domenica 3 settembre 2023

Il Grande Lebowski: considerazioni a distanza di 25 anni




La percezione dell'arte a volte cambia con gli anni, con gli umori del momento e con le fasi della vita.

Era il 1998 quando questo film uscì nelle sale. Ricordo che andai a vederlo al cinema. Sarà stato il mio stato d'animo del momento poco ben predisposto, sarà stata la mia stanchezza verso la cinematografia americana sempre pronta ad esagerare e ad andare fuori dalle righe, ma il film mi infastidì un poco. 

Lo liquidai come una storia strana e con il gusto dello strambo e del macabro, tra dita mozzate, persone grezze e scapestrate, fricchettoni mezzo punk e mezzo nazisti, John Turturro in versione maniaco che lecca la palla da bowling e così via.

Qualche mese fa mi è tornato in mente questo film che tanto piaceva ai miei compagni di comitiva di allora, che come me avevano diciannove anni.

Ho voluto rivederlo dopo tanto tempo, giusto per confermare le mie vecchie impressioni.

Stavolta però l'Andrea del 2023 ha avuto un impatto diverso col lungometraggio in questione.

Il film è simpatico, leggero, sebbene succeda un po' di tutto e ci siano episodi abbastanza spiacevoli.

Jeff Bridges all'epoca aveva già 48 anni, ma da attore tipico di Hollywood era sempre in grande forma e sembrava più giovane. Inoltre era di bell'aspetto e curato, col visetto pulito delle classi medio alte. Forse fu per questo che i fratelli Coen ci si misero d'impegno, non riuscendoci nemmeno tanto, nel renderlo sgradevole alla vista. 

Aveva i capelli lunghi, la barba folta, era sporco, trangugiava latte in maniera scomposta, sciorinava parolacce a destra e a manca.

Tutto sommato il Lebowski di Jeff Bridges è un pacifista ed ex figlio dei fiori che cerca di appianare ogni tipo di contrasto.

Non si sa come viva e sopravviva nella costosa Los Angeles, visto che non lavora. 

Lebowski si trova suo malgrado invischiato nei guai provocati da altri. Un boss della mala (il sempre ottimo Ben Gazzara), un suo ricco omonimo con una giovane convivente spilla soldi e la sua giovane figlia creano una dinamica di inganni e di estorsioni.

Il Lebowski povero, detto Drugo, viene messo in mezzo ad una storia più grande di lui, mentre lui vorrebbe solo giocare a bowling e bighellonare con i suoi due amici.

Tra questi c'è un Ben Goodman versione scemo di guerra pericoloso. E' un deviato violento provato dalla guerra del Viet Nam con un senso della giustizia tutto suo. Tuttavia non manca di momenti di tenerezza e di debolezza. 

E' una bella trovata: il veterano del Viet nam e il capellone pacifista, più il terzo della comitiva, un giovane biondo e semplicione, sono tutti e tre amici sinceri e inseparabili.

I Lebowski padre e figlia  usano il loro omonimo povero per i loro scopi.

Il proletario straccione e anche un po' fesso è quello che tutto sommato rischia di lasciarci le penne.

La Lebowskina è interpretata da una giovane Julianne Moore, come al solito all'altezza della situazione e molto attraente.

Ella non mancherà di offrirsi al Lebowski straccione, approfittando della sua non  ostentata prestanza fisica, ma per mero tornaconto personale.

I fratelli Coen a tratti creano delle scene oniriche di grande potenza visionaria, con trasvolate all'inseguimento di un tappeto volante sopra Los Angeles e i viaggi tra i birilli animati in cui appare anche Saddam Hussein (gli autori fanno risalire i fatti a qualche anno prima del film, ai tempi della prima guerra del golfo).

Notevole è anche la scena, non frutto di un sogno, della festa nel giardino del boss, in cui dei ragazzi estasiati e belli fanno volare su un improvvisato trampolino per salti una altrettanto splendida ragazza in topless. L'azione si svolge al rallenty con una musica molto particolare e azzeccata.

In quel momento il cinema di Fellini riecheggia in qualche modo tra gli sfarzi edonistici.

