sabato 31 dicembre 2011

No ai fuochi d'artificio.

Ogni anno come da tradizione, l'1 e il 2 Gennaio vi riporterò i dati della guerra dei fuochi d'artificio.
C'è chi spara in aria con pistole e fucili per salutare il nuovo anno, c'è chi prende in mano petardi che gli esplodono tra le mani e gli fanno saltare le dita di una mano.
Ci sono anche dei morti.


Ne vale la pena?


Qual'è il vantaggio? Fare rumore e danneggiare l'arredo urbano? Spaventare persone ed animali?


E qual'è lo svantaggio? perdere un braccio, una mano o nei casi più gravi, uccidersi?


Ho riportato anche dei casi in cui, durante feste patronali, fuochisti di professione hanno provocato la morte di qualcuno.


Il sottoscritto, durante la Festa di Sant'Andrea di due anni fa, a Pescara, per poco non è stato centrato da un fuoco d'artificio esploso male. Per fortuna sono giovane e io e il mio amico che stava con me abbiamo avuto la prontezza di riflessi di alzarci in piedi e di scappare a gambe levate.


Un mio avo ci ha perso un occhio, da bambino, assistendo ai fuochi d'artificio. Sua madre tentò di mettergli le vesti sopra la testa col suo abito di fine ottocento, ma il razzo passò sotto la lunga gonna e lo centrò in un occhio.


Ricordo che quando andavo a casa di mia nonna la foto di questo avo con la moglie (se non erro il mio bisnonno)  campeggiava in bella vista appoggiato su un armadietto: lui con la benda da pirata e i baffi arricciati e lei al suo fianco con qualche piuma di struzzo sulle vesti: sembrava il Dottor Ceccarelli che si vede sui tubetti della Pasta del Capitano in versione riveduta e corretta.


E voi, genitori, state attenti a cosa fanno i vostri figli adolescenti, perquisiteli e togliete i petardi dalla loro portata. Io stesso facevo di queste sciocchezze a 12 anni e ora mi rendo conto del pericolo che ho corso.


Un buon anno a tutti voi , senza rischi inutili.

Questo blog compie 4 anni

Questo blog compie 4  anni. Era il 31 Dicembre del 2007 quando mi venne l'idea di aprirne uno. Trovai Blogger, il sito appartenente a Google che consente di creare un blog in maniera del tutto gratuita, con parecchie soluzioni tecniche a disposizione.


Da allora la voglia di tenerlo aggiornato e di scrivere non mi è mai venuta meno, e posso dire che questo spazio online è una piccola opera in divenire di cui vado fiero. Mi ha consentito di esprimere quello che penso e che sento senza censure e mi ha permesso di progredire nell'esercizio della mia carriera giornalistica, già iniziata diversi anni prima.


Un grazie di cuore va a tutti voi lettori, che siete diventati anche abbastanza numerosi nel frattempo. Decine di utenti che quotidianamente hanno voglia di condividere pensieri e idee con me è qualcosa di costruttivo di cui non posso che essere contento.


Buon 2012 a tutti voi.

mercoledì 21 dicembre 2011

Zeman elogia i suoi: "Abbiamo vinto una partita difficile, tutta la squadra mi è piaciuta"

E' soddisfatto e sereno Zeman, quando si presenta nel dopopartita in sala stampa. Il suo Pescara ha domato la coriacea Sampdoria, molto ben messa fisicamente, che però non ha fatto valere il suo alto tasso tecnico, sia all'Adriatico che nell'arco delle 19 partite precedenti.



"Era una partita difficile, le squadre si sono annullate fino a metà del secondo tempo". sostiene il boemo.


"Noi non abbiamo concesso niente ai loro attaccanti, ma anche loro sono stati bravi ad annullare il nostro gioco. Non riuscivamo a sfondare ma dopo il goal tutto è stato più semplice.


