domenica 28 settembre 2025

Modena - Pescara 2-1: partita decisa da episodi. 1000 splendidi tifosi Abruzzesi hanno sostenuto la squadra


Nella foto: Sersanti esulta dopo il raddoppio. Fonte: Modenacalcio.com


Un Pescara passabile ma non entusiasmante ha perso contro la prima in classifica, in trasferta. Nel primo tempo i biancazzurri hanno avuto il gioco quasi in pugno, legittimando il vantaggio di 1-0.

Nella ripresa un rigore realizzato da Gliozzi ha dato coraggio ai canarini che poi hanno raddoppiato, facendo proprio il bottino.

I goal in sequenza:

al 40' Giacomo Olzer,  nella parte destra ai limiti dell'area di rigore, dimostra di essere il solito uomo-jolly del Delfino: tiro di stecca e palla in buca, come nel biliardo, con il pallone scagliato a discreta velocità e che rimbalzando si deposita nell'angolo opposto, alla sinistra del portiere Chichizola.

Al 52' Gliozzi realizza dal dischetto dopo un contatto tra Gravillon e Sersanti;

Al  58' lo stesso Sersanti raddoppia di testa.

Gli ospiti tentano una reazione, ma nulla di che. I subentrati Merola e Meazzi si fanno notare per qualche buono spunto: proprio al secondo dei due viene negato un rigore all'88', dopo un controllo al Var.

Entrambe le squadre hanno condotto una gara discreta ma senza brillare.

Il Modena si consolida adesso primo in classifica, il Pescara dal canto suo sta dimostrando di avere una sua compattezza e comunque migliora la sua identità, sia come gruppo che come gioco, di partita in partita.

L'appuntamento è per il Primo Ottobre allo Stadio Adriatico con Pescara - Süd Tirol alle  20:30.

Allacciamoci le cinture e godiamoci questo volo attraverso la nuvola sgargiante e colorata della serie B: il campionato è appena incominciato.

lunedì 22 settembre 2025

Pescara-Empoli 4-0: il Delfino si riscopre una corazzata



Nella foto:Andrea Oliveri, autore ieri di una doppietta. Fonte: Pescaracalcio.com


Non ce lo saremmo aspettato, fino alla fine del primo tempo.

La gara fino ad allora era andata avanti contratta. Le due squadre erano state attente a non prenderle e i singoli mostravano una certa fisicità. 

L'unico accenno a quello che sarebbe avvenuto era l'atteggiamento sbarazzino di alcuni ragazzi del Pescara, che cercavano colpi di tacco o passaggi di prima, come a cercare l'effetto e a voler dare spettacolo con un po' di sfrontatezza.

Dal 25' in poi il Pescara è cresciuto e si è reso pericoloso con una punizione di prima di Olzer ben deviato dal portiere, un tiro oltre la traversa di Olzer (ben servito da Tsadjout); ancora allo scadere con il duo Olzer-Tsadjout che cercano di intercettare un cross a pochi centimetri dalla porta.

Proprio quella sicurezza sbarazzina che l'allenatore aveva chiesto ai suoi nel pre-partita, è emersa nella seconda frazione e l'Empoli è sembrato piccolo piccolo di fronte a un Pescara partito male (1 punto nelle prime tre gare), ma che ieri ha mostrato una classe insospettabile. 


Il secondo tempo


Nella foto: Lorenzo Meazzi, autore del terzo goal. Fonte: Pescaracalcio.com


Dopo un bel tiro di 
Valzania, dal 68' si scatena l'inferno: bolide di Oliveri e palla all'incrocio dei pali alla destra del portiere. Passano tre minuti e ancora Oliveri segna a pochi metri dalla porta al termine di una triangolazione in velocità bellissima: 2 a 0 per i padroni di casa.

Il Delfino evoca antichi fasti Brasiliani e l'Adriatico è infiammato dai tifosi, che hanno sospinto la squadra anche quando le cose andavano male nelle prime gare e che hanno mostrato fiducia anche nel primo tempo sullo 0 a 0.