E' una storia di cialtroni, sfruttatori e ipocriti, di ricchi e di poveri a confronto, di gente più o meno onesta che viene a contatto con dei delinquenti.

E' un mondo precario in cui poche amicizie e frequentazioni reggono e che viene alleggerito dalla verve comica delle situazioni surreali che via via si creano.

Il film nel finale lascia in bocca un sapore agrodolce e un senso di divertimento. 

Tuttavia, in una storia come questa e nel suo mondo di squinternati c'è poco da stare allegri.

Quanto al sottoscritto, mi sono trovato a rivalutare il film.

Sotto la scorza del prodotto americano pazzoide, il progetto dei fratelli Joel ed Ethan Coen ha una sua coerenza, una sua cifra stilistica e a tratti anche qualche squarcio di raffinatezza. 

Mentre nelle solite "americanate su pellicola" il gusto per la stranezza è fine a sè stesso, ne "Il Grande Lebowski" la bizzarria trova la sua ragione di essere e dà personalità all'opera.





Stucchevole dibattito su poche parole di buon senso pronunciate da Andrea Giambruno

Da alcuni giorni si è aperto un feroce dibattito su poche parole che Andrea Giambruno avrebbe pronunciato, in merito al recente stupro di gruppo di Caivano. Le parole imputate a Giambruno erano all'incirca queste: "se non ti ubriachi, riduci i rischi di venire stuprata".

Già da come era stata raccontata la vicenda, era chiaro già il messaggio. Giambruno non ha certo giustificando lo stupro, ma ha detto solo poche parole di buon senso.

RadioRadio ha postato il video del dibattito oggi ed è venuto fuori che il discorso era stato affrontato non da Giambruno, ma dal giornalista Senaldi e dall'avvocatessa Bernardini De Pace, argomentando in maniera ben più complessa. 

Giambruno aveva solo integrato, con pochissime parole, quello che avevano detto gli ospiti della trasmissione, quasi facendo un riassunto di quanto detto e completandolo.

E Giambruno ha anche lui precisato, come si sente nel video, che non c'è giustificazione allo stupro.

Basta ascoltare il video e se si è minimamente obiettivi, si ci rende conto di quanto sia stucchevole questo dibattito.



sabato 2 settembre 2023

Chi è veramente Alexei Navalny

Lo scomodo recente passato nazista di Navalny di cui i "professionisti dell'informazione" nostrani non parlano



Da attivista filonazista a pupillo delle leadership occidentali, tratteggiamo un ritratto in chiaroscuro di un attivista coraggioso ma controverso


Alexey Navalny viene descritto come un eroe dai media nostrani e anche da parecchie leaderships filo occidentali.

Di certo è stato coraggioso ad opporsi al dittatore Putin, è stato avvelenato sicuramente per motivi politici. Il punto è: sarebbe un leader valido? Putin è un autocrate feroce, ma è anche un politico abile, in grado di rimettere in piedi un paese in pezzi, di far crescere la sua economia in maniera rilevante e di tessere alleanze solide e strategiche.

Navalny è un attivista che brindava all'olocausto, che difendeva i violenti che assaltavano gli immigrati in Russia e che chiamava i Caucasici "roditori" e i musulmani "scarafaggi".

Di chiare simpatie neonaziste, il suo seguito in piazza era pieno di facinorosi di quella ideologia, che è molto presente in Russia. Basta il fatto che sia in galera per farne un martire e un grande leader?


Ecco come viene descritto e come viene insignito da noti leaders e capi di stato Alexey Navalny. Si tratta di un articolo sul sito della Rai.

"Alexei Navalny, attivista dell'opposizione russa che sta scontando la sua pena in una colonia penale dallo scorso febbraio, è stato insignito del premio Cavaliere della Libertà durante l'evento organizzato dal Forum di sicurezza di Varsavia. A nome del detenuto Navalny, il premio è stato ritirato dai suoi collaboratori - Vladimir Milov e Leonid Volkov. Il Premio Cavaliere della Libertà viene assegnato ogni anno dagli organizzatori del Forum di sicurezza di Varsavia - la Fondazione Kazimierz Pułaski. 

