunge da questi stessi paesi.

- l'aumento dei prezzi avutosi con l'euro, a cui i salari non si sono ancora riallineati.

Il motivo principale della crisi economica italiana, però, sono

-Gli sprechi economici di 50 anni al potere di Democrazia Cristiana, Psi e altri vecchi partiti.

Soldi spariti, opere incompiute, collusioni con la criminalità organizzata, corruzione, eccesso di statalismo, inefficienza del settore pubblico, una miriade di enti pubblici, eccessiva ingerenza della politica: sono tutti fattori negativi che hanno origine in quegli anni e che ancora persistono.

La differenza tra ieri e oggi è che oggi c'è una maggiore coscienza di questi errori, ed i politici, in parte, stanno facendo autocritica.

Abbiamo più di 4 milioni e mezzo di dipendenti pubblici: troppi.
Abbiamo in media quesi 50 parlamentari per ogni regione.
20 consigli e giunte regionali
oltre un centinaio di giunte e consigli provinciali
circa 4000 giunte e consigli comunali
una miriade di enti statali e parastatali.

Le tasse sono troppe perchè stiamo pagando i debiti del passato e quelli presenti, e perchè c'è un apparato pubblico elefantiaco, e in molti casi, malfunzionante.

Abbiamo un'università dove i soldi sono elargiti allegramente, e una impostazione di sistema in cui, i professori, se vogliono, possono impunemente fare i lavativi.

La vera crisi è quella dovuta a motivi interni. Ecco alcune proposte

Troppe tasse stanno ingessando l'economia.
le soluzioni sono, in sintesi:
- Privatizzazioni fatte con criterio e regolamentate.
-Tagli agli sprechi del settore pubblico.
- Leggi più severe in molti campi.
- Maggiore efficienza del settore pubblico (comprese le università pubbliche)
- Meno burocrazia
- In conseguenza del risparmio ottenuto dall'attuazione dei punti precedenti, una riduzione delle tasse.

Mentalità
Nondimeno, ritengo che anche un cambio di mentalità gioverebbe a un popolo come il nostro, diventato troppo pigro e molle, e con scarso spirito di iniziativa. Questa stessa scarsa iniziativa si intravede in campo economico, dove c'è poco coraggio negli investimenti e poca fiducia nelle potenzialità degli italiani.

C'è poca presa di coscienza delle qualità di tanti professionisti italiani, tecnici, medici, ingegneri, intellettuali, creativi, che sono sottoimpiegati e non trovano l'opportunità di esprimere il loro alto potenziale.


Piero Chiambretti passa a Mediaset - Riflessioni sulla coerenza degli artisti italiani

Piero Chiambretti passa a Mediaset. Sembra una barzelletta ma è così. Lo ha annunciato in una conferenza al circolo Arci di Via Bellezza, in località Porta Romana, a Milano. Ad accompagnarlo, nel "covo comunista", come è stato definito il luogo ironicamente, c'era nientedimeno Piersilvio Berlusconi, che adesso è il vero amministratore-proprietario di Mediaset.


Chiambretti ha esorcizzato l'imbarazzo evidente suo e del suo pubblico con una raffica di battute, che dimostrano ancora una volta le sue doti di comico-conduttore e spiegano perchè sia così corteggiato dalle tv, anche quelle del "nemico".

"Ieri Piersilvio era in dubbio se venire qui nel circolo Arci. -Non è che mi menano? - ha detto. L'ho rassicurato dicendo che qui c'è qualche comunista, ma nessun abbonato Sky".
E ancora: "Siamo arci contenti e qualcuno di noi è anche arci miliardario" lui (Piersilvio) è venuto qui a divertirsi, io andrò a Portofino.
Altre battute: "E' un compromesso storico"; "Del resto qui sono passati tutti gli amici del babbo: Luttazzi, Santoro, Paolo Rossi".

Chiambretti è stato "corteggiato" per ben 5 anni da Mediaset, mentre la Rai di Del Noce voleva dargli la conduzione di "Affari tuoi"
Per quanto riguarda il programma, si chiamerà "Chiambretti night- solo per numeri uno" e si tenterà di smascherare i falsi "numeri uno" della televisione. Ci sarà una certa continuità con Markette. Il programma andrà in onda dal 20 Gennaio dalle 23.45 il Mercoledì, Giovedì e Venerdì notte.

Tra gli autori del programma Chiambretti chiamerà con sè sicuramente il suo fidato collaboratore Tiberio Fusco. Quasi sicura è la presenza di Diego Abatantuono, come di showgirls avvenenti di cui non si conosce ancora l'identità. La sigla del programma sarà "The Race" degli Yello.
Una mia personale riflessione
Chiambretti fa bene a perseguire la strada che gli da più popolarità e a cogliere al volo le sue migliori opportunità di lavoro.
Non si può nascondere però che la sinistra deve fare una resa dei conti interna: essa è stata brava a portare dalla sua parte interi settori della vita professionale, tra cui quello degli artisti.
Sulla genuinità di questa adesione, però, bisognerebbe interrogarsi seriamente: Luttazzi, che tanto ha sparato contro Berlusconi e i suoi alleati, ha avuto successo grazie alle reti mediaset. Benigni ha prodotto alcuni suoi film in partnership con le case di produzione di Berlusconi, e ancora oggi molte sue pellicole vengono trasmesse dalle reti Mediaset. Nanni Moretti e D'Alema hanno scritto libri editi da Mondadori. Bella coerenza!
Minoranze di destra
Forse l'unica compagnia teatral-televisiva che va in tv è il bagaglino, mentre i pochi artisti di destra stanno per lo più in silenzio per la paura di essere isolati: Max Spezzali ha quasi rinnegato di aver firmato l'inno di Alleanza Nazionale.
Lando Buzzanca , ha dapprima dichiarato le sue simpatie per il centrodestra, e poi le ha negate. Interrogato su questa incoerenza, ha dichiarato: "Non posso dire che sono di destra, perchè devo lavorare anche io".
L'unico che probabilmente rimase coerente fino alla fine, anche se in maniera quasi sempre silenziosa, fu Lucio Battisti.
Il vero centro del discorso
Il vero centro del discorso è questo: il comico, come gli altri artisti, ha il ruolo di dare emozioni alla gente. Deve essere dalla parte della gente, e, se proprio deve schierarsi, deve farlo contro tutti i politici.
I comici italiani fanno comizi, e dividono. Ciò è anche poco furbo perchè converrebbe loro dimostrare di essere dalla parte di tutta l'Italia, e non di una fazione politica che la rappresenta solo parzialmente.

mercoledì 3 dicembre 2008

Politica- I primi passi del nuovo governo Sloveno

Si sta riorganizzando, l'esecutivo sloveno, dopo la vittoria nelle elezioni di due mesi fa. In Slovenia risulta difficile distinguere una destra e una sinistra, visto che in passato si sono viste sempre alleanze miste.
L'esecutivo in carica è formato da liberali moderati e da socialdemocratici per lo più, e ha tra i suoi membri qualche giovane e una certa parte di "tecnici", ovvero persone scelte più per le loro competenze specifiche che per la loro storia politica.

Adesso si scommette sulla solidità di questa alleanza, che non è tra le più solide ma che ha fatto una dichiarazione unanime di buoni propositi.

Intanto ha fatto discutere l'elezione come consigliere del nuovo Premier Bohrut Pahor di Dimitrij Rupel, una vecchia volpe proveniente dallo schieramento opposto, per il quale in tempi recenti era stato Ministro degli esteri.

Cronaca- Ennesimo attentato in Turchia- Estremisti di sinistra rivendicano l'attentato

Se ne parla poco in Italia, ma la Turchia conosce, da anni, un clima di terrore con attentati che si succedono a ritmo serrato.

