lunedì 28 gennaio 2013

La nostra proposta: Centri culturali e spazi verdi all'ex Cofa


Nella foto: una sala dell'acquario di Genova

Con riferimento alla prossima riqualificazione delle zone contigue al porto dell'ex mercato ortofrutticolo, vorremmo esprimere la nostra opinione in merito.



Pescara non cresce come popolazione, dati alla mano, da almeno 35 anni. Al contrario, in questo periodo storico il volume degli immobili presenti è aumentato a dismisura. L'avanzata del cemento sembra non avere mai fine, e anche in questo caso si prospettano ghiotti affari per i costruttori.

Pescara ha una enorme quantità di abitazioni e di immobili non occupati. La nostra amata città non ha bisogno dunque di ulteriore cemento, ma di misure per un reale rilancio economico, di attenzione alla cultura e di spazi verdi che la rendano vivibile.

Le istanze che perseguiamo in questa occasione sono due.

1 Un progetto che dia all'ex Cofa una destinazione d'uso totalmente diversa, con:
un centro di studi oceanografici; spazi culturali con attività permanenti; un acquario che ricalchi almeno in parte quello di Genova (si tratta di una meraviglia che ospita un milione di turisti ogni anno). Il tutto sarebbe contornato da un parco e ideato con lo spirito di costruire edifici dotati di valore estetico ed artistico. Sarebbe un vero peccato se tali aree fossero destinate non per scopi pubblici, ma per dare l'opportunità a qualche pezzo grosso di avere la casa con vista sull'Adriatico.

2 La Circoscrizione Portanuova, per come è attualmente ripartito il territorio cittadino, comprende, tra le altre, anche la zona di San Donato. In questo quartiere vi sono svariati ettari di terreni incolti ed edificabili. E proprio lì, nei prossimi anni, vi sarà una nuova piccola Eldorado per le speculazioni edilizie. Vigileremo con sempre maggiore attenzione affinchè il nostro territorio non diventi una colata di cemento. Le periferie hanno bisogno di ben altro: legalità, riqualificazione delle abitazioni popolari e dell'arredo urbano, spazi sportivi e ricreativi per togliere i giovani dalla strada, zone franche urbane per rilanciare le attività produttive.
In parole povere, vogliamo una città dedicata alle esigenze dei cittadini, non degli speculatori.

Andrea Russo
Coordinatore di La Destra Portanuova

domenica 27 gennaio 2013

Sebastiani: "Porto la squadra in ritiro"


Foto: Dove andrà in ritiro il Pescara?

Ci sono alcune occasioni in cui il presidente Daniele Sebastiani non attende riunioni o decisioni a mente fresca: porterà il Pescara in ritiro per tutta la settimana.

"Sembrava di essere a "Scherzi a parte", è stata una partita troppo brutta per essere vera. Il calciomercato è ancora aperto, ci muoveremo ancora anche se mancano solo quattro giorni, ma parlerò con i ragazzi: chi non ha voglia di restare verrà accontentato".

Gaetano D'Agostino, centrocampista del Pescara arrivato da pochi giorni, non si nasconde: "Mi assumo tutte le mie colpe, dobbiamo lavorare di più, ma ricordiamoci che è una sola partita e che il campionato non è compromesso. Forse è meglio toccare il fondo perchè dopo si ha più spinta per risalire"

Cristiano Bergodi, allenatore del Pescara, fa il punto della situazione: "Nel primo tempo non siamo andati male, ma nel secondo i miei ragazzi non mi sono piaciuti affatto, lavorerò molto di più per rimettere a posto la squadra. Caraglio non stava bene oggi, D'Agostino deve ambientarsi. Andremo in ritiro e lavoreremo duramente".

Mauro Icardi, autore di quattro reti, mostra tutta la sua gioia: "E' una grande giornata per la Sampdoria ed una tappa importante per la mia carriera. Questa società mi sta dando fiducia ed io la ripago. Dedichiamo ovviamente la vittoria al nostro presidente scomparso, era una persona eccezionale".

Delio Rossi, allenatore della Samp, si esprime così davanti ai microfoni di Sky: "I ragazzi hanno seguito i miei consigli, abbiamo fatto la partita che dovevamo fare, era importante vincere contro una nostra diretta concorrente per la salvezza. Non dobbiamo deconcentrarci però, i problemi di questa squadra sono sempre gli stessi. Icardi, se continuerà a giocare così, potrà scegliere se giocare nella nazionale argentina o in quella Italiana" (ha una doppia cittadinanza, ndr).

Si aggiunge alle altre dediche quella di Pedro Obiang, autore del terzo goal: "siamo stati bravissimi e il Pescara ha dovuto soccombere: il risultato di 6-0 è più per merito nostro che per demerito dell'avversario. Questa vittoria è per il nostro presidente Riccardo Garrone, che è stato una persona di grande cuore.
Andrea Russo

E' un Pescara piccolo piccolo: sei ceffoni dalla Samp


Nella foto Ansa: Icardi dopo il suo quarto goal

La Sampdoria si esalta e batte facilmente un Pescara in versione kamikaze. I Liguri sono stati estremamente aggressivi dall'inizio al fischio finale, mentre i biancoazzurri sembravano essere lì per caso. La Sampdoria si rende offensiva con vari inserimenti, tra cui sono da rimarcare quello di Eder all'8' e di Estigarribia al 12'. Si esalta, durante il primo tempo, il difensore Capuano nel contenere bene le folate offensive dei padroni di casa.

