Era la mattina del 17 Dicembre 1967 quando il premier australiano in carica Harold Holt, in compagnia degli amici Christopher Anderson, Jan Lee e George Illson, e con due guardie del corpo al seguito, si recò a Cheviot Beach, a sud di Canberra, per assistere all'impresa di Alec Rose, un avventuroso navigatore che stava completando il giro del mondo in barca in solitario.
Nonostante il cattivo tempo, e il mare tumultuoso, con le famose onde gigantesche tipiche dell'Australia, Holt decise di buttarsi in mare e fare una nuotata, contro il volere degli amici, che glielo sconsigliarono.
Si tuffò e scomparve dentro una gigantesca onda.
Non fu mai più ritrovato. Già a Settembre aveva fatto lo stesso, ed era stato salvato dagli amici.
Fu così che un brillante uomo politico con una brillante carriera alle spalle morì incoscientemente, all'età di 59 anni.
Due giorni dopo il suo tuffo, il 19 Dicembre del 1967, fu dichiarata la sua morte presunta.Negli anni successivi, in molti si sbizzarrirono a fare interpretazioni sul gesto di Holt. Ci fu chi parlò di suicidio, qualcun altro addirittura disse che non era morto ed era fuggito con l'amante.Uno scrittore addirittura sostenne che il presidente Holt era una spia della Cina e che fu accolto a bordo da un sottomarino cinese, per poi far perdere le proprie tracce.
La legge australiana non permetteva indagini sulle morti presunte, quindi per molti anni non si indagò sulla scomparsa di Holt.
Solo nel 2003, in base ad una legge del 1985, venne riaperta una indagine che perorò la tesi dell'annegamento accidentale.
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