Il premio consiste nella consegna al vincitore di una sciabola, una copia fatta a mano della sciabola del generale polacco Kazimierz Pułaski, “eroe dei due mondi”, distintosi nella lotta per l’indipendenza della Polonia e nella guerra d’Indipendenza degli Stati Uniti. In precedenza, tra i vincitori del premio c’erano il magnate dissidente russo Mikhail Khodorkovskij, ex leader polacco Lech Wałęsa, Javier Solana, l'ex presidente lituana Dalia Grybauskaite e l'ex presidente lettone Vaira Vīķe- Freiberga".


Per la cronaca, Khodorkovskij, sebbene punito da Putin per averlo affrontato, è un ex oligarca che cercava di condizionare la politica nazionale e che aveva chiare ambizioni di potere. La sua categoria degli imprenditori rapaci arricchitisi enormemente, approfittandosi delle spoglie della defunta Unione Sovietica non è proprio un esempio di futuro della democrazia. 

Abbiamo visto in che condizioni era ridotta la Russia di Eltsin quando costoro comandavano dietro le quinte e come versa e versava la stessa Ucraina odierna e pre-bellica.

In contrapposizione all'articolo della Rai,

un sito pro-israeliano riporta informazioni un tantinello differenti su Navalny, che dopo qualche anno avrebbe avuto dei "ripensamenti" in merito.


Ecco un simpatico video dove il buon Alexei esaltava il diritto alle armi in Russia e apostrofava simpaticamente i Musulmani. Un vero messaggio democratico e di pace.


Volere un leader diverso da Putin può sembrare un auspicio comprensibile, anche se a questo dovrebbero pensare principalmente i Russi e non la Nato. Alexei Navalny ha coraggio. Non merita la lunga prigionia a cui è stato condannato (19 anni).  Non versa in buone condizioni di salute, Ha subito un avvelenamento molto grave pochi anni fa.

Tuttavia non è un democratico (checchè se ne dica della sua redenzione). Non merita la glorificazione e la mistificazione che se ne è fatta (vedi il premio Sacharov del 2021).

Personalmente non lo vedo come un abile politico in grado di condurre una enorme  nazione complessa e sfaccettata come la Russia verso la democrazia, conservando la sua unità politica e territoriale.

Video: Le colonie estive Neonaziste per ragazzi in Ucraina

Disclaimer: io sono per la integrità territoriale dell'Ucraina in base ai suoi confini effettivi prima del 2022. Supporto gli Ucraini nel loro diritto di vivere in pace e di non subire influenze da parte di potenze prevaricanti come la Russia negli ultimi 20 anni. Quello che per me è importante però è che si dica e si scriva la verità e purtroppo in Italia si fa troppa propaganda in merito. La verità non è mai faziosa e non ha un colore politico.

Questo video del quotidiano Britannico "The Guardian" è di cinque anni fa.

Buona visione.




I finanziamenti Usa all'Ucraina prima dell'invasione Russa



Disclaimer: io sono per la integrità territoriale dell'Ucraina in base ai suoi confini effettivi prima del 2022. Supporto gli Ucraini nel loro diritto di vivere in pace e di non subire influenze da parte di potenze prevaricanti come la Russia negli ultimi 20 anni. Quello che per me è importante però è che si dica e si scriva la verità e purtroppo in Italia si fa troppa propaganda in merito. La verità non è mai faziosa e non ha un colore politico.


Non starò qui a sbugiardare le già flebili bugie sul conflitto in essere in Ucraina. Basti sapere che l'esercito Ucraino veniva ampiamente foraggiato dagli Usa già da diversi anni e anche Trump ha fatto la sua parte. C'è stato un periodo in cui il battaglione Azov ha minacciato di marciare su Kiev se gli aiuti richiesti non fossero arrivati. Vi ricorda qualcosa?


Ecco un articolo de "Il Manifesto del 10 Febbraio 2015, firmato da Manlio Dinucci.

In Ucraina gli Usa inizieranno in primavera l’addestramento e l’armamento della Guardia nazionale: lo conferma ufficialmente il Comando europeo degli Stati uniti, precisando che il programma rientra nell’iniziativa del Dipartimento di stato per assistere l’Ucraina ad attuare «la difesa interna».