Mi sono piaciuti tutti i reparti, non era facile contro questa Samp. Per un primo bilancio parziale aspetto la partita con la Nocerina il 6 Gennaio, dopo la quale si concluderà il girone di andata.

Qualcuno diffonde la notizia che il centrocampista Marco Verratti è richiesto proprio dal club genovese, ma Zeman taglia corto:

"Non ne so niente, non mi occupo di mercato".

Iachini, tecnico della Sampdoria, stigmatizza così l'incontro: "Sapevamo che giocare all'aAriatico era difficile, il Pescara è capace di variare le sue soluzioni di attacco in maniera incredibile, è velocissimo e difficile da contenere. Eravamo riusciti per buona parte della gara a tenere a bada i suoi attaccanti, e nel secondo tempo ho cambiato la posizione di Palombo e l'assetto tattico perchè soffriva l'aggressività di Verratti. Il nostro limite è stato quello di non saper concretizzare il gioco che veniva costruito dal centrocampo.


Il tecnico blucerchiato crede ancora nella serie A: "Credo in una rimonta, non potrebbe essere altrimenti, abbiamo giocatori importanti come Palombo, che dovrebbe restare con noi fatte salve delle proposte economiche "indecenti". Dovrebbero arrivare a Gennaio anche dei rinforzi, per cui centrare l'obiettivo dei play off non è impossibile, visto che siamo a pochi punti dalla sesta in classifica".
Andrea Russo
per la testata giornalistica online Abruzzoblog.it

Sansovini illumina il Pescara: l'undicesimo centro dell'attaccante romano regala al Pescara tre punti importanti

"Due squadre in trincea": questo potrebbe essere il titolo della gara di ieri, se si trattasse di un film. Per oltre 70 minuti Pescara e Sampdoria si sono annullate, combattendo a centrocampo pallone su pallone. Una Sampdoria arcigna ma prevedibile ha contenuto il pericoloso attacco biancoazzurro, ma dall'altro lato un'insolita difesa locale, rivitalizzata da un'ottimo Capuano, ha tenuto a bada gente come Bertani e Foggia. Dopo il bel goal di Marco Sansovini al 68', la gara si è poi fatta avvincente e il Pescara è andato vicino al raddoppio diverse volte, meritando alla fine la vittoria.



All'11' Sansovini si rende pericoloso con un tiro direttamente dal calcio d'angolo, mentre al 17' Immobile al termine di una bella triangolazione, è impreciso nel tiro. Al 21' è ancora il Pescara a rendersi pericoloso, ma il colpo di testa di Kone, imbeccato dalla sinistra da Balzano, è impreciso.


La Samp si rende pericolosa solo al 52', con una bella punizione dai 25 metri di Palombo, che sfiora il goal.


Al 68' il Pescara va in vantaggio: bellissima verticalizzazione di Verratti per Sansovini, che supera con uno scatto velocissimo il portiere avversario Da Costa e va in rete.


Il Pescara sembra essersi sbloccato: andrà vicinissimo al raddoppio almeno 4-5 volte. Lorenzo Insigne, galvanizzato dal goal del compagno, mette in crisi la retroguardia avversaria, impeccabile fino a pochi minuti prima. La Samp si sbilancia un po' per recuperare lo svantaggio, ed è proprio il folletto campano a tentare, dal dall'out di destra a 35 metri dalla porta, un bellissimo pallonetto con Da Costa fuori dai pali: il pallone finisce di poco sopra la traversa.


Poco dopo Immobile supera in velocità il portiere blucerchiato, ma è poco lucido per via della stanchezza e calcia male, non centrando la porta. Il Pescara agisce di rimessa, e i suoi attaccanti scattano sempre in posizione regolare, bruciando in velocità la difesa: ancora Immobile va al tiro dopo una progressione spaventosa, ma il suo tiro è impreciso.