Il subentrato Meazzi si addentra in area, si accentra, si porta dietro due  avversari e segna con un bel tiro sull'angolo destro che si insacca. Tre a zero Siamo all'ottantesimo minuto ma la festa non è ancora finita:

al 92' infatti il subentrato Merola, al limite dell'area, decentrato a destra, lascia partire un bel tiro ad effetto che lascia il numero uno ospite Fulignati senza opzioni: il pallone passa troppo in alto per lui, che non può arrivarci con le mani. E sono quattro.

Il Pescara appare solido e forte, convinto dei propri mezzi.

Dagasso ieri ha giocato da campione, aiutando in tutti i reparti del campo. Tsadjout è forte fisicamente, corre e crea pericoli. Merola ha un talento cristallino e continua a segnare anche in serie B.

Oliveri da giocatore operaio si è trasformato in bomber: che doppietta!

Vivarini sembra aver infuso un senso di forza e di serenità nella mente dei ragazzi.

Tuttavia il campionato è solo all'inizio e per lunghi tratti delle gare disputate finora non si è ancora visto un gioco oliato e completo degli schemi del tecnico.

Molti giocatori sono ancora da recuperare appieno, tra cui diversi nuovi che dovranno lavorare per essere utili alla causa.

Il Delfino ha comunque una rosa lunga e piena di sorprese positive. La sua nave, con cotanto materiale bellico, potrebbe rivelarsi alla lunga una corazzata nei mari della serie cadetta.


domenica 21 settembre 2025

sabato 20 settembre 2025

Foma Fomic al Tranvai - Concerto e LP

Il 29 Settembre alle ore 21:00 verrà presentato il nuovo LP dell'artista Milanese tramite l'omonimo concerto: Foma Fomic al Tranvai.
Il locale si trova in Via Tirano (senza numero civico). È consigliato l'accesso da Via Zuretti per chi giunge in auto.


domenica 14 settembre 2025

Birkir Bjarnason si ritira: un augurio speciale al Vichingo del calcio Italiano




Birkir Bjarnason giunse in Italia nel 2012, ingaggiato dal Pescara neopromosso in serie A. La stagione non andò tanto bene, ma l'Islandese si fece segnalare per la sua versatilità: dava una mano in difesa, correva molto, costruiva il gioco e si inseriva in avanti, spesso di testa, realizzando qualche goal.

L'anno dopo, metà del cartellino fu ceduto alla Sampdoria per un milione di euro. La Sampdoria non fu completamente convinta delle sue prestazioni, a mio avviso sbagliando.

Si andò alle "buste", una sorta di asta con cui si decideva all'epoca a chi dovesse spettare l'altra metà del cartellino.

La Sampdoria scrisse: 0 nella sua offerta, il Pescara 320 000 euro.

In pratica, il Delfino si riprese la metà del cartellino che aveva venduto a un milione di euro per 320 000 euro, registrando una plusvalenza di 640 000 euro.

Fu così che il centrocamposta tornò in Abruzzo, dove nella stagione 2014-2015 sfiorò la promozione in serie A: nella doppia finale la spuntò il Bologna con due pareggi, in virtù del miglior posizionamento in classifica durante la stagione regolare.

Militò in vari altri clubs in giro per il mondo: Basilea, Aston Villa, Al-Arabi, Brescia, Adana Demispor, Viking e infine ancora Brescia.

Prima della prima esperienza in Italia, invece, militò nel Viking, nel Bodø/Glimt e nello Standard Liegi.

Bjarnason ha fatto parte delle migliori formazioni della Nazionale Islandese fino ad oggi: quelle tra il 2014 e il 2018, che si qualificarono al primo campionato Europeo e al primo mondiale della loro storia. 

Agli Europei del 2016 in particolare, i ragazzi di Lars Lagerbäck raggiunsero i quarti di finale arrendendosi soltanto alla Francia, paese ospitante della competizione.

Il Vichingo con la maglia del suo paese ha collezionato in tutto 113 presenze e 15 reti.

Dopo aver smentito il suo ritiro alcune settimane fa, annunciato da varie testate, il biondo centrocampista ha forse dovuto prendere atto che le offerte giuntegli a trentasei anni non sono ai livelli che lui vorrebbe e trovandosi svincolato a campionati già avviati, ha preferito dire basta sul serio.