Il finanziamento, già autorizzato dal Congresso, viene fornito da uno speciale Fondo costituito dal Pentagono e dal Dipartimento di stato per «fornire addestramento ed equipaggiamento a forze di sicurezza straniere», così che «i paesi partner possano affrontare sfide importanti per la sicurezza nazionale degli Usa». La missione di addestramento in Ucraina serve a «dimostrare l’impegno Usa per la sicurezza del Mar Nero e il valore delle forze Usa schierate in posizioni avanzate». 
 Le unità della Guardia nazionale ucraina, comprendenti secondo stime approssimative 45-50mila volontari, saranno addestrate da istruttori Usa nel campo militare Yavoriv presso Lviv (Leopoli, ndr) a circa 50 km dal confine polacco. La Guardia nazionale, costituita dal governo di Kiev nel marzo 2014 con un primo finanziamento Usa di 19 milioni di dollari, ha incorporato le formazioni neonaziste, già addestrate da istruttori Nato per il «putsch» di Kiev (come mostra una documentazione fotografica su militanti neonazisti addestrati nel 2006 in Estonia). 

I battaglioni Donbass, Azov, Aidar, Dnepr-1, Dnepr-2 e altri, che costituiscono la forza d’urto della Guardia nazionale, sono costituiti da neonazisti sia ucraini che di altri paesi europei. Le atrocità da loro commesse contro i civili di nazionalità russa nell’Ucraina orientale sono ampiamente documentate da video e testimonianze (basta digitare su Google «atrocità dei neo-nazi in Ucraina»). 

Ma, nonostante che Amnesty International abbia accusato il governo di Kiev di essere responsabile dei crimini di guerra commessi da questi battaglioni, gli Usa hanno continuato a sostenerli, fornendo loro anche mezzi blindati. E ora li potenziano con il programma di addestramento e armamento. 

Esso rientra nell’«Operazione fermezza atlantica», lanciata dal Comando europeo degli Stati uniti per «riassicurare i nostri alleati, di fronte all’intervento russo in Ucraina, e quale deterrente per impedire che la Russia acquisti l’egemonia regionale». Nel quadro del crescente dispiegamento di forze Usa nell’Europa orientale, il Pentagono ha inviato «esperti militari per accrescere la capacità difensiva dell’Ucraina» e stanziato altri 46 milioni di dollari per fornirle «equipaggiamenti militari, tra cui veicoli e visori notturni». Washington sta quindi già armando le forze di Kiev che, anche senza ricevere armi pesanti dagli Usa, possono procurarsele con i milioni di dollari messi a loro disposizione.

Mentre Germania, Francia e Italia si dicono favorevoli a una soluzione diplomatica e quindi contrarie alla fornitura di armi a Kiev. Ma allo stesso tempo, al vertice di Bruxelles, si impegnano, insieme a Gran Bretagna, Spagna e Polonia, ad assumersi i compiti maggiori nella formazione della «Forza di punta» della Nato, nel quadro della «Forza di risposta», portata da 13mila a 30mila uomini e dotata di sei centri di comando e controllo in Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania e Bulgaria. Mentre gli Usa, in preparazione del vertice di Minsk sull’Ucraina (cui volutamente non partecipano),

assicurano per bocca del segretario di Stato che tra gli alleati «non ci sono divisioni, siamo tutti d’accordo che non possa esserci una soluzione militare». Ma allo stesso tempo, addestrando e armando i neonazisti ucraini, gli Usa alimentano le fiamme della guerra nel cuore dell’Europa.

Diffusione delle centrali a carbone in Europa


Mentre l'Unione Europea si ammanta di verde e impone una fatisciente transizione ecologica, scopriamo che le inquinanti centrali a carbone sono ampiamente utilizzate da diversi paesi aderenti.

La mappa è molto esplicativa e indica in che percentuale tale fonte di energia influisce sul totale della produzione nazionale.

Voi però andate a comprare le auto elettriche con 500 km di autonomia e dal costo di 38 000 euro, redarguendo il vostro amico proletario con la Fiat Panda del 2002. Mi raccomando.