Il Pescara porta a casa tre punti contro un'avversario tutt'altro che facile, che però non valorizza appieno le sue individualità. Il team di Zeman è ora quarto in classifica, con 36 punti in venti partite. Non male davvero.
Andrea Russo
per la testata giornalistica Abruzzoblog.it

domenica 18 dicembre 2011

Il nostro vittimismo borbonico

Domani c'è Pescara Sampdoria, padroni di casa in cerca un rilancio
Il Pescara cerca un rilancio nella partita interna contro i blucerchiati della Sampdoria, dopo un calo di rendimento e di risultati seguito ad una striscia di 5 vittorie consecutive. Ora il club abruzzese è quinto in classifica. I genovesi, nonostante l'organico di prim'ordine di cui dispongono, stanno deludendo e sono a metà classifica. Occhio però a non sottovalutarli: hanno tutti i mezzi per risorgere da un momento all'altro. Partita di Pescara a parte, non è da escludere che con 3-4 acquisti ad hoc (cosa che sicuramente il presidente Garrone farà), la Samp possa essere la probabile autrice di una scalata in classifica fino al secondo-terzo posto o almeno fino alla zona play off.


C'è da segnalare tra la stampa di settore e una parte dei tifosi un po' di vittimismo.


Addirittura si è arrivati ad affermare che il Torino, che ci ha battuti 4 a 2 bucando la nostra difesa di burro, ha vinto immeritatamente e che l'arbitro ha commesso degli errori.


La ruota gira, e se è vero che il Delfino quest'anno ha subito dei torti arbitrali, è altrettanto vero che l'anno scorso è stato beneficiato da diverse sviste: due rigori non dati agli ospiti nella gara interna Pescara-Frosinone, con 6 generosi minuti (poi diventati sette) di recupero durante i quali i biancoazzurri segnarono la rete del pareggio. Da ricordare anche il rigore inesistente, sempre nella scorsa stagione, dato su Sansovini nella partita Pescara-Varese: l'ottimo attaccante romano si incaricò anche di battere dal dischetto e il Pescara vinse 1-0 proprio grazie a questo regalo arbitrale involontario.


Si potrebbe addurre un altro esempio del nostro vittimismo un po' borbonico. C'è infatti una tendenza in Italia: chi sta più a Nord spesso si sente più evoluto di chi sta più a sud. In base a questo principio nelle partite tra Verona e Pescara disputate in serie C alcuni anni fa volarono insulti razzisti da parte dei veneti.


I nostri commentatori sportivi giustamente mostrarono tutto il proprio sdegno.


Nessuno ricordò però il fatto che, nelle diverse partite in cui in passato abbiamo affrontato squadre più a sud di noi il nostro tifo organizzato ha intonato cori poco belli; contro la Salernitana e il Foggia il motto fu: "e Salerno-Foggia dov'è? Africa la la la". Contro il Napoli la performance vocale della curva si concretizzò in un caldo: " Vesuvio bruciali tutti".


Quando si prova un grande amore per la squadra della propria città, anche degli ottimi giornalisti che agiscono in buona fede, certe cose le dimenticano. Pazienza.
Andrea Russo
per la testata online Abruzzoblog.it

sabato 17 dicembre 2011

L' Italia ha iniziato a ribellarsi alla prepotenza di Francia e Germania



Fino a poco tempo fa il nostro centro-sinistra aveva un pallino nella politica estera: rincorrere l'asse franco-tedesco anzichè quello anglo-americano. Francia e Germania erano i professorini da cui dovevamo imparare.

Tutti erano meglio di noi, l'Europa era un'istituzione indiscutibile e inattaccabile che ci instradava, ci coccolava e ci dava bastonate al momento necessario.

Finalmente ci si è svegliati, non solo a sinistra, in Italia.


Ci siamo resi conto che stavamo dando la sovranità monetaria prima e politica poi a un'Unione Europea che non regge, sgangherata nelle sue istituzioni e nei suoi rappresentanti.


