Merita un cenno particolare, Roberto Cammarelle.
In primis perchè ha avuto il merito di averci fatto chiudere le olimpiadi con un ottavo oro.
In secondo luogo perchè ha dominato l'incontro, contro un cinese, che, in una situazione di vittoria non schiacciante, sarebbe stato probabilmente avvantaggiato.
Nulla si può però, contro l'evidenza.
Il poliziotto trentaduenne delle fiamme oro è apparso subito concentrato sul ring, e ha rifilato una serie di colpi puliti e devastanti al volto del cinese Zhang Zhilei.
Dopo aver inflitto un distacco nel punteggio imbarazzante all'avversario, lo ha messo definitivamente al tappeto al quarto e ultimo round.
Il cinese è stato contato, e l'arbitro ha decretato la fine dell'incontro.
Ha convinto, Cammarelle, a differenza di Vincenzo Russo, che, di fronte a un pugile mediocre che non faceva altro che spingere, si è fatto battere sfoggiando una boxe di basso livello.
Un cenno di merito va anche al commissario tecnico Francesco Damiani, che è stato campione del mondo in una delle tre federazioni pugilistiche mondiali, ai tempi in cui c'era il miglior Tyson, non ancora tarato dalle sue vicende giudiziarie. Gli chiesero: "Combatteresti contro Tyson? (che era campione del mondo per un'altra federazione)- e lui: "Certo, non ho paura di lui". Prima ancora di quell'episodio, alle olimpiadi di Los Angeles del 1984, Damiani era stato medaglia d'argento, mentre un altro grande campione, Loris Stecca, aveva conquistato nella stessa occasione l'oro in un'altra categoria di peso. I supermassimi (+91)non esistevano allora, altrimenti Damiani, come Cammarelle, vi sarebbe rientrato .
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