Bello poi l'intervento di Perin su De Silvestri, che intercetta un cross basso a pochi passi dal portiere. 

Al 30' Gastaldello ha un contatto molto lieve con Terlizzi: per l'arbitro è rigore, per noi no. Eder dal dischetto spiazza Perin ed è l'1-0. 

Undici minuti più tardi c'è il raddoppio della Samp su contropiede, con Mauro Icardi che supera Capuano e non ha problemi a depositare in rete: 2-0 meritato, il Pescara non riesce a tirare in porta e raramente supera la trequarti. 

 7 minuti più tardi l'arbitro Dino Tommasi continua il suo show in negativo: Gastaldello abbraccia Terlizzi nella propria area e lo sbilancia, ma per l'arbitro è tutto regolare. Si va così al riposo sul 2 a 0 e la Samp padrona del campo, ma il Pescara, fin qui, potrebbe appigliarsi alle due sviste arbitrali, che effettivamente sono state decisive. 

Nella seconda frazione di gioco, però, l'indignazione dei tifosi ospiti cambia indirizzo e si sposta dall'arbitro alla propria compagine, che invece di reagire scende in campo arrendevole e ancora di più in balìa dell'avversario. 

I Sampdoriani bivaccano in area di rigore, e in pochi minuti vanno a segno Pedro Obiang ( al 50')e per la seconda e terza volta Icardi (al 56' e 58'). Il Pescara è sempre più frastornato e incapace di qualsiasi reazione, e il risultato al 70' si cristallizza sul 6 a 0, siglato ancora una volta da Icardi. Se dunque nel primo tempo il Delfino poteva reclamare qualcosa, nel secondo la realtà si fa ben più cruda: la squadra è per l'ennesima volta incapace di reagire, mostrando scarso carattere. 

L'attaccante argentino Milton Caraglio, che ha vestito per la prima volta la maglia biancazzurra, non si è visto, tanto da far dubitare persino che sia sceso in campo. Il centrocampista Gaetano D'Agostino, altro neoacquisto, non ha brillato.

I blucerchiati alla fine del match fanno un giro di campo tenendo per mano uno striscione dedicato al presidente Riccardo Garrone, scomparso pochi giorni fa.
Andrea Russo

Sampdoria-Pescara: le probabili formazioni


Nella foto: lo stadio Galileo Ferraris a Genova, nel quartiere Marassi

Sampdoria e Pescara si ritrovano al Marassi per una sfida che inizia a ripetersi spesso, dopo anni di militanza in categorie diverse. L'anno scorso il doppio confronto fu in serie B, e la vittoria per 3-1 nel girone di ritorno sancì la promozione con 90' di anticipo dei biancazzurri. L'ultimo confronto invece risale al 16 settembre 2012, e c'erano sulle panchine Giovanni Stroppa e Ciro Ferrara: finì 2-3 per i blucerchiati, che agirono di rimessa, mentre un Pescara confusionario attaccò per tutta la partita senza troppo criterio.
Delio Rossi, che avrebbe rifiutato la panchina del Pescara varie volte quest'anno, è poi approdato in corso d'opera alla Samp, e il perchè forse lo si può evincere. I Garrone gli hanno assicurato un trattamento economico che i biancoazzurri non potevano permettersi: 700 000 euro per mezza stagione.
Cristiano Bergodi, subentrato in corsa anche lui dopo le dimissioni spontanee di Stroppa, sembra aver rivitalizzato la squadra. Il tecnico di Bracciano infatti, pur non avendo uno score enormemente superiore al suo predecessore, ha ideato un gioco più convincente per il suo gruppo, instillando fiducia tra i tifosi e gli addetti ai lavori.

Debutteranno per il Pescara l'attaccante argentino Milton Caraglio e il centrocampista D'Agostino, Con Bjarnason trequartista al posto dello squalificato Weiss. Per la Samp Icardi sostituirà Maxi Lopez in avanti supportato dal trequartista Soriano.

Probabili formazioni:

Sampdoria:
Romero, Gastaldello, Colombo, Costa; De Silvestri, Obian, Krsticic Poli; Soriano, Icardi.

A disposizione Da Costa, Berni, Rossini, Berardi, Castellini, Poulsen, Mustafi, Tissone, Munari, Savic, Sansone, Maxi Lopez. Allenatore: Delio Rossi

Pescara: Perin, Zanon, Terlizzi, Bianchi Arce, Balzano; Cascione, Togni, D'Agostino; Bjarnason; Caraglio, Celik.