Gli Italiani debbono sottostare alle decisioni di persone che loro non hanno votato e nemmeno conoscono. Se i popoli Europei votano infatti i loro parlamentari dell'Unione,


non possono però sceglierne il presidente,

come avviene nei rispettivi paesi.


Ovviamente non è tutta colpa dell'Europa se le cose vanno male da noi, ma è un dato di fatto che i nostri governanti italiani abbiano mostrato debolezza e non abbiano fatto sentire la propria voce.


Grande è stata la mia soddisfazione quando ho sentito ieri in Parlamento prima Bersani e poi Alfano scagliarsi contro il direttorio franco-tedesco e la politica dell'U.E.


Al "Non accetteremo più un direttorio Franco tedesco"  del Pd


ha fatto seguito il discorso di Angelino Alfano:


"Non vogliamo più che l'Europa sia governata unilateralmente da Merkel e Sarkozy al posto della Commissione Europea, e in futuro ci faremo sentire la nostra voce per non essere sopraffatti dagli interessi egoistici dei loro stati. L'Europa non è inattaccabile, non è il bene supremo. E quando ci diranno: ce lo chiede l'Europa, ovvero Francia e Germania, diremo no e ci opporremo"


Finalmente!

venerdì 16 dicembre 2011

Riguardo alla manovra salva-Italia

Il governo Monti ha dissanguato gli italiani senza che ce ne fosse bisogno. Ha toccato diritti acquisiti riguardanti le pensioni, non ha previsto niente per le persone che hanno lavorato 15-20 anni e poi a 50 anni hanno perso il lavoro, senza la possibilità di giungere all'età pensionabile.
Ci hanno detto altre tre volte prima del "salva-Italia: "stiamo per fallire, dobbiamo tassarvi" con le manovre degli anni 90 di Dini, Amato e Ciampi.


Il nuovo premier non eletto dal popolo ha adottato misure recessive, perchè comprimono i consumi, fanno aumentare i prezzi e mettono in ulteriore difficoltà le imprese:


-Mancata rivalutazione delle pensioni al di sopra dei 1400 euro lordi
-Aumento delle accise sui carburanti
-Aumento dell'Iva
-Aumento dell'Ici e rivalutazione del valore degli immobili
-Tassa di trenta euro circa per ogni estratto conto in conti correnti superiori ai 5000 euro
-Aumento delle aliquote fiscali per i commercianti e le imprese individuali e familiari, anche quelle che guadagnano molto poco


ed altro ancora.


Mario Monti ha  però promesso: "dopo le tasse, penseremo allo sviluppo dell'economia".


E' come se io dessi due pugni ben assestati a qualcuno; poi lo rimetto in piedi e gli dico: non ti preoccupare, adesso ti porto in uno dei migliori ospedali!


Nelle precedenti manovre il governo di centrodestra, (che non voglio in questa sede difendere) aveva raccolto più soldi senza gravare gli italiani di tali sacrifici, con misure alternative e tagli alla spesa pubblica.


Se davvero fosse il nostro debito pubblico il problema della crisi dei mercati, saremmo già falliti: i 25 miliardi di Monti non sono nulla di fronte a un debito che oscilla tra i 1800 e 1900 miliardi di euro.
Anche la Francia ha un debito pubblico piuttosto alto, la Germania un po' meno, fuori dall'euro Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone hanno un debito enorme.


C'è anche da dire però che in Germania,  Stati Uniti e Gran Bretagna  ci sono banche in difficoltà mentre i nostri istituti di credito non hanno nessun problema.
Altrove si è investito in titoli tossici e si sono fatte speculazioni finanziarie spericolate, mentre da noi no.
Altrove si è investito meno in beni sicuri, come la casa, mentre gli italiani sono il popolo europeo con più beni immobili.


Il vero problema dunque non era  nè l'Italia nè Berlusconi.


