(NELLA FOTO: I FANTOCCI CREATI DAI PESCATORI, CHE SIMBOLEGGIANO LA MORTE DEL PORTO DI PESCARA)
Non ci sono, purtroppo, le belle attrici di Beautiful o le abbronzate stelle sudamericane del piccolo schermo. La vicenda non è impreziosita dalla avvenenza delle varie Veronica Castro e Grecia Colmenares degli anni '80. Lo stesso Moreno Di Pietrantonio, consigliere dell'opposizione in forza al Partito Democratico, ultimo attore a venire alla ribalta in questo dramma, ha motivazioni più serie rispetto a diventare il Ron Moss della situazione (a dispetto della sua chioma ancora folta).
Per l'ennesima volta, infatti, i pescatori sono costretti ad alzare la guardia: il dragaggio del porto di Pescara non è ripartito. I fanghi sul fondale che non permettono la navigazione rimangono lì dove sono, a dispetto di quanto stabilito precedentemente. In questi giorni dovevano cominciare i lavori, ma sono stati bloccati per ulteriori, non ben specificati motivi di controllo.
Dopo anni di lotte, di proteste, di decine e decine di milioni di euro andati in fumo per l'economia di Pescara, non si vede la parola fine in quella che per colpi di scena e per imprevisti assomiglia ad una telenovela. E nella tradizione delle serie sudamericane, che avevano migliaia di puntate, anche i protagonisti attuali, come si suol dire, "l'hanno tirata per le lunghe". I politici abruzzesi e quelli del governo centrale, volenti o nolenti, non hanno dato una risposta soddisfacente al problema in un gioco di rimpalli, di consultazioni, attribuzioni di competenze, interruzioni volute dalla magistratura.
Moreno Di Pietrantonio stigmatizza così il blocco dei lavori di dragaggio: "Definire tale vicenda Kafkiana è poco. Bisogna senza altri indugi ripulire il porto-canale dai fanghi, consentire ai pescatori di lavorare, chiamare le compagnie di trasporto marittimo per fare in modo di ripristinare in futuro i collegamenti con Spalato".
C'è da aggiungere inoltre che il mercato ittico non lavora da Luglio e che il progetto sponsorizzato da grandi compagnie di far tappa a Pescara, tramite le navi da crociera partenti da Venezia, è saltato proprio a causa dell'incuria del porto.
Andrea Russo
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