A mio parere avrebbe potuto calcare i campi di serie A qualche anno in più durante la sua carriera, misurandosi maggiormente in una competizione tra le più prestigiose del mondo.

Tuttavia ha dimostrato nelle coppe europee per club, agli Europei e ai mondiali di essere un giocatore di prima fascia.

Auguri a lui per i suoi futuri progetti. Adattarsi ad una vita diversa dopo quella agonistica non è facile, ma se l'uomo possiede nella vita la grinta che dimostra in campo, se la caverà egregiamente.

I tifosi del Brescia e del Pescara già stanno esprimendo il proprio affetto e i propri auguri.

In bocca al lupo, biondo Vichingo.


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Argomenti: Birkir Bjarnason, calcio, Islanda

L'intervento di Saviano su Charlie Kirk




Roberto Saviano non ha perso l'occasione di dire la sua sulla morte violenta di Charlie Kirk, freddato con un colpo di fucile alla gola, in un post apparso su facebook.

Lo fa anche con una vera contraddizione logica:

"Non ho alcuna empatia con Charlie Kirk, disprezzo ciò che ha detto, ciò che ha fatto, non riesco ad accodarmi al coro morale, che pur rispetto, che dice che qualsiasi vita umana va rispettata, anche quella di un individuo che ha cercato in tutti i modi di sabotare il diritto all'aborto..."

Quindi Saviano non rispetta la vita di chi cerca di salvare vite umane, piccole creature che vogliono diventare bambini e nascere. Già qui emerge l'assurdità del suo discorso. 

Gli dà poi del razzista, del fascista, gli dice di spargere bugie, precisa che Kirk ha accumulato cifre immense (come se lui non avesse fatto soldi a palate con Gomorra, con i suoi libri,  tra una reprimenda contro le destre italiane e conferenze sui palchi con il terrorista Adriano Sofri)

La chiosa dello scrittore Campano non necessita commenti:

"Questo individuo, che diffondeva violenza, non poteva che aspettarsi violenza".

Saviano paragona l'omicidio dell'opinionista Statunitense all'incendio del Reichstag, con conseguenze che permetteranno a Donald Trump di prosperare.

Poteva infatti mancare la solita reductio ad Hitlerum degli intellettuali di sinistra? Lo scrittore di Gomorra non ce l'ha voluta risparmiare.



Nella foto: Saviano col Brigatista Adriano Sofri


Per la cronaca, sui proiettili l'attentatore Tyler Robinson aveva scritto: "Bella ciao", "Fascist", "Catch this" (Prendi questo).

Insomma, per Saviano non merita empatia quel "fascista" di Kirk, si preoccupa che invece Trump ne uscirà rafforzato. 

Pare che ci si sia già scordati che una manciata di mesi fa lo stesso Trump si salvò per miracolo da un altro colpo di fucile e rischiò di fare la stessa fine del giovane influencer.

Facciamo dunque una summa di quello che sostengono Saviano e quelli che la pensano come lui:

quando la vittima è di destra, è lui che semina odio.

Quando la violenza proviene da destra e le vittime sono di sinistra, è la destra che semina odio invariabilmente.

Qualcosa non torna.

Anche Saviano, come Odifreddi e come molti altri a sinistra, non hanno speso nessuna o quasi nessuna parola di condanna per il folle attentatore. Non si sono adoperati ad analizzare i possibili motivi che lo hanno spinto a fare ciò che ha fatto, non c'é stata una condanna su migliaia e migliaia di persone che hanno letteralmente esultato per questa morte. 

È il mondo all'incontrario: chi parla ed esprime idee, si confronta radunando migliaia di studenti e stimolando il loro senso critico è un delinquente.

Un pazzo maniaco che spara per alcuni è quasi un eroe invece, mentre altri come Saviano normalizzano indirettamente la sua azione perchè la persona uccisa "seminava odio" (e non è nemmeno vero) e la vittima fascista e spregevole non meritava compassione; dando retta a questo ragionamento cosa penseranno in molti? Che tutto sommato un soggetto del genere non aveva diritto a vivere.