Non è vero neanche che aumentare le tasse è necessario, perchè basterebbe colpire l'evasione fiscale e ridurre gli sprechi.


In quanto all'equità sbandierata dal nuovo premier, è avvenuto l'esatto opposto perchè hanno pagato anche i più poveri inutilmente.


La crisi europea non ha accennato a smettere dopo la caduta del governo precedente e l'Europa non ha dato segni di ripresa dopo la manovra Monti.


Ora in Italia c'è da fare ciò che non è stato fatto prima


-Abbiamo sbagliato ad accettare un cambio lira-euro che non ci conveniva, che ha ucciso il nostro sistema produttivo e che conveniva solo alla Germania.


-Abbiamo sbagliato ad accettare in silenzio l'egida di Francia e Germania che pretendevano di darci delle lezioni


-Abbiamo sbagliato insieme al resto d'Europa, ad unire le economia prima dei popoli senza averli nemmeno interpellati prima, i popoli.


-I nostri governanti non sono stati in grado di fare una programmazione industriale degna di questo nome: l'euro ha garantito minori interessi sul nostro debito, ma la lira svalutata garantiva una produttività industriale competitiva, perchè inglesi, americani e tedeschi compravano la nostra merce a poco prezzo,grazie a una divisa più forte.


-L'aumento dei prezzi in Italia ha ridotto i consumi, come li ha ridotti la successiva crisi internazionale del 2008. Numerose aziende con la nuova divisa sono fallite, molti imprenditori hanno spostato le fabbriche e i relativi posti di lavoro in paesi come la Romania e la Cina.


-I nostri politici non hanno fatto nulla per evitare il declino del settore secondario: non hanno detassato le imprese, non hanno attuato politiche protezionistiche introducendo dazi sulle importazioni (nè imponendo all'U.E. di farlo ), non hanno puntato su una industria ad alto livello tecnologico che non avrebbe sofferto la concorrenza dei paesi emergenti.


In molti casi, invece, i nostri governanti hanno fatto l'esatto opposto: hanno incoraggiato gli imprenditori ad investire nei paesi emergenti, garantendo talvolta in prima persona davanti alle loro autorità locali.


Ora c'è bisogno di invertire la rotta:


- meno tasse ai più poveri,


- meno tasse agli imprenditori, che creano posti di lavoro,


- riduzione degli sprechi,


-ottimizzazione dei servizi pubblici e degli apparati burocratici


- lotta all'evasione fiscale,


-una politica industriale  programmata e adatta alla nostra nuova valuta,


-tassazione delle rendite finanziarie,


-far sentire la voce dell'Italia in ambito Europeo dopo il fallimento degli arroganti professorini franco-tedeschi, studiare misure attrattive per gli investimenti e la creazione di posti di lavoro dall'estero verso il nostro territorio con misure ad hoc:


-detassazioni,


-zone franche,


-decremento dell'iva,


- creazione di nuove infrastrutture,


-investimenti sulla formazione nei settori di alta tecnologia,


-stop all'assistenzialismo con soldi pubblici per le imprese non più al passo coi tempi e incapaci di essere competitive,


-stop all'erogazione di fondi per la creazione d'imprese, che in teoria sarebbero cosa buona, ma in pratica vanno quasi sempre dispersi per colpa di perversi clientelismi.


-stop ai numeri chiusi: liberalizzazioni nelle professioni notarili, delle farmacie, edicole, taxi e altro ancora


-stop agli atenei in cui i professori fanno quel che vogliono, licenziamenti più facili nella pubblica amministrazione per casi di manifesta inadempienza o illegalità.

venerdì 9 dicembre 2011

Anticipata la non convertibilità delle lire

Poche ore dopo l'uscita del precedente articolo, è stata ufficializzata la non convertibilità delle lire. E' stato confermato pertanto l'intento del governo Monti, che grazie a questo stratagemma incasserà una non trascurabile cifra da mettere in bilancio all'interno della manovra salva-italia. Il provvedimento è già effettivo, mentre altri provvedimenti del "pacchetto" sono ancora al vaglio del parlamento e degli schieramenti politici.

mercoledì 7 dicembre 2011

Lire, si può cambiarle entro il 28 Febbraio

Nota bene: il giorno  stesso della pubblicazione dell'articolo è entrata in vigore la disposizione del blocco delle operazioni di cambio, come ho scritto nel post successivo.
Prima di fare commenti affrettati, leggete quanto ho scritto nell'articolo successivo.