Ad essere protagonisti di queste negative gesta sarebbero gli indipendentisti kurdi del Pkk, in genere, o gruppi a loro collegati.

Questa volta il gesto è stato rivendicato da un gruppo di estrema sinistra che si chiamerebbe "Comando rivoluzionario" e che tramite un comunicato avrebbe voluto dare un avvertimento agli Stati Uniti, all'Ue e a tutti coloro che appoggiano la politica occidentale e capitalistica.

Materialmente, però, è stato un atto rivolto alla sede del partito di maggioranza, il Partito dei lavoratori del Kurdistan.

Il Premier turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l'attentato contro l'edificio in cui ha dimora il centro direttivo delsuo partito affermando: "In una democrazia non ci può essere libertà per un terrorista con le bombe in mano".

Sarebbero dieci i feriti, di cui 4 gravi. Il governatore di Istambul, Muammed Guler, ha spiegato che probabilmente la bomba era nascosta in un pacco proprio durante una riunione tra i vertici del partito, e col palazzo più affollato del solito.

Altri attentati

La strategia del Pkk e dei suoi alleati non sembra particolarmente diretta ad obiettivi simbolici: se è vero che spesso colpisce luoghi che sono sedi politiche, le vittime degli attentati sono quasi sempre persone comuni, non appartenti a particolari categorie come stranieri o appartenenti a determinate etnie.

E' forte, ad esempio, la differenza nell'agire rispetto alle nostre Brigate Rosse, che si concentravano di più su singole persone che sulle stragi, colpendo esponenti del mondo del potere ( politici, esperti al servizio del governo, giudici, giornalisti o altro ancora).

La scelta spesso cade su luoghi affollati, come località turistiche, o le grandi città (ma nei quartieri periferici, perchè il centro è meglio sorvegliato).
Il motivo è presto detto: si vuole colpire un popolo in casa propria, quel popolo che non riconosce la libertà dei Kurdi di vivere in un libero stato indipendente.

Intanto il loro leader Ocalan sta scontando in carcere la pena dell'ergastolo per i crimini commessi. Ocalan è famoso anche in Italia per avervi cercato asilo politico, poi negatogli.

Uno dei più crudeli attentati degli ultimi anni è stato quello di Dyarbakir il 3 Gennaio 3008, ma si possono citare quello di Antalya (un luogo affollato da turisti) nel 2005, a Kusadasi, (anch'esso un centro balneare) in cui si sospettò tra l'altro l'azione di una donna kamikaze.

Tra i più recenti c'è l'attentato di Güngören, (un quartiere di Istambul) risalente all'Agosto di quest'anno, in cui esplosero due bombe: la prima probabilmente per richiamare una maggiore folla, che si sarebbe creata per soccorrere i feriti. La seconda bomba sarebbe esplosa con l'intento di fare il maggior numero di vittime possibile. l'8 Ottobre c'è stato un attentato ad un pullmino della polizia con 5 militari morti.

Pochi giorni prima c'era stato un assalto, anch'esso rivolto contro 17 militari, in cui c'erano state ben 17 vittime, anche questo a Dyabakir, la stessa città colpita a Gennaio.

Se non è la guerra civile, davvero le si avvicina molto.

Musica - Plagio o tributo?

Moltissime sono ormai le canzoni che , remixate o comunque riarrangiate da cantanti nuovi (anche alla prima apparizione sui media) vengono a noi riproposte.

Non nascondo che in molti casi anche io ci casco, e rimango sorpreso nello scoprire ogni giorno che brani da me molto amati e considerati recenti, in realtà hanno venti- trent'anni se non di più.

Già vi ho citato "Dancing in the Moonlight" dei King Harvest, risalente alla fine degli anni '60 e ripreso da più gruppi nel corso degli anni, tra i queli i Toploader, meteora il cui unico vero successo è stata appunto questa cover.

Altra meteora dell cover sono stati anche i Westlife, che con la loro Uptown girl ottennero un discreto successo, senza nemmeno sforzarsi troppo di cambiare gli arrangiamenti e il modo di cantare di Billy Joel.

Sono "prese in giro", o "sole", se preferiamo il romanesco, perchè gli autori delle cover si guardano bene dal far notare al pubblico meno esperto che le canzoni non sono farina del proprio sacco.


"Tonite" dei Supercar e "Supercar Gattiger" dei Superobots

il remix: http://it.youtube.com/watch?v=0ZobK2_EFgk

l'originale: http://it.youtube.com/watch?v=2wNZ6Gkv7Vc


L'ultima mia scoperta, molto gradita devo dire, è stata quella di "Supercar Gattiger" dei Superobots, scritta da G. Martino e A. Centofanti, il cui intro appare anche nella scena dell'ospedale di "Un sacco bello", di Carlo Verdone (1980).

Il gruppo un po' fantasma dei "Supercar", (dico così perchè in genere nelle operazioni commerciali della dance non si capisce mai bene chi ci sia dietro e non si vedono mai bene le facce degli autori), nel 1999 la ripropose con la loro splendida "Supercar.

Va dato atto a questo gruppo- meteora italiano, scomparso poi nel nulla nella (migliore?) tradizione usa e getta della discografia commerciale, che il remix è veramente ben riuscito, con il merito di aver portato una sigla dei cartoni animati alla ribalta, facendole fare il giro del mondo.

"Tonite" è un pezzo coinvolgente e ballabile, con una voce femminile di prim'ordine, oltre ad essere un prodotto italiano.

Il testo è in Inglese, per ovvi motivi di commercializzazione. Si può però dire in definitiva che il pezzo abbia un suo valore artistico, e il merito va almeno per il 50% all'originale dei Superobots.

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Situazione generale in Romania


Mentre si decide chi dovrà andare in Parlamento, il popolo rumeno (o "romeno", il nostro dizionario consente di dire) ha da affrontare ben altri problemi nella sua quotidianità.
Anch'esso, come in molti altri paesi, è disgustato dalla politica. Solo il 39 % degli elettori ha votato, e dei numerosi residenti all'estero solo in 24 000 hanno votato nelle ambasciate, di cui poco più di 3800 in Italia.

Queste elezioni si tengono a poco tempo dall'ennesimo scandalo di corruzione: il ministero dell'Interno , infatti, avrebbe acquistato automobili "Dacia", modello Logan, per un totale di 10 milioni di euro.

La cosa strana è però che queste automobili in dotazione alla polizia, il cui valore è di 11 000 euro, sono state pagate 78 000 euro ciascuna.

Da ciò è emersa la truffa in cui i veri destinatari sono proprio i cittadini rumeni, che finanziano le casse statali.


La lotta alla corruzione, cavallo di battaglia di Basescu, non ha funzionato

Si può dire che Basescu non abbia rispettato i patti col popolo rumeno, che lo ha eletto presidente della Repubblica (in Romania c'è l'elezione diretta del capo dello stato, come in Francia).

Egli aveva infatti propugnato una lotta dura alla corruzione e ne aveva fatto il suo cavallo di battaglia.


Sebbene le colpe di questo flop siano da ripartire con il Capo del Governo Tariceanu, episodi come quello delle auto della polizia e quello dei "bigliettini" rendono bene l'idea.

Lo scandalo dei bigliettini era nato da reciproche accuse tra il Premier Basescu e Tariceanu, che si erano addebitati la stessa colpa.

Tariceanu aveva mostrato dei bigliettini in cui Basescu gli avrebbe chiesto di favorire una compagnia petrolifera, e Basescu avrebbe fatto altrettanto.