A disposizione: Pelizzoli, Bocchetti, Capuano, Cosic, Blasi,Nielsen, Brugman, Caprari, Vukusic, Jonathas, Abbruscato. 
Allenatore: Cristiano Bergodi

Arbitrerà l'incontro Dino Tommasi di Bassano Del Grappa, coadiuvato dai guardalinee Rosi e Crispo. Quarto uomo sarà Rubino, mentre faranno da giudici di porta Calvarese e Abbattista.

L'appuntamento per gli appassionati sportivi è alle ore 15:00 allo stadio Galileo Ferraris di Genova, o in tv su Sky e Mediaset Premium.

Juventus-Genoa 1-1, gara falsata dagli errori arbitrali


Conte e i suoi giocatori hanno preso in disparte l'arbitro Guida, alla fine della partita, spiegando: "Ci hai fatto perdere due punti, con i tuoi errori"
(Foto Ansa)

La Juventus rallenta la sua corsa in campionato contro un Genoa dignitoso. Un po' addormentati nel primo tempo, i bianconeri sembrano avere la meglio facilmente sugli ospiti, ma la bella inzuccata di Borriello fa tornare protagonista una squadra che un copione scontato voleva relegare ad un ruolo di comprimario.

Le azioni

Nel primo tempo la Vecchia Signora appare un po' addormentata. Immobile e compagni riescono a tenerle testa, ma sembra che possano vacillare quando l'avversario accenna a fare sul serio.

Dopo una girata in area di testa di Immobile al 4', al 10' il Genoa si ritrova con tre attaccanti contro tre difensori ai limiti dell'area in contropiede, ma l'azione viene sprecata in malo modo.

Al 38' Marchisio batte un calcio piazzato e Bonucci si inserisce di testa, ma non centra la porta.

Nel secondo tempo la Juve sembra più decisa e al 53' passa: Vucinic lancia Lichsteiner, che in questa gara si è inserito spesso in avanti; lo svizzero mette al centro per Quagliarella che la indirizza in porta; giunge poi il difensore Granqvist che potrebbe tranquillamente respingere ma si sbilancia e spinge la sfera nella porta.

La gara sembra a questo punto in discesa per i bianconeri, che dominano il campo.

Non hanno fatto i conti con Borriello, però.

Il Bel Player subentra ad uno spento Immobile, e dopo che Kucka supera in velocità De Ceglie e crossa al centro, si fa trovare pronto per un colpo di testa in tuffo alla destra di Buffon. E' il 66mo minuto e la partita inizia a prendere una piega inaspettata.

La Juve si butta in avanti generosamente, reclama giustamente due rigori, per atterramento su Vucinic in area e per un successivo fallo di mano, evidentissimo di Granqvist.


Altrettanto netto era un rigore a favore del Genoa nel primo tempo, in cui ben due giocatori juventini avevano intercettato il pallone con il braccio.

Marco Guida di Pompei è vulcanico nel commettere errori, falsando probabilmente l'esito della partita.

Prendendola con filosofia,  la società Juventus ora avrà una ragione di più per  affermare che i torti arbitrali non sono sempre in suo favore.

Sorpresa Anelka

Nicolas Anelka, giunto a Torino solo tre quarti d'ora prima della partita, era già in tribuna: è lui l'ultimo rinforzo in ordine di tempo della juve,  e in un certo senso era un po' inaspettato. Sarà però utile più a fine campionato o nella prossima stagione, visto che è reduce da un infortunio piuttosto serio. Matri non era neanche in tribuna: forse la Juve ha scelto di puntare sul francese e scaricare l'ex Cagliaritano, ma è presto per dirlo.
Andrea Russo

venerdì 25 gennaio 2013

Sara Errani e Roberta Vinci vincono gli Open di Australia


Sara Errani e Roberta Vinci non finiscono mai di stupirci: dopo aver battuto le sorelle Williams in semifinale, si aggiudicano Gli Open di Australia battendo le padrone di casa Ashleigh Barty e Casey Dellacqua col punteggio di 6-2,  3-6, 6-2.
E' l'ennesima pagina esaltante che interessa negli ultimi tempio il tennis femminile italiano, costellato anche da altre brillanti protagoniste come Francesca Schiavone e Flavia Pennetta.

Grazie a questa attuale generazione di tenniste abbiamo vinto la Fed cup per quattro volte negli ultimi anni: nel 2006, 2007, 2009 e 2010. Per intenderci, la Fed Cup è una sorta di campionato del mondo a squadre ed è l'equivalente femminile della Coppa Davis.

