Fino a poco tempo fa il nostro centro-sinistra aveva un pallino nella politica estera: rincorrere l'asse franco-tedesco anzichè quello anglo-americano. Francia e Germania erano i professorini da cui dovevamo imparare.
Tutti erano meglio di noi, l'Europa era un'istituzione indiscutibile e inattaccabile che ci instradava, ci coccolava e ci dava bastonate al momento necessario.
Finalmente ci si è svegliati, non solo a sinistra, in Italia.
Ci siamo resi conto che stavamo dando la sovranità monetaria prima e politica poi a un'Unione Europea che non regge, sgangherata nelle sue istituzioni e nei suoi rappresentanti.
Gli Italiani debbono sottostare alle decisioni di persone che loro non hanno votato e nemmeno conoscono. Se i popoli Europei votano infatti i loro parlamentari dell'Unione,
non possono però sceglierne il presidente,
come avviene nei rispettivi paesi.
Ovviamente non è tutta colpa dell'Europa se le cose vanno male da noi, ma è un dato di fatto che i nostri governanti italiani abbiano mostrato debolezza e non abbiano fatto sentire la propria voce.
Grande è stata la mia soddisfazione quando ho sentito ieri in Parlamento prima Bersani e poi Alfano scagliarsi contro il direttorio franco-tedesco e la politica dell'U.E.
Al "Non accetteremo più un direttorio Franco tedesco" del Pd
ha fatto seguito il discorso di Angelino Alfano:
"Non vogliamo più che l'Europa sia governata unilateralmente da Merkel e Sarkozy al posto della Commissione Europea, e in futuro ci faremo sentire la nostra voce per non essere sopraffatti dagli interessi egoistici dei loro stati. L'Europa non è inattaccabile, non è il bene supremo. E quando ci diranno: ce lo chiede l'Europa, ovvero Francia e Germania, diremo no e ci opporremo"
Finalmente!
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