Sullo sfondo di queste accuse è emersa una sorta di spy story con valigette piene di dollari che, secondo indiscrezioni, sarebbero fuoriuscite periodicamente dai palazzi del potere in favore dei partners in affari dei governanti.
Miglioramenti e problemi irrisolti nel tessuto sociale
Quale che sia la verità sul Capo dello Stato e quello del Governo, rimane il fatto che in Romania la situazione generale è poco rosea.

C'è stato un discreto risalire dell'economia, grazie alle tasse pagate dai contribuenti che lavorano all'estero e all'innestarsi sul territorio nazionale di molte industrie occidentali, che hanno ivi trovato manodopera a basso costo.

E' anche vero che la popolazione, ridottasi ormai a soli venti milioni, può fruire meglio della ripartizione delle risorse sul territorio nazionale.
Dipingere la Romania con il volto della disperazione sarebbe sbagliato. Tanti sono i progressi che questo paese intravede per il futuro prossimo. Già il recente ingresso nell'U.E. è stato un buon traguardo auspicato dalla maggior parte della popolazione.
L'ingresso del capitalismo in questa ex dittatura, la voglia, sgranata, di cambiare pagina negli occhi dei Romeni, sono segnali di un cambiamento in positivo inevitabile.
Le vecchie piaghe frutto del comunismo e della dittatura

Ci sono però piaghe come la corruzione,la prostituzione minorile, la riduzione in schiavitù ai fini della prostituzione di molte donne, parecchie migliaia di senza tetto, (c'è gente che vive addirittura sotto terra, nelle fognature), allagamenti che distruggono interi villaggi, bambini orfani rinchiusi insieme ai pazzi nei manicomi.

Molti datori di lavoro chiedono al lavoratore una mazzetta di alcune migliaia di euro, che gli verrà scalata mensilmente, e così, dopo un anno o due, egli inizierà ad incamerare soldi, come sarebbe normale, per le sue prestazioni lavorative.

Anche negli ospedali i medici chiedono soldi per curare bene i pazienti.
I poliziotti non di rado fermano turisti e normali cittadini con il solo pretesto di chiedere una somma in denaro.

A volte, gente comune o anche solo ragazzi, tentano di spacciarsi come poliziotti agli occhi degli stranieri per ottenere soldi.

Questo, insomma, è il quadro di miseria in cui versa un paese che vede tanti ragazzini abbandonati dai genitori.
Ceausescu promosse, a suo tempo, una politica di espansione demografica scriteriata, di cui si vedono ancora adesso le conseguenze.
La sindrome del "nido vuoto" a parti rovesciate: partono i genitori
Ci sono casi in cui entrambi i genitori che lavorano all'estero e lasciano i figli, adolescenti, a vivere da soli e ad occuparsi di se stessi come se fossero degli adulti.
Sebbene l'intenzione in questo gesto sia quella di dare ai figli stessi un futuro migliore ed una sicurezza economica che consenta loro di sopravvivere e di studiare, ciò comporta dei disturbi della personalità da parte dei giovanissimi.

Molti adolescenti infatti diventano aggressivi, e sviluppano disagi complessi, di cui le istituzioni e la scuola non riescono a farsi carico.
Romania vuol dire molto altro
Sebbene il discorso sulla politica, sull'economia, sui disagi sociali e sulla diaspora (che riguarda anche noi italiani da vicino), necessiti una trattazione molto più variegata e approfondita, non sarebbe giusto parlare di Romania soltanto in questi termini.
Il dissolvimento del blocco sovietico e degli apparati statali di stampo comunista, in Romania come in tutto l'est europeo, ci sta svelando, nel corso degli anni, delle realtà nel mondo della cultura e dei costumi a noi precedentemente sconosciuti.
Due esempi
-Nel campo cinematografico, ad esempio, questo paese può vantare una tradizione di grande rilevanza artistica, nonostante ovviamente le censure imposte in epoca dittatoriale. Il regista Christian Mungiu, uno dei più recenti, sta facendo incetta negli ultimi anni di importanti riconoscimenti.
-Una occasione di confronto interessante è stata la serie di eventi culturali succedutisi nel 2007 a Sibiu, nominata in quell'anno capitale della cultura europea, titolo che nel 2008 è toccato a Liverpool e a Stavanger (Norvegia) e nel 2009 spetterà a Vilnius e a Linz.
Sono solo due esempi riduttivi, che però lasciano intuire sorprese in positivo che il paese balcanico riserva.

Elezioni politiche in Romania

(Nella foto: Traian Basescu, Presidente della Repubblica della Romania)

Dopo un testa a testa che ha lasciato nell'incertezza tutti fino all'ultimo momento, i Rumeni hanno una nuova maggioranza politica:
Il Partito liberal-democratico ha vinto le elezioni per un soffio.
Pur avendo ottenuto pochi voti in meno, il Pdl del presidente della Repubblica Traian Basescu l'ha spuntata nella lotta che conta, quella per i seggi in parlamento, ottenendone tre in più dei socialdemocratici (Psd). Tale esito non è nuovo ad un paese come il nostro.

Ciò dipende dal computo sei voti, che non avviene su base nazionale. Vengono contati, invece, i voti in ogni singolo collegio uninominale. Un partito può dunque ottenere più voti a livello nazionale, ma la partita si gioca su ogni singolo seggio.

Quando venne eletto per la Prima volta Presidente del Consiglio Romano Prodi, la sua coalizione ottenne la maggioranza pur avendo ottenuto, su base nazionale, 50 000 voti in meno.Vigeva, a quei tempi, un diverso sistema elettorale in Italia.

lunedì 24 novembre 2008

Riflessioni - Sul senso di appartenenza

Molte volte mi capita di sentire, soprattutto tra i giovani: "Sono stanco di sentire: "La mia casa, la mia famiglia, la mia terra... io sono cittadino del mondo, mi sento a casa dove pare a me, vivrò dove pare a me".
Nulla da eccepire.

Ognuno fa quello che vuole; il discorso però è un altro.

Non si può negare però che l'uomo vive nello spazio e nel tempo.
Non decide lui da chi nasce, nè il luogo, nè la nazionalità, nè la sua condizione sociale originaria. Da questo punto di partenza, che coincide col primo vagito, all'età della ragione e delle prese di coscienza, passano anni di esperienze.
Ovviamente, si può cambiare, si può addirittura rinnegare il passato, fare delle scelte, vivere altrove.
C'è chi addirittura cambia sesso, o colore della pelle, o i lineamenti del proprio viso.

Non si può però fuggire da se stessi, nè si può cambiare tutto.

Se sei italiano, qualcosa dell'italiano ti rimarrà sempre.
Ti alzerai la mattina e vedrai la gente intorno bere l'espresso e il cornetto, piuttosto che bacon e uova.

Vuoi cambiare paese? bene, con grande sforzo dovrai impararne lingua, costumi, e dovrai farti accettare, trovare un lavoro, rifarti una vita.

Mai però, potrai dire di essere trasversale, e non essere ricondotto a delle categorie, perchè non avrebbe senso.

Il tuo lavoro,il tuo status sociale, la tua famiglia, i tuoi amici, la tua nazione, la tua etnia, la tua residenza, ti associeranno ad un gruppo piuttosto che a un altro.

Ci sarà sempre qualcosa che ti associerà ad altre persone, e guai se così non fosse.

Se siamo parte di una nazione è bene partecipare alla vita pubblica, e relazionarci agli altri, confrontarci, essere della partita.
Se non rispetti le regole del tuo paese rischi la galera, se non ti conformi un minimo al modo di vivere comune, sei un eremita, isolato dalla società. Partecipare alla vita in comune non vuol dire rinunciare alle proprie idee, vuol dire saper stare al mondo. Il mondo non sarà mai tutto come lo vogliamo. E meno male, perchè nessuno di noi è infallibile.