Mentre i loro colleghi uomini stentano a raggiungere le vette delle classifiche Atp, queste ragazze terribili ci fanno assaporare il gusto di successi a cui in campo tennistico ci eravamo disabituati.

domenica 20 gennaio 2013

Grazie Pietro, Pescara non ti dimenticherà



Pietro Scibilia, qui con Ottavio Palladini (a sinistra) e Stefano Borgonovo (a destra)

La Pescara calcistica piange la scomparsa dell'ex presidente Pietro Scibilia, che, tra alti e bassi, ha guidato la società Pescara Calcio per 17 anni centrando due esaltanti promozioni in serie A. Venne contestato duramente nel 2004 per una retrocessione (poi ci fu però un ripescaggio) e fu costretto andarsene. Le scene da guerra civile nello stadio però, lasciarono ben presto spazio al rimpianto, quando poi presidenti poco vincenti si alternarono negli anni successivi. La sua riabilitazione fu sancita anche da uno striscione: "Ridateci il commendatore"
Un uomo che è stato protagonista della storia cittadina. Va aggiunto che negli anni '80 fu sponsor, con la sua Gis Gelati,  della squadra di Francesco Moser al Giro d'Italia. Non solo: fu attivo, in tale veste, anche nel mondo della pallanuoto.

Il Torino supera agevolmente il Pescara: 0-2.

I Granata espugnano l'Adriatico senza troppi patemi d'animo, con una prestazione determinata e grazie anche ad una difesa rocciosa.
Il Pescara è stato lo stesso visto contro l'Inter pochi giorni fa. La difesa non è sembrata quella distratta dell'avvio di campionato, ma la manovra è risultata prevedibile, pur non mancando alcuni buoni numeri. Quando però una squadra manovra per 90 minuti e non riesce a tirare in porta, l'avversario quasi sempre, come oggi, prende coraggio e lo punisce.

Le Azioni

Eppure il Toro passa in vantaggio con un po' di fortuna: il goal siglato al 4' da Santana, che al centro dell'area stoppa di petto e insacca con un preciso bolide, è viziato da un fuorigioco, non rilevato nè dal guardalinee nè dall'arbitro.

Weiss propone dei lanci illuminanti e delle belle palle filtranti, ma Jonathas e Celik non finalizzano.

E così dopo un paio di contropiedi sull'asse Santana-Barreto, il Torino raddoppia con Cerci al 41', che conclude al termine di una triangolazione con Meggiorini.

Nel secondo tempo c'è una certa pressione del Pescara, che però raramente si traduce in tiri in porta.
L'occasione più clamorosa i padroni di casa ce l'hanno al 61', quando Bjarnason,  al termine di una bellissima azione corale, colpisce il pallone a tu per tu col portiere, che ribatte; si crea poi una mischia con un batti e ribatti che si risolve in un nulla di fatto.

Non  producono risultati per il delfino gli ingressi in campo in questa seconda frazione di Vukusic, Abbruscato e Cascione.
All'81' Weiss viene espulso. Due simulazioni, due cartellini: nella prima occasione si è effettivamente tuffato, nella seconda invece il fallo a suo danno c'era, e quindi la decisione dell'arbitro è sbagliata.

E' solo una delle tante sviste di Mazzoleni in questa partita. Tra l'altro viene espulso anche l'allenatore biancazzurro Bergodi per proteste.

C'è ancora tempo per un palo di Meggiorini che compie un bel gesto tecnico con un tiro dalla traiettoria curva che rischia di punire oltre misura gli avversari.

I Granata respirano e vanno a quota 26 punti.
Il Delfino al contrario, dopo le prestigiose vittorie contro Catania e Fiorentina, torna a ridimensionarsi alla luce di questa seconda sconfitta consecutiva.
Andrea Russo




sabato 19 gennaio 2013

Domani c'è Pescara-Torino: Bianchi Arce dal primo minuto?


Nella foto: Nicolas Bianchi Arce, neoacquisto del Pescara calcio nel mercato di Gennaio, costato 2.650.000 euro.

Domani c'è Pescara-Torino, All'Adriatico. Si preannuncia uno scontro-salvezza equilibrato: la fantasia di Weiss e compagni contro la solidità degli uomini di Ventura.

All'andata finì 3-0 per il Torino, ma gli adriatici da allora hanno compiuto notevoli progressi.

Probabile l'ingresso in campo dal primo minuto dell'argentino Nicolas Bianchi Arce, che ha ricevuto i documenti necessari per poter giocare in Italia, e, complice l'indisponibilità di Terlizzi, potrebbe accontentare la curiosità dei tifosi biancoazzurri che fino ad ora l'hanno visto all'opera solo in allenamento.

Pescara (4-4-2) Perin;     Balzano, Bianchi Arce, Capuano Modesto;   Togni, Bjarnason, Weiss;    Jonathas,Celik; 

A disposizione: Pelizzoli, Romagnoli, Bocchetti, Zanon,  Cascione, Colucci,  Caraglio,  Blasi, Caprari,  Vukusic
Allenatore: Cristiano Bergodi


Torino (4-2-4) Gillet; Darmian Glik Rodriguez, Masiello;   Gazzi Basha;  Cerci, Meggiorini, Sansone, Birsa

A disposizione: Gomis, D'Ambrosio, Di Cesare, Cinaglia, Caceres, Suciu, Brighi, Vives, Bakic, Stevanovic, Verdi.
Allenatore: Giampiero Ventura


Arbitrerà l'incontro Paolo Silvio Mazzoleni di Bergamo, coadiuvato sulle linee laterali da Schenone e Costanzo; Grilli sarà il quarto uomo, mentre i giudici di porta saranno Baracani e Candussio