Questa è la disumanizzazione della sinistra, inclusiva e antirazzista solo se la pensi come lei.

È uno schema già oliato: quando fu scagliata la statuetta del duomo in faccia a Berlusconi, tra i post comunisti e i loro accoliti si disse che il gesto era una conseguenza delle sue parole.

Quando il premier Slovacco Robert Fico beccò delle pallottole in pancia i discorsi fatti dai tg e da molti opinionisti in Italia furono gli stessi.

Bolsonaro fu accoltellato durante la campagna elettorale ma ora se lo sono già scordato quasi tutti. Lo stesso dicasi per Shinzo Abe.

Si tratta di un doppio standard dal fiato corto di quella parte che si dice "progressista" ma che non vuole fare autocritica e che poi si lamenta se vincono le destre.


Pescara calcio: il punto della situazione dopo la terza giornata.


Nella foto: Julian Brandes con la casacca dell'Ajax, la squadra in cui è cresciuto calcisticamente


Ieri pomeriggio il Pescara ha impattato 2 a 2 in casa contro la corazzata Venezia. Nella città del Vate in molti considerano il risultato una mezza vittoria, vista l'apparente scarsa ambizione con cui è stata avviata la stagione.

Parecchi giocatori sono stati presi a pochi giorni dall'inizio del campionato ed alltri all'ultimo giorno di mercato, il Primo Settembre Due difensori, Capellini e Gravillon, sono stati ingaggiati da svincolati alcuni giorni fa (per il secondo sta slittando la ufficializzazione per via di beghe burocratiche).

La società rivendica che questo agire in "zona Cesarini" sia servito a prendere giocatori che altrimenti non sarebbero venuti a Pescara, ma, rimasti ormai senza alternative, avrebbero accettato di abbassare le pretese.

Dall'altro lato si stanno perdendo verosimilmente dei punti preziosi giacché la squadra sta stentando ad amalgamarsi e necessiterà ancora di diverse settimane per mostrare il meglio.

Giungono in soccorso della causa biancazzurra le due pause del campionato di B per via degli impegni delle Nazionali: una è appena trascorsa e la prossima ci sarà a Ottobre.

Inoltre l'allenatore è nuovo e pratica un gioco diverso da quello del suo predecessore Baldini. Questo fattore giustifica la necessità di tempo per la assimilazione degli schemi e degli insegnamenti del Mister ai giocatori.

Nella partita contro i Lagunari il Delfino si è trovato a perdere con due goal di scarto fino a metà del secondo tempo, per poi recuperare anche grazie all'incitamento del pubblico di casa che non è mai mancato.

Olzer ha segnato per la terza volta in tre partite (anche se il goal di Mantova viene ufficialmente considerato una autorete per via di una deviazione del portiere), Di Nardo da subentrante ha dato buone impressioni, Tsadjout ha confermato le impressioni avute nei giorni precedenti mostrando sacrificio e condizione atletica.

La mia personale impressione è che la squadra giocherebbe bene con il 4-2-3-1, avendo tante seconde punte e trequartisti in organico.

Tuttavia Vivarini sa il fatto suo ed è un allenatore esperto e sta virando decisamente sul 3-4-2-1.

Al di là del modulo si notano dei miglioramenti ma il campionato è lungo e tutto è ancora possibile.

Sono molti ancora i ragazzi in organico di cui non conosciamo ancora il potenziale, tra cui il mediano di contenimento Julian Brandes.

Vedremo.

sabato 13 settembre 2025

Pescara vs Venezia: le probabili formazioni


Nella foto: Filip Stankovic, portiere del Venezia. (Fonte: Veneziafc.it)


Sarà forse la giornata dell'esordio di Frank Tsadjout, punta centrale di grande forza fisica e di sacrificio. Negli allenamenti il classe 1999 nato a Perugia è sembrato già in grande forma.

Formazione di partenza del Pescara (3-4-2-1):

Desplanches, 

Brosco, Corbo e Pellacani;

Valzania, Squizzato, Dagasso e Olivieri;

Olzer e Sgarbi;

Tsadjout.