C'è chi vuole combattere il razzismo negando le differenze, o addirittura cancellandole.
Personalmente, sarei inquietato da un mondo così globalizzato e multietnico in ogni nazione.

Le conseguenze sarebbero un appiattimento culturale e una vitalità ridotta dell'essere umano mai viste prima.
Il mondo è bello nella sua varietà.
Se vado in Giappone e vedo che tutto è diventato uguale all'Italia, che cosa ci vado a fare?

giovedì 20 novembre 2008

Notizie- Pescara. Resti dell'antica Roma a Pescara

Pescara cela, sotto i suoi edifici e le sue strade, una notevole quantità di vestigia romane, che attendono solo di essere riportate alla luce.

Nel sottoscala del palazzo della ex-stazione ferroviaria (ora sede dell'Icranet) si celano della arcate, che in pratica sostengono l'edificio e che in passato erano occultate da una falda acquifera.

"Prosciugati i locali", spiega Aniello Izzo, uno dei fondatori dell'Icranet) "si ci è resi conto che le mura e il soffitto risalivano ai tempi dell'antica Roma. C'era anche una caldaia (ovviamente di età più recente) che era stata installata per riscaldare il piano superiore, dove c'era il corridoio della stazione ferroviaria. La falda acquifera esiste ancora, ed è stata deviata verso due vasche che si trovano ai lati dell'edificio, e la sua acqua viene utilizzata a scopi di normale utilità".

Ciò che sorprende è come tali mura abbiano retto al passare dei secoli, all'acqua, alle vibrazioni prodotte dai treni.

Oggi, complice il restauro portato a termine con molto buon gusto, esse rappresentano un bell'esempio di tecnica costruttiva, quell'opus cementicium che ritroviamo in tante opere risalenti a migliaia di anni fa appartenenti alla civiltà romana.


Altri ritrovamenti
Tale sito, riportato alla luce e gestito con scrupolo,
non è certo l'unica testimonianza dell'epoca presente nel capoluogo adriatico.

Sono conservate, di fronte alla cattedrale di San Cetteo, sotto due lastroni di vetro leggermente appannati, le basi di due grandi colonne che lasciano immaginare la presenza, sul posto , di una costruzione di dimensioni rilevanti.

Alcuni anni fa, nelle vicinanze del fiume, vennero scoperte delle maioliche, in seguito a degli scavi. Gli esperti e gli amministratori locali si posero un dilemma: o lasciarle lì, utilizzando un sistema di manutenzione costoso che le avrebbe preservate, oppure estrarle, (ma non si sarebbe potuto evitare di spezzarle) per conservarle in qualche museo abruzzese. Si scelse una terza strada, la più assurda: risotterrarle. Adesso, in pratica, tali pietre giacciono sotto una colata di cemento.

Sempre a Pescara, nei pressi dei Gesuiti, vennero ritrovati cocci e utensili vecchi di millenni. Anche di essi non si è più saputo nulla, nonostante si fosse coscienti che , scavando, sarebbero venuti fuori altre importanti oggetti.

Evidentemente a Pescara non c'è interesse per testimonianze antichissime e di un certo valore.




martedì 18 novembre 2008

Notizie - Abruzzo. Francavilla - Spiaggia sempre più ai minimi termini

E' in fase di costruzione un albergo sulla spiaggia a Francavilla.
Contemporaneamente, due chilometri più a sud, è in corso la costruzione di un porto turistico, sempre a spese della spiaggia.
Queste due novità fanno il terno con la ristrutturazione e l'ampliamento del pontile in zona "Sirena", che però non è un'opera invasiva.
Suscitano invece dubbi le nuove due iniziative, perchè, anche se ormai Francavilla si è ormai sviluppata da decenni a spese della spiaggia, è discutibile occultare il mare ulteriormente ai passanti e porre cemento nelle immediate vicinanze delle zonse di balneazione.
Il turismo se ne avvantaggia o ci perde?


Notizie - Abruzzo Politica - Il psi presenta i suoi candidati alle regionali.

Il Psi presenta i suoi candidati alle regionali.
Cuzzi: "Col Pd, ma con senso critico".

-Condividere un progetto assieme non vuol dire essere d'accordo su tutto-. In questa frase di Gaetano Cuzzi (Psi) c'è la sintesi degli intenti dei socialisti abruzzesi.
Il Psi presenta ufficialmente i propri candidati al consiglio regionale abruzzese in supporto di Carlo Costantini, non nascondendo la sorprendente vitalità del dibattito interno che lo percorre.
Gaetano Cuzzi, coordinatore regionale del partito socialista, esprime delle posizioni molto decise: -Ribadisco il nostro appoggio al Partito Democratico e a Carlo Costantini, ma al momento necessario tutti noi esporremo i nostri punti di vista che potranno non coincidere con quelle dei nostri alleati.

Vorrei poi esprimere il mio appoggio morale a Donato Di Matteo, alla cui candidatura i vertici romani della coalizione hanno opposto un secco rifiuto, perchè indagato (per presunto avvelenamento delle falde acquifere, ndr).
Lo stesso sentimento di solidarietà vorrei esprimerlo a Riccardo Padovano, il cui capo di imputazione non è nemmeno così grave e riguarda un semplice concorso in abuso di ufficio.
Ci sono candidati in questa tornata elettorale su cui gravano accuse ben più pesanti, e questo l'ho già fatto presente a Carlo Costantini.
Sul piano dei programmi, invece, sottolinea:
-Poniamo l'attenzione sull'esigenza che ha l'Abruzzo di potenziare i propri scali portuali, l'aeroporto di Pescara (che ha raggiunto la quota di 400 000 passeggeri l'anno) e il collegamento ferroviario Pescara-Roma, che è di grande utilità oltre che di grande importanza strategica.
Sulla costruzione di termovalorizzatori, invece, mi sono espresso già ampiamente a favore in passato, e ne ho fatto una mia battaglia personale-

In molti hanno delle proposte e dei sassolini nella scarpa da togliersi, e i candidati non si fanno sfuggire l'occasione di esternare il proprio pensiero al senatore Labellarte, giunto a Pescara per dare man forte ai suoi.

Gerardo Labellarte, classe 1956, originario di Melfi ed eletto senatore nelle circoscrizioni della regione Lazio, indirizza i suoi strali verso due direzioni: la prima è il governo Berlusconi, la seconda sono i suoi alleati.

Sul governo: -E' chiaro che l'amministrazione di centrodestra sta dimostrando una arroganza senza pari, e non condivido il loro trionfalismo: il mondo della scuola, la gente scesa in piazza sono chiari segnali di dissenso, e ci sono cittadini napoletani che mi segnalano che nelle loro zone di residenza l'immondizia nelle strade è ricomparsa-.
Sul Pd : -Io sono per la "non disciplina". Non passi l'idea che per il solo fatto di avere aderito ad una coalizione, noi ci dobbiamo allineare su tutto. Non dobbiamo celare il nostro malcontanto, anzi dobbiamo esprimerlo vivacemente-.
Labellarte ha una visione originale sul centro copernicano della sinistra: -La sinistra è il socialismo. Sono due parole inscindibili, come dimostra la storia di tanti paesi europei e del mondo, e ancora adesso, in stati democratici e dittatoriali, la presenza dei socialisti non si dissocia da questo binomio.
Non siamo noi ad aderire al Pd, ma è il Pd che si lega a noi, veri detentori della tradizione di sinistra-.
Andrea Russo

Notizie -Politica - Pescara. Intervento di Gianni Teodoro sulla sanità pescarese

Teodoro incalza il sindaco: "Più risorse per il pronto soccorso".
Gianni Teodoro lancia un monito al sindaco ed alla Asl per un servizio più efficiente