Calciomercato Pescara: il punto alla chiusura dei battenti


Nella foto:lo stadio Adriatico Cornacchia di Pescara dopo la recente ristrutturazione


Il Calciomercato del Pescara si è chiuso ieri alle 20:00. Ho già espresso delle opinioni di recente in merito alla campagna acquisti. Poco è cambiato in seguito. Mancavano una mezzala e un difensore. Sono arrivati Franchini e Di Pasquale, entrambi dal discreto curriculum.

Possiamo già svolgere alcune riflessioni in merito.

La prima è che Lescano, bomber da 21 reti la scorsa stagione, con due mesi e mezzo passati in panchina per motivi disciplinari, non è stato rimpiazzato adeguatamente, almeno sulla carta, dai subentrati Tommasini e Accornero.

La seconda: ci sono degli elementi nuovi e in parte sconosciuti perchè provenienti dalle squadre Primavera o con poca esperienza, per cui bisogna per forza vederli all'opera per saperne di più.

Terza: alcuni elementi possono essere considerati come buoni acquisti: Tunjov, Squizzato, lo stesso Di Pasquale e anche Franchini. Con l'arrivo degli ultimi due si è ribilanciata un minimo una rosa molto giovane.

Quarta: alcuni elementi considerati giovani l'anno precedente hanno un anno in più alle spalle e questo rodaggio potrebbe essere positivo. Plizzari, Mesic (che è in crescita di condizione e l'anno scorso non ha giocato per molto tempo ed era reduce da un infortunio grave). Soprattuto Pellacani, che è un centrale o anche esterno grintoso, non ha giocato per la maggior parte della stagione l'anno scorso e quest'anno si propone come l'uomo in più.

In definitiva, le cessioni di Lescano, Rafia e Delle Monache farebbero pensare ad un indebolimento, ma al di là di chi li sostituisce adesso nei loro specifici ruoli, ci sono parecchi calciatori nuovi che vanno valutati sul campo e che potrebbero compensare le partenze e rendere la squadra al livello dell'anno scorso almeno.

Il Pescara non parte favorito in questo campionato, in questo girone B e soprattutto ai play off dove ci saranno quasi sicuramente corazzate importanti negli altri gironi come Avellino e Catania, tanto per gradire.

Il fattore Zeman, tecnico che quando riesce a trovare la stagione giusta può fare la differenza come già è avvenuto a Pescara nel 2011, potrebbe essere il vero valore aggunto e far rendere un 20-30% in più un parco giocatori sulla carta discreto ma non eccelso.

Oggi, alle 20:30, ci sarà la Juventus Next Generation all'Adriatico. Si possono prevedere forse 5500 - 6000 spettatori. Ieri alle 20:00 i biglietti venduti erano quasi 3000 di fronte ai 1500 abbonamenti. 

Non male, vista la campagna abbonamenti fiacca e la disaffezione cronica della piazza verso la dirigenza del Delfino.

Anche questo fa parte dell' "effetto Zeman"

venerdì 1 settembre 2023

Se vogliamo discutere di ecologia, facciamolo seriamente



Il dibattito sui media in questo come su altri temi è spinto più sulla rissa e sulla semplificazione che su una seria analisi.




Nella foto: Greta Thunberg

Si parla di auto elettriche ela Ue le propone come la panacea di tutti i mali per l'inquinamento globale. Peccato che queste auto con pochi centimetri di pioggia possono rompersi. Peccato anche che la loro autonomia sia limitata a poche centinaia di chilometri e ci vogliano ore per ricaricarle.

Se si va da Roma a Milano con una auto elettrica potremmo rimanere a piedi.

L'energia elettrica necessaria viene prodotta anche con metodi che non sono  green.  Inoltre le batterie necessitano di uno stoccaggio molto ben organizzato, giacchè sono radioattive.

Per produrre alcune componenti occorrono le terre rare. Siccome, come dice il nome stesso, queste terre sono rare, va da sè che le auto elettriche, così come sono prodotte adesso, non hanno un grande futuro.

Inoltre sono molto costose e non sono per tutte le tasche.

Ed è inutile che l'Unione Europea tenti di bandire auto seminuove euro 5 del 2014 per costringere i comuni mortali a comprare una auto nuova, magari elettrica. Non può funzionare.

Immaginate se i soccorsi nella recente alluvione in Romagna fossero stati svolti con mezzi elettrici. Si sarebbero fermati a metà strada.