Inizio alle ore 15:00. Diretta tv su Sky e Mediaset Premium

I video del giorno

Luca Madonìa e Franco Battiato: L'alieno

giovedì 17 gennaio 2013

Ciao, Signor Drummond


Conrad Bain, il papà adottivo di Arnold, è scomparso lunedì scorso all'età di 89 anni.
Attore navigato, fu l'unico a non avere grane, dopo il grande successo, tra i protagonisti della serie.
Kimberly, alias Dana Plato, ebbe una vita tormentata tra droga e problemi familiari, e morì giovane.
Arnold, ovvero l'attore Gary Coleman, affetto da una malattia rara che lo ha costretto ad avere per sempre le sembianze di un bambino, è stato ignorato, dopo il grande successo, dai media, è stato truffato dai genitori che gestivano temporaneamente le sue fortune cinematografiche, è finito a fare il parcheggiatore, ha subito una condanna per aver picchiato una sua fan un po' troppo espansiva, e infine è deceduto pochi anni fa.
Willis (nella vita Todd Anthony Bridges) ha avuto problemi di droga e una accusa di omicidio da cui è risultato innocente, ma poi si è ripreso. Si è disintossicato, ha ripreso a lavorare alla grande nelle sit-coms, ha scritto libri, ha trovato conforto nel cristianesimo. A noi rimane forse l'immagine più rassicurante della famiglia multietnica vista in tv. Colorata, metropolitana, composta da un padre rassicurante e da ragazzi pieni di speranze. Nella fantastica dimensione delle sit-coms tutto sembra bello, e questo tutto sommato aiuta tante persone a distrarsi e ad affrontare la vita con fantasia e positività.

mercoledì 16 gennaio 2013

Senza un porto vero, Pescara è destinata al declino

Capita poche volte a noi Pescaresi di far caso al nome della nostra città, e di notare come il termine "pesca" sia incluso nella stessa parola. L'attività marinara e la connotazione geografica di vicinanza al mare identifica Pescara agli occhi del resto d'Italia. Quando si incontrano persone di altre regioni la prima cosa a cui fanno riferimento parlando della città del Vate è proprio il porto, e chi non l'ha visitata suppone che vi sia uno scalo importante per merci e passeggeri. Ormai anche in Abruzzo non ci si fa più caso: a Pescara non c'è un porto vero e proprio. 

Le barche stanno nel fiume, e più volte sono state distrutte dalle sue piene. Nell'autunno scorso c'è mancato poco: sono bastati pochi giorni di pioggia, e, complice il mancato dragaggio, il fiume stava quasi per straripare. Eppure con i fondi della Comunità Economica Europea, e grazie alla lungimiranza di imprenditori come Gilberto Ferri, venne costruito il bellissimo porto turistico, fatto per gli yachts e i catamarani. 

Si tratta di una buona cosa, senz'altro, ma il contrasto è diventato ancora più stridente: da allora abbiamo sancito il fatto che l'esigenza dei ricchi di andare a divertirsi sulle barche di lusso è dominante rispetto al bisogno di lavorare dei pescatori.

In un futuro prossimo verranno sbloccati fondi europei pari a 60 miliardi per le opere pubbliche. In quell'occasione la classe politica pescarese dovrà essere compatta per chiedere una piccola fetta di quei soldi per costruire un porto vero, contiguo a quello turistico, che prosegua andando verso il largo dove il fondale è più profondo. Potrebbero così avverarsi i progetti che alcuni armatori avevano: creare uno scalo per le navi da crociera partenti da Venezia, ripristinare e potenziare i collegamenti turistici con i Balcani, la Grecia, la Turchia, e con i paesi del bacino del mediterraneo in generale. 

Non è vero, come ha sostenuto qualcuno, che una amministrazione comunale non può fare nulla per l'economia cittadina e che tutto dipende dal Governo centrale e dalle congiunture internazionali. Fare forti pressioni verso Roma, di comune accordo con le altre istituzioni locali, per un porto fatto come si deve, con attrezzature adeguate per l'attracco, per il rifornimento, con le gru per il carico e scarico merci, con delle stazioni di servizio e tanto altro ancora, avrebbe un impatto enorme su Pescara incrementando enormemente l'occupazione e l'afflusso turistico. Per farla breve, non dobbiamo rinunciare a guardare lontano. 
Andrea Russo 
Coordinatore di La Destra - Sezione di Portanuova



domenica 13 gennaio 2013

venerdì 11 gennaio 2013

Berlusconi supera indenne l'arena di Santoro

Più che un duello rusticano, o una performance del torero nell'arena (scena evocata dallo stesso Santoro), sembrava di rivedere un film di Bruce Lee, in cui il guerriero cinese affrontava da solo sei o sette avversari.
Ebbene, Bruce Silvio se l'è dovuta vedere contro un gruppo di inquisitori accanito, che si è scatenato ad orologeria contro di lui.