Trecento minuti d'attesa per ricevere le prime cure. Lunghe file in sala d'aspetto per persone vittime di incidenti di vario tipo.Le difficoltà dei medici preposti all'accoglienza degli infortunati nel gestire un reparto dell'Ospedale Civile che richiede sacrificio oltre al normale espletamento del proprio compito lavorativo.
Sono questi i temi su cui batte il consigliere GianniTeodoro (della lista che da lui prende il nome), indignato da tale situazione d'indigenza.
Si rivolge soprattutto al sindaco, che "Sebbene non abbia la diretta competenza nella gestione della Asl e delle strutture ospedaliere, è il sindaco della città dove il Pronto Soccorso in questione è collocato, ed ha quindi il dovere di interessarsi con decisione per trovare le soluzioni migliori, mettendosi in contatto con il manager della Asl Antonio Balestrino".
Il pronto soccorso dell'ospedale ha delle procedure che danno la precedenza ai casi più gravi, per cui anche se qualcuno è in fila da molto tempo, si vede sorpassato nella lista di attesa da un paziente in condizioni più gravi.
Bisogna ottimizzare il servizio, e ciò lo si fa in due modi: in primis assumendo nuovi medici e personale paramedico nel Pronto Soccorso (e a tal proposito, da cittadino, ringrazio l'eroico impegno dei medici di quel reparto, che va oltre le loro normali mansioni). In secondo luogo, bisogna prendere ad esempio gli Stati Uniti, dove chi ha bisogno di cure urgenti subisce tutti gli accertamenti del caso nell'arco di pochi metri, con la sala operatoria anch'essa posta nelle immediate vicinanze.
In Italia, invece, il paziente viene mandato da un reparto all'altro, con grande perdita di tempo, quel tempo che non c'è a disposizione quando è in gioco una vita umana".
Il consigliere dell'opposizione, nell'esporre tali istanze, ribadisce quella che per lui è una cattiva condotta da parte del Primo Cittadino Luciano D'Alfonso: "Sono queste che ho appena elencato le necessità primarie della cittadinanza. Luciano D'Alfonso, invece, non ha fatto altro, nei cinque anni del suo primo mandato,e nei primi mesi del secondo,(ovvero tutto il tempo in cui è stato in carica) che pensare all'arredo urbano, rifare marciapiedi, ricoprire di asfalto nuovo le strade. La gestione di una città non si limita a questo, e spero che se ne renda conto presto".
Andrea Russo

lunedì 10 novembre 2008

Barack Obama presidente: Evento storico, ma ora seguano i fatti

Il nuovo presidente degli Stati Uniti è già molto amato; non è ancora entrato in carica (lo farà il venti Gennaio), ma raccoglie simpatie trasversali in patria e all'estero; è giovane (47 anni portati alla grande), è carismatico, ha un bell'eloquio.

Ha una particolarità in più: è il primo presidente nero della storia. Per meglio dire, non proprio nero: la madre bianca, il padre kenyota. E' cresciuto con i nonni alla Hawaii, ha studiato, è diventato senatore, e poi, quasi inaspettatamente, ha riscosso tali consensi da poter puntare alla casa bianca. Il suo sogno, come quello di molti americani, si è realizzato.

Non di sogni, però, vive la Politica.
Gli americani hanno assistito ad una lungo e tumultuoso regime di campagna elettorale: prima le primarie dei due partiti, finanziate dagli industriali e dalla gente comune, poi le elezioni politiche, combattute a suon di spot televisivi, di comizi in tutti gli oltre cinquanta stati U.S.A.
La campagna elettorale, in america come all'estero, è ormai basata, i buona parte, sulle apparenze: il costo dei vestiti di Sarah Palin, per molti, ha contato meno dei fatti o dei propositi espressi.

Ora gli americani hanno votato il loro presidente; c'è secondo me un entusiasmo eccessivo, per un uomo che non ha ancora avuto esperienze significative di governo, e che non ha ancora avuto la possibilità di mettersi alla prova.
Lo giudico un entusiasmo eccessivo soprattutto per coloro che, vivendo all'estero, sanno ancora meno di lui o mettono in relazione la vittoria del Partito Democratico americano con le sorti dei partiti di casa propria.

Stucchevole è stata la dichiarazione dei leaders del PD italiano: "Abbiamo vinto anche noi" .
La sinistra americana è molto diversa dalla sinistra italiana: loro non sono mai stati nè comunisti, nè socialisti, nè ora, nè 15 anni fa, quando si passò dal Pc al Pds.
L'America intera, visceralmente, è sempre stata avversaria del comunismo. Lo ha combattuto, a torto o a ragione, in Corea, in Vietnam , e durante la guerra fredda.
E' singolare notare come proprio coloro che più, sotto sotto, disprezzano o disprezzavano gli Stati Uniti e i suoi valori ora siano i più interessati alla loro vicende e siano in prima linea a fare il tifo con l'ingenuità della gente della strada per il nuovo presidente.

Bisogna aspettare i fatti, e vedere cosa sarà in grado di fare, Barack Obama, trovandosi di fronte alla crisi economica e a dinamiche di portata mondiale.
Visto che dai destini degli Stati Uniti dipendono in buona parte quelli del mondo intero, tutti ci auguriamo che egli sia una guida illuminata per il suo paese.

Politica - Risultati elettorali in Lituania



BORSE - Leaderboard


Da pochi giorni si sono concluse le elezioni politiche in Lituania.
Il risultato è stata la vittoria della coalizione liberale, a danno dei partiti del governo uscente.
A Gediminas Kirkilas succede Andrius Kubilius, che il 28 Ottobre ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Valdas Adamkus il mandato di formare il governo.

Il sistema elettorale lituano prevede il sistema a "doppio turno" ovvero si vota due volte a distanza di 15 giorni.
Queste elezioni hanno visto la comparsa sulla scena di un nuovo partito, fatto di attori e personaggi televisivi.

Nella prima tornata l'affluenza è stata del 40% circa, nella seconda solo del 30%.
Il popolo lituano non fa un mistero di essere disgustato dalla politica, ma il fattore più preoccupante è la convinzione che c'è in tutti, anche nei giovani, di non poter cambiare le cose, e c'è una rassegnazione che va ben oltre il realismo e le possibilità di cui una democrazia può godere.
A distanza di 18 anni circa dal loro "strappo" con l'Unione Sovietica, i Lituani non hanno ancora piena coscienza della loro capacità di cambiare le sorti del proprio paese, anche con la partecipazione popolare alla vita politica. C'è ancora una testardo scoramento come ai tempi dell'ex Urss, e una lontananza dalla percezione di libertà e autonomia che come stato sovrano la Lituania gode.

Eppure non manca un forte senso di nazionalismo in una certa parte della popolazione.
E non mancano neppure dei segnali di cambiamento. Negli ultimi anni, l'economia capitalistica ha fatto capolino nel piccolo paese baltico, e recentemente, nel 2007, la Lituania è stata incoronata come il paese europeo con la crescita economica più alta (7,5%).
Questo exploit si spiega con due fattori principali: il primo è che c'è stato un certo afflusso di fondi da parte dell'Unione Europea, e in un paese di 3 milioni e mezzo di abitanti (una popolazione pari a quella di una regione italiana medio-grande a fronte di un territorio pari a 4 regioni circa), anche poche decine di milioni di euro si fanno sentire in maniera forte nel loro apporto all'economia.
Il secondo motivo è che molti, soprattutto i giovani, sono emigrati all'estero e il loro gettito fiscale è derivante dai guadagni ottenuti in altri paesi.

Dalla parte opposta , però, si tenga conto che molte persone in Lituania percepiscono uno stipendio di non oltre 400 500 euro al mese, cifra con cui a Vilnius, la capitale, a malapena si paga l'affitto. Questa disparità tra stipendi e costo della vita fotografa bene la situazione del paese.