Si parla di auto a idrogeno, ma sia la produzione di idrogeno che la creazione di auto che usano questo mezzo non è ne' green ne' sicuro. L'idrogeno compresso può essere fonte di esplosioni. Fughe di idrogeno possono causare avvelenamento e ustioni alla pelle. In più occorrerebbe un adeguato metodo di approvvigionamento di idrogeno, che non esiste in natura da solo ma è sempre legato ad altri elementi. Bisognerebbe produrlo in larga scala e non conviene farlo fin quando tale tecnologia non sarà sicura.

Per quanto riguarda la produzione di energia, gli Stati più sviluppati del mondo utilizzano una strada sola: un mix di fonti. Il Giappone si serve del nucleare e di altre fonti, forte di un piano energetico per i prossimi cento anni. I Tedeschi pianificano per i 60 anni successivi e sebbene siano molto attenti alle energie alternative e green, ancora oggi utilizzano centrali nucleari.



Nella foto: il sottoscritto Gretizzato


I Tedeschi sono molto avanti nella produzione dell'energia a biomasse, ma non è certo quella la fonte prevalente del loro approvvigionamento, segno che questa non può essere la via maestra.

Stessa cosa dicasi per l'energia solare, la cui produzione  in Italia presso le abitazioni dei singoli cittadini potrebbe essere semplificata e coadiuvata con maggiore organizzazione. Si potrebbero costruire più centrali ad energia solare, ma non è la soluzione. Il sole va e viene, quindi la produzione non è continua. I pannelli necessitano di manutenzione, sono danneggiabili dalla grandine. Surriscaldano il terreno attorno. Danneggiano il paesaggio in zone di rilevanza artistico-paesaggistico.

Sottraggono spazio alle colture.

L'olio di colza non può sostituire la benzina, perchè le colture necessarie sarebbero troppo estese rispetto alla disponibilità di terra esistente. Pare che si possa utilizzare anche la Marijuana per produrre combustibile, ma quello può andare bene per un road party Jamaicano al massimo.

In Giappone addirittura utilizzano l'olio di  frittura residua, di sera, dei ristoranti, per alimentare i mezzi pubblici. Questo però non risolve certo i loro problemi di approvvigionamento di idrocarburi.


L'implementazione dei servizi pubblici e dei parcheggi di scambio nelle città medie e grandi potrebbero essere d'aiuto, ma non se ne parla nei media in maniera rilevante.


Il maggior controllo sugli incendi estivi, che sono quasi sempre di origine dolosa, aiuterebbe a preservare il territorio a livello ambientale, produrrebbe una qualità dell'aria maggiore e un ecosistema più forte e sano.

Nella foto: Sara Falzone, la bambina della pasta Barilla, che ha ispirato Greta Thunberg e me


E' per questo che affidarsi a guru come la ragazzina Svedese che con la scusa della ecologia fa pippa a scuola prima ogni venerdì e poi per un anno sabbatico non porta a nulla. La soluzione non sono i ragazzini estremisti che bloccano il traffico e imbrattano i monumenti della nostra bella e invidiata nazione.

Parliamone seriamente, non come fanno nella Ue, dove poi si scopre che alcuni parlamentari si sono fatti corrompere dagli sceicchi Qatarioti.

Assurde direttive Europee sulle auto Euro 5



Con le regole Ue vigenti milioni di europei dovrebbero rinunciare alla macchina

Nella foto in alto c'è una Alfa Giulietta, prodotta negli anni delle euro 5. E' un'auto con moltissime dotazioni di serie e frutto di una tecnologia molto avanzata. Secondo le direttive europee non dovrebbe più circolare. 

Nel prossimo Consiglio dei Ministri il ministro Gilberto Pichetto Fratin, di concerto con il ministro Raffaele Fitto - precisa la nota - presenteranno un decreto per prorogare il blocco dei motori diesel Euro 5 previsto per il 15 settembre da un provvedimento imposto dall'Europa”.