1936,27 lire. Fu questo il valore stabilito per l'euro nel momento del passaggio dalla vecchia valuta nazionale a quella europea. Dopo un periodo di doppio corso euro-lira, quest'ultima è stata deposta quale moneta ufficiale dello stato italiano, sebbene teoricamente (ma di fatto non è così semplice) la legge consenta di pagare merci e servizi con mezzi alternativi rispetto alla divisa ufficiale, come ad esempio il baratto, lo scambio di servizi o prestazioni, gli scec. Indimenticato resta il simec, una specie di buono che permetteva di fare acquisti a condizioni vantaggiose. Alcuni commercianti si fanno pagare in lire, forse per farsi pubblicità o perchè sanno che si possono ancora cambiare.

 E' proprio questo il punto. Fino al 28 Febbraio, le lire si possono ancora convertire in euro andando in una filiale della Banca d'Italia. Lascia perplessi il modo in cui nei tg di oggi, mentre si commentava la vicenda di un azniano signore che ha cambiato 700 milioni delle vecchie lire, si sostenga che dal 5 dicembre non si possa più farlo per via del Decreto Salva-Italia di Monti.

1: il Decreto "SalvaItalia" non è stato pubblicato ancora sulla Gazzetta Ufficiale, per cui, quand'anche contenesse la disposizione di invalidare il cambio delle lire, non è ancora in vigore.

2: fonti provenienti dalla Banca d'Italia assicurano che probabilmente il decreto in questione lascerà le cose invariate, per cui permane la data di scadenza per il cambio lire-euro del 28 Febbraio, come è riportato sul sito dell'ente www.bancaditalia.it/bancomonete/cambiolire/Cambio_Banconote_Lire.pdf

Alcuni pensano di conservarne una quantità modica, o per un fatto affettivo o perchè pensano che un giorno valranno qualcosa. E' bene sapere però che le monete metalliche in lire non avranno mai valore, a detta dei numismatici, in quanto una moneta ha valore collezionistico quando è rara e/o è ben conservata.
La 500 lire colore argento che conteneva un errore, ad esempio ha un certo valore. Esistono invece sesterzi romani che valgono pochi euro perchè sono diffusi.

Per quanto riguarda le banconote da 500 000 lire, forse esse un giorno avranno un valore perchè meno diffuse delle monete. Probabilmente conviene però cambiare anche quelle perchè è dubbio pensare che tra 40 o 50 anni abbiano un valore equivalente alle 240 e oltre euro odierne.

E' da ricordare inotre che le 50 e le 100 lire "micro" non sono più convertibili, mentre lo sono le 50 e le 100 lire degli anni 90'-2000' con la testa di Dante sul retro, come lo sono le 10 e le 20 lire.

Le filiali della Banca d'Italia fanno servizio di sportello per il pubblico nei giorni feriali dalle 8.15 alle 13.30 dal lunedì al venerdì.

La lira dunque ci sta facendo un'ultimo regalo: l'opportunità, per qualcuno, di recuperare un po' di denaro utilizzabile.
Andrea Russo

lunedì 5 dicembre 2011

Iannascoli: niente drammi, siamo ancora gli stessi. Alfageme: che bello tornare a Pescara.