Inoltre, negli ultimi mesi si è avuto un forte incremento dell'inflazione: sono aumentati i prezzi di tutti i prodotti, sia di quelli di uso quotidiano che dei beni più costosi.
C'è già inoltre, chi critica l'utilizzo dei fondi dati dall'Unione Europea: essi non verrebbero sfruttati al meglio da imprenditori che non sono ben abituati a confrontarsi con il libero mercato, e sono detentori di una mentalità spartana derivante dal passato sovietico: in poche parole, non ci sarebbe coraggio negli investimenti, e in alcune nuove attività, si continuerebbe, come prima, a comprare attrezzature già vecchie, senza guardare al futuro e senza la fiducia che un investimento più qualitativo possa portare migliori frutti.

Tracciato un quadro generale, ciò che è doveroso dire, al di là di tutto, è questo: è dannoso, per un paese ormai da parecchi anni affrancato dai regimi stranieri, non prendere coscienza della propria libertà e della capacità di cambiare il proprio destino.
Sono ancora molti i giovani che, sebbene cresciuti per buona parte nella Lituania libera, non credono al cambiamento.

Snobbare i politici con un silenzioso dissenso, più che dare loro un messaggio critico, comporta che le voci critiche si attutiscano ancora di più, e chi vuole la "cattiva politica", beneficiando di un disinteresse generale, può a maggior ragione delinquere e governare male perchè trova un terreno propizio.
Anche l'argomentazione che molti adducono: "Qui, in buona parte, governano ancora personaggi che comandavano ai tempi dell'Unione Sovietica", non può avere scusanti: spetta ai Lituani mandarli a casa e promuovere l'ascesa di politici di diversa caratura.

Hudson Reed



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domenica 2 novembre 2008

Notizie - Pescara- Strade riassestate


Come se il mio monito partito da queste righe il 12 Marzo scorso fosse stato ascoltato, noto con piacere che l'incrocio che collega Viale D'Annunzio a Viele Pindaro è stato riassestato, compresi i marciapiedi.

I cordoli di separazione delle corsie però, sono stati prolungati più del dovuto, e la strada, su Via San Francesco, si restringe troppo. Tali elementi diventano, su quel tratto di strada, più d'intralcio che d'aiuto, e l'automobilista, soprattutto di notte, quando la visibilità è scarsa, deve fare attenzione.

martedì 28 ottobre 2008

Politica economica - I signor no


"Soltanto in Italia resistono i signor no" di Fabrizio Dell'Orefice, su Il Tempo del 20 Settembre 2008

L'intervista- Parla il professor Carlo Pelanda

"Anche in Germania sono più responsabili"



"Alitalia è ormai un esempio fisso nelle mie università. Inutile dirle che i ragazzi, quando sentono come stanno le cose, si divertono moltissimo" Carlo Pelanda è vulcanico come sempre. Lui, professore di politica ed economia internazionale all'University of georgia, non usa mezzi termini quando racconta del caso della nostra compagnia aerea.



Professore, ma perchè solo in Italia esiste un sindacato così?



-Così come?



Il sindacato del veto. Sconfitto in Inghilterra e negli Usa ormai da vent'anni, e in Germania almeno da quindici



"In Italia abbiamo due tipi di sindacato. Un sindacato di tipo politico e uno di tipo corporativo".



Cominciamo dal primo



Il sindacalismo politico, tipo Cgil, si muove in una logica politica, è sostenuto da una parte politica e dunque anche se può sembrare del tutto irrazionalein realtà ha un suo obiettivo che dovrà ricercare fuori dalla rappresentanza dei lavoratori.

E quello corporativo?

Quello corporativo invece si muove in una logica di esclusiva difesa dei propri interessi e se ne frega del resto. Le ripeto: quando lo racconto qua ai ragazzi negli Usa si sbellicano di risate.

Come è possibile che sia così soltanto in Italia?

Il mondo occidentale ha superato questi due tipi di sindacato oramai da molti anni. La Germania ha affrontato questo tema e lo ha risolto con un modello di tipo consociativo.

E cioè?

Ha responsabilizzato i sindacati che di fatto sono entrati nella gestione delle stesse aziende. Tutto ciò è andato contro una logica tipicamente capitalistica ma ha portato a maggiore stabilità.

E sarebbe riproponibile in Italia?

In Germania è stato possibile perchè le Regioni funzionano

Nel mondo anglosassone i sindacati invece sono stati ridimensionati.

Non esistono più Resiste quello giallo, quello corporativo per intenderci.
Ma in maniera molto ridotta. Perchè ormai è superato: si è passati dalla contrattazione nazionale a quella aziendale.

Le faccio l'esempio di un caso che ho seguito da vicino, quello della Boing. L'azienda, davanti all'ennesima richiesta del sindacato,ha detto: " Non possiamo accettare, altrimenti decidiamo ventimila licenziamenti. Scioperate? E allora ne licenziamo altri ventimila. Siccome negli Stati Uniti davvero lo fanno, ci sono molte meno chiacchiere e molti più casi concreti, il sindacato ha firmato subito.

Il sindacato che dice solo no, tuttavia, è una caratteristica solo Italiana. Neanche in Spagna e in Francia resistono ipotesi del genere.

Attenzione, in Francia esiste ancora una presenza molto forte dello stato nelle grandi aziende. Ma è anche vero che lo stato funziona, basta pensare che è l'Air France che vuole comprare Alitalia e non il contrario.

In Spagna il discorso è molto diverso. Diciamo che ancora non sdi è trovato un modello e anche loro tendono a fare dei pasticci.

Pasticci?

In parte seguono il modello britannico, e sto pensando a Iberia-British Airways, ma in parte non sono molto diversi da noi.

A questo punto come possiamo uscire da questa situazione?

La politica si assumale sue responsabilità. E' finita l'era delle parole.Berlusconi abbia le palle di mettere all'asta Alitalia o quel che ne resta. la venda al miglior offerente e buona notte a tutti. Un compratore si trova, Air France deve farsi avanti e Lufthansa pure perchè corrono per essere i numeri uno in Europa.

Accadrà?

Ne dubito. Vede, il punto è la velocità con cui si prendono le decisioni. Negli Stati Uniti è ammesso sbagliare, commettere un errore: la politica è comunque fatta di uomini.
Guardi cos'è successo con la Lehman Brothers. La fed l'ha fatta fallire. E' stato un errore, il Tesoro se n'è reso conto ed è immediatamente intervenuto il giorno dopo per evitare altri crolli. Il segretario del tesoro Paulson è intervenuto in diewci ore. Ecco che cosa significa decidere. Il mio amico Berlusconi che fa? Che cosa aspetta?
(Nella foto: Carlo Pelanda)

domenica 28 settembre 2008

I sindacati talvolta fanno l'interesse dei lavoratori, talvolta no.