Venezia:(3-5-1-1)

Stankovic;

Schingtienne, Korac e Franjic;

Hainaut, Doumbia, Duncan, Busio e Bjarkason;

Compagnon;

Adorante.

Pescara-Venezia: Le dichiarazioni dei tecnici Vivarini e Stroppa


Nella foto: Vincenzo Vivarini. Fonte: Empoli F.C.

Vivarini: Il Venezia ha un alto tasso tecnico. Per noi è il momento di far scattare la scintilla. Stroppa: è sempre bello tornare a Pescara, ho ottimi ricordi

Appare tranquillo Vincenzo Vivarini. Il periodo di sosta dovuto alle partite della Nazionale con Estonia e Israele ha consentito al Pescara di recuperare il terreno sul piano della forma fisica e dell'assimilamento delle idee di gioco.

Il tecnico, nato nel 1966 ad Ari (provincia di Chieti, a poch e decine di chilometri da Pescara)  ha avuto così due settimane di tempo per conoscere meglio il gruppo e per cambiare il suo modo di giocare.

"Nel gruppo vi sono elementi di lungo corso, come per esempio Brosco, Pellacani e Cangiano. Il Delfino è abituato a giocare con un 4-3-3 e sta affrontando la transizione al 3-4-2-1, che comporta movimenti molto diversi.

Mister Stroppa tende a far allargare le squadre avversarie per trovare spazi in avanti. Siccome ha elementi di grande spessore tattico ha la possibilità di fare questo. Loro tra l'altro vengono dalla Serie A e hanno una rosa importante.

Occorre molta intensità da parte nostra.

Per quanto riguarda noi, sono contento che il mercato sia finito. Sono appena arrivati due buoni elementi che completano la rosa in difesa (Capellini e Gravillon, ndr) visto che eravamo un po' scoperti in quel reparto.

Per il resto sono contento di poter ora lavorare con un buon gruppo al completo. Dobbiamo essere bravi a far scattare la scintilla, il pubblico capisce che il nostro avvio è stato difficile , visto che Pescara è una città matura dal punto di vista calcistico. Noi della squadra abbiamo la possibilità coi risultati di portare entusiasmo tra i tifosi.

Le vittorie servono molto a portare morale a una squadra giovane che ha bisogno di conferme".



Nella foto: Giovanni Stroppa, tecnico del Venezia

Giovanni Stroppa, che ha allenato il Pescara in serie A quasi ad inizio carriera, si è così espresso:

"Ho ottimi ricordi del Pescara. Fui io a dimettermi, le cose non andavano troppo bene, purtroppo dopo di me andarono peggio. Ho comunque vissuto una buona esperienza, Pescara è una città e un ambiente straordinario per fare calcio. Io venivo dal Sud Tirol in serie C e per me fu una grande opportunità, dopo la quale ho dovuto fare un passo indietro e ricominciare dal basso".

Sul mercato: Sono soddisfatto del mercato, dobbiamo migliorare la condizione e mi aspetto che con la forma fisica si alzi il livello tecnico.

Sulle avversarie candidate alla promozione: 

"In questo campionato equilibrato e difficile, dove tanti giocatori che dovevano andare in A sono rimasti, chiunque può balzare in testa alla classifica. Il problema è restarci, lavorare, diventare forti, avere continuità e resistere fino alla fine".


venerdì 12 settembre 2025

Chi era davvero Charlie Kirk?




Sul profilo facebook di Repubblica campeggia da ieri l' illuminante (si fa per dire) discorso di Massimo Basile.

Ormai come da prassi, quando si spara ad una persona nota che non sia in linea con le idee di sinistra, non si fa una analisi e una condanna delle azioni e del pensiero del criminale che spara. Piuttosto si infanga la vittima.

Su queste pagine online abbiamo analizzato tale fenomeno durante l'attentato a Robert Fico in Slovacchia.

Tuttavia potremmo menzionare le reazioni di giubilo per la morte di Berlusconi, della Thatcher e di Gianluca Buonanno.

Kirk viene definito razzista, omofobo, misogino e tanto altro ancora in questo minuto e mezzo di follia prodotto da Massimo Basile, che aggiunge pure: "Chissà, se si fosse salvato si sarebbe avviato un processo di beatificazione di Charlie Kirk, verso un futuro alla Casa Bianca".