“Intanto il Governo  - concludono gli esponenti regionali di FdI - lavorerà su proposte alternative quali interventi sugli impianti di risaldamento obsoleti, sulla riqualificazione del manto stradale con soluzioni che evitano la dispersione nell’aria, un più ragionevole utilizzo del dispositivo Move In con la sua installazione gratuita per gli utilizzatori, e incentivi economici per l’acquisto di mezzi green”.

Questo è un estratto di un articolo di ieri pubblicato sul sito della Rai.


Prosegue dunque l'assurdità delle regole imposte dalla Ue in tema di mobilità.


Si impongono le auto elettriche come unica forma di circolazione automobilistica entro il 2035 E' un obiettivo assurdo e non fattibile per costri, arretratezza tecnologica, infrastrutturale e anche inutile al fine della salvaguardia del pianeta perchè il resto del mondo non ha tale norma).


Il cattivone che inquina e mette a repentaglio il mondo è dunque il proletario che ha la Panda.


Le auto euro 5 sono state prodotte dal 2009 al 2014.  E' assurdo che un'auto del 2014, specie se passa la revisione ed è in buono stato, non possa circolare, anche tra due, cinque o dieci anni.


Chi non ha tanti soldi può permettersi al massimo auto di seconda mano.


Ci sono interi paesi della Ue in cui circola una maggioranza di veicoli usati e ben più vecchi degli Euro 5.


Una regola Europea deve dunque valere per tutti, In Italia come in altri paesi.


Queste regole dell'Europa al caviale della Von Der Layen vengono dettate mentre numerosi paesi UE sono in grosse difficoltà economiche, a cui la Ue si guarda bene da dare soluzioni. Anzi. Distrugge pezzo per pezzo le economie con le sue raccomandazioni sui lockdown, sulla politica monetaria, sulle licenze balneari ed altro ancora.


Questa dell'euro 5 è la solita stupidaggine che va contro i cittadini Europei invece di aiutarli. Bene farà il governo se effettivamente vuole una proroga, ma due anni sono pochissimi.

Governo Meloni latitante in temi di lavoro, indipendenza energetica, sovranità. In barba alla sua aura di Nazionalismo e di Sovranismo


Il nostro Esecutivo era stato "rimandato a settembre". Per ora è bocciato con gravi insufficienze


Giorgia Meloni ha insediato il suo governo il 23 Ottobre 2022. Siamo al Primo di Settembre. La scusa: -E' lì da poco-  non tiene più, se mai essa abbia avuto senso.

Questo governo si è distinto per due caratteristiche: 

1 La totale assenza di provvedimenti che potessero avere un impatto sul tessuto economico e sociale Italiano.

2 L'abbondanza di viaggi di Giorgia Meloni, tra un meeting e un altro, tra un bilaterale e un G20. Certo, le questioni internazionali e gli accordi hanno una loro importanza, ma quando un premier è sempre in viaggio e le situazioni da risolvere rimangono lì dove sono, ci si pone delle domande.

Giorgia Meloni aveva promesso e proposto risposte al caro prezzi per quanto riguarda l'energia.

I costi rimangono alti e il governo Meloni ha rimosso il taglio delle accise sulla benzina introdotte dal governo precedente.

La sforbiciata parziale e destinata solo a parte degli Italiani è programmata per il lungo termine. Per ora invece ci sono rincari in vista, stando alle indiscrezioni sulla prossima manovra autunnale. Nel migliore dei casi ci sono sgravi ad alcune categorie e incrementi ad altre, tasse rimosse o diminuite ed altre aumentate.

E' il solito e cervellotico taglia e cuci a cui siamo abituati da decenni e che non ha prodotto nulla di buono.

La Meloni aveva promesso nuove centrali energetiche e nuove trivellazioni per usare il nostro petrolio. Dove sono?

Il Ministro delle Infrastrutture Salvini aveva annunciato il Ponte sullo Stretto. Dov'è?

La Meloni aveva promesso una stretta sull'arrivo dei migranti, insieme con una diminuzione dei morti in mare. Ha proposto per un decennio circa il "blocco navale" addirittura. 

Gli sbarchi sono raddoppiati nell'ultimo anno.

Gli Ucraini accolti nella misura di centinaia di migliaia di persone sono anch'essi migranti e se ha un senso accogliere i rifugiati dalle guerre, non mi sembra che ci sia posto il problema per un loro inserimento reale nella società.