Con la loro visione statalista e con la prassi sistematica del ricorso agli umori poco razionali delle folle in piazza, i sindacati sono uno dei principali ostacoli alla produttività.
Nessuno nega che essi svolgano una lodevole attività negli interessi dei lavoratori, a mio avviso non tanto nelle grandi trattative collettive, quanto nelle vertenze di tanti inermi lavoratori che si rivolgono a loro.
Ma i sindacati sono qualcosa di più complesso; in molti usano il sindacato come un trampolino di lancio per la politica (vedi Del Turco, Cofferati e D'Antoni), in molti fanno capo ad interessi di partito.
Organismi come la Cgil, la Cisl, la Uil, l'Ugl, hanno delle chiare aderenze politiche.
Diversa cosa sono i sindacati corporativi, che tutelano singole categorie di professionisti.
La visione dell'economia e della politica dei sindacati spinge, in ogni singola battaglia che conduce, verso uno statalismo a senso unico, che va a danno degli stessi cittadini.
Mantenere milioni di dipendenti al servizio dello stato va a danno dei cittadini stessi: ci sono tanti cittadini che lavorano, col comodo posto statale, ma tutto questo ha dei costi, che gravano su loro stessi.
Più dipendenti pubblici, più tasse, più economia ingessata, il fare impresa viene scoraggiato. Nessuno, al giorno d'oggi, vuole un modello sovietico o vetero-cinese, uno stato in cui tutti lavorano e hanno una casa ma muoiono letteralmente di fame e di stenti.
Io, personalmente, non voglio più la dittatura delle minoranze, in cui anche solo 100 persone che scendono in piazza condizionano dinamiche che riguardano il paese intero.

Riporto integralmente, nel prossimo post, un'intervista ad un noto docente universitario italiano che risiede negli USA.

Alitalia, privatizzazione non trasparente

La sinistra voleva dare a tutti i costi la nostra scalcinata compagnia di bandiera ai francesi.
Non ci è riuscito, sebbene abbia avuto due anni e mezzo di tempo, per il crollo del governo Prodi.
Giunge Berlusconi, che da uomo di affari pragmatico, allestisce una nuova cordata, sicuramente più italiana ma anche più vicina ai suoi interessi.
Cerca di concludere in fretta la trattativa, ma i piloti, più di tutti gli altri, sono poco propensi a farsi forzare la mano perdendo parte dei loro compensi. Il sindacato dei piloti e la Cgil, dunque si impuntano, ma per motivi diversi che non sono un mistero.
La Cgil, infatti, braccio sindacale del Pd, obbedisce a ordini di scuderia. Dopo l'iniziale fallimento della trattativa, che comportava il rischio di fallimento e che avrebbe mandato tutti a casa, gli esponenti del Pd chiedono l'ingresso di Air France nella cordata che rileverà Alitalia. Berlusconi li accontenta,e, come per magia, la Cgil firma. Altro che interessi dei lavoratori.
Dobbiamo evitare, da bravi cittadini, ora, il solito dualismo buoni e cattivi, destra e sinistra: la destra supporta compagnie sull'orlo del fallimento come Airone, e il Pd ha una simpatia tutta particolare per i francesi, ai quali hanno già strizzato l'occhio in passato per la privatizzazione delle nostre risorse energetiche.

giovedì 18 settembre 2008

Calcio_ Juventus- Zenit S. Pietroburgo 1-0


Con una bella prova di forza la Juventus ha superato lo Zenit di San Pietroburgo, squadra rivelazione degli ultimi mesi. Una grande invenzione di Del Piero decide una contesa accesissima.
Una punizione da circa trenta metri, in diagonale. La palla si insacca dove il portiere Malafeev nulla può, in alto a destra.
Ma l' urlo liberatorio del capitano, sempre più bandiera della squadra, a dispetto di chi lo da continuamente per finito, giunge al termine di una partita difficile.
Si era parlato ampiamente in questi giorni degli avversari, che in qualche modo destano simpatia, per la freschezza del gioco che esprimono, veloce e divertente, fatto di rapidi e spettacolari scambi.
Si parlava anche del rush finale che li ha portati, l'anno scorso, a vincere dieci partite su 11 rimanenti e a laurearsi campioni di russia, della cittoria della coppa Uefa a danni di clubs molto più blasonati e della vittoria recente della supercoppa contro il Manchester.
Un astro nascente del firmamento calcistico internazionale che dietro cela, come proprietario, il colosso energetico Gazprom.
Anche i giocatori che schiera non sono dei bluff, come Arshavin, Danny e l'ucraino Timoshuk.Ma l'intera rosa è composta da elementi interessanti (e costosi) che fanno comprendere come questo club rappresenti la nuova Russia in cui c'è anche del capitalismo di alto livello.
I tifosi di san Pietroburgo sognano dunque, e ne hanno ben donde. Non hanno potuto farlo ieri, di fronte ad una Juve di rango.

Dal canto suo, la Juve quest'anno è una squadra molto interessante.
Ha introdotto nella rosa giocatori bravi, ma non altisonanti, e sta dando spazio a giovani del vivaio che stanno confermando le aspettative.
Ieri la gara è iniziata a ritmi elevatissimi.
Lo Zenit, rapidissimo ma più intento a fermare Del Piero e Trezeguet che a imporsi in avanti, fornisce una bella organizzazione di gioco e un paio di scambi pericolosi in avanti. La juve forse fa qualcosina di più, ma il pari è giusto.
nel secondo tempo la Juve legittima la sua supremazia con un Del Piero mai domo, nonostante Timoshuk lo tartassi con colpi proibiti.
L'ucraino è "cattivo" e, dopo l'ennesimo fallo al capitano bianconero, gli nega anche la stretta di mano.
Quasi uno stimolo per il campione Juventino che, dopo una fase di crescita e di supremazia della juve, firma un goal da cineteca ed esulta con una capriola : meglio di hugo sanchez.

martedì 16 settembre 2008

Compagnie telefoniche- L'hanno fatto apposta?

E' il 12 settembre. cerco di telefonare sfruttando la mia tariffa, che, con un forfait pagato in anticipo, mi consente di chiamare cellulari wind e telefoni fissi.
Ho ancora a disposizione 165 minuti da sfruttare entro il 13. Faccio presente il problema ad un addetto del 155 che mi dice che devo fare una ricarica per poterlo utilizzare, giacchè ho meno di 50 cent di traffico telefonico.
Prima ancora che io faccia in tempo a fare la ricarica, la wind mi manda un messaggio: mi vengono scalate 6 euro per il rinnovo del piano tariffario (con un giorno di anticipo)
Morale della favola: 165 minuti adieu.
Non contenti, mi mandano un messaggio telefonico automatico che chiedeva di esprimere un gradimento, premendo dei tasti, del servizio di assistenza a cui mi ero rivolto.
Come a dire: io ti do uno schiaffo, e due giorni dopo, con tono serio ti chiedo: ti è piaciuto?

sabato 13 settembre 2008

Mark Kostabi


Pittore americano molto furbo, anima le dirette di Telemarket fornendo le interpretazioni dei suoi quadri. Quando c'è kostabi col suo fare malizioso, il suo zampettare da un lato all'altro dell'inquadratura e il suo accento americano, le trasmissioni di Telemarket diventano spassosissime.
Una volta ha riprodotto una natività, con madonna, san giuseppe, bue, asinello, tutti senza volto.
Al posto del bambinello c'era un sacco col simbolo del dollaro. "Ecco, questo è il nuovo Dio che c'è oggi": così ha spiegato il significato del quadro.
Un altro quadro raffigura un uomo portato a spalla da due pescatori, completamente ubriaco.
Sullo sfondo, la spiaggia dell'isola di Ponza. Tutti e tre gli uomini, come nei quadri di De Chirico, non hanno volto. "Questo moltho significativo perchè, nonostante lui molto ubriacho, decide di tornare nela bela isola di Phonza"
Più in là, c'è un quadro che lui non commenta, ma la telecamera lo inquadra ugualmente: c'è lo stesso uomo ubriaco, portato a spalla dagli stessi pescatori, che viene portato in una falegnameria. Mi piacerebbe conoscere il significato anche di quel quadro.