E quindi? Hanno fatto bene ad eliminarlo? Non una parola é stata spesa da Basile in questo intervento contro l'insano gesto.

Non una parola che esprima rispetto per la morte.

Un ragazzo di trentun anni, nel pieno delle forze e delle facoltà mentali, è stato strappato alla vita. Una moglie e due figli piccoli sono rimasti senza di lui.

Numerosi sono anche i commenti sui social di persone piccole piccole che ironizzano o si dicono "indifferenti" con il leitmotiv del: "Visto che rivendicava il diritto a possedere armi, se l'è cercata".

Al di là di qualche provocazione di questo noto opinionista Americano, vi invito a seguire i suoi video, soprattutto se comprendete la lingua Inglese. 

In questi confronti, postati su youtube e sui social, quasi sempre vedi Kirk che contrappone il buonsenso a discorsi sciroccati: 

tra i suoi interlocutori, c'è chi vuole sentirsi un giorno uomo, altro donna, un altro giorno qualcos'altro ancora, al di là della realtà dei fatti;

altri promuovono l'aborto a cuor leggero;

in un altro confronto un ragazzo chiede risarcimenti per gli Afroamericani oggi  per le condizioni di schiavitù in cui tale categoria versava centocinquanta anni fà.

Al di là delle opinioni di ognuno e della condivisibilità delle idee di questo influencer Statunitense, i suoi confronti nei campus universitari erano scambi sempre educati, civili e tutto sommato simpatici e innocui.

Qualcuno gli ha sparato da un tetto e con un colpo solo, da duecento metri, lo ha stroncato.

Un giovane, Tyler Robinson, si sarebbe consegnato alla polizia e avrebbe già confessato.

Attenderemo conferme.

Intanto altri interventi completamente fuori dalla luce della ragione sono stati raccolti dal mainstream, come per esempio quello di Piergiorgio Odifreddi, scienziato ormai diventato opinionista a tutto tondo, che ha scatenato la reazione delle persone in studio:



venerdì 5 settembre 2025

Riflessione di Lorenzo Valloreja su Gaza e sulla situazione politica internazionale.





Ricevo e pubblico una riflessione di Lorenzo Valloreja, esponente politico attivo in vari campi, tra cui l'insegnamento e il giornalismo. 

***


LA VITTORIA MORALE DI HAMAS, L’ALTARE E IL MARE: LUCI DI UMANITÀ NEL BUIO DI GAZA

Così accadde al tempo delle invasioni barbariche; così fu durante l’ultima campagna d’Italia, quando il Papa, a differenza del Duce e del Re, si recò tra le vittime del bombardamento di San Lorenzo. 

Così accade oggi, con la decisione congiunta del Patriarca cattolico di Gerusalemme, Pizzaballa, e di quello ortodosso di Terra Santa, Teofilo, di non abbandonare Gaza; 

e così accadrà domani, in altre situazioni spinose che mostreranno ancora una volta chi è sinceramente vicino al dolore del prossimo e chi lo è soltanto a parole. 

Vere e proprie luci di speranza in un periodo di buio sovraffollato da pazzi e irresponsabili. Accanto a queste figure religiose, ci sono i laici del “Global Sumud Flotilla”, 

che tentano — umanamente e nobilmente — di rompere il blocco navale israeliano al largo di Gaza. 

Un blocco che, da anni ormai, impedisce non solo a Hamas ma anche, e soprattutto, alla popolazione civile della Striscia di ricevere via mare qualsiasi approvvigionamento:

alimentare, sanitario o persino ludico-pedagogico.

Un’azione, quella della “Freedom Flotilla Coalition”, che, se riuscisse, non solo darebbe sollievo agli inermi civili, ma metterebbe anche nel ridicolo tutti gli Stati nazionali che in questi anni non sono stati in grado di compiere nulla di tangibile affinché Israele desistesse dalle proprie politiche (si vedano, a tal riguardo, 

le dichiarazioni agghiaccianti di politici israeliani come Moshe Feiglin, Amit Halevi e Nissim Vaturi). 