Del resto lo sapeva. Non poteva essere diverso il copione contro il duo Santoro e Travaglio che, a colpi di share e di libri venduti, ha fatto fortuna attaccandolo.

Berlusconi è passato al contrattacco quando si è messo al posto di Travaglio, dietro a un tavolo, ad elencare le dieci condanne per diffamazione subite dal giornalista torinese.

E' rimasto seduto, non è andato via innervosito come era pronosticato da molti, ed è sostanzialmente uscito vincitore nel confronto. Ha aumentato i consensie ha proseguito la sua maratona elettorale, anche se è davvero difficile che la rimonta lo porti alla vittoria.

Servirà al Cavaliere questa titanica serie di performances?

Arrivederci, Mariangela!


Mariangela Melato ci ha lasciati, al termine di una lunga malattia. Con lei se ne va una delle più grandi attrici della storia Italiana. Molto versatile, brillava sia nella commedia che nei ruoli drammatici, non scadendo mai nel banale.

giovedì 10 gennaio 2013

Berlusconi vs Santoro a "Servizio Pubblico"

Tra pochi minuti vi sarà un atteso faccia a faccia: Santoro contro Berlusconi.
Per recuperare nei sondaggi elettorali, l'ex presidente accetta di andare dai suoi peggiori nemici giornalisti, Santoro e Travaglio, sottoponendosi alle loro insidiose domande.

Santoro fu un tempo dipendente di Berlusconi, poi epurato da quest'ultimo ed estromesso dai palinsesti Rai per i suoi continui attacchi.

Il culmine fu una famosa telefonata di Berlusconi ad Annozero in cui Berlusconi sbraitò: "Lei è un dipendente del servizio pubblico, si contenga!"

E Santoro rispose: "Sono un dipendente del servizio pubblico, non sono un suo dipendente"

L'agenzia di scommesse Stanley bet dà Berlusconi seduto al suo posto fino alla fine ad una quotazione di 1,12, mentre Berlusconi che si alza è quotato a 5,00.

Ne vedremo delle belle.

mercoledì 9 gennaio 2013

lunedì 7 gennaio 2013

domenica 6 gennaio 2013

I video del giorno

"Moving Cruisin' "

Colonna sonora di: "Chi trova un amico trova un tesoro", con Terence Hill e Bud Spencer



Angella Dean "Now and forever"

Colonna sonora di "E' arrivato mio fratello" con Renato Pozzetto, scritta e diretta da Detto Mariano




giovedì 3 gennaio 2013

Ne valeva la pena?



Come ogni anno vi riporto il "bollettino di guerra" dei morti e dei feriti per i botti ci Capodanno. L'imbecillità è un fenomeno che può essere notevolmente ridotto, se si creerà una coscienza collettiva i merito e se le istituzioni, come stanno già facendo, porranno ulteriori limitazione ai fuochi d'artificio. C'è gente che prende la carabina e spara in aria, genitori che non si preoccupano se il figlio dodicenne armeggia con petardi che potrebbero fargli saltare una mano.

ROMA - E' di due morti e 561 feriti il bilancio, fatto dalla Polizia, delle persone coinvolte negli incidenti di fine anno a causa di botti, petardi e proiettili vaganti. Il numero dei feriti complessivi è in aumento (498 lo scorso anno), ma sono diminuiti quelli con lesioni oltre i 40 giorni (35 rispetto a 44). Tra i feriti 76 hanno meno di 12 anni. "Gli episodi più gravi sono dovuti all'uso sconsiderato di prodotti pirotecnici illegali", fa sapere la Polizia. La Polizia rivolge "un richiamo forte affinché si vigili anche in queste ore per evitare che eventuali botti inesplosi, lasciati incautamente per le vie, vengano maneggiati, specie dai bambini più piccoli". Le forze di polizia hanno arrestato o denunciato in tutta Italia 437 persone. Sono stati inoltre sequestrati quasi 1.200 lanciarazzi, 8 armi comuni da sparo, oltre 157 munizioni, oltre 64 tonnellate di manufatti pirotecnici, quasi 3 tonnellate di polvere da sparo, oltre 8,5 tonnellate di prodotti esplodenti artigianali e più di 11.000 detonatori (lo scorso anno erano stati meno di 300). 

ESPLODONO BOTTI IN CASA A ROMA,1 MORTO E 4 BIMBI FERITI (di Luca Laviola e Lorenzo Attianese) 