martedì 9 settembre 2008

Il calcio ottuso dei giganti

Li vedo spesso in giro, mentre , approfittando del poco tempo libero, camminano per la città.
Sono calciatori in trasferta delle squadre avversarie del Pescara,dei tornei under 21 o di altre competizioni che si svolgono a poca distanza dalla mia città occasionalmente.
Sono alti. Troppo alti. Mi sembrano marziani, e mi danno molto da pensare.
Il calcio li vuole sempre più fatti così: alti, piazzati fisicamente. Meglio se poco fantasiosi e più ligi alle dottrine tattiche.
Il calcio scolastico, quello bionico e delle sostanze è il Verbo in Italia.
Anche sulla crescita fisica spropositata dei calciatori adolescenti mi viene molto da pensare.
Esistono infatti ormoni che sviluppano la crescita e che possono essere somministrati per creare atleti più forti.
Il calcio però non è solo un fatto di fisico. Nessuno sport lo è se ci riflettiamo.
Il fisico, quando si tratterà di fare una serpentina, un passaggio o un lancio preciso, un tiro in porta, una punizione, non li aiuterà, come anche le pasticche non fanno la qualità nel mondo del pallone.
Ci siamo forse scordati che Maradona era sull'1 e 68 e forse anche di meno, Baggio più o meno come Maradona, Rivera 1,70, Pelè 1,70.
In italia il calcio muscolare vince e la nazionale muscolare ha vinto anche i mondiali.
D'altro canto c'è però da dire che tante squadre dalle caratteristiche diverse hanno vinto in tempi recenti: la Spagna con un gioco fatto di fraseggi e tanti tocchi, il Liverpool con una squadra schierata a "testuggine", coriacea ma non certo fatta di giganti.
Il caso di Borgnovo, affetto da sclerosi laterale ameotrofica non è il primo, si innesta in una lunga serie di ex calciatori che si ammalano.
Non può essere un caso se giocatori professionisti si ammalano in buon numero dopo alcuni anni dalla fine della carriera.
Cannavaro, che era stato filmato con una flebo di fosfocreatina nelle vene, pochi giorni fa ha detto: "Bisogna analizzare la situazione, e fare qualcosa".
Ecco come secondo la convenvienza del momento, per gli eroi del calcio moderno, il vento cambia.
Il calcio è ormai la quintessenza di come i valori dello sport, a livello agonistico, siano calpestati.
Ma si ricordino i tecnici e i coloro che reggono le fila di questo sport che le giocate di un giovane di talento non le darà nessuna pasticca. La fantasia, la giocata fuori dagli schemi, è uno schiaffo alla loro idiozia che, purtroppo, (dato che fa vincere le partite) qualche volta salva la loro panchina.

mercoledì 27 agosto 2008

Sport - Roberto Cammarelle chiude in bellezza le olimpiadi.

(Cammarelle infligge il pugno del K.O. al Cinese Zhang Zhilei: l'incontro è concluso e per lui è medaglia d'oro)
Merita un cenno particolare, Roberto Cammarelle.
In primis perchè ha avuto il merito di averci fatto chiudere le olimpiadi con un ottavo oro.
In secondo luogo perchè ha dominato l'incontro, contro un cinese, che, in una situazione di vittoria non schiacciante, sarebbe stato probabilmente avvantaggiato.
Nulla si può però, contro l'evidenza.
Il poliziotto trentaduenne delle fiamme oro è apparso subito concentrato sul ring, e ha rifilato una serie di colpi puliti e devastanti al volto del cinese Zhang Zhilei.
Dopo aver inflitto un distacco nel punteggio imbarazzante all'avversario, lo ha messo definitivamente al tappeto al quarto e ultimo round.
Il cinese è stato contato, e l'arbitro ha decretato la fine dell'incontro.
Ha convinto, Cammarelle, a differenza di Vincenzo Russo, che, di fronte a un pugile mediocre che non faceva altro che spingere, si è fatto battere sfoggiando una boxe di basso livello.
Un cenno di merito va anche al commissario tecnico Francesco Damiani, che è stato campione del mondo in una delle tre federazioni pugilistiche mondiali, ai tempi in cui c'era il miglior Tyson, non ancora tarato dalle sue vicende giudiziarie. Gli chiesero: "Combatteresti contro Tyson? (che era campione del mondo per un'altra federazione)- e lui: "Certo, non ho paura di lui". Prima ancora di quell'episodio, alle olimpiadi di Los Angeles del 1984, Damiani era stato medaglia d'argento, mentre un altro grande campione, Loris Stecca, aveva conquistato nella stessa occasione l'oro in un'altra categoria di peso. I supermassimi (+91)non esistevano allora, altrimenti Damiani, come Cammarelle, vi sarebbe rientrato .

Musica I Righeira


Stefano Righi e Stefano Rota, alias Michael e Johnson Righeira. Che nostalgia! Anche adesso compongono e fanno buona musica, ma con meno pubblicità attorno.
Un paio di hit dell'epoca, secondo me, andavano oltre la sola operazione commerciale: i testi erano buoni, gli arrangiamenti altrettanto.
Sempre stravaganti nel vestiario, adesso hanno scelto il filone "spaziale", con giubbotti o tute a metà tra Gianni Bugno e il Capitano Kirk



venerdì 22 agosto 2008

musica - New wave delicata

" Il genio" mi ha fatto ricordare che esiste una certa quantità di cantanti, dal sound pulito e dalla voce poco urlata, che hanno riempito i palinsesti delle tv musicali degli ultimi anni.
Come al solito sottovalutati dalle loro etichette discografiche, mi fanno ricordare che in questi ultimi anni non è vero che ci sia stato un vuoto qualitativo.
Citando solo quelli del nuovo "soft", ricordo con piacere Gianni Ulivieri : "Io ti amo ma devo ucciderti", "Il concetto di amicizia " .
Quest'ultima mi ricorda alcune situazioni ambigue, e la trovo particolarmente calzante:
"Prima che io mi innamori di te, equivocando su quello che c'è (..) dobbiamo approfondire il tuo concetto di amicizia".
Cito inoltre Pacifico e Mauro Di Maggio (lo potete ascoltare tranquillamente anche ad Agosto) , intelligenti e pacati.
Questi nomi non esauriscono certo il genere indicato.
La lista potrebbe essere molto più lunga, ma andrebbero fatti i dovuti distinguo anagrafici e stilistici
c'è da dire però che si tratta di una musica poco casinista, raffinata, intelligente, e che invoglia ad uno stato d'umore tranquillo e positivo.

Musica - Il genio

Certe volte un po' di faccia tosta è utile.
I produttori francesi, di quando in quando hanno riproposto, negli ultimi decenni, operazioni commerciali provocatorie e raffinate.
Basta citarne due: Oui je t'aime moi non plus di Serge Gainsbourg, cantata in duo con sua moglie Jane Birkin, e l'abbastanza recente hit Moi Lolita cantata da Alizee.
Su questa scia si innesta la recente uscita del video "Pop porno", che se non altro ha il merito di far fermare lo zapping da una tv all'altra.
Ti fermi a guardarli sulla tv musicale di turno, e un sorriso ti percorre le labbra: "Guarda i due monelli", ti viene da dire.
"Il Genio" sono Alessandra Contini, Voce e Basso, e Gianluca De Rubertis, chitarra e tastiere.
Il testo è molto scarno, il gioco è evidente, si gioca con le parole, si gioca con le debolezze di tutti, in un ripetitivo "un po' porno" che diventa "pop porno".
Adatto a sostenere la parte, il duo si muove nel video con molta naturalezza.
Sono entrambi giovani, belli e snelli, lei canta con quel filo di voce maliziosa e lui la accompagna con finta goffaggine nelle danze.
Una furbata, insomma, e si può dire che sia, almeno come singolo, un'operazione riuscita.
Anche le furbate, però, hanno bisogno della dovuta dose di sostanza per non restare fini a se stesse. Ora "Il genio" deve ripetersi con hits di maggior contenuto per non diventare una meteora.