Va però precisato: se l’azione dei laici è mossa da puro spirito umanitario, allora è nobile quanto quella dei religiosi e, per quel che mi concerne, va appoggiata senza se e senza ma. 

Se invece fosse realizzata soltanto per motivi ideologici, cioè per il puro gusto di essere — come si dice oggi — “pro-pal” e contro Israele a prescindere, allora mi troverebbe incredibilmente contrariato. 

Perché ciò che rivendico, come intellettuale, in questi periodi di buio, è la possibilità, anzi la necessità, di saper leggere e riconoscere tutte le sfumature. 

Perché, come ricordava il compianto Luciano De Crescenzo, il mondo non è fatto solo di bianco e di nero: nel mezzo c’è il grigio, con tutte le sue gradazioni. 

Capita così che impedire di fatto a due artisti di fama internazionale, tra cui l’israeliana Gal Gadot, di essere presenti alla Biennale del Cinema di Venezia non sia una sanzione atta a colpire chi ha leve a Tel Aviv né a scardinare l’opinione pubblica dei propri sostenitori, ma semplicemente un atto di barbarie o, se vogliamo essere più soft, di cieco tifo da stadio. 

E con la cieca e sterile partigianeria non si può certo andare lontano. Un conto è essere antisionisti, un altro è essere antisemiti. 

D’altronde, se un professore dell’università italiana — non un leone da tastiera, come abbiamo avuto modo di sapere dalla stampa di questi giorni — invita a ritirare l’amicizia su Facebook a tutti gli ebrei, anche quelli “buoni”, che non si dissociano dalle attuali politiche israeliane, poiché, a suo dire, così facendo sarebbero complici di Netanyahu,

significa che la misura della partigianeria nel nostro sistema, con grave colpa dell’attuale esecutivo israeliano, è davvero colma. 

Ma questo non deve indurci a comportarci da trogloditi, per i quali chiunque non la pensi come noi diventa un nemico. 

In altri termini, questo non può essere il tempo delle decisioni irrevocabili: semmai dovrebbe essere quello dei pompieri e dei pontieri, per riportare il mondo, come diceva Battiato, “a quote più normali”. 

Nelle guerre c’è sempre chi vince e chi perde, e una volta tanto mi sento di condividere il “Mentana-pensiero” in toto quando, ospite del direttore Luca Telese, ha detto: 

 «Hamas ha fatto un gioco strategico molto forte. Prima del 7 ottobre della causa palestinese non ne parlava nessuno — oggi in ogni consesso pubblico, culturale, c'è invece un'empatia fortissima verso il popolo palestinese. 

E d'altra parte la reputazione di Israele nel mondo è la peggiore possibile, non c'è Stato più impopolare… una vittoria morale per Hamas… 

Ci sarebbe stato bisogno di tenere conto dell’ondata di antisemitismo che fatalmente si sarebbe sprigionata con un’azione militare dissennata e sanguinosa che siamo costretti a vedere… Se oggi ci fosse un referendum in qualsiasi paese del mondo, prevarrebbe la causa palestinese. Era questo il disegno politico di Hamas... Israele ha risposto e distrutto Gaza ma la “vittoria morale” della guerra è di Hamas.»

Dunque, se Hamas ha vinto ed Israele sta sempre di più perdendo consensi, perché continuare con questa guerra? A chi giova? Chi tra i pro-pal può credere veramente che, in Occidente, chi è per la liberazione degli ostaggi sia contro l’ipotesi dei due Stati in un’unica regione? 

E, allo stesso modo, chi a Tel Aviv può credere che chi sostiene i palestinesi di Gaza sia contro il diritto di Israele a esistere? Ma la domanda delle domande che invito a porre ai lettori è: 

siamo sicuri che contro la Palestina e i palestinesi ci sia solo Israele con i propri alleati, e non anche i tanti decantati Paesi arabi che, quando ne hanno avuto l’occasione, 

non hanno mai favorito la nascita di uno Stato palestinese, ma solo l’espansione territoriale dei propri confini, inglobando terre e popolazioni? 

Quindi, come avrebbe detto Giulio Andreotti a Eugenio Scalfari, «la questione è molto più complessa» di come spesso si dice. 