La passione pericolosa per i botti di Capodanno si è portata via la sua vita ed ha forse sfigurato la nipotina di 4 anni. Cristian Cataldi era un pregiudicato e aveva deciso di festeggiare il 2012 come molti a San Basilio, periferia est di Roma: sparando fuochi d'artificio illegali a più non posso. Era già passata da un po' la mezzanotte quando l'uomo ha acceso l'ennesimo petardo nell'appartamento al primo piano di via Gigliotti, ma non ha fatto in tempo ad arrivare al balconcino per tirarlo giù. Secondo quanto ricostruito da polizia e vigili del fuoco, l'ordigno gli è esploso in mano e ha innescato una reazione a catena con gli altri chili e chili di fuochi stipati in casa. Risultato, il 31enne morto, la figlioletta del fratello gravissima all'ospedale Bambino Gesù, con ferite al viso e a un braccio, altri tre bambini ricoverati. Almeno tre adulti tra i 30 e i 50 anni sono stati medicati. E il bilancio poteva essere anche peggiore: nell'abitazione c'erano per il veglione di Capodanno 15-20 persone, secondo quanto accertato, tra cui i due figli maschi della vittima. A poche ore dalla mezzanotte quello che rimane dei festeggiamenti nella casa di Cristian Cataldi sembra una scenario di guerra. L'appartamento è stato investito dalle fiamme, la caldaia a muro fuori al balcone divelta, i vetri rotti, oggetti d'ogni tipo scagliati in strada e la ringhiera del piccolo balcone è piegata dall'onda d'urto della deflagrazione. Ha tremato tutto il palazzo a sei piani della peggiore edilizia popolare, in questa via chiusa e senza targa. Alcuni giorni fa erano stati sequestrati 30 chili di botti illegali nello stesso edificio. "E' stato come il terremoto: ero a letto e il letto si è mosso", racconta una donna che abita a pochi metri dall'appartamento sventrato. "Sono sceso e ho visto i feriti, i bambini con il sangue in faccia", dice un uomo che vive al piano di sopra. Il sangue è ancora tanto anche sul pianerottolo e sulle scale. "Qui sparano tutti a Capodanno, si forma una nebbia bianca per il fumo", commenta un passante. Tra i condomini pochissima voglia di parlare con i giornalisti. Alcuni parenti ed amici di Cataldi hanno insultato e minacciato le troupe della tv e i cronisti. Se la sono presa anche con i medici e gli infermieri dell'ospedale Pertini, quando hanno saputo che era morto. La vittima aveva precedenti per droga, mentre non è confermato che fosse stata denunciata per detenzione di materiale esplodente. San Basilio è un quartiere difficile. Considerato una delle piazzeforti dello spaccio di stupefacenti a Roma, nel 2011 ha visto centinaia di arresti e di perquisizioni delle forze dell'ordine. Nella zona sono numerosi i pregiudicati, i sorvegliati speciali e le persone agli arresti domiciliari. I vigili urbani stamani sono andati a verificare che un uomo ai domiciliari nel palazzo dell'esplosione si fosse trasferito in un edificio vicino e non fosse invece scappato. A poche centinaia di metri da via Gigliotti, nel bar Davide, si parla solo del 'botto' di Capodanno. Il clima è più sereno, le famiglie vanno a messa nella vicina chiesa. La cassiera racconta che la moglie di Cataldi, Angela, gestisce un grosso alimentari alla fine della strada, via Fiuminata. Le saracinesche del negozio sono abbassate. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che aveva deciso di non vietare i fuochi d'artificio, definisce il pregiudicato morto "una persona particolare con questa mania dei fuochi, di cui faceva anche commercio". Insomma, "una vicenda sui generis". Alemanno si augura che la bambina più grave "possa guarire". "Bisogna fare di tutto per stroncare la fabbricazione e il commercio dei botti illegali. Ci vuole un lavoro culturale", aggiunge il sindaco.

NAPOLI: UOMO UCCISO DA PROIETTILE VAGANTE - Secondo quanto accertato dalla polizia scientifica e dagli agenti della squadra mobile di Napoli, Marco D'Apice, il ristoratore morto la scorsa notte a Casandrino, in provincia di Napoli, è stato ucciso da un colpo di pistola esploso accidentalmente molto probabilmente da qualcuno che in zona stava festeggiando l'arrivo del nuovo anno. Sul posto i poliziotti della questura di Napoli hanno rinvenuto nove bossoli di pistola calibro 7,65 e non cinque come appreso in precedenza. L'arma non è stata ritrovata. Negli anni passati, la barbara abitudine di sparare colpi di arma da fuoco aveva fatto vittime a Torre Annunziata, a Crispano e nei quartieri spagnoli di Napoli. Negli ultimi anni a Napoli e provincia non ci sono state vittime dei botti (anche se i fuochi illegali hanno causato centinaia di feriti e gravissime mutilazioni) ma a uccidere, più volte, è stato proprio il folle modo di celebrare con una pistola l'arrivo del nuovo anno. E' di 73 feriti il bilancio della notte di Capodanno nel napoletano. Cinquantadue le persone soccorse negli ospedali del capoluogo, ventuno in provincia. Otto i minori feriti, di cui quattro nella città di Napoli. L'unica donna ferita è stata medicata all'ospedale di Castellammare di Stabia: guarirà in quindici giorni per le ustioni alle mani. 

