lunedì 13 ottobre 2025

Premio Nobel a Machado: una scelta che lascia perplessi


Nelle foto: 

1: Machado
2: Maduro
3: Chavez
4: Maduro ospite di Erdogan in Turchia
5: Maduro alla riunione dei B.R.I.C.S del 2024


Trump reclamava il riconoscimento per sè. Tuttavia il Nobel alla dissidente Venezuelana sembra proprio un omaggio a lui.


Il 10 Ottobre è stato comunicato a Oslo, dal Comitato del Nobel per la pace, composto da cinque membri scelti dal Parlamento Norvegese, l'assegnazione a Maria Corina Machado del Premio Nobel per la pace

"per il suo lavoro nella promozione dei diritti democratici e per la sua lotta per raggiungere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia in Venezuela".

Complice la scarsa conoscenza della maggior parte della popolazione mondiale sulle vicende del Venezuela, sarebbe facile dare per buona questa versione dei fatti: viene premiata una paladina dei diritti democratici che combatte il malvagio regime comunista Venezuelano.

Chi è più smaliziato ed è abituato a fare la tara verso quello che propinano media e istituzioni e conosce inoltre la politica e la Storia, non si fa gabbare tanto facilmente.

Premesse





Prima di entrare nel cuore della questione, faccio un discorso introduttivo e lo renderò schematico per facilitarne la comprensione.

Il Venezuela di Nicolás Maduro è una dittatura?  

Sì,

stando ai reports delle Nazioni Unite e di Amnesty International.

Si riporta che 200 bambini e adolescenti sarebbero vittima di torture nelle carceri Venezuelane in seguito alle proteste.

In seguito alle elezioni del 28 Luglio 2024, una forte repressione si sarebbe scatenata: 25 persone uccise, 2200 arrestate, mentre oltre a 15 sparizioni prese in esame nello specifico da A.I, la stessa associazione valuta che in realtà le persone prelevate in segreto potrebbero essere centinaia.


Il Venezuela, come Cuba e a fasi alterne diversi altri paesi del Sud e del Centro America, ha abbracciato il socialismo come reazione al colonialismo e allo sfruttamento delle sue risorse da parte degli Stati Uniti? 

Sì.

Chi ha appoggiato i sanguinari regimi di Pinochet, di Batista e quelli Argentini e Brasiliani degli anni '70 e '80?

Gli Stati Uniti.

Alla luce della precedente risposta, gli Stati Uniti hanno favorito una genuina instaurazione della democrazia nell'America Latina?

No.

Quale diritto hanno gli Stati Uniti di inserirsi con violenza provocando Colpi di Stato, contestando esiti di elezioni in altri paesi sovrani?

Nessuno.

Gli Stati Uniti si ingeriscono indebitamente nelle vicende interne di molti paesi da decenni, agendo su vari livelli, incluso l'intervento militare?


***

Alla luce delle premesse appena esposte, i fatti vanno inquadrati in una maniera più complessa, senza il facile dualismo buoni-cattivi, al quale qualche anima bella ancora crede, ma che va bene al massimo per i cartoni animati Giapponesi degli anni '70.

Chi è veramente Maria Corina Machado?

Nata il 7 Ottobre del 1967 da Henrique, importante industriale dell'acciaio e da Corina, una psicologa, ha studiato in scuole prestigiose a Caracas e negli Stati Uniti, ha conseguito una laurea di ingegneria sempre a Caracas e ha approfondito le sue conoscenze tramite il World Fellows program a Yale nel 2009.

Machado è fondatrice di una Ong di natura politica, la Sumate, che ha ricevuto un emolumento ufficiale dalla National Endowment for Democracy, che a sua volta riceve fondi dal governo Statunitense.

Ecco il documento ufficiale in merito:



Partecipazione ai "Golpe" di Carmona e Guaidò




Nel 2002 Maria Corina Machado ha partecipato a un Colpo di Stato: 
è stata infatti firmataria del Decreto Carmona, dal nome del nuovo presidente golpista autoproclamatosi che, scalzando con la forza il presidente eletto Chavez, sciolse il parlamento dando vita a un nuovo corso, sulla carta transitorio.

Si calcola che sei milioni di Venezuelani scesero in piazza e in 48 ore l'operazione fallì.

Bisogna specificare che in quel periodo Chavez era molto popolare per via delle sue politiche sociali di successo: tra le varie misure messe in atto, redistribuì una parte dei terreni agricoli ai contadini poveri e migliorò l'accesso alla istruzione e alla sanità. 

In seguito il consenso verso il leader socialista scese a causa di una economia troppo dipendente dall'export del petrolio e mal strutturata per una produzione interna di vari prodotti.

