Il Nord Italia riserva della fantastiche sorprese glottologioche: ricordo di aver scoperto una volta l'origine nordica di un giocatore del Pescara dal suo: "Dobbiamo fare punti e METTERE FIENO IN CASCINA". La stalla è puzzolente e abitata da animali, ma se le si cambia nome, ecco che una cascina a noi del sud può dare l'idea quasi di un loft.
Stimolante è la variante piemontese del mio amico Karim, che definisce "Picie" l ragazze dai facili costumi. Solo in Piemonte c'è questa variante: nel resto del nord si dice "picio" e sta ad indicare l'attributo virile maschile.
In materia di linguistica nordica, ammetto di essere ancora un "Cinno" (garzone in bolognese)
Picie.
RispondiEliminaIo pensavo fosse internazionale!
"Picio" lo dicono i meridionali che vengono al nord, da noi la pronuncia giusta è "piciu". Molte parole piemontesi finiscono in U come in sardegna.
RispondiEliminaCi sono poi molte varianti alle denominazioni: "Picia marsa" è la zoccola veramente sfondata, "Piciu bastardùn" è accrescitivo di quanto uno possa essere cazzone, "Diu fa d'en piciu" vuol dire "Bedda matre, pure minchione fusti!", o suppergiù.
IL cinno da noi si dice "bocia".
Cia
Prendo appunti
RispondiEliminaQui a Milano si usa anche l'espressione "picio banana" (si pronuncia "piciu banana"), che non ho mai capito cosa significasse nonostante io sia milanese!
RispondiEliminaNautilus