PALERMO, 14ENNE HA PERSO OCCHIO E TRE DITA, IN COMA 

- E' rimasto sotto i ferri per tre ore il quattordicenne di Palermo, L.A., che per l'esplosione di un petardo artigianale ha perso tre dita della mano destra e ha compromesso, forse in maniera irreversibile, la vista all'occhio destro. Il ragazzo è attualmente in coma farmacologico. Il ragazzo ha lesioni e ustioni al viso, provocati dal botto esploso nella sua stanza in un appartamento del quartiere periferico dello Zen 2. Lo scoppio per la sua violenza ha anche danneggiato una finestra e le pareti della stanza. 

FERITI NEL FOGGIANO,UOMO RISCHIA DI PERDERE OCCHIO - Sono una quindicina le persone rimaste ferite, tre delle quali in modo grave, nel foggiano a causa delle esplosioni di grossi petardi. Sono gravi, in particolare, le condizioni di un uomo di San Severo che rischia di perdere un occhio. A Foggia ad un cittadino romeno di 23 anni, a causa della esplosione di un fuoco d'artificio che aveva appena acceso, sono state amputate due falangi della mano destra. Il giovane guarirà in una quarantina di giorni. Gravi anche le condizioni di un bambino foggiano che ha riportato ferite alle testa guaribili in 30 giorni. Numerosi gli interventi dei vigili del fuoco per spegnere cassonetti in fiamme a Foggia e in paesi della provincia, come San Severo e Cerignola. 

IN CALABRIA 22 FERITI, ANCHE RAGAZZO 10 ANNI - Sono ventidue le persone, tra cui un ragazzo di dieci anni, rimaste ferite in Calabria durante i festeggiamenti per il nuovo anno a causa dei botti e di proiettili vaganti. Il maggior numero di feriti sono stati registrati in provincia di Reggio Calabria e Catanzaro. A Villa San Giovanni e Siderno, nel reggino, tre persone sono state lievemente ferite da colpi d'arma da fuoco sparati durante i festeggiamenti. Le loro condizioni non destano preoccupazione. Sempre in provincia di Reggio Calabria vengono segnalati altri sei feriti a causa dell'esplosione dei botti. In provincia di Catanzaro il bilancio è di otto feriti. Due persone, di 46 e 53 anni, hanno subito l'amputazione di una mano mentre un venticinquenne del capoluogo calabrese ha perso un occhio. Altre cinque persone hanno subito delle ferite lievi con prognosi che vanno dai 7 ai 30 giorni. A Crotone un ragazzo di 10 anni si è presentato al pronto soccorso dell'ospedale perché è rimasto lievemente ferito ad una gamba da un proiettile vagante sparato durante i festeggiamenti per il capodanno. A Vibo Valentia il bilancio è di tre feriti di cui un uomo di Soriano ha subito l'amputazione di un dito. In provincia di Cosenza viene segnalato solamente un ferito a Rossano le cui condizioni non destano preoccupazione.

Dragaggio, la telenovela continua.


(NELLA FOTO: I FANTOCCI CREATI DAI PESCATORI, CHE SIMBOLEGGIANO LA MORTE DEL PORTO DI PESCARA)



Non ci sono, purtroppo, le belle attrici di Beautiful o le abbronzate stelle sudamericane del piccolo schermo. La vicenda non è impreziosita dalla avvenenza delle varie Veronica Castro e Grecia Colmenares degli anni '80. Lo stesso Moreno Di Pietrantonio, consigliere dell'opposizione in forza al Partito Democratico, ultimo attore a venire alla ribalta in questo dramma, ha motivazioni più serie rispetto a diventare il Ron Moss della situazione (a dispetto della sua chioma ancora folta).

Per l'ennesima volta, infatti, i pescatori sono costretti ad alzare la guardia: il dragaggio del porto di Pescara non è ripartito. I fanghi sul fondale che non permettono la navigazione rimangono lì dove sono, a dispetto di quanto stabilito precedentemente. In questi giorni dovevano cominciare i lavori, ma sono stati bloccati per ulteriori, non ben specificati motivi di controllo.

Dopo anni di lotte, di proteste, di decine e decine di milioni di euro andati in fumo per l'economia di Pescara, non si vede la parola fine in quella che per colpi di scena e per imprevisti assomiglia ad una telenovela. E nella tradizione delle serie sudamericane, che avevano migliaia di puntate, anche i protagonisti attuali, come si suol dire, "l'hanno tirata per le lunghe". I politici abruzzesi e quelli del governo centrale, volenti o nolenti, non hanno dato una risposta soddisfacente al problema in un gioco di rimpalli, di consultazioni, attribuzioni di competenze, interruzioni volute dalla magistratura.

Moreno Di Pietrantonio stigmatizza così il blocco dei lavori di dragaggio: "Definire tale vicenda Kafkiana è poco. Bisogna senza altri indugi ripulire il porto-canale dai fanghi, consentire ai pescatori di lavorare, chiamare le compagnie di trasporto marittimo per fare in modo di ripristinare in futuro i collegamenti con Spalato".

C'è da aggiungere inoltre che il mercato ittico non lavora da Luglio e che il progetto sponsorizzato da grandi compagnie di far tappa a Pescara, tramite le navi da crociera partenti da Venezia, è saltato proprio a causa dell'incuria del porto.
Andrea Russo