E' stato per 25 anni il protagonista di una delle serie televisive più famose della storia: un telefilm trasmesso in 120 paesi e durato 280 puntate.
Ora Horst Tappert, dopo 85 anni di vita e una lunghissima carriera teatrale e televisiva, non c'è più.
E' spirato in una clinica di Monaco di Baviera.
Oltre che a Monaco, viveva per due mesi all'anno in Norvegia, vicino al polo nord, per ritirarsi nella solitudine e nella meditazione.
L'ispettore Derrick può considerarsi un pezzo di storia televisiva.
Nato nel 1973 ed approdato in Italia solo nel 1979, fu prontamente stroncato dalla critica che lo bollò come noioso.
In realtà, l'ispettore Derrick fu, anche col passar degli anni, un telefilm di buon livello e tipicamente tedesco.
Della Germania era in qualche modo una cartina di tornasole, per alcuni aspetti che esso esponeva della mentalità tedesca.
Il suo approccio filosofico, quel sentimento di misticismo che ogni tanto lo pervadeva, quella distintiva impronta psicologica che spingeva i personaggi ad andare in là con l'immaginazione, sono proprie sia del cinema tedesco che della cultura germanica.
Non mancava talora anche un senso di sottile ironia, da cogliere tra le righe. Ciò probabilmente fu notato anche da Indro Montanelli, che in un suo famoso articolo così si espresse: "c'era, nel telefilm, un clima da Baviera, da Germania meridionale; se si fosse svolto in una qualsiasi città della Germania del nord, dove la gente è più fredda, più distaccata, il telefilm sarebbe stato diverso".
Montanelli, con arguzia, vi colse una bonarietà e una semplicità d'animo che realmente appaiono nelle pellicole.
L'ispettore Derrick era poco interessato ai particolari del gesto criminale di per sè. Era colpito, invece, dal lato psicologico, dal motivo che spinge una persona dagli istinti poco criminali a diventare un omicida.
Quasi mai, infatti, gli assassini con cui Derrick aveva a che fare, provenivano dalla malavita. C'era invece un episodio scatenante che li trasformava e cambiava i loro destini.
Quasi sempre confessavano le loro colpe, crollando sotto l' abile pressione psicologica dell'ispettore.
Un ispettore che non arrestava subito gli indiziati per metterli sotto torchio, ma si recava affabilmente a casa loro, senza un mandato, col rischio costante di essere addirittura cacciato come un comune rompiscatole.
L'Ispettore Derrick è come una serie fotografica della Germania occidentale che parte dall'epoca della guerra fredda fino ad arrivare agli anni successivi al crollo del muro.
C'era una società in evoluzione ma che rimaneva sullo sfondo di vicende private e la narrazione aveva al tempo stesso connotazioni sia criminali che intimistiche.
Ora Horst Tappert, dopo 85 anni di vita e una lunghissima carriera teatrale e televisiva, non c'è più.
E' spirato in una clinica di Monaco di Baviera.
Oltre che a Monaco, viveva per due mesi all'anno in Norvegia, vicino al polo nord, per ritirarsi nella solitudine e nella meditazione.
L'ispettore Derrick può considerarsi un pezzo di storia televisiva.
Nato nel 1973 ed approdato in Italia solo nel 1979, fu prontamente stroncato dalla critica che lo bollò come noioso.
In realtà, l'ispettore Derrick fu, anche col passar degli anni, un telefilm di buon livello e tipicamente tedesco.
Della Germania era in qualche modo una cartina di tornasole, per alcuni aspetti che esso esponeva della mentalità tedesca.
Il suo approccio filosofico, quel sentimento di misticismo che ogni tanto lo pervadeva, quella distintiva impronta psicologica che spingeva i personaggi ad andare in là con l'immaginazione, sono proprie sia del cinema tedesco che della cultura germanica.
Non mancava talora anche un senso di sottile ironia, da cogliere tra le righe. Ciò probabilmente fu notato anche da Indro Montanelli, che in un suo famoso articolo così si espresse: "c'era, nel telefilm, un clima da Baviera, da Germania meridionale; se si fosse svolto in una qualsiasi città della Germania del nord, dove la gente è più fredda, più distaccata, il telefilm sarebbe stato diverso".
Montanelli, con arguzia, vi colse una bonarietà e una semplicità d'animo che realmente appaiono nelle pellicole.
L'ispettore Derrick era poco interessato ai particolari del gesto criminale di per sè. Era colpito, invece, dal lato psicologico, dal motivo che spinge una persona dagli istinti poco criminali a diventare un omicida.
Quasi mai, infatti, gli assassini con cui Derrick aveva a che fare, provenivano dalla malavita. C'era invece un episodio scatenante che li trasformava e cambiava i loro destini.
Quasi sempre confessavano le loro colpe, crollando sotto l' abile pressione psicologica dell'ispettore.
Un ispettore che non arrestava subito gli indiziati per metterli sotto torchio, ma si recava affabilmente a casa loro, senza un mandato, col rischio costante di essere addirittura cacciato come un comune rompiscatole.
L'Ispettore Derrick è come una serie fotografica della Germania occidentale che parte dall'epoca della guerra fredda fino ad arrivare agli anni successivi al crollo del muro.
C'era una società in evoluzione ma che rimaneva sullo sfondo di vicende private e la narrazione aveva al tempo stesso connotazioni sia criminali che intimistiche.
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