Di certo, le sanzioni Americane non aiutarono.

Per non farsi mancare nulla, Machado ha anche appoggiato il "Golpe" di Guaidò, che, contestando l'esito delle elezioni del 2018, si autoproclamò nel 2019 presidente, fallendo anche lui nell'intento. 

Sia Carmona che Guaidò erano fortemente supportati dagli States.

Ambasciatrice  per conto di Panama

Nel 2012 Machado ha perso il suo seggio da deputata del parlamento Venezualeno per violazione degli articoli 149 e 191 della Costituzione vigente, introdotta nel 1999.

Ciò fu dovuto alla sua accettazione dell'incarico di "ambasciatore supplente" di Panama presso l'Organizzazione degli Stati Americani.

Durante una conferenza stampa, Il presidente del parlamento Diosdado Cabello menzionò l'articolo 149: l'Assemblea nazionale deve "autorizzare i funzionari pubblici ad accettare incarichi, onori o ricompense da governi stranieri". 

Allo stesso modo, il Presidente dell'Assemblea spiegò che l'articolo 191 della Costituzione "stabilisce che i deputati all'Assemblea nazionale non possono accettare o ricoprire cariche pubbliche senza perdere il loro incarico".

Partecipazione ed esclusione dalle Presidenziali del 2024: la condotta arbitraria del regine di Maduro

Ad onor del vero, anche quando la Machado  ha tentato di correre alla carica presidenziale in maniera democratica, è stata esclusa senza valide motivazioni, venendo sostituita da Edmundo Gonzalez Urrutia.

La manipolazione dei dati elettorali, insieme al clima di ostracismo perpetrati dal governo sono stati severamente condannati dall'Organizzazione degli Stati Americani.


Svariate associazioni internazionali che monitorano le elezioni hanno rilevato irregolarità nella comunicazione dei dati, oltre a diverse altre violazioni. Il governo Venezuelano ha fatto riferimento ad un attacco hacker che avrebbe creato problemi ai sistemi informatici utilizzati per i dati elettorali.



"Fate guerra al mio paese"




Machado, nell'elogiare Trump, si è detta
"favorevole a un intervento militare per rovesciare il regime di Maduro e, secondo ricostruzioni, avrebbe coordinato con Washington un piano per le prime cento ore successive all’eventuale caduta".

https://www.italiaoggi.it/economia-e-politica/politica-estera/maria-corina-machado-il-venezuela-e-letica-del-dissenso-il-nobel-che-ha-scritto-la-pace-con-le-mani-legate-w97ngczo?refresh_cens



Negli ultimi mesi, sotto la guida di Trump, gli Stati Uniti hanno schierato navi da guerra contro il Venezuela e impiegano 4200 soldati nei pressi delle acque Venezuelane, ufficialmente per combattere il narcotraffico.

Ovviamente, Maduro ha percepito tale manovra come un atto di guerra e afferma di aver mobilitato due milioni e mezzo di persone.




Appare chiaro che, in caso di attacco degli Stati Uniti (come invoca la premio Nobel per la Pace Machado) Maduro tenterebbe di reagire in ogni modo e si scatenerebbe una carneficina.





Conclusioni

Come ho accennato all'inizio, non c'è una lettura univoca. Maria Corina Machado si oppone coraggiosamente ad un leader come Maduro che, man mano che perdeva consensi, ha traghettato il paese sempre più verso un regime. 

La dissidente Venezuelana ha anche esposto delle idee concrete di governo, rendendo pubblico un programma spinto di liberalizzazione economica e di privatizzazioni, inclusa la PDVSA che gestisce il petrolio di Stato.

I suoi metodi di opposizione sono però controversi.


Una leader che vuol convincere uno stato colonialista a invadere e a spargere sangue nel proprio paese non è credibile come premio Nobel per la Pace. 

La sua partecipazione ai golpe, che avrebbero restaurato la democrazia e le libertà individuali (e anche questo è tutto da dimostrare) ma che avrebbero messo il paese in condizione di forte sudditanza nei confronti di Washington, lasciano molto da pensare.


La Commissione Norvegese ha purtroppo perso credibilità nel suo operato con scelte poco attinenti con la realtà.

Ha premiato Kissinger, Obama, l'Unione Europea, Arafat e per ultima la Machado, che con la pace hanno avuto un rapporto ambivalente, non univoco.

Diciamo pure che il Nobel per la pace non è andato a Trump, come aveva richiesto lui stesso, ma non cambia molto. Infatti l'assegnazione del 2025 vuole essere un omaggio a lui, più che al Venezuela.

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