Danilo Iannascoli, da molti anni speaker allo stadio ma ormai imprenditore nonchè socio e amministratore delegato della Delfino Pescara, stigmatizza la partita: "Onore al Grosseto che con due soli tiri in porta è riuscito a vincere la gara; sul secondo goal, diciamolo, è stato bravissimo Sforzini che ha compiuto un gesto tecnico notevole. Noi non meritavamo la sconfitta perchè abbiamo attaccato molto e sprecato altrettanto. Non fa niente, può succedere, sono convinto che proseguiremo con la bravura e la grinta che ci ha caratterizzato finora".


Luis Maria Alfageme, che qualche anno fa ha giocato nel Pesacara in serie C, racconta le proprie emozioni:
"Sapevamo che sarebbe stata dura perchè il Pescara è una grande squadra, serviva un'impresa e ci siamo riusciti. Siamo stati bravi nelle ripartenze e abbiamo ottenuto il massimo. Tornare qui è sempre bello, è una bellissima città, ho degli ottimi ricordi, sia per quanto riguarda il lavoro che i rapporti instaurati con la gente del posto.
Andrea Russo

Un Pescara confuso e deconcentrato perde in casa col Grosseto


Un Grosseto cinico capitalizza al massimo le uniche due occasioni della partita e porta a casa il risultato pieno, espugnando l'Adriatico. Dall'altra parte il Pescara più brutto della stagione, confusionario e con la testa altrove, rimedia una figuraccia di fronte al proprio pubblico.


Eppure all'inizio sembra mettersi bene per i delfini: entrambe le squadre, probabilmente facendosi condizionare dall'insolito clima primaverile, irreale per il 3 dicembre, scendono in campo con le gambe molli, e il Grosseto soprattutto da l'idea di dover soccombere facilmente.


Il Pescara , nel mezzo di una serie di goals clamorosamente falliti, va a segno al 22' con Sansovini che raccoglie un bel lancio dalla sinistra di Gessa: tiro al volo in mezza rovesciata, il portiere Narciso intercetta ma non ce la fa a bloccare, e la palla si insacca alle sue spalle. Un goal bellissimo che porta il Pescara in vantaggio.


Al 40', però, la difesa biancoazzurra non fa scattare il fuorigioco e Alfageme, (uno degli ex della gara come Sansovini ed Immobile del resto) si trova tutto solo di fronte al portiere Anania in area di rigore, lo supera e segna a porta vuota.


Si ci aspetta una strigliata da parte di entrambi gli allenatori e un secondo tempo pù vibrante: macchè.


Il toscani continuano con la tattica "catenaccio e contropiede", sebbene siano tutt'altro che arcigni, e i marcatori danno l'impressione di alzare bandiera bianca nel caso un attaccante un po' più determinato spinga il piede sull'acceleratore. Nel bel mezzo di quella che sembra una rilassata sgambata tra amici in spiaggia piuttosto che una partita di serie B, ecco, intervallato da una serie di tentativi goffi del Pescara, l'affondo di Sforzini: all'80' raccoglie un lungo cross partito dalla difesa, e dalla sinistra, sulla trequarti, lascia partire un gran pallonetto che si insacca alle spalle del portiere Anania.


La partita si conclude sull'1-2 per il Grosseto. Anche Zeman, fin qui bravissimo nel portare in alta classifica il delfino, ha le sue responsabilità: non ha intuito il calo psicofisico dei suoi prima della gara, non è riuscito ad ottenere un a reazione nel secondo tempo dopo il faccia a faccia negli spogliatoi. I cambi da lui attuati inoltre (Maniero per Sansovini e il terzino Petterini a centrocampo al posto di Nicco, hanno creato ulteriore confusione: anche gli allenatori bravi ogni tanto sbagliano.
Andrea Russo

giovedì 1 dicembre 2011

L'Europa delle banche non piace a nessuno

Appare ormai chiaro che i popoli dell'Europa Occidentale, interpellati riguardo alla permanenza in Europa e nell'euro, abbiano decretato il loro consenso alla fine di questa esperienza.
Da quando è entrato in vigore l'euro, almeno per i paesi del blocco occidentale non si sono visti grandi benefici, e probabilmente nella bilancia dei pro e dei contro questi ultimi prevalgono, nell'andamento dell'economia.