Soprattutto non si lavora per permettergli di ritornare a casa a guerra finita. Nè tantomeno si pensa che molti di essi non vorranno nemmeno tornare e rimarranno a carico di un paese già in forte crisi economica come il nostro, dove i giovani continuano ad emigrare per mancanza di lavoro.

Anzi, il governo lavora per servire scioccamente i propositi di guerra di Biden, perorando idee opposte a quelle che solo cinque anni fa Giorgia Meloni perorava (si leggano le sue dichiarazioni sulle sanzioni alla Russia e sulla Crimea).

Questo apre un altro argomento: il totale servilismo del governo attuale nei confronti degli Stati Uniti. Se è vero che siamo una colonia e che ci sono 19 basi Nato sul nostro territorio, è anche giusto mantenere la schiena dritta e chiedere una compensazione per la nostra collaborazione.

Un governo democratico non finanzia un regime corrotto che sopprime il dissenso, anche con l'uccisione, come quello Ucraino (vedi Gongadze, Buzina, Rocchelli e tanti altri). Lì non c'è democrazia e i partiti e media di opposizione vengono sciolti.

Le armi mandate finiscono in buona parte nelle mani della criminalità e dei terroristi.

L'Italia si fa partecipe di questo anzichè proporsi come mediatore per la pace e traendone anche un beneficio economico.

Avevo scritto in un precedente post, che potete trovare facilmente, che non farò sconti al governo Meloni. Per ora il nostro esecutivo è fallimentare, quasi totalmente fermo, succube di potenze di grande e di media importanza,  non parla dei temi del lavoro e non persegue l'interesse nazionale.

Chi mi conosce sa cosa vuol dire per me ciò che sto per scrivere: rimpiango quasi il governo Draghi.

Presentata la nuova Alfa 33 "Stradale": una auto per pochi eletti

 



Il 30 di Agosto mi è capitato casualmente di assistere alla presentazione in streaming della nuova Alfa 33 stradale, sorta di remake di una auto sportiva che nulla a che fare con la 33 che ha venduto un milione di esemplari dal 1983 al 1995.

Di questa verranno prodotti solo 33 esemplari, già tutti prenotati da clienti facoltosi.

La macchina è interessante e ricalca le forme della sua omonima Alfa 33 Stradale, vettura sportiva degli anni '60.

Colpiscono i cerchi e i fari, molto ricercati.

Gli interni non sono stati mostrati e ne abbiamo solo qualche immagine modificata al computer.

Saranno disponibili due motori: o la versione a benzina da 620 cavalli 3.0 V6 oppure la elettrica da 750 cavalli con una autonomia di 450 km.

La cerimonia di presentazione non è stata esaltante. L'ottimo attore e doppiatore Luca Ward, a dispetto del suo cognome anglosassone, si è prodotto in una introduzione retorica ed entusiastica, mostrando un inglese stentoreo, abbastanza corretto grammaticalmente, ma masticato con cacio e pepe.

Resta comunque un grande talento e il suo charme si è notato anche in questa occasione.

Sono seguiti altri discorsi affettati e troppo retorici anch'essi di dirigenti e progettisti Alfa.

La macchina non si vedeva bene, non veniva inquadrata nei dettagli e nelle varie angolature, si trovava in un teatro sotto le luci artificiali e come detto prima, gli interni non sono stati mostrati

Andiamo al nocciolo della questione: produrre una superautomobile per soli 33 membri del jet set è una operazione più dimostrativa che altro.

Non c'è di certo un grande guadagno. Non si fa breccia nel cuore dei veri appassionati Alfisti. Alfa Romeo è sempre stato un marchio fruibile da buona parte della popolazione. E' stato ed ancora è il mezzo con cui lavorano le forze di polizia italiane.

L'impressione è che questa auto verrà presto archiviata e ricordata in qualche museo di modernariato al massimo. Di sicuro gli appassionati rimarranno freddi.

Una operazione del genere serve probabilmente solo a dimostrare che Alfa può entrare più decisamente nel mercato sportivo di lusso e prepara la strada per futuri modelli creati in più larga scala e che possano portare a un maggior riscontro economico.