E la risoluzione della complessità passa esclusivamente attraverso il dialogo e la comprensione delle sfumature, non attraverso la semplificazione e la polarizzazione dei messaggi. 

Questo la Chiesa lo sa, ed è per questo che continua a essere, anche in quest’ultima vicenda, l’unico faro veramente credibile.

Lorenzo Valloreja

lunedì 1 settembre 2025

Finale di mercato con tante novità. Ecco il nuovo Pescara


Nella foto: l'Italiano di origini Camerunensi Tsadjout. Fonte: uscremonese.it


"Niente Lapadula" ma l'organico è completo


Non sono arrivati i Rafia e i Lapadula che i tifosi sognavano.

A dire il vero due grossi calibri come loro avrebbero stravolto la squadra in positivo, proiettandola verso altre ambizioni.

Tuttavia desta curiosità una campagna acquisti/cessioni oculata, molto ragionata, fatta senza fretta e con un occhio a non sforare il budget.  Nelle ultime ore di mercato due sono stati gli obiettivi:

trovare gli uomini giusti per i ruoli rimasti scoperti e alzare la qualità dell'organico. Come al solito Sebastiani e Foggia hanno puntato non sui "grossi nomi" ma su elementi funzionali e in grado di migliorarsi ancora.

Com'è la squadra e che ruolo può svolgere in serie B? Possiamo puntare play off o dobbiamo sperare solo di salvarci?

Su queste pagine online non ci sbilanceremo e il motivo è molto semplice: durante la gestione quasi ventennale ormai di questa dirigenza, ci siamo abituati a tanti nuovi illustri sconosciuti che poi hanno reso oltre le aspettative.

L'anno scorso una squadra apparentemente anonima ci ha stupiti prima con un avvio di stagione e un girone di andata folgoranti, poi con una fase di ridimensionamento e infine ancora con un risorgimento inaspettato che è culminato con la conquista della serie B.

Nella prima fase del mercato abbiamo notato giovani promettenti come il portiere Desplanches, il jolly Oliveri e il trequartista Olzer.

Oggi sono giunti Corazza per la difesa, Caligara per il centrocampo, mentre l'attacco è stato irrobustito dalla acquisizione di 
Okwonkwo e Tsadjout.

Tra le partenze, invece, Ferraris è andato alla Salernitana e Tunjov ha rescisso il contratto.

Non se n'è fatto nulla invece per Sardo, per il quale il Delfino ha avuto un ripensamento al momento della firma, in quanto, forse anche su indicazione del tecnico Vivarini, si è virato sul già citato Caligara che ha più esperienza. 

Ha infatti alle spalle oltre 150 partite tra i professionisti, quasi tutte in serie B, con qualche sporadica apparizione in C e nella massima serie.

Il Direttore Sportivo Foggia ha rivelato che da domani cercherà tra gli svincolati un altro difensore.

Alla luce di questo finale di mercato pieno di suggestioni, il Pescara sembra ora più completo, più dotato fisicamente e i profili scelti hanno in generale un minimo di esperienza.

I tifosi, dopo le prime due partite perse, chiedevano rinforzi. La difesa ha balbettato un po' e il centrocampo a tratti non ha fatto filtro a dovere. Ora però si può dire quantomeno che i ruoli siano coperti.

Ora bisogna dare due o tre settimane di tempo a Vivarini per lavorare con calma ed assemblare un gruppo costruito con un po' di ritardo.

La mia reazione al nuovo allestimento è di grande curiosità. Secondo me il Pescara col passare delle partite migliorerà e vedremo giocate interessanti.

Tutti avremmo voluto i vari Lapadula, Coda e Rafia che i dirigenti avevano inseguito ma che si sono rivelati fuori portata. Tuttavia non è detto che con i ragazzi a disposizione non si possa vedere un gioco divertente e risultati apprezzabili.

Settembre è giunto, le suggestioni e il caldo gradualmente ci lasciano. Da adesso in poi parlerà il campo.

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Argomenti: mercato, Pescara, serie B, Sebastiani, Foggia, Tsadjout, Okwonkwo