Si è voluta attuare, in maniera arruffona e controversa, un'unione di stati che parte prima dalla moneta e dall'economia e poi dall'interscambio tra le varie identità culturali. Si sono così messe insieme una Grecia disastrata e ancora un po' bizantina con la Germania e l'Olanda mitteleuropea, paesi dell'ex blocco occidentale ed altri dell'ex patto di Varsavia che ancora non possono cancellare il loro passato, dato che troppo forti sono le caratteristiche pregresse nella cultura, nell'impostazione delle istituzioni e nella mentalità della gente per poter essere cancellate in venti anni.


Abbiamo oggi nella stanza dei bottoni di Bruxelles personaggi non eletti,. tecnocrati distanti da una base elettorale a cui rendere conto, per lo più paladini delle banche che poco conoscono le vicissitudini locali delle popolazioni europee, Stiamo parlando di persone che preferiscono analizzare resoconti, controverse statistiche piuttosto che vedere con i propri occhi la realtà dei fatti. Ecco perchè si sono fatti prendere per il naso da un Papandreou che ha contraffatto i conti statali della Grecia per entrare nell'Euro.


Persone che senza mezzi termini si spera vengano spazzate via in favore di politici democraticamente eletti e responsabili.


Se in un governo nazionale vi sono rapporti tra alta politica e alta imprenditoria, questa relationship perversa in europa si acuisce e si fa più elitaria, visto le dimensioni più ampie in cui la partita si gioca.


Oltre ai connubi finanza-politica gli europei devono fare i conti con i personalismi delle politiche nazionali, con Francia e Germania a farla da padrona per avere leggi e disposizioni più favorevoli e l'Italia con l'Inghilterra (ancora sovrana monetariamente) e qualche altro stato a cercare di ritagliarsi un posticino al sole.


A dire il vero, di sole in questa situazione congiunturale nebbiosa non se ne vede. Vediamo affannarsi politici e banchieri che dopo aver combinato disastri, aver fatto crescere i prezzi in mezza europa, aver fatto crollare il tessuto industriale in favore di operai rumeni e cinesi malpagati, che non si arricchiranno, adesso fanno pagare i propri errori con tagli e aumenti di tasse ai popoli nazionali.


Perchè vengono eseguite tassazioni ridicole alle rendite finanziarie e enormi carichi all'economia reale, che crea invece posti di lavoro e arricchisce il popolo e non pochi speculatori?
Perchè si lascia che trasmigrino fabbriche Italiane, Francesi, Tedesche, Inglesi in Romania senza porre regole a tutela dei lavoratori rumeni, sfruttati, malpagati, senza garanzie sindacali effettive come il nostro limite massimo 8 ore di lavoro al giorno?


Perchè non si impone un salario minimo di 500 euro anzichè 180-250 euro? Si migliorerebbero le condizioni di quella povera gente e nel contempo si renderebbe meno attrattivo lo spostamento delle industrie e la perdita di lavoro di operai occidentali, come quelli italiani.


L'Europa delle banche non piace a nessuno, mentre l'Italia commissariata da un non eletto uomo delle banche
paga il dazio di aver avuto Prodi e Berlusconi quali presidenti incapaci di rimettere in sesto la macchina amministrativa, le finanze pubbliche e il tessuto industriale.


 In sostanza, si procede aumentando le tasse a tutti, non certo solo ai ricchi.


Appare un miraggio dunque una ripresa economica in una situazione in cui si aumenta l'Iva, le imprese pagano tasse alte, e un alto numero di disoccupati e la restante moltitudine di ipertassati non sono in condizione di spendere e